Un Grant del valore di 570mila
euro è stato assegnato a Alessandro Carrer, docente del
Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, per lo
sviluppo dei suoi studi su un legame tra l'elevato consumo di
fruttosio e la possibile relazione con il cancro al pancreas.
Il finanziamento è stato emesso da Wereld Kanker Onderzoek
Fonds (Wkof), membro della rete del World Cancer Research Fund
(Wcrf) e amministrato da Wcrf International, il cui programma
scientifico mira a sostenere ricerche che approfondiscono le
conoscenze sul legame tra stili di vita e prevenzione tumorale.
Le ricerche di Carrer hanno dimostrato come il fruttosio
venga metabolizzato nell'intestino, e come questo possa mediare
effetti negativi sulla salute dell'organismo, possibilmente
anche sullo sviluppo di tumori pancreatici. Il meccanismo si
basa sulla generazione da parte del microbioma intestinale di
una piccola molecola lipidica chiamata acetato.
Negli ultimi decenni l'assunzione di fruttosio è aumentata
notevolmente, principalmente a causa del consumo di bevande e
alimenti dolcificati con sciroppo di mais, ma sta suscitando
notevole preoccupazione per il possibile legame con l'aumento
dell'incidenza del cancro. Una relazione causale non è ancora
stata dimostrata e ciò rende difficile l'attuazione di efficaci
politiche di prevenzione. In particolare, l'impatto del
fruttosio alimentare non è stato testato direttamente,
nonostante le crescenti prove epidemiologiche.
"I dati preliminari dimostrano che diete molto ricche di
fruttosio favoriscano la carcinogenesi pancreatica nei modelli
murini - spiega Carrer -. La nostra ipotesi è che la nostra
flora intestinale converta l'eccesso di fruttosio ingerito in
acetato, una molecola che trasmette segnali pericolosi alle
cellule del pancreas. Il nostro obiettivo è identificare
individui a rischio e indirizzarli verso un monitoraggio
continuo, attraverso la comprensione delle alterazioni
molecolari causate dall'aumento della disponibilità di acetato".
La ricerca avverrà attraverso modelli murini: ai topi sarà
somministrata una quantità di fruttosio equivalente al consumo
giornaliero di una lattina da 350 ml di bevanda zuccherata per
gli esseri umani, per un periodo di tempo prolungato. I
ricercatori valuteranno quindi la formazione e la progressione
del tumore. In una fase successiva, i risultati saranno
confermati in pazienti umani. Lo studio verrà condotto dal
laboratorio di Carrer che comprende studenti e ricercatori del
Dipartimento di Biologia e dell'Istituto Veneto di Medicina
Molecolare (Vimm), in collaborazione con l'unità
Epato-Bilio-Pancreatica della Chirurgia dell'Ospedale di Padova
e con il Giga Institute di Liegi (Belgio).
Tra gli scopi vi è anche quello di affinare le attuali linee
guida sul consumo di fruttosio e identificare i fattori
determinanti dell'aumento del rischio di cancro.
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