Carvedilolo Hex - 28cpr 6,25mg

Dettagli:
Nome:Carvedilolo Hex - 28cpr 6,25mg
Codice Ministeriale:036457202
Principio attivo:Carvedilolo
Codice ATC:C07AG02
Fascia:A
Prezzo:3.62
Rimborso:3.62
Doping:Proibito solo in particolari sport
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse divisibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Conservare nella confezione originale
Scadenza:48 mesi

Denominazione

CARVEDILOLO HEXAL

Formulazioni

Carvedilolo Hex - 28cpr 6,25mg
Carvedilolo Hex - 28cpr 6,25mg
Carvedilolo Hex - 30cpr 25mg
Carvedilolo Hex - 30cpr 25mg

Categoria farmacoterapeutica

Betabloccanti.

Principi attivi

Carvedilolo.

Eccipienti

Lattosio monoidrato; cellulosa microcristallina; crospovidone; povidone K30; silice colloidale anidra; magnesio stearato. Coloranti. Compresse da 3,125 mg: ferro ossido rosso (E172). Compresse da 6,25 mg: ferroossido giallo (E172). Compresse da 12,5 mg: ferro ossido rosso (E172) e ferro ossido giallo (E172).

Indicazioni

Ipertensione, angina pectoris, insufficienza cardiaca.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' a carvedilolo o a uno qualsiasi degli eccipienti; insufficienza cardiaca instabile/scompensata; anamnesi di broncospasmo o asma; broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con ostruzione bronchiale; alterazioni della funzionalita' epatica clinicamente rilevanti Blocco atrio-ventricolare di secondo e di terzo grado; bradicardia di grado severo (<50 bpm); sindrome del seno malato (compresi blocchi seno-atriali); shock cardiogeno; ipotensione di grado severo (pressione sistolica inferiore a 85 mmHg); acidosi metabolica; trattamento concomitante con verapamil o diltiazem per via endovenosa.

