Petidina Cloridr Sa - 5f 100mg 2

Dettagli:
Nome:Petidina Cloridr Sa - 5f 100mg 2
Codice Ministeriale:036914012
Principio attivo:Petidina Cloridrato
Codice ATC:N02AB02
Fascia:C
Prezzo:8
Doping:Proibito solo in gara
Stupefacente:Tabella medicinali sez. A - DL 36 20/3/2014
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Salf Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:MMR - modello ministeriale a ricalco L 49/2006, approvato con DM 10/3/2006
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Fiale
Iva:10%
Temp. Conservazione:Conservare nella confezione originale
Scadenza:24 mesi

Denominazione

PETIDINA CLORIDRATO S.A.L.F. 100 MG/2 ML SOLUZIONE INIETTABILE

Formulazioni

Petidina Cloridr Sa - 5f 100mg 2

Categoria farmacoterapeutica

Oppiodi.

Principi attivi

Petidina cloridrato.

Eccipienti

Acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Dolori di intensita' da moderata a grave di varia natura, in particolare il dolore postoperatorio, il dolore neoplastico e il dolore da travaglio di parto, anche in pazienti con pre-eclampsia e eclampsia. Preanestesia, solo nei soggetti adulti, per mantenere uno stato basale di narcosi.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad altre sostanze strettamente correlate da un punto di vista chimico e/o ad uno qualsiasi degli eccipienti; gravidanza (eccetto in corso di travaglio di parto) e allattamento; depressione respiratoria; aumento della pressione endocranica; asma bronchiale acuta; tachicardia sopraventricolare; feocromocitoma; stati convulsivi; uso concomitante di IMAO (la terapia con IMAO deve essere interrotta almeno 15 giorni prima di iniziare un trattamento con petidina); alcolismo acuto o delirium tremens; acidosi diabetica con rischio di coma; grave disfunzione epatica; insufficienza renale grave;stati di depressione del sistema nervoso centrale, in particolare que lli indotti da altri farmaci come ipnotici, sedativi, tranquillanti, ecc; ipotiroidismo; morbo di Addison; addome acuto e ileo paralitico.

Posologia

>>Analgesia. Adulti: la petidina e' somministrata per via intramuscolare o sottocutanea alla dose di 25-100 mg o per infusione endovenosa lenta alla dose di 25-50 mg. Bambini: la petidina e' somministrata per via intramuscolare alla dose di 0,5-2 mg/kg. >>Uso in ostetricia: la petidina e' somministrata per via intramuscolare o sottocutanea alla dose di 50-100 mg appena le contrazioni iniziano ad avere un intervallo regolare. La somministrazione puo' essere ripetuta dopo 1-3 ore, se necessario. >>Preanestesia: la petidina e' somministrata negli adulti alla dose di 50-100 mg di farmaco un'ora prima dell'operazione. Il dosaggio deve essere opportunamente ridotto in caso di: soggetti che ricevono anche altri farmaci depressori del SNC ed in particolare altri oppiacei naturali, sintetici o semisintetici; anziani e soggetti debilitati; insufficienza renale, ipertrofia prostatica o restringimento uretrale, ipovolemia. La soluzione deve essere limpida, incolore e priva di particelle visibili. Soluzioni eventualmente colorate non devono essereutilizzate. La fiala serve per una sola ed ininterrotta somministrazi one e l'eventuale residuo non puo' essere utilizzato.

Conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Non sono richieste particolari condizioni di conservazione inrelazione alla temperatura.

