In Lombardia, il rischio di arresto
cardiaco aumenta in giornate con alti livelli di inquinamento
atmosferico. È quanto emerge da uno studio condotto dal
Politecnico di Milano, e pubblicato sulla rivista internazionale
Global Challenges, che ha analizzato 37.613 casi di arresto
cardiaco extraospedaliero tra il 2016 e il 2019. "Abbiamo
osservato una forte associazione con il biossido di azoto -
spiega Amruta Umakant Mahakalkar, ricercatrice del Dipartimento
di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di
Milano e prima autrice dello studio - Anche le polveri sottili
mostrano un aumento del rischio, rispettivamente del 3% e 2,5%,
già nello stesso giorno dell'esposizione".
"Il legame tra qualità dell'aria e arresti cardiaci
extraospedalieri è un campanello d'allarme per i sistemi
sanitari locali - aggiunge Enrico Caiani, docente del
Politecnico di Milano e coautore dello studio - In periodi di
elevato inquinamento, i servizi di emergenza dovrebbero
prevedere un potenziale aumento delle richieste di intervento".
L'integrazione dei dati ambientali nei sistemi di previsione
sanitaria potrebbe consentire, in futuro, di anticipare
l'aumento delle chiamate di emergenza e migliorare la
pianificazione delle risorse. Su questa linea di ricerca si
innesta il nuovo progetto CLIMA-CARE, finanziato dalla European
Space Agency (ESA), che prende il via oggi. Il progetto sarà
dedicato all'utilizzo dei dati satellitari per approfondire
l'analisi dell'impatto delle condizioni ambientali sulla salute
pubblica e, sui servizi medici di emergenza nel territorio della
Lombardia, sia nello scenario attuale che in quello futuro,
attraverso l'impiego di proiezioni climatiche. Tra i partner del
progetto figurano il German Aerospace Centre (DLR) - capofila
dell'iniziativa - e il Group on Earth Observation (GEO),
coordinato dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO).
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