Posologia

Il medicinale e' disponibile in 5 dosaggi: 3,125 mg, 6,25 mg, 12,5 mg,25 mg e 50 mg. Ipertensione: si consiglia l'assunzione di una singola dose giornaliera. Per il trattamento dell'ipertensione, il carvedilol o puo' essere usato da solo o in associazione con altri antiipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici. Adulti: il dosaggio consigliato per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio raccomandato e' di 25mg una volta al giorno. Se necessario, il dosaggio puo' essere gradua lmente aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima consigliata e' di 50 mg al giorno, da assumersi in un'unicasomministrazione o suddivisa in due dosi da 25 mg ciascuna. Anziani: la dose raccomandata per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg una volta al giorno; tale dosaggio puo', anche, essere sufficiente per il proseguo del trattamento. Tuttavia, se la risposta dovesse essere inadeguata, il dosaggio potra' essere aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima consigliata e' di 50 mg al giorno, da assumersi in un'unica somministrazione o suddivisa in due dosi da 25mg ciascuna. Angina pectoris: il carvedilolo e' indicato per il tratt amento dell'angina stabile cronica, dell'ischemia miocardica silente, dell'angina instabile e della disfunzione ventricolare sinistra associata a cardiopatia ischemica. Adulti: il dosaggio raccomandato per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato e' di 25 mg due volte al giorno. Se necessario, la dose puo' essere aumentata gradualmente ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima giornaliera consigliata e' di 100 mg da assumersi in due dosi da 50 mg ciascuna due volte al giorno. Anziani: il dosaggio raccomandato per l'iniziodella terapia e' di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorn i. Successivamente, il dosaggio consigliato e' di 25 mg due volte al giorno, che e' la dose massima giornaliera consigliata. Insufficienza cardiaca: il carvedilolo puo' essere somministrato con la terapia farmacologica convenzionale, che include diuretici, ACE-inibitori, digitalee/o vasodilatatori, ma anche nel trattamento di pazienti che non toll erano gli ACE- inibitori o che non assumono altri medicinali per l'insufficienza cardiaca. Il dosaggio deve essere personalizzato. Il trattamento deve sempre iniziare con l'assunzione di una dose bassa (3,125 mg due volte al giorno). Il dosaggio adeguato viene determinato aumentando gradualmente la dose e monitorando attentamente le condizioni del paziente. Il dosaggio di diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori deve essere definito prima di iniziare il trattamento con carvedilolo. La dose iniziale e' di 3,125 mg due volte al giorno per due settimane. Se tale dosaggio e' ben tollerato, la posologia puo' essere, successivamente, aumentata, ad intervalli non inferiori alle due settimane, e portata, prima a 6,25 mg due volte al giorno, successivamente a 12,5 mg due volte al giorno ed infine a 25 mg due volte al giorno.Si raccomanda di aumentare la dose fino ad arrivare a quella piu' alt a tollerata dal paziente. La dose massima raccomandata e' di 25 mg duevolte al giorno in pazienti con peso corporeo inferiore a 85 kg e di 50 mg due volte al giorno in pazienti con peso corporeo superiore a 85kg. All'inizio del trattamento e' possibile riscontrare un peggiorame nto temporaneo dei sintomi dell'insufficienza cardiaca che, generalmente, non richiede la sospensione del trattamento. Una visita medica deve essere eseguita prima di ciascun incremento della dose per individuare possibili sintomi di aggravamento dell'insufficienza cardiaca o di vasodilatazione eccessiva (ipotensione, ritenzione di liquidi). L'aggravamento dell'insufficienza cardiaca o la ritenzione di liquidi, sono trattati aumentando la dose del diuretico. La dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino a quando le condizioni del paziente non si sono stabilizzate. Occasionalmente, puo' essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o sospendere temporaneamente il trattamento farmacologico. Spesso, anche in questi casi, la fase di determinazione delladose di carvedilolo puo' essere proseguita con successo. Nell'eventua lita' in cui il trattamento con il carvedilolo venga interrotto per piu' di due settimane, la terapia dovra' essere nuovamente iniziata con l'assunzione di 3,125 mg due volte al giorno e, successivamente, la posologia dovra' essere aumentata tenendo conto delle precedenti raccomandazioni. Insufficienza renale: il dosaggio deve essere determinato, individualmente, per ciascun paziente, sebbene, in accordo con quelli che sono i parametri farmacocinetici, non vi e' alcuna evidenza in merito alla necessita' di procedere ad un aggiustamento della dose in presenza di insufficienza renale. Disfunzione epatica moderata: puo' rendersi necessario un aggiustamento della dose. Bambini e adolescenti (di eta' inferiore ai 18 anni): ci sono dati insufficienti sull'efficacia e la sicurezza di carvedilolo. Anziani: devono essere monitorati moltoattentamente in quanto possono essere piu' sensibili agli effetti del carvedilolo. Come per gli altri beta-bloccanti e soprattutto nei pazi enti affetti da patologia coronarica, la sospensione della terapia deve avvenire in maniera graduale. Modo di somministrazione: non e' necessario assumere le compresse in concomitanza dei pasti. Tuttavia, nei pazienti affetti da scompenso cardiaco, e' opportuno che il carvedilolosia somministrato in concomitanza dei pasti per rallentare l'assorbim ento e ridurre l'incidenza di ipotensione ortostatica.

Conservazione

Contenitori e chiusure in polietilene (PE-HD): conservare nel contenitore originale. Blister (Al/PVC): conservare nella confezione originale.

