È una storia a lieto fine quella del
piccolo Alessandro (nome di fantasia), operato quando era ancora
nel grembo della mamma, una 35enne di Roma, per la presenza di
una cisti polmonare grande come un'arancia che comprimeva cuore
e polmoni, causando un grave scompenso cardiaco fetale che ne
metteva a rischio la sopravvivenza. Il delicato intervento è
stato realizzato dall'équipe di chirurgia fetale dell'ospedale
pediatrico Bambino Gesù di Roma durante la 24esima settimana di
gestazione, dopo che la diagnosi prenatale aveva rivelato la
presenza una voluminosa cisti polmonare congenita di circa 9x6x5
centimetri. Per salvare il piccolo, i chirurghi hanno eseguito
il posizionamento di uno shunt pleuro-amniotico, un sottile
drenaggio che mette in comunicazione il torace del feto con il
liquido amniotico consentendo di ristabilire la normale funzione
cardiaca. La procedura è stata realizzata presso l'ospedale San
Pietro Fatebenefratelli da un'équipe congiunta composta dagli
specialisti ostetrici del San Pietro e dai chirurghi fetali del
Bambino Gesù.
Scongiurato il pericolo di morte in utero, Alessandro è poi nato
tramite parto cesareo programmato alla 35/esima settimana di
gestazione. Subito dopo la nascita, una volta stabilizzato dai
neonatologi dell'ospedale Bambino Gesù, il piccolo è stato
sottoposto a indagini strumentali che hanno confermato la
patologia del polmone destro. Pertanto, il giorno successivo,
l'équipe dei chirurghi neonatali ha eseguito una lobectomia
toracoscopica, rimuovendo l'intero lobo inferiore del polmone
malato con una tecnica mini-invasiva. Alessandro è stato dimesso
a metà ottobre ed è tornato a casa con i genitori e i due
fratelli, e ora sta bene.
"La cisti era molto grande, occupava quasi tutto il torace del
piccolo. Dopo la nascita, lo abbiamo operato in toracoscopia,
una procedura mini-invasiva che ha consentito un recupero rapido
e senza complicanze - racconta Andrea Conforti, responsabile
dell'unità di chirurgia fetale e neonatale del Bambino Gesù -.
Oggi Alessandro respira con due lobi polmonari invece di tre, ma
sta bene: i lobi sani si sono riespansi e compensano
perfettamente la funzione respiratoria. Potrà avere una vita
normale, anche praticare sport, in futuro".
"Il nostro ospedale si trova spesso a gestire casi fetali
complessi, nei quali le possibilità di successo dipendono
strettamente dal lavoro combinato di diverse équipe di
specialisti - spiega Leonardo Caforio, responsabile di
Ostetricia, ginecologia e diagnosi prenatale del Bambino Gesù -.
Grazie a questo tipo di organizzazione, che prevede anche la
collaborazione con centri esterni di eccellenza, il Bambino Gesù
rappresenta oggi una realtà di riferimento nel centro-sud del
Paese".
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