Tumore del sacro, pari efficacia tra chirurgia e radioterapia

Lo studio, con approccio non chirurgico meno effetti collaterali


L'Italia fa da apripista nel trattamento del cordoma del sacro, un raro tumore osseo caratterizzato da una crescita lenta e per questo spesso diagnosticato solo quando raggiunge dimensioni considerevoli.
    Ogni anno nel nostro Paese si contano circa 60 nuove diagnosi di cordoma a partenza dalla regione sacro-coccigea. Per questa patologia, l'Italia ha promosso un importante studio internazionale, il primo al mondo nel suo genere, che ha messo a confronto l'approccio chirurgico standard con l'adroterapia (ioni carbonio o protoni), una forma avanzata di radioterapia ad alta precisione. I risultati evidenziano un'efficacia paragonabile tra le due procedure: a tre anni dal trattamento, entrambi gli approcci hanno mostrato una sopravvivenza globale del 90% e un controllo locale della malattia del 70%. Tuttavia, emerge un vantaggio decisivo per l'adroterapia in termini di qualità della vita. A differenza dell'intervento chirurgico, che può compromettere gravemente le funzioni vescicali, intestinali, motorie e sessuali, il trattamento con ioni carbonio consente di preservarle, risparmiando al paziente effetti collaterali severi. Questi dati emergono dallo studio 'Sacro', uno studio multicentrico internazionale promosso dall'Italian Sarcoma Group e coordinato dalla Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori (Int) di Milano. Il Cnao (Centro nazionale di adroterapia oncologica) di Pavia ha svolto un ruolo chiave, partecipando come centro di riferimento per l'arruolamento e il trattamento esclusivo con ioni carbonio. "Sebbene l'adroterapia con ioni carbonio sia utilizzata fin dagli anni 90 in Giappone per questa patologia, in letteratura scientifica mancava un confronto rigoroso con l'opzione chirurgica - spiega Maria Rosaria Fiore, medico radioterapista del Cnao e Principal Investigator dello studio per la parte relativa all'adroterapia -. 'Sacro' è uno studio di grande valore e complessità, sia per la difficoltà di arruolamento legata alla rarità della patologia, sia per la portata dei risultati. Il suo impatto scientifico è stato riconosciuto a livello internazionale con il premio per il miglior abstract al Ptcog di Buenos Aires, il più importante congresso mondiale sulla terapia con particelle".
   

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