Calcijex - Iv 25f 1ml 1mcg/Ml

Dettagli:
Nome:Calcijex - Iv 25f 1ml 1mcg/Ml
Codice Ministeriale:028819011
Principio attivo:Calcitriolo
Codice ATC:A11CC04
Fascia:H
Prezzo:276.91
Produttore:Abbvie Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Fiale
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:30 mesi

Denominazione

CALCIJEX 1 MCG/ML SOLUZIONE INIETTABILE PER USO ENDOVENOSO

Formulazioni

Calcijex - Iv 25f 1ml 1mcg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Vitamine A e D, comprese le loro associazioni.

Principi attivi

Calcitriolo.

Eccipienti

Polisorbato 20, cloruro di sodio, sodio ascorbato, fosfato di sodio dibasico anidro, fosfato di sodio monobasico, monoidrato, sodio edetato,acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Il calcitriolo iniettabile e' indicato per il trattamento della ipocalcemia e/o nell'iperparatiroidismo secondario nei pazienti sottoposti adialisi per insufficienza renale cronica.

Controindicazioni / effetti secondari

Il medicinale e' controindicato in tutti i disturbi associati all' ipercalcemia; in pazienti con nota ipersensibilita' al calcitriolo (o a farmaci della stessa classe) o ad uno qualsiasi degli eccipienti; se vie' evidenza di tossicita' dovuta alla vitamina D.

Posologia

La dose ottimale del farmaco (calcitriolo iniettabile) deve essere attentamente determinata in ciascun paziente. L'efficacia di una terapia a base di calcitriolo si basa sul presupposto che ciascun paziente riceva un appropriato ed adeguato apporto giornaliero di calcio. La dose iniziale consigliata, in relazione alla gravita' dell'ipocalcemia e/o dell'iperparatiroidismo secondario, va da 1,0 mcg (0,02 mcg/kg) a 2,0 mcg somministrati 3 volte la settimana a giorni alterni. Sono state tuttavia impiegate dosi iniziale che vanno da 0,5 mcg fino a 4,0 mcg 3 volte la settimana. Il medicinale e' usato solo per iniezione intravenosa. Il farmaco e' di norma somministrato in bolo per via endovenosa alla fine del trattamento di emodialisi. Se non viene riscontrata una risposta soddisfacente nei parametri biochimici e nelle manifestazioni cliniche dello stato della malattia, il dosaggio puo' essere aumentato;l'incremento della dose puo' variare da 0,5 mcg a 1 mcg ad intervalli di 2-4 settimane. Sono stati impiegati incrementi del dosaggio da 0,2 5 mcg a 2 mcg per volta e sono state raggiunte dosi massime fino a 8 mcg 3 volte la settimana. Durante questo periodo di titolazione, i livelli sierici di calcio e fosforo vanno controllati almeno 2 volte la settimana; nel caso si manifesti ipercalcemia o il prodotto calcio/fosforo (Ca x P) sia superiore a 70, la somministrazione del farmaco dovra'essere immediatamente sospesa fino a quando non siano stati ripristin ati I valori normali di questi parametri. Successivamente la terapia deve riiniziare ad un dosaggio piu' basso. Puo' essere necessario ridurre le dosi al ridursi dei livelli di PTH in risposta alla terapia. I prodotti farmaceutici per uso parenterale, devono essere ispezionati visivamente prima della somministrazione per l'eventuale presenza di particelle sospese o imbrunimento del prodotto. Gettare la quantita' di farmaco rimasta inutilizzata.

Conservazione

Nessuna speciale precauzione per la conservazione. Tenere al riparo dalla luce.