Avvertenze

La somministrazione di petidina, specie se prolungata, determina la comparsa di tolleranza e dipendenza. La tolleranza all'effetto analgesico si presenta come riduzione progressiva dell'efficacia e della duratadell'analgesia e comporta, come conseguenza, un aumento del dosaggio. La tolleranza all'inibizione dei centri del respiro si sviluppa paral lelamente, per cui l'aggiustamento del dosaggio non comporta il rischio di una depressione respiratoria. Contemporaneamente alla tolleranza,con lo stesso meccanismo d'azione, si sviluppa la dipendenza: l'inter ruzione della somministrazione determina sintomi speculari rispetto agli effetti del farmaco: iperalgesia e dolorabilita' diffusa, diarrea, midriasi, ipertensione, brividi di freddo, ecc. Questi sintomi nel loro insieme costituiscono la " sindrome di astinenza ", la cui comparsa dimostra l'avvenuto sviluppo della dipendenza. I sintomi dell'astinenza includono, con intensita' variabile, irrequietezza, sbadigli, midriasi, lacrimazione, rinorrea, sudorazione e orripilazione, comparsa di fascicolazioni e spasmi muscolari, dolori addominali e alle gambe, lombalgia, cefalea, starnuti, debolezza, ansia, irritabilita', alterazionidel sonno o insonnia, agitazione, anoressia, nausea, vomito, diarrea, disidratazione, perdita di peso, tachicardia, tachipnea, ipertensione , febbre e disturbi vasomotori. Tolleranza e dipendenza si sviluppano molto lentamente in clinica, se il farmaco viene somministrato per prevenire l'insorgenza del dolore e non al bisogno. I meccanismi della tossicodipendenza con il " craving" (tossicomania) da oppiacei presuppongono una fase di auto-somministrazione, cioe' schemi posologici e motivazioni diversi da quelli previsti per il controllo del dolore cronicoin clinica. Per cui sono rari i casi di tolleranza di grado elevato e di comportamenti compulsivi di appetizione del farmaco che, se presen ti, presuppongono un intervento specialistico. Anche l'eventuale fase di interruzione della terapia con oppiacei, da attuarsi con gradualita', non si accompagna in clinica a complicanze comportamentali; sempre che la causa algogena sia stata rimossa. Peraltro il rischio di dipendenza esiste, per cui la petidina non deve essere utilizzata negli stati dolorosi sensibili ad analgesici meno potenti o nei pazienti che nonsiano sotto stretta sorveglianza medica. Precauzioni di impiego: neon ati e bambini sono piu' suscettibili a depressione respiratoria, poiche', a causa della capacita' metabolica ridotta, si puo' determinare unaccumulo dei metaboliti di petidina. Somministrare con cautela nei pa zienti affetti da: affezioni organiche cerebrali; affezioni polmonari croniche (particolarmente se accompagnate da ipersecrezione bronchiale) e comunque in tutte le condizioni ostruttive delle vie respiratorie e nei pazienti con ridotta riserva ventilatoria (come in caso di cifoscoliosi ed obesita'); mixedema; stati ipotensivi gravi e shock; coliche biliari e in seguito a chirurgia dei dotti biliari o urinari; rallentamento del transito intestinale e affezioni intestinali di tipo infiammatorio o ostruttivo; epatopatie acute e croniche; nefropatie croniche; affezioni cardiovascolari e aritmie. Per chi svolge attivita' sportiva: l'uso del farmaco senza necessita' terapeutica costituisce doping: puo' determinare effetti dopanti e causare anche per dosi terapeutiche positivita' ai test anti-doping.

Interazioni

La contemporanea somministrazione di altri agenti che deprimono il S.N.C. (alcool, anestetici generali, ipnotici, sedativi, ansiolitici, neurolettici, antidepressivi triciclici, antistaminici) puo' potenziare gli effetti della petidina, particolarmente quello di inibizione sulla funzione respiratoria. I barbiturici e la cimetidina riducono la clearance e il volume di distribuzione della petidina mentre le fenotiazine, la fenitoina e il tabacco influenzano il metabolismo epatico della petidina.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati associati all'impiego di petidina sono pressoche' uguali per tipo e frequenza a quelli che si osservano a dosi equivalenti di morfina, ad eccezione della stipsi e della ritenzione urinaria che sono meno intense. La somministrazione endovenosa rapida di petidina puo' determinare un aumento dell'incidenza di effetti indesiderati. Patologie del sistema nervoso: disorientamento, disturbi visivi, allucinazioni, disforia, euforia, agitazione, depressione, ottundimento, psicosi, cefalea, incremento dell'attivita' muscolare, tremori, irrigidimento, convulsioni, sedazione, coma. Aumento del rischio di delirio nei pazienti anziani. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: depressione respiratoria, in genere di grado lieve o moderato e senza conseguenze di rilievo nei soggetti con integrita' della funzione respiratoria; tuttavia, puo' indurre gravi conseguenze nei pazienti con affezioni bronco-polmonari. Patologie dell'orecchio e del labirinto: vertigini. Patologie endocrine: diminuita produzione di ACTH, glucocorticoidi e TSH fino a ipocorticosurrenalismo ed ipotiroidismo. Patologie cardiache: ipotensione o ipertensione, tachicardia, vasodilatazione, sincope. Patologie vascolari: l'involontaria somministrazione intraarteriosa puo' causare grave necrosi e gangrena. Patologie della cutee del tessuto sottocutaneo: rash, prurito, orticaria, eritema. Distur bi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilita'. Disturbi delmetabolismo e della nutrizione: innalzamento dei livelli plasmatici d i amilasi e lipasi dovuto a spasmo dello sfintere di Oddi, incremento dell'attivita' della butirrato deidrogenasi. Patologie gastrointestinali: nausea, vomito, xerostomia, stipsi. Patologie epato-biliari: costrizione dello sfintere di Oddi e conseguente aumento della pressione nelle vie biliari, che puo' accentuare o scatenare il dolore da colica biliare. Patologie renali ed urinarie: ritenzione urinaria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: irritazione locale accompagnata da fibrosi del tessuto muscolare e formazionedi ascessi. Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali: depress ione respiratoria nel neonato, quando somministrata a scopo analgesicodurante il travaglio di parto. Poiche' la petidina puo' provocare dip endenza, in caso di interruzione del trattamento dopo l'uso prolungatodi dosi elevate si possono presentare sintomi da astinenza (diarrea, debolezza, nervosismo, movimenti muscolari involontari, ecc.). Questi sintomi si manifestano entro 3 ore dall'ultima dose, raggiungono la massima intensita' dopo 8-12 ore e possono durare per 3-5 giorni.

Gravidanza e allattamento

L'uso di petidina durante la gravidanza e' controindicato poiche' e' noto che oltrepassa la placenta e puo' raggiungere concentrazioni fetali superiori a quelle materne. L'uso di petidina durante l'allattamentoe' controindicato a causa dei possibili effetti depressivi sulla resp irazione sul neonato.