Sostituito a Verona il primo cuore artificiale del Veneto

L'intervento nel quarantennale del primo trapianto della storia


VERONA - Un paziente veronese di 50 anni ha ricevuto la scorsa notte all'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona un trapianto di cuore che ha sostituito il cuore artificiale impiantatogli a marzo, il primo in Veneto (quarto in Italia e primo in un policlinico universitario).
    L'intervento, guidato dal direttore della Cardiochirurgia Giovanni Battista Luciani, è durato dodici ore ed è andato bene.

    L'intervento arriva esattamente quarant'anni dopo il primo trapianto di cuore in Italia, avvenuto nell'ospedale di Padova nella notte fra il 13 e il 14 novembre 1985.
    "Dedico il trapianto di stanotte alla memoria del mio maestro professor Gallucci che, in maniera lungimirante, quarant'anni fa aveva intuito che il futuro della cardiochirurgia sarebbe stato nelle macchine, cioè nel cuore artificiale", ha commentato Luciani.

    Il paziente la scorsa primavera presentava condizioni cliniche in rapido deterioramento e aveva bisogno di una soluzione-ponte in attesa dell'organo naturale, arrivato ieri da un donatore. L'intervento è stato complesso perché ha richiesto procedure più articolate rispetto a un normale trapianto, dovendo espiantare il device meccanico di ultima generazione che per otto mesi ha permesso all'uomo di vivere in condizioni normali.

    In sala operatoria, oltre all'équipe di Luciani, anche l'ingegnere biomedico di Carmat, la società francese che ha brevettato il dispositivo. "La nostra esperienza veronese dimostra la lungimiranza del prof Gallucci, questo cuore artificiale è stato salvavita e ha permesso al paziente di arrivare al trapianto a cui era destinato - ha affermato Luciani -. Aver fatto qualcosa che il mio maestro preconizzava quarant'anni fa, è per me di grande importanza e una continuazione ideale dei suoi insegnamenti".
   

Zaia, col trapianto di Verona restituita la vita a un uomo

VENEZIA - "Questa notte a Verona è stata letteralmente restituita la vita a un uomo di soli 50 anni che, senza le capacità cliniche e l'uso di tecnologie avveniristiche, l'avrebbe persa. Mi complimento con il professor Giovanni Battista Luciani e tutta l'equipe di cardiochirurgia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata scaligera che sono entrati nel futuro della cardiochirurgia veneta e nazionale". Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, sentito dall'ANSA, commentando il trapianto di cuore eseguito su un paziente di 50 anni che ha comportato la sostituzione di un cuore artificiale impiantato a marzo, il primo in Veneto.

   "Ciò che colpisce e riempie d'orgoglio - aggiunge Zaia - è l'abbinamento tra la sapienza umana dei clinici veronesi e le potenzialità delle nuove tecnologie, grazie alle quali oggi è possibile tenere in vita un cardiopatico gravissimo, giunto a un passo dalla fine. Grandi medici e grandi tecnologie sono una peculiarità della sanità veneta, a Verona, come a Padova, come in tutto il territorio, della quale c'è solo da essere orgogliosi".

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