"In Italia sosteniamo da tempo
importanti iniziative per il potenziamento del supporto al
veterano, coinvolgendo il mondo accademico, le università,
l'industria nazionale e i partners internazionali. Mi riferisco,
ad esempio, ai progetti per ridurre il fattore di rischio di
infortuni muscolo-scheletrici attraverso l'impiego di
esoscheletri o per sviluppare tecnologie di bio ingegneria
tissutale o ancora strumenti volti a identificare rischi di
disturbi metabolici o cardiovascolari. Tra questi, voglio
ricordare anche il progetto 'bionics for veterans', volto a
valorizzare le migliori conoscenze nel settore della robotica
cognitiva, dell'interazione uomo-robot e delle protesi
cognitive. questo rapporto tra medicina, ricerca tecnologica e
forze armate costituisce un elemento fondamentale per assicurare
il necessario supporto ai nostri wounded warriors ai nostri
feriti in servizio, oltre a rappresentare un valore aggiunto per
l'intera comunità". Così il Capo di Stato maggiore della Difesa,
Luciano Portolano, in occasione nel suo intervento alla
conferenza 'Tecnologie inclusive. Innovazioni a supporto dei
veterani con disabilità' a Roma, in occasione della Giornata del
Veterano.
Per Portolano "essere veterano non è un concetto che si basa
semplicemente sull'anzianità di servizio ma sul proprio vissuto,
sulle esperienze fatte in un determinato teatro operativo, dove
si genera una sorta di 'compressione del tempo' e quindi delle
esperienze in esso maturate. Si tratta di una trasformazione che
non riguarda solo il veterano, ma ha impatti diretti anche sulla
sua sfera sociale e, in particolare, sulla sua famiglia, che
vive in altro modo, ma con la stessa intensità i periodi di
lontananza".
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