Axobat - Im 1fl 500mg/2ml+f2ml

Dettagli:
Nome:Axobat - Im 1fl 500mg/2ml+f2ml
Codice Ministeriale:035837018
Principio attivo:Ceftriaxone Disodico
Codice ATC:J01DD04
Fascia:A
Prezzo:4.46
Rimborso:3.8
Produttore:Lisapharma Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Polvere e solvente per soluzione iniettabile
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

AXOBAT

Formulazioni

Axobat - Im 1fl 500mg/2ml+f2ml
Axobat - Im 1fl 1g+1f 3,5ml
Axobat - Inf 1fl 2g Polv

Categoria farmacoterapeutica

Antibatterici per uso sistemico.

Principi attivi

Ceftriaxone bisodico 3,5 H2O 596,5 - 1193 - 2386 mg pari a ceftriaxone500 - 1000 - 2000 mg.

Eccipienti

Polvere e solvente per soluzione IM: lidocaina cloridrato. Polvere e solvente per soluzione EV: acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertatao presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, in pazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' nota nei confronti degli antibiotici betalattamici. Ipersensibilita' alle cefalosporine o ad uno qualsiasi degli eccipienti. In caso di ipersensibilita' alle penicilline, si deve tener presentela possibile insorgenza di allergia crociata. Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato n ei casi di effettiva necessita'. I neonati iperbilirubinemici e i prematuri non devono essere trattati con ceftriaxone. Studi in vitro hannodimostrato che ceftriaxone puo' spostare la bilirubina dai suoi siti di legame all'albumina plasmatica ed e' possibile che in questi pazienti si sviluppi un'encefalopatia da bilirubina. Trattamento con calcio,a causa del rischio di formazione di precipitazione di sali di calcio -ceftriaxone nei nati a termine. Neonati prematuri fino ad una eta' corretta di 41 settimane (settimane di gestazione + settimane di vita). Neonati a termine (fino a 28 giorni di eta'): con ittero o presenza diipoalbuminemia o acidosi dato che queste sono condizioni nelle quali la bilirubina potrebbe essere alterata; se dovessero richiedere (o si pensa che possano richiedere) un trattamento IV con calcio o con infusioni che contengono calcio a causa del rischio di precipitazione del ceftriaxone con il calcio. Prima di iniettare il ceftriaxone per via intramuscolare, se si utilizza la lidocaina come solvente, occorre primastabilire che il paziente non presenti controindicazioni nei confront i della lidocaina.