Avvertenze

Somministrare il carvedilolo come terapia aggiuntiva a diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori. Definire il dosaggio di diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori, per almeno 4 settimane prima di iniziare la terapia. I pazienti affetti da scompenso cardiaco devono essere preliminarmente portati ad una situazione di stabilita' delle loro condizioni cliniche. I pazienti con grave insufficienza cardiaca, con deplezione dei sali e del volume, osservare i pazienti anziani ed i pazienti con ipotensione, per almeno 2 ore dopo la somministrazione della prima dose e dopo ogni aumento del dosaggio in quanto si potrebbe verificare ipotensione. L'ipotensione indotta da un'eccessiva vasodilatazione puo' essere inizialmente trattata con una riduzione del dosaggio dei diuretici. Se i sintomi persistono la dose di ACE-inibitore puo' essere ridotta o temporaneamente sospesa. Se necessario,si potra' successivamente effettuare una riduzione del dosaggio del c arvedilolo. Non aumentare la dose fino a quando i sintomi di peggioramento dell'insufficienza cardiaca o di vasodilatazione non sono sotto controllo. Un peggioramento reversibile della funzionalita' renale e' stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con scompenso cardiaco e con bassa pressione arteriosa (pressione sistolica 100 mmHg), nei pazienti con cardiopatia ischemica, aterosclerosi generalizzata e/o insufficienza renale pre-esistente. In pazienti affetti da insufficienza cardiaca che presentino tali fattori di rischio, tenere la funzionalita' renale sotto controllo durante le fasi di aumento deldosaggio di carvedilolo. Nel caso in cui si verifichi un peggiorament o significativo della funzionalita' renale, ridurre la dose o sospendere il trattamento. In caso di cosomministrazione di carvedilolo e digitale, ridurre il dosaggio o sospendere il trattamento, in quanto entrambe le sostanze allungano il tempo di conduzione atrio- ventricolare. In presenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva che non sono in trattamento con terapia specifica per via orale o inalatoria non devono usare il carvedilolo a meno che i benefici attesi non superino i potenziali rischi. Se il carvedilolo e' somministrato a questi pazienti, essi devono essere tenuti sotto stretto controllo durante le fasi iniziali e quelle di aggiustamento del dosaggio del carvedilolo. Se i pazienti manifestano sintomi di broncospasmo durante il trattamento, ridurrela dose. Nei pazienti con una tendenza al broncospasmo puo' verificar si distress respiratorio, a causa di un possibile aumento della resistenza nelle vie aeree. Monitorare i pazienti durante l'inizio del trattamento e all'atto di ogni titolazione verso l'alto di carvedilolo e, se si osservano evidenze di broncospasmo durante il trattamento, ridurre la dose. Il carvedilolo puo' mascherare sintomi e segnali di un'ipoglicemia acuta. In pazienti con diabete mellito e insufficienza cardiaca, l'uso del carvedilolo puo' accompagnarsi ad un peggioramento del controllo della glicemia. Pertanto, e' necessario procedere ad un attento monitoraggio dei pazienti diabetici, in corso di trattamento con carvedilolo, tramite regolare misurazione dei livelli glicemici nel sangue e tramite aggiustamento della terapia con ipoglicemizzanti, se ritenuto necessario. ll carvedilolo puo' mascherare o attenuare i sintomi della tireotossicosi. Il carvedilolo puo' indurre bradicardia. Ridurre il