Acromegalia, la malattia subdola che si confonde con i normali segni del tempo

Ricerca italiana pubblicata sul New England Journal of Medicine


  Una malattia così subdola da confondersi con i normali segni del tempo e che rischia di passare inosservata per anni. È il caso dell'acromegalia, una patologia rara ma tutt'altro che irrilevante, che colpisce soprattutto adulti tra i 30 e i 60 anni e può alterare profondamente i tratti del volto, delle mani e dei piedi. Una ricerca a firma italiana svela i progressi nella diagnosi precoce, l'importanza del team multidisciplinare e le nuove prospettive di cura. I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine, in un articolo dal titolo "Acromegaly", firmato dal Prof. Andrea Giustina, Professore Ordinario di Endocrinologia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele e Direttore dell'Unità di Endocrinologia dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano (primo autore dell'articolo) e dalla Prof.ssa Annamaria Colao, Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, alla Università "Federico II" di Napoli.
    "Oggi possiamo affermare - sottolinea Giustina - che una diagnosi più precoce salva davvero anni di sofferenza ed evita complicanze gravi, spesso irreversibili. Il secondo messaggio chiave è che tutti i medici, non solo gli specialisti, possono e devono giocare un ruolo attivo nel riconoscere questa patologia nascosta. Infine, la vera svolta che emerge dal nostro lavoro è la possibilità di personalizzare diagnosi e cura, integrando innovazione tecnologica, nuove terapie e lavoro di squadra multidisciplinare".
    L'acromegalia è una patologia rara che nasce quasi sempre da un tumore benigno dell'ipofisi, la piccola ghiandola situata alla base del cervello che regola molti degli ormoni dell'organismo.
    Nella quasi totalità dei casi, si tratta di macro-adenomi ipofisari benigni; le cause extra-ipofisarie sono estremamente rare. L'incidenza stimata è di circa dieci casi ogni milione di persone all'anno. 
   

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