Posologia

Non devono essere utilizzati diluenti contenenti calcio (es. soluzionedi Ringer o di Hartmann) per ricostituire le fiale di ceftriaxone o p er diluire ulteriormente le fiale ricostituite per la somministrazioneIV, dato che puo' formarsi un precipitato. La precipitazione del ceft riaxone con il calcio puo' anche avvenire quando il ceftriaxone e' mescolato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione IV. Pertanto, il ceftriaxone e le soluzioni contenenti calcio non devono essere mescolate insieme o somministrate contemporaneamente. >>Adulti e bambini oltre 12 anni: 1 g una volta al giorno (ogni 24 ore). Nei casi piu' gravi o in infezioni causate da microrganismi moderatamente sensibili, la dose puo' raggiungere i 4 g somministrati in un'unica soluzione. >>Neonati (fino a 2 settimane): 20-50 mg/kg di peso corporeo in monosomministrazione; a causa della immaturita' dei loro sistemi enzimatici non bisognerebbe superare i 50 mg/Kg. >>Bambini (da 3 settimane a 12 anni): 20 e 80 mg/Kg. Per dosi endovenose pari o superiori a 50 mg/Kg si consiglia di utilizzare una perfusione della durata di almeno 30 minuti. Per i bambini di peso superiore a 50 Kg andra' usato il dosaggio proprio degli adulti. >>Anziani: come per adulti. Ladurata della terapia e' in funzione del decorso dell'infezione. In ge nerale la somministrazione va protratta per un minimo di 48-72 ore dopo lo sfebbramento o dopo la dimostrazione di completa eradicazione batterica. >>Profilassi delle infezioni chirurgiche: verranno somministrati, in relazione a tipo e rischio di contaminazione dell'intervento, 1g i.m. o 1-2 g e.v. in dose singola, un'ora prima dell'intervento. >> Insufficienza renale: in soggetti con clearance della creatinina maggiore di 10 ml/min la posologia resta inalterata. In caso di clearance della creatinina uguale o minore di 10 ml/min si puo' somministrare fino ad un massimo di 2 g una volta al giorno. >>Insufficienza epatica: posologia normale. >>Insufficienza renale ed epatica associate: controllare le concentrazioni plasmatiche del ceftriaxone. >>Prematuri: dose massima 50 mg/kg una volta al giorno. >>Modo di somministrazione. Da un punto di vista microbiologico il prodotto dovrebbe essere usato immediatamente dopo la ricostituzione. Se non utilizzato immediatamente, le condizioni e il periodo di conservazione prima dell'uso sono responsabilita' dell'utilizzatore. La stabilita' chimica e fisica del medicinale dopo ricostituzione e' stata dimostrata per 24 ore tra +2 gradi C e +8 gradi C e per 6 ore per il prodotto conservato a temperatura inferiore a 25 gradi C. Possono variare nella colorazione da giallo pallido ad ambra in funzione della concentrazione e del periodo di conservazione; tale caratteristica non ha influenza sull'efficacia o sulla tollerabilita' del farmaco. >>Soluzione per uso intramuscolare. Per praticare l'iniezione i.m., sciogliere il prodotto i.m. con l'apposito solvente (soluzione di lidocaina 1%) che e' di ml 2 per 500 mg, e di 3,5 mlper 1 g: iniettare profondamente la soluzione estemporanea cosi' otte nuta nel gluteo, alternando i glutei nelle successive iniezioni. La soluzione di lidocaina non deve essere somministrata endovena. >>Soluzione per infusione. Per praticare l'iniezione e.v., sciogliere il prodotto con l'apposito solvente (acqua per preparazioni iniettabili) che e'di ml 10 per 1 g, e iniettare direttamente in vena nel tempo di 2-4 m inuti. >>Perfusione endovenosa. Per praticare la perfusione endovenosasciogliere il prodotto in ragione di 2 g in 40 ml di liquido di perfu sione privo di ioni di calcio (soluzione fisiologica, soluzione glucosata al 5% o al 10%, soluzione di levulosio al 5%, soluzione glucosata di destrano al 6%, soluzioni di NaCl 0,45% + glucosio 2,5%). La perfusione avra' una durata di almeno 30 minuti. Le soluzioni non dovrebberoessere mescolate in soluzioni contenenti altri farmaci antimicrobici o con soluzioni diluenti diverse da quelle sopra elencate per possibile incompatibilita'.

Conservazione

Nessuna speciale precauzione per la conservazione.