dosaggio del carvedilolo qualora la frequenza cardiaca scenda al disotto dei 55 battiti per minuto e in presenza di sintomi associati al la bradicardia. Qualora il carvedilolo sia somministrato in associazione a calcio-antagonisti quali verapamil o diltiazem, o ad altri farmaci antiaritmici, in particolare amiodarone, e' necessario provvedere adun attento monitoraggio dell'ECG e della pressione arteriosa del pazi ente. Durante il trattamento somministrare la cimetidina con cautela in quanto potrebbe potenziare gli effetti del carvedilolo. Nei pazienticon feocromocitoma avviare un trattamento iniziale con alfa-bloccanti prima di usare qualsiasi beta-bloccante. Sebbene carvedilolo eserciti un effetto alfa- e beta- bloccante, in questa malattia non vi e' suff iciente esperienza e in questi pazienti si raccomanda cautela. Gli agenti con attivita' beta-bloccante non-selettiva possono provocare dolore toracico nei pazienti con angina variante. Non esiste alcuna esperienza clinica con carvedilolo in questi pazienti, sebbene l'attivita' alfa-bloccante di carvedilolo possa prevenire tali sintomi. Si deve tuttavia usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con sospetta angina variante. I portatori di lenti a contatto devono tener presente l'eventualita' di una ridotta lacrimazione. Somministrare il carvedilolo con cautela nei pazienti con anamnesi di gravi reazioni di ipersensibilita' e nei pazienti in corso di trattamento con desensibilizzanti in quanto i beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilita' agli allergeni sia la gravita' di una reazione anafilattica. Prestare cautela nel prescrivere i beta-bloccanti a pazienti con psoriasi a causa del possibile aggravamento delle reazioni cutanee. Poiche' il carvedilolo e' un beta-bloccante vasodilatatore, l'aggravamento della vasculopatia periferica e' meno probabile che con i beta-bloccanti tradizionali. Lo stesso vale per i pazienti con sindrome di Raynaud dove si puo' avere esacerbazione dei sintomi. I pazienti noti per essere metabolizzatori lenti della debrisochina, devono essere strettamente monitorati all'inizio della terapia. Poiche' l'esperienza clinica e' limitata, non somministrare il carvedilolo nei pazienti con ipertensione labile o secondaria, ortostasi, cardiopatia infiammatoria acuta, ostruzione emodinamica rilevante delle valvole cardiache o del tratto di efflusso,arteriopatia periferica allo stadio terminale, o nei pazienti in cors o di trattamento con antagonisti dei recettori 1 o agonisti dei recettori 2. A causa del suo effetto dromotropico negativo, somministrare ilcarvedilolo con cautela nei pazienti con blocco cardiaco di primo gra do. I beta-bloccanti riducono il rischio di aritmie durante l'anestesia, tuttavia il rischio di ipotensione puo' risultare aumentato. Inoltre e' richiesta particolare cautela quando vengono somministrati alcunifarmaci anestetici. Studi piu' recenti tuttavia, evidenziano il benef icio dei beta-bloccanti nel prevenire la morbidita' cardiaca durante gli interventi chirurgici ed una riduzione nell'incidenza delle complicazioni cardiovascolari. Non interrompere il trattamento bruscamente, specialmente in pazienti con cardiopatia ischemica. Il trattamento con carvedilolo deve essere sospeso gradualmente e deve avvenire nell'arcodi due settimane. Se necessario, iniziare una terapia sostitutiva al fine di prevenire un'eventuale peggioramento dell'angina pectoris. Le compresse contengono lattosio.