Avvertenze

Esiste una stretta relazione tra il trattamento con calcitriolo e lo sviluppo di ipercalcemia. Possono scatenare l'ipercalcemia un brusco rialzo dell'assunzione di calcio risultante da cambiamenti nella dieta (ad es. aumentato consumo di latte e suoi derivati) o l'assunzione incontrollata di preparazioni a base di calcio. Si deve raccomandare ai pazienti ed alle loro famiglie l'obbligatorieta' ad una stretta adesionealla dieta prescritta ed e' necessario istruirli su come riconoscere i sintomi dell'ipercalcemia. Non appena i livelli di calcio sierico salgono fino a 1 mg/100 ml (250 mcmol/l) oltre la concentrazione normale(9-11mg/100 ml oppure 2250-2750 mcmol/l), o la creatinina sierica aum enta a > 120 mcmol/l, il trattamento con il farmaco deve essere interrotto immediatamente sino a ristabilire normali concentrazioni di calcio. Sono particolarmente esposti al rischio di ipercalcemia i pazienti immobilizzati, come ad esempio quelli che sono stati sottoposti ad intervento chirurgico. Puo' svilupparsi una malattia adinamica se i livelli di PHT sono soppressi a livelli anormali. Se non e' stata fatta la biopsia per altri motivi (diagnostici), i livelli di PHT possono essere usati per indicare il tasso di turnover osseo. Se i livelli di PHT scendono al di sotto dei limiti raccomandati (da 1,5 a 3 volte il limite superiore della norma), in pazienti trattati con calictriolo, la dose di calcitriolo dovrebbe essere ridotta oppure si interrompe il trattamento. L'interruzione della terapia con calcitriolo puo' provocare uneffetto rimbalzo, pertanto, si raccomanda la titolazione adeguata ver so il basso per una dose di mantenimento. Calcitriolo eleva i livelli sierici di fosfato inorganico. Mentre questo e' auspicabile in pazienti con ipofosfatemia, si richiede invece cautela in pazienti con insufficienza renale a causa del rischio di calcificazione ectopica. In questi casi, il livello di fosfato nel plasma deve essere mantenuto ad unaconcentrazione normale (2-5 mg/100ml o 0.65-1.62 mmol/l) tramite somm inistrazione orale di appropriati agenti leganti il fosfato ed una dieta a basso contenuto di fosfato. Il risultato ottenuto moltiplicando il valore della calcemia per quello della fosfatemia (Ca x P) non deve superare i 70 mg^2/dl^2. Devono continuare la loro terapia orale a base di fosfato i pazienti con rachitismo da resistenza a vitamina D (ipofosfatemia familiare) che vengono trattati con il medicinale. Tuttavia, e' necessario tenere in considerazione una possibile stimolazione dell'assorbimento intestinale di fosfato, visto che questo effetto puo' modificarne il bisogno supplementare. Poiche' il calcitriolo e' il metabolita disponibile piu' efficace della vitamina D, non si deve prescrivere nessun'altra preparazione a base di vitamina D durante il trattamento con il farmaco, assicurando in questo modo che lo sviluppo di una ipervitaminosi D venga evitata. Se il paziente passa da una terapia a base di ergocalciferolo (vitamina D2) a calcitriolo, potrebbero essere necessari molti mesi prima che la concentrazione ematica di ergocalciferolo ritorni ai valori base. I pazienti con una funzione renale normale che assumono il medicinale devono evitare la disidratazione. Si deve sempre mantenere un'adeguata assunzione di liquidi. In pazienti con una funzione renale normale, l'ipercalcemia cronica puo' essere associata ad un aumento della creatinina sierica. Pazienti anziani: non e' stato incluso negli studi clinici sul calcitriolo un numero sufficiente di pazienti di eta' uguale o superiore a 65 anni tale da determinare se questo tipo di pazienti risponda in maniera differente da quellipiu' giovani. Ci sono dati limitati sull'uso del calcitriolo nei pazi enti pediatrici. Non sono state stabilite la sicurezza e l'efficacia del calcitriolo nei bambini.

Interazioni

Dal momento che il calcitriolo e' il metabolita disponibile piu' efficace della vitamina D, non si deve prescrivere nessun'altra preparazione a base di vitamina D durante il trattamento con calcitriolo, assicurando in questo modo che lo sviluppo di una ipervitaminosi D venga evitata. Se il paziente passa da una terapia con ergocalciferolo (vitaminaD2) a calcitriolo, potrebbero essere necessari molti mesi prima che l a concentrazione ematica di ergocalciferolo ritorni ai valori base. Devono essere evitate dosi farmacologiche di vitamina D e suoi derivati durante il trattamento con il medicinale per evitare possibili effettiaddizionali e ipercalcemia. Si devono seguire rigorosamente le istruz ioni sul regime dietetico prescritto, con particolare riguardo a supplementi di calcio, ed e' da evitarsi l'assunzione incontrollata di preparazioni addizionali contenenti calcio. Il trattamento concomitante con un diuretico tiazidico aumenta il rischio di ipercalcemia. Il dosaggio di calcitriolo deve essere determinato accuratamente in pazienti interapia con digitale, dal momento che l'ipercalcemia in tali pazienti puo' provocare aritmie cardiache. Esiste una relazione di antagonismo funzionale tra analoghi di vitamina D, che promuovono l'assorbimento di calcio, e i corticosteroidi, che al contrario l' inibiscono. Farmaci contenenti magnesio (come ad es. gli antiacidi) possono causare ipermagnesemia e non devono percio' essere assunti durante la terapia con il farmaco da pazienti sottoposti a dialisi renale cronica. Poiche' ilprodotto ha anche effetto sul trasporto di fosfato nell'intestino, re ni ed ossa, il dosaggio di agenti leganti il fosfato deve essere aggiustato a seconda della concentrazione sierica di fosfato (valori normali: 2-5 mg/100 ml, o 0.65-1.62 mmol/l). I pazienti con rachitismo dovuti a resistenza a vitamina D (ipofosfatemia familiare) devono continuare la loro terapia orale di fosfato. Tuttavia, e' necessario tenere in considerazione una possibile stimolazione dell'assorbimento intestinale di fosfato, visto che questo effetto puo' modificarne il bisogno supplementare. La somministrazione di induttori enzimatici come la fenitoina o il fenobarbital possono condurre ad un aumentato metabolismo e quindi a ridotti livelli sierici di calcitriolo. Percio', possono essere necessarie alte dosi di calcitriolo se questi farmaci vengono somministrati in concomitanza. Agenti sequestranti gli acidi biliari, inclusa la colestiramina e sevelamer, possono ridurre l'assorbimento intestinale di vitamine grasso-solubili, alterando cosi' l'assorbimento intestinale del calcitriolo.