Avvertenze

Non si puo' escludere la possibilita' di shock anafilattico, neppure con l'acquisizione di un'accurata anamnesi del paziente. Un grammo di prodotto contiene 3,6 x mmol di sodio. Casi di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) vengono riferiti con l'uso di quasi tutti gliantibiotici e possono variare per gravita' dalla diarrea lieve a casi di colite mortale. Il trattamento con agenti antibatterici altera la normale flora del colon con una proliferazione abnorme di C. difficile. Questo produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della CDAD. I ceppi di C. difficile che producono l'ipertossina sono causa di maggiore morbosita' e mortalita', in quanto tali infezioni possono risultare refrattarie alla terapia antimicrobica, tanto da richiedere la colectomia. Nei pazienti che sviluppano diarrea a seguito di terapia antibiotica, l'eventualita' che possa trattarsi di CDAD va sempre presa in considerazione. E' necessario rilevare un'accurata anamnesi medica in quanto sono stati riportati casi in cui la CDAD si e' verificata a distanza di oltre due mesi dalla somministrazione degli agenti antibatterici. In caso di CDAD sospetta o conclamata, puo' rendersi necessario sospendere l'assunzione degli antibiotici non diretti a contrastare il C. difficile. Come con altri agenti antibatterici si possono verificare superinfezioni da microorganismi non suscettibili. A seguito della somministrazione di dosi superiori alla dose normale raccomandata, delle ombre evidenziate all'esame ecografico sono state scambiateper calcoli alla cistifellea. Tali ombre tuttavia, sono prodotte da p recipitati di calcio-ceftriaxone e scompaiono a completamento o alla sospensione della terapia. Raramente tali referti sono stati associati a sintomi. Nei casi sintomatici, si raccomanda la gestione non-chirurgica conservativa. La sospensione del trattamento nei casi sintomatici e' lasciata a discrezione del medico curante. Il prodotto viene eliminato per il 56% circa attraverso le urine e per il restante 44% attraverso la bile in forma microbiologicamente attiva. Nelle feci e' presente prevalentemente in forma inattiva. In caso di ridotta funzionalita' renale e' eliminato in quota piu' elevata per via biliare, con le feci. Poiche' anche in tale circostanza il tempo di emivita risulta solo leggermente aumentato, nella maggior parte dei casi non e' necessario ridurre la posologia, a condizione che la funzionalita' epatica sia normale. Solo in presenza di una gravissima insufficienza renale (clearance della creatinina <=10 ml/min) la dose di mantenimento ogni 24 ore dovra' essere ridotta alla meta' rispetto alla dose abituale. Le cefalosporine di terza generazione, come altre betalattamine, possono indurre resistenza microbica e tale evenienza e' maggiore verso organismi opportunisti specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas, in soggetti immunodepressi e probabilmente, associando tra loro piu' betalattamine. In caso di trattamenti prolungati si dovranno effettuare regolari controlli della crasi ematica. In casi estremamente rari, in pazienti trattati con dosi elevate, l'ultrasuonografia della cistifellea ha messoin evidenza reperti interpretabili come ispessimento della bile. Tale condizione e' prontamente regredita all'interruzione o al termine del la terapia. Anche se questi riscontri dovessero essere sintomatici, siraccomanda un trattamento puramente conservativo. Prima di iniziare l a terapia, dovrebbe essere svolta un'indagine accurata per stabilire se il paziente ha manifestato in passato fenomeni di ipersensibilita' alle cefalosporine, penicilline ed altri farmaci. Usare con cautela in pazienti allergici alla penicillina poiche' sono descritti casi di ipersensibilita' crociata fra penicilline e cefalosporine. A causa dell'immaturita' delle funzioni organiche, i prematuri non dovrebbero esseretrattati con dosi superiori a 50 mg/Kg/die. Come per gli altri antibi otici l'impiego protratto puo' favorire lo sviluppo di batteri resistenti ed in caso di superinfezione occorre adottare le misure piu' appropriate. Reazioni acute di ipersensibilita' possono richiedere l'uso diadrenalina ed altre misure di emergenza. Le preparazioni contenenti l idocaina non devono essere somministrate per via endovenosa ed a pazienti allergici a questo anestetico locale. Se si evidenziano segni di infezione, il microrganismo responsabile dovrebbe essere isolato ed unaopportuna terapia, basata sui test di sensibilita', dovrebbe venire a dottata. Analisi su campioni raccolti prima dell'inizio della terapia dovrebbero venire effettuate per determinare la sensibilita' a ceftriaxone del microrganismo responsabile. La funzionalita' renale dovrebbe essere controllata attentamente. Coliti pseudomembranose sono state riportate a seguito dell'uso di cefalosporine (o altri antibiotici a largo spettro); e' importante considerare questa diagnosi in pazienti chemanifestino diarrea dopo l'uso di antibiotico. Non mescolare o sommin istrare simultaneamente con soluzioni contenenti calcio per somministrazione IV in pazienti di qualsivoglia eta', anche se per linee di infusione differenti o in siti di infusione diversi. Nei pazienti di eta' maggiore di 28 giorni, il ceftriaxone e le soluzioni contenenti calciopossono essere somministrati sequenzialmente uno dopo l'altro se si u tilizzano linee di infusione in siti differenti o se le linee di infusione sono sostituite o se sono accuratamente lavate con soluzione fisiologica salina tra le due infusioni per evitare la precipitazione. Se l'uso di ceftriaxone e' considerato necessario nei pazienti che necessitano nutrizione continua, la soluzione TNP e il ceftriaxone possono essere somministrati simultaneamente, sebbene attraverso linee di infusione differenti in siti differenti. In alternativa, l'infusione delle soluzioni TNP dovrebbe essere interrotta durante l'infusione di ceftriaxone, prendendo in considerazione il consiglio di lavare le linee di infusione tra la somministrazione delle due soluzioni. Sono stati riportati casi isolati di pancreatite, possibilmente causata da ostruzionebiliare; la maggior parte dei pazienti presentava fattori di rischio. Non si puo' escludere che la precipitazione biliare correlata al trat tamento svolga un ruolo di fattore o cofattore scatenante. E' stato dimostrato che il ceftriaxone puo' parzialmente interferire con i siti di legame della bilirubina con l'albumina plasmatica. Non dev'essere somministrato ai neonati (in particolare in quelli prematuri) a rischio di sviluppare encefalopatia da bilirubina. In caso di trattamento prolungato si dovranno effettuare regolari controlli della crasi ematica. Se si usa la lidocaina come solvente, usare solo per iniezione intramuscolare.

