"La mortalità per cancro sta
diminuendo, ma entro il 2050 i casi raddoppieranno, passando
dagli attuali 15 milioni a oltre 30 milioni nel mondo". Lo ha
detto Giuseppe Curigliano, direttore sviluppo nuovi farmaci e
terapie innovative dello Ieo (Istituto Europeo di Oncologia) e
ordinario di oncologia medica all'Università statale di Milano,
intervenendo al convegno Welfare Italia oggi a Roma. "Le
proiezioni mostrano un aumento dell'incidenza ma un calo della
mortalità - ha spiegato- e questo avrà un impatto enorme sulla
spesa sanitaria globale. Nei paesi in via di sviluppo, in
particolare, la sopravvivenza resterà molto più bassa".
L'oncologo ha evidenziato che la prevenzione primaria resta
l'arma più efficace: "Stili di vita sani, attività fisica,
vaccinazioni, come quella contro l'hpv, e programmi di screening
possono ridurre in modo significativo i tumori in fase
avanzata". Tra gli esempi citati, uno studio canadese che "ha
dimostrato come la semplice attività fisica riduca la mortalità
non solo per il tumore del colon, ma anche per altri tipi di
cancro". Curigliano ha poi richiamato l'attenzione sulla
necessità di screening personalizzati, "cancer interception"
capaci di individuare precocemente la malattia nei soggetti più
a rischio, "integrando analisi genetiche e rilevazione del dna
tumorale circolante". Il direttore dello Ieo ha infine sollevato
due questioni critiche: "La carenza di professionisti
oncologici, come anatomopatologi e radioterapisti, e l'impatto
delle politiche internazionali sul prezzo dei farmaci
innovativi. Il rischio - ha concluso - è che i pazienti europei
possano accedere alle nuove terapie con 5 o 6 anni di ritardo
rispetto agli Stati Uniti".
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