Carboplatino Ahcl - Ev 150mg/15m

Dettagli:
Nome:Carboplatino Ahcl - Ev 150mg/15m
Codice Ministeriale:039263025
Principio attivo:Carboplatino
Codice ATC:L01XA02
Fascia:H
Prezzo:67.03
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Accord Healthcare Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi e al riparo dalla luce
Scadenza:24 mesi

Denominazione

CARBOPLATINO ACHL

Formulazioni

Carboplatino Ahcl - Ev 50mg/5ml
Carboplatino Ahcl - Ev 150mg/15m
Carboplatino Ahcl - Ev 450mg/45m

Categoria farmacoterapeutica

Agenti antineoplastici.

Principi attivi

1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 10 mg di carboplatino.

Eccipienti

Acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Il carboplatino e' indicato per il trattamento di carcinoma dell'ovaiodi origine epiteliale in fase avanzata in terapia di prima linea E te rapia di seconda linea dopo il fallimento di altri trattamenti. Inoltre e' indicato per carcinoma del polmone a piccole cellule.

Controindicazioni / effetti secondari

Il carboplatino e' controindicato in caso di ipersensibilita' al principio attivo o ad altri composti contenenti platino, allattamento, mielosoppressione grave, tumori con emorragia, grave insufficienza renale pre-esistente (clearance della creatinina <= 20 ml al minuto).

Posologia

Il carboplatino deve essere somministrato esclusivamente per via endovenosa. La dose raccomandata di carboplatino in pazienti adulti non trattati precedentemente e con funzionalita' renale normale, cioe' clearance dellacreatinina > 60 ml/min e' 400 mg/m^2, in un'unica dose somministrata con infusione endovenosa a breve termine della durata da 15 a 60 minuti. Alternativamente la formula Calvert puo' essere utilizzata per determinare il dosaggio: dose (mg) = AUC target (mg/ml x min) x (GFR ml/min + 25). L'AUC target e' 5-7 mg/ml/min in caso fosse programmata una chemioterapia di carboplatino in monoterapia senza alcuna terapia precedente, mentre e' 4-6 mg/ml/min in caso di carboplatino in monoterapia con terapia precedente o in caso di carboplatino piu' ciclofosfamide senza alcuna terapia precedente. Con la formula Calvert, la dose totale di carboplatino viene calcolata in mg, non in mg/m^2. La formula di Calvert non deve essere utilizzata in pazienti massivamente pre-trattati. I pazienti sono considerati massivamente pre- trattati se hanno ricevuto uno qualsiasi dei seguenti schemi terapeutici: mitomicina C, nitroso urea, terapia con associazione di doxorubicina/ciclofosfamide/cisplatino, terapia con associazione di 5 o piu' farmaci, radioterapia >=4500 rad focalizzata su un campo di 20 x 20 cm o su piu' di uncampo di terapia. La terapia con il carboplatino deve essere interrot ta nel caso di tumore non responsivo, di malattia progressiva e/o di insorgenza di effetti collaterali non tollerabili. La terapia non deve essere ripetuta fino a quando non siano trascorse quattro settimane dal ciclo precedente di carboplatino e/o fino a quando la conta dei neutrofili e' di almeno 2.000 cellule/mm^3 e la conta piastrinica e' di almeno 100.000 cellule/mm^3. La riduzione della dose iniziale del 20-25%e' consigliata nei pazienti che presentino fattori di rischio, quali una precedente terapia mielosoppressiva e un basso performance status (ECOG-Zubrod 2-4 o Karnofsky inferiore a 80). Si consiglia di determinare il nadir ematologico con controlli settimanali della crasi ematicadurante i cicli iniziali di terapia con il carboplatino per la titola zione successiva del dosaggio. I pazienti con valori di clearance della creatinina inferiori a 60 ml/min sono a maggiore rischio di sviluppodi mielosoppressione. L'uso ottimale del carboplatino nei pazienti ch e si presentano con alterazione della funzionalita' renale richiede titolazioni adeguate del dosaggio e il monitoraggio frequente sia dei nadir ematologici che della funzionalita' renale. In caso di velocita' di filtrazione glomerulare di <= 20 ml/min, il carboplatino non deve essere somministrato affatto. L'utilizzo ottimale del carboplatino in associazione con altri farmaci mielosoppressori richiede le titolazioni della dose secondo il regime e lo schema di somministrazione adottato.Poiche' non e' disponibile un'esperienza sufficiente sull'uso del car boplatino nei bambini, non e' possibile consigliare dosi specifiche. In base alle condizioni fisiche del paziente puo' rendersi necessaria la titolazione della dose, sia inizialmente che successivamente nella terapia. Il prodotto deve essere diluito prima dell'infusione.

Conservazione

Conservare a temperatura inferiore a 25 gradi C. Non refrigerare o congelare. Tenere il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce. Conservare il flacone nella confezione originale per proteggerlo dalla luce.

Avvertenze

Il carboplatino deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico qualificato esperto nell'uso delle terapie antineoplastiche. Strutture diagnostiche e terapeutiche devono essere prontamente disponibili per la gestione della terapia e le possibili complicanze. La mielosoppressione associata all'uso del carboplatino e' strettamente correlata alla clearance renale. E' probabile che i pazienti con funzionalita' renale anormale o che ricevono la terapia concomitante con altri farmaci potenzialmente nefrotossici siano affetti da mielotossicita' grave e prolungata. E' pertanto necessario valutare attentamente i parametri della funzionalita' renale prima e durante la terapia. Normalmente, i cicli di infusione di carboplatino non devono essere ripetuti piu'di una volta al mese. Dopo la somministrazione di carboplatino posson o insorgere trombocitopenia, leucopenia e anemia. Un frequente controllo della crasi ematica periferica e' consigliato durante tutta la terapia e dopo la terapia con il carboplatino. La terapia con l'associazione di carboplatino ad altri farmaci mielosoppressori deve essere pianificata molto attentamente per quanto riguarda i dosaggi e i tempi di somministrazione, per minimizzare gli effetti cumulativi. Nei pazienti affetti da grave mielosoppressione puo' rendersi necessaria una terapia trasfusionale di supporto. Il carboplatino puo' causare nausea e vomito. La premedicazione con antiemetici si e' dimostrata utile nel ridurre l'incidenza e l'intensita' di questi effetti. L'alterazione della funzionalita' renale ed epatica puo' insorgere con il carboplatino. Dosi altissime di carboplatino (>= 5 volte la dose consigliata dell'agente singolo) hanno prodotto gravi anormalita' della funzionalita' epatica e/o renale. Non e' chiaro se un programma appropriato di idratazione possa ovviare gli effetti sulla funzionalita' renale. La riduzione della dose o l'interruzione della terapia e' richiesta se e' presente un'alterazione da moderata a severa dei test di funzionalita' renale o epatica. L'incidenza e la severita' della nefrotossicita' possono aumentare nei pazienti che hanno una funzionalita' renale alterata prima della terapia con