Interazioni

Antiaritmici: in isolati casi sono stati osservati disturbi della conduzione, raramente con compromissioni emodinamiche, a seguito della somministrazione orale del carvedilolo e diltiazem in associazione, di verapamil e/o amiodarone. Pertanto, come per gli altri farmaci beta- bloccanti, deve essere considerato un attento monitoraggio della pressione arteriosa e dell'ECG, nei casi di somministrazione contemporanea di carvedilolo con calcioantagonisti quali verapamil o diltiazem, in quanto esiste il rischio che si possano verificare disturbi di conduzione atrio-ventricolare o insufficienza cardiaca (effetto sinergico). Uno stretto monitoraggio deve essere effettuato anche nel caso di somministrazione di carvedilolo in associazione ad antiaritmici di classe I o ad amiodarone (per via orale). In pazienti in corso di trattamento con amiodarone, sono stati segnalati, subito dopo l'inizio della terapia con un beta-bloccante, casi di bradicardia, arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare. Esiste il rischio che si verifichi insufficienza cardiaca in caso di terapia concomitante per via endovenosa, con antiaritmici di classe I (Ia o Ic), arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare subito dopo l'inizio della terapia con un beta-bloccante nei pazienti in trattamento con amiodarone. La somministrazione contemporaneadi carvedilolo con reserpina, guanetidina, metildopa, guanfacina e in ibitori della monoamino-ossidasi (ad eccezione dei MAO- B-inibitori), puo' provocare un'ulteriore diminuzione della frequenza cardiaca; si consiglia quindi di monitorare i parametri vitali. Diidropiridine: la somministrazione concomitante di diidropiridine e di carvedilolo deve avvenire sotto stretto controllo medico in quanto possono verificarsi insufficienza cardiaca e ipotensione di grado severo. Nitrati: potenziano gli effetti ipotensivi. Glicosidi cardiaci: a seguito della somministrazione in associazione di carvedilolo e digossina in pazienti ipertesi, le concentrazioni minime di digossina allo stato stazionario ("steady state") sono risultate aumentate di circa il 16%, quelle di digitossina di circa il 13%. Si raccomanda un attento controllo della concentrazione plasmatica di digossina, ogni qual volta venga iniziato, modificato o interrotto il trattamento con il carvedilolo. Altri farmaci antiipertensivi: il carvedilolo puo' potenziare gli effetti di altri farmaci anti-ipertensivi somministrati in concomitanza (ad esempio antagonisti dei recettori 1) e di farmaci i cui effetti indesiderati includono un effetto antiipertensivo (come barbiturici, fenotiazine, antidepressivi triciclici, agenti vasodilatatori e alcool). Ciclosporina: i livelli plasmatici di ciclosporina risultano aumentati quando viene somministrato in concomitanza con il carvedilolo. Si raccomanda di monitorare molto attentamente le concentrazioni di ciclosporina. Antidiabetici, inclusa l'insulina: l'effetto antidiabetico dell'insulina e degliipoglicemizzanti orali puo' risultare potenziato. I sintomi di ipogli cemia possono essere mascherati. Per i pazienti diabetici e' pertanto necessario un regolare controllo della glicemia. Clonidina: nel caso si renda necessario interrompere il trattamento di carvedilolo e clonidina, utilizzati in associazione, il carvedilolo deve essere sospeso per primo, diversi giorni prima di iniziare a diminuire gradualmente il dosaggio di clonidina. Anestetici per via inalatoria: particolare attenzione deve essere prestata durante l'anestesia a causa della sinergiatra gli effetti inotropo negativo ed ipotensivo del carvedilolo e deg li anestetici. Anti-infiammatori non steroidei (FANS), estrogeni e corticosteroidi: a causa della ritenzione idrica e di sodio, l'effetto antiipertensivo del carvedilolo risulta diminuito. Farmaci induttori o inibitori degli enzimi della Citocromo P450: un attento monitoraggio vaeffettuato sia nei pazienti in trattamento con induttori degli enzimi della Citocromo P450 (ad esempio, rifampicina e barbiturici), poiche' i livelli plasmatici del carvedilolo possono venire ridotti, sia nei pazienti in trattamento con inibitori degli enzimi della Citocromo P450 (ad esempio, cimetidina, ketoconazolo, fluoxetina, aloperidolo, verapamil, eritromicina), poiche' i livelli plasmatici del carvedilolo possono venire aumentati. Simpatomimetici con effetti alfa-mimetici e beta-mimetici: rischio di ipertensione e di eccessiva bradicardia. Ergotamina: aumenta la vasocostrizione. Agenti bloccanti neuromuscolari: aumentano il blocco neuromuscolare.

