IA e medico, l'integrazione porta a terapie sempre più mirate

Al Kum Festival le frontiere tecniche ed etiche della cura


La capacità senza precedenti di analizzare e processare grandissime quantità di dati resa possibile dall'intelligenza artificiale e dalle tecnologie di machine learning sta rivoluzionando il mondo della scienza, della medicina e della cura, che diventa sempre più personalizzata, con i 'big data' biologici che offrono una miniera di informazioni mai immaginata prima. Il tema è stato al centro dell'incontro 'La vita che cura la vita, biotecnologie, intelligenza artificiale, poesia', promosso da Amgen e svoltosi a Pesaro nell'ambito del Kum! Festival.
    "Il corpo umano può essere considerato un'immensa banca dati, basti pensare ai miliardi di informazioni genetiche che sono custodite all'interno del nostro genoma - ha spiegato Marcello Ienca, professore di etica dell'intelligenza artificiale e delle neuroscienze e vicedirettore del centro per l'etica e la storia della medicina alla scuola di medicina dell'Università tecnica di Monaco (Tum) -. Queste informazioni, però, sono codificate in un linguaggio, possiamo dire, 'analogico': con l'intelligenza artificiale, il 'sistema analogico' umano diventa comprensibile e traducibile nel linguaggio digitale delle macchine".
    "Analizzare il genoma umano - ha aggiunto Alessandra Brescianini, direttore medico di Amgen Italia -, può permetterci di scoprire le anomalie genetiche alla base delle malattie e trovare dei farmaci in grado di curarle in modo mirato". Con l'evoluzione di questa tecnologia diventa però essenziale la corretta coesistanza tra macchina e uomo. "L'esperto umano e l'esperto artificiale sbagliano in maniera differente - ha spiegato Vito Trianni, dirigente di ricerca all'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) -. La macchina non ragiona, ma intercetta la correlazione statistica tra sintomi e risultati e produce l'output diagnostico con il livello probabilistico più alto. Il medico, invece, ragiona sviluppando un pensiero 'out of the box', avendo cognizione di qual è lo stato del paziente. Il nostro gruppo di ricerca ha dimostrato che le diagnosi generate dall'Ia, una volta integrate con quelle dell'esperto umano, portano a diagnosi più accurate con minimizzazione dell'errore".
    La cornice umanistica in medicina resterà quindi indispensabile.
    "Il punto di incontro tra la dimensione della conoscenza scientifico-tecnologica e quella estetica è, forse, la presa dell'uomo sulla realtà - ha affermato Valerio Magrelli, scrittore e docente -. 'Poiein' significa fare, costruire, creare. 'Poetare' è quindi il paradigma di ogni forma di azione, ed è qui che c'è il contatto tra scienza e poesia".
   

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