Effetti indesiderati

Gli effetti avversi elencati sotto sono derivati dagli studi sul calcitriolo e dall'esperienza post-marketing. L'effetto avverso riportato piu' comunemente e' stata ipercalcemia. Le ADR elencate di seguito sonopresentate secondo la classificazione per sistemi, organi, classe e f requenza, definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, <1/10); non comuni (>= 1/1, 000 a <1/100),raro (>= 1/10, 000 a <1/1, 000), molto rari (<1/10, 000), non nota. > >Sintesi delle ADR che si verificano nei pazienti trattati con calcitriolo. Disturbi del Sistema Immunitario. Non nota: ipersensibilita', orticaria. Disturbi del Metabolismo e della Nutrizione. Molto comune: ipercalcemia; non comune: diminuzione dell'appetito; non nota: polidipsia, disidratazione, diminuzione del peso. Disturbi Psichiatrici. Non nota: apatia. Patologie del Sistema Nervoso. Comune: cefalea; non nota: debolezza muscolare, disturbi sensoriali. Patologie Gastrointestinali.Comune: dolore addominale, nausea; non comune: vomito; non nota: cost ipazione, dolore addominale alto. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea; non nota: eritema, prurito. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non nota: ritardo della crescita. Patologie Renali e Urinarie. Comune: infezioni del tratto urinario; non nota: poliuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non nota: calcinosi,piressia, sete. Esami diagnostici. Non comune: aumento della creatini na nel sangue. Dal momento che il calcitriolo esercita l'attivita' della vitamina D, possono insorgere effetti avversi che sono simili a quelli osservati quando si assume una dose eccessiva di vitamina D, ad es. sindrome ipercalcemica o intossicazione da calcio (a seconda della gravita' e della durata dell'ipercalcemia). Sintomi acuti occasionali includono diminuzione dell'appetito, cefalea, nausea, vomito, dolori addominali o dolore addominale alto e costipazione. A causa della breve emivita biologica di calcitriolo, studi farmacocinetici hanno mostratola normalizzazione di elevati livelli di calcio sierico entro pochi g iorni dall'interruzione del trattamento, cioe' assai piu' rapidamente che nei trattamenti con preparazioni di vitamina D3. Effetti cronici possono includere debolezza muscolare, diminuzione di peso, disturbi sensoriali, stati febbrili, sete, polidipsia, poliuria, disidratazione, apatia, ritardo della crescita, infezioni del tratto urinario e nefrocalcinosi. In concomitanza di ipercalcemia e iperfosfatemia di > 6 mg/100ml o > 1.9 mmol/l, puo' verificarsi calcinosi; questo fenomeno puo' essere visibile radiograficamente. Possono insorgere in individui predisposti reazioni di ipersensibilita' che includono prurito, eruzione cutanea, eritema, orticaria. Anomalie di laboratorio: in pazienti con una funzione renale normale, l'ipercalcemia cronica puo' essere associata ad un aumento della creatinina del sangue. Post Marketing: e' moltobasso il numero di effetti avversi riportati nell'uso clinico del med icinale monitorati lungo un periodo di 15 anni per tutte le indicazioni ed ogni singolo effetto, inclusa l'ipercalcemia, ha una percentuale di incidenza dello 0.001% o inferiore. Effetti avversi addizionali in relazione alle soluzioni per iniezione: sintomi acuti addizionali con la formulazione iniettabile sono debolezza, sonnolenza, secchezza della bocca, dolori muscolari, gusto metallico e disagio epigastrico. Sintomi aggiuntivi cronici con la formulazione iniettabile includono la nocturia, congiuntivite (calcifica), pancreatite, fotofobia, rinorrea, diminuzione della libido, elevate BUN, albuminuria, ipercolesterolemia,elevati SGOT e SGTP, calcificazione ectopica, ipertensione, aritmia c ardiaca, disturbi sensoriali, e raramente manifestazioni psicotiche. Sono stati osservati rari casi di anafilassi e di rossore localizzato al sito di iniezione con la formulazione iniettabile. Occasionalmente sono stati osservati dolori blandi nel sito di iniezione. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Si e' verificata una stenosi supravalvolare aortica in feti di coniglicon dosi quasi letali di vitamina D somministrata alle coniglie gravi de. Non c'e' evidenza che suggerisca che la Vitamina D sia teratogenica negli umani anche a dosi molto alte. Il medicinale deve essere usatoin gravidanza soltanto se i benefici superano il rischio potenziale p er il feto. Si puo' ipotizzare che il calcitriolo esogeno passi nel latte materno. Considerando la possibilita' di ipercalcemia nella madre e di reazioni avverse del farmaco nei lattanti, le madri possono allattare mentre assumono il medicinale a condizione che i livelli di calcio sierico della madre e del neonato vengano monitorati.