Interazioni

La contemporanea somministrazione di alte dosi con diuretici ad elevata attivita' (es. furosemide) a forti dosaggi non ha sinora evidenziatodisturbi della funzionalita' renale. Non c'e' alcuna evidenza che il farmaco aumenti la tossicita' renale degli aminoglicosidi. L'ingestione di alcool successiva alla somministrazione non da' effetti simili a quelli del disulfiram; il ceftriaxone, infatti, non contiene il gruppoN-metiltiotetrazolico ritenuto responsabile sia della possibile intol leranza all'alcool sia delle manifestazioni emorragiche verificatesi con altre cefalosporine. L'eliminazione del prodotto non e' modificata dal probenecid. Nel corso di uno studio in vitro sono stati osservati effetti antagonisti con l'associazione di cloramfenicolo e ceftriaxone. E' stato dimostrato in condizioni sperimentali sinergismo d'azione tra il medicinale e aminoglicosidi nei confronti di molti germi Gram-negativi. Il potenziamento di attivita' di tali associazioni, sebbene non sempre predicibile, dovra' essere tenuto in considerazione in tutte quelle infezioni gravi, resistenti ad altri trattamenti, dovute ad organismi quali Pseudomonas aeruginosa. A causa di incompatibilita' fisiche i due farmaci vanno somministrati separatamente alle dosi raccomandate. Non deve essere aggiunto a soluzioni che contengono calcio, qualile soluzioni Hartmann e Ringer. Non utilizzare diluenti contenenti ca lcio, come la soluzione Ringer o la soluzione Hartmann per la ricostituzione delle fiale di prodotto o per diluire ulteriormente una fiala gia' ricostituita allo scopo di somministrare il preparato per via endovenosa, in quanto si potrebbe formare un precipitato. Precipitati di calcio-ceftriaxone si possono formare anche quando il medicinale viene mescolato a soluzioni contenenti calcio nella stessa linea d'infusionee.v. non dev'essere somministrato contestualmente a soluzioni endoven ose contenenti calcio, comprese le infusioni continue contenenti calcio come per esempio quelle per alimentazione parenterale somministrate tramite connettore a Y. Tuttavia nei pazienti ad eccezione dei neonati, il prodotto e le soluzioni contenenti calcio si possono somministrare una dopo l'altra, a patto che le linee di infusione vengano lavate tra un'infusione e l'altra con un fluido compatibile. Studi in vitro eseguiti su plasma adulto e neonatale prelevato dal sangue del cordone ombelicale hanno dimostrato che i neonati presentano un maggior rischiodi precipitazione di calcio-ceftriaxone. Sulla base dei rapporti pubb licati in letteratura il ceftriaxone e' incompatibile con la amsacrina, la vancomicina, il fluconazolo e gli aminoglicosidi. Sono state segnalate in corso di trattamento con cefalosporine, positivita' dei test di Coombs (talora false). Il farmaco puo' essere causa di false positivita' al test della galattosemia. Analogamente i metodi non enzimaticiper la determinazione del glucosio nell'urina possono fornire false p ositivita'. Per questo motivo la determinazione del livello di glucosio nell'urina in corso di terapia dovrebbe esser effettuata con metodo enzimatico. Il ceftriaxone puo' influire negativamente sull'efficacia dei contraccettivi ormonali orali. Di conseguenza si raccomanda di utilizzare misure contraccettive (non ormonali) supplementari durante il trattamento e nel mese successivo alla terapia.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati sono generalmente lievi e di breve durata. Disturbi gastrointestinali (circa il 2% dei casi): feci molli o diarrea,nausea, vomito, stomatite e glossite, raramente ispessimento della bi le. Alterazioni ematologiche (circa 2%): eosinofilia, leucopenia, granulocitopenia, anemia emolitica, trombocitopenia. Frequenza sconosciuta: sono stati riportati casi di agranulocitosi (<500/mm^3), per lo piu'con insorgenza dopo 10 giorni di trattamento e a seguito della sommin istrazione di dosi totali di 20 g o piu'. Reazioni cutanee (circa 1%):esantema, dermatite allergica, prurito, orticaria, edema. Frequenza s conosciuta: sono stati riportati casi di reazioni cutanee avverse gravi (eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson o di Lyell/necrolisi tossica epidermica). Altri, rari effetti collaterali : cefalea, vertigini e capogiro, precipitazione sintomatica di sali di calcio-ceftriaxone nella cistifellea, aumento degli enzimi epatici, glicosuria, ematuria, oliguria, aumento della creatinina serica, micosi genitale, febbre, brividi e reazioni anafilattiche o anafilattoidi, p.es. broncospasmo. La comparsa di shock anafilattico e' estremamente rara e richiede immediate contromisure quali la somministrazione endovena di adrenalina seguita da un glucocorticoide. Rari casi di enterocolite pseudo membranosa e modifiche dei parametri emocoagulativi sono stati riportati in seguito all'uso di cefalosporine. Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in seguito con trattamento con cefalosporine. Non deve essere miscelato o somministrato in contemporanea con soluzioni o prodotti contenenti calcio, anche se infusi separatamente. Raramente sono state riportate reazioni avverse gravi, e in alcuni casi mortali, in neonati prematuri e a termine (eta' < 28 giorni) a cui erano stati somministrati ceftriaxone e calcio per endovena. L'esame autoptico effettuatosui neonati deceduti ha evidenziato precipitato di sale di calcio-cef triaxone nei polmoni e nei reni. L'elevato rischio di precipitazione nei neonati si deve al loro basso volume ematico e alla maggiore emivita del ceftriaxone rispetto all'emivita riscontrata nell'adulto. Esistela possibilita' di superinfezione da microorganismi non sensibili al ceftriaxone (candida, funghi o altri microorganismi resistenti). La colite pseudomembranosa e' un effetto indesiderabile raro causato da infezione da Clostridium difficile che si puo' verificare durante il trattamento. Pertanto l'eventualita' di questa malattia dev'essere presa in considerazione nei pazienti che presentino diarrea a seguito di terapia antibiotica con questo preparato. Casi rarissimi di precipitazionea livello renale sono stati osservati prevalentemente nei bambini di eta' superiore ai 3 anni che erano stati trattati o a dosi giornaliereelevate (es >=80 mg/kg/die) o a dosi totali superiori ai 10 grammi e che presentavano altri fattori di rischio (es. restrizioni nell'assunzione di fluidi, degenza a letto ecc.). Il rischio di formazione di precipitato aumenta nei pazienti allettati o disidratati. Tale evento puo' essere sintomatico o asintomatico, puo' portare a insufficienza renale ed anuria, ed e' reversibile alla sospensione. Precipitato di sali di calcio-ceftriaxone e' stato osservato nella cistifellea soprattuttodi pazienti trattati a dosi superiori rispetto alla dose normale racc omandata. Nei bambini studi prospettici hanno dimostrato un'incidenza variabile di precipitazione, a seguito di somministrazione endovenosa,che in alcuni studi e' risultata superiore al 30%. L'incidenza sembra essere inferiore con l'infusione lenta (20-30 minuti). Tale effetto e ' generalmente asintomatico, ma in casi rari la formazione di precipitato e' stata accompagnata da sintomi clinici come dolore, nausea e vomito. In questi casi si raccomanda di instaurare una terapia sintomatica. La formazione di precipitato e' generalmente reversibile alla sospensione del trattamento con il ceftriaxone. Sono stati riportati casi isolati di pancreatite. In rarissimi casi sono stati osservati come effetti collaterali disturbi della coagulazione. A livello locale In raricasi sono comparse reazioni flebitiche dopo somministrazione e.v.; ta li reazioni possono comunque essere evitate mediante iniezione lenta (2-4 minuti) del farmaco. L'iniezione intramuscolare senza lidocaina e'dolorosa. In soggetti predisposti possono manifestarsi reazioni di ip ersensibilita'. In pazienti trattati in rari casi il test di Coombs haprodotto false positivita'. Il farmaco puo' produrre false positivita ' al test della galattosemia. Analogamente i metodi non enzimatici perla determinazione del glucosio nell'urina possono fornire dei falsi p ositivi. Per questo motivo, in corso di trattamento, la determinazionedel glucosio nell'urina dovrebbe essere effettuata con metodo enzimat ico. Sono state riportate reazioni avverse rare, gravi, e in alcuni casi fatali nei neonati pretermine e a termine (eta' <28 giorni) che sono stati trattati con ceftriaxone e calcio IV. E' stata inoltre verificata post-mortem la presenza di precipitati di ceftriaxone e sali calcio nel polmone e nel rene. L'alto rischio di precipitazione nei neonatie' dovuto al loro basso volume ematico e alla lunga emivita del ceftr iaxone, se confrontata con gli adulti.

Gravidanza e allattamento

Il ceftriaxone attraversa la barriera placentare. Nella donna la sua sicurezza durante la gravidanza non e' stata determinata. Studi sulla riproduzione eseguiti su animali non hanno evidenziato embriotossicita', fetotossicita, teratogenicita' o effetti avversi sulla fertilita' maschile o femminile, sul parto o sullo sviluppo peri- e post-natale. Nei primati non si sono osservate ne' embriotossicita', ne' teratogenicita'. Basse concentrazioni di ceftriaxone vengono escrete nel latte materno. Si raccomanda pertanto cautela nella somministrazione a donne che allattano al seno. Nelle donne in stato di gravidanza, durante l'allattamento e nella primissima infanzia, il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita'.