Le liste d'attesa, che in questo
settore possono raggiungere i 3 anni, non si trasformino in un
alibi per ridurre la qualità dell'assistenza sanitaria in
oculistica. È l'appello che lancia il presidente della Società
Oftalmologica Italiana, Matteo Piovella.
"L'oculistica è una specialità molto richiesta: facciamo più
di 20 milioni di visite e 700 mila interventi di cataratta",
spiega. "A differenza di altre specialità, nel nostro campo non
c'è una carenza di personale: gli oftalmologi sono circa 7 mila
e sarebbero sufficienti a rispondere ai bisogni di salute della
popolazione. Tuttavia, la loro scarsa presenza nelle strutture
sanitarie pubbliche, le difficoltà organizzative e il fatto che,
negli ultimi 20 anni, l'oculistica è stata trascurata dalle
istituzioni ha creato una situazione critica", aggiunge.
"Abbiamo 1 anno di attesa per una visita oculistica, 2 anni o
più per un intervento di cataratta".
Secondo Piovella si tratta di tempi che per molti pazienti
oftalmologici potrebbero comportare un drammatico peggioramento
della loro condizione. "Per far fronte a questi disservizi si
tenta anche di delegare alcune delle attività tipicamente
oculistiche a figure come gli ottici o gli optometristi.
Tuttavia - avverte - queste figure non hanno la formazione e la
competenza per farlo, semplicemente perché non hanno studiato
per questo. Ciò può comportare seri rischi fino a portare, in
alcuni casi, alla perdita della vista", afferma il presidente
Soi che, in vista del congresso della società scientifica, che
si terrà il 28 e 29 novembre a Roma, ricorda che "la Società
Oftalmologica Italiana è nata oltre un secolo e mezzo fa per
tutelare la vista degli italiani. Purtroppo, questo crea degli
anticorpi, tanto che recentemente mi sono dovuto difendere anche
in un tribunale per questo impegno. Tuttavia, continueremo a
farlo, perché abbiamo l'obbligo di fornire la migliore cura e la
migliore assistenza a tutti i pazienti", conclude Piovella.
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