Effetti indesiderati

La frequenza delle reazioni avverse non e' dose-dipendente, con l'eccezione di capogiri, alterazione della visione e bradicardia. Il rischiodella maggior parte delle reazioni avverse associate a carvedilolo e' simile per tutte le indicazioni. Infezioni e infestazioni. Comune: br onchite, polmonite, infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia; raro: trombocitopenia; molto raro: leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: ipersensibilita' (reazioni allergiche). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: aumento di peso, ipercolesterolemia, compromissione del controllo del glucosio nel sangue (iperglicemia, ipoglicemia) nei pazienti con diabete pre-esistente. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione, umore depresso; non comune: disturbi del sonno. Patologie del sistema nervoso. Molto comune:capogiri, mal di testa; non comune: presincope, sincope, parestesia. Patologie dell'occhio. Comune: compromissione della vista, riduzione della lacrimazione (secchezza oculare), irritazione degli occhi. Patologie cardiache. Molto comune: insufficienza cardiaca; comune: bradicardia, edema, ipervolemia, sovraccarico di fluidi; non comune: blocco atrioventricolare, angina pectoris. Patologie vascolari. Molto comune: ipotensione; comune: ipotensione ortostatica, disturbi della circolazione periferica (estremita' fredde, malattia vascolare periferica, esacerbazione della claudicatio intermittens e della sindrome di Raynaud). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, edema polmonare, asma nei pazienti predisposti; raro: congestione nasale.Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, diarrea, vomito, dispeps ia, dolore addominale. Patologie epatobiliari. Molto raro: aumenti di alanina aminotransfera si (ALT), aspartato aminotransfera si (AST) e gamma glutamil transferasi (GGT). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: reazioni cutanee (per esempio esantema allergico, dermatite, orticaria, prurito, psoriasi e lichen planus, come lesioni della pelle), alopecia. Patologie del sistema muscoloscheletri co e del tessuto connettivo. Comune: dolore alle estremita'. Patologie renali e urinarie. Comune: insufficienza renale e alterazioni della funzionalita' renale nei pazienti con malattia vascolare diffusa e/o affetti da insufficienza renale al basale, disturbi della minzione; molto raro: incontinenza urinaria nelle donne. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazion e. Molto comune: astenia (affaticamento); comune: dolore. Capogiri, sincope, cefalea e astenia sono generalmente lievi e hanno maggiori probabilita' di verificarsi all'inizio del trattamento. Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia durante la fase di titolazione verso l'alto della dose di carvedilolo possono insorgere peggioramento dell'insufficienza cardiaca e ritenzione di liquidi. L'insufficienza cardiaca e' unevento avverso comunemente segnalato sia nei pazienti trattati con pl acebo sia in quelli trattati con carvedilolo (rispettivamente 14,5% e 15,4%, nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra dopo infartomiocardico acuto). Durante la terapia con carvedilolo nei pazienti co n insufficienza cardiaca cronica con bassa pressione sanguigna, cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale al basale e' stato osservato un peggioramento reversibile della funzionalita' renale. Come classe, i bloccanti del recettore beta-adrenergico possono far diventare manifesto il diabete latente, peggiorare il diabete manifesto e inibire la contro-regolazione del glucosio plasmatico. Nelle donne carvedilolo puo' causare incontinenza urinaria, che si risolve all'atto dell'interruzione del trattamento.

Gravidanza e allattamento

La somministrazione di Carvedilolo non e' raccomandata durante la gravidanza e l'allattamento. Il carvedilolo non ha mostrato alcuna attivita' teratogena nel corso di studi di riproduzione condotti su animali; tuttavia, i dati clinici di sicurezza d'impiego durante la gravidanza sono insufficienti. I beta-bloccanti riducono la perfusione placentare, che puo' avere come effetto la morte fetale intrauterina e parti immaturi e prematuri. Inoltre i beta-bloccanti possono causare effetti indesiderati (in particolare, ipoglicemia, bradicardia, depressione respiratoria e ipotermia) nel feto o nel neonato. Esiste anche la possibilita' di un aumentato rischio di complicazioni cardiache e polmonari nel neonato. Il Carvedilolo deve essere somministrato durante la gravidanza solo se i potenziali benefici per la madre superano i potenziali rischi per il feto/neonato. La terapia deve comunque essere interrotta 2-3 giorni prima della data presunta del parto. Se cio' non e' possibile, il neonato deve essere monitorato per i primi 2-3 giorni di vita. Il carvedilolo e' una sostanza lipofila e, in accordo con quanto emerso dai risultati degli studi condotti su animali in allattamento, sia il carvedilolo sia i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno. Pertanto le madri che ricevono carvedilolo non devono allattare.