Le donne in età fertile, in
gravidanza o in allattamento affette da psoriasi possono oggi
accedere a percorsi terapeutici personalizzati e sicuri, pensati
per migliorare concretamente la qualità della vita, compromessa
da una malattia che colpisce circa il 2-3% della popolazione. Se
ne è parlato oggi nel corso dell'evento Ecm di PharmaTarget,
realizzato con il contributo non condizionato di Ucb e con il
patrocinio della Società Italiana di Dermatologia e Malattie
Sessualmente Trasmesse (Sidemast). "La psoriasi è una malattia
infiammatoria cronica della pelle e non va sottovalutata -
spiega Annunziata Dattola, associato di Dermatologia e
Venereologia presso l'Università La Sapienza di Roma e
specialista presso il Policlinico Umberto I - Durante la
gravidanza, a causa dei cambiamenti ormonali, la psoriasi può
modificare il proprio andamento: in circa il 30-40% dei casi
peggiora, soprattutto nell'ultimo trimestre o subito dopo il
parto, mentre in altri casi può rimanere stabile o migliorare".
Proprio per questo, la gestione della malattia in gravidanza
richiede una conoscenza approfondita dei meccanismi immunologici
e dei possibili effetti delle terapie. Le donne con psoriasi
possono essere trattate in modo efficace e sicuro, grazie a
terapie mirate, compresi farmaci biologici che non attraversano
la barriera placentare. "Un esempio è il certolizumab pegol, i
cui livelli nel sangue del cordone e nel neonato risultano
trascurabili dopo che la madre è stata trattata durante tutta la
gravidanza - dichiara Clara De Simone, associato di Dermatologia
e Venereologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e
Responsabile del Centro per le Malattie Rare Dermatologiche del
Policlinico Gemelli-. Questo permette di effettuare senza rischi
il programma vaccinale previsto per il neonato, comprese le
vaccinazioni con vaccini vivi. Si tratta quindi di un farmaco
con un alto profilo di sicurezza". La pianificazione della
gravidanza è poi fondamentale. "Idealmente dovrebbe avvenire in
un periodo di remissione della malattia - prosegue- ma anche
durante la gravidanza è possibile continuare la terapia in modo
personalizzato. Una gestione corretta permette di arrivare al
termine della gravidanza con un bambino sano e di peso
adeguato", conclude De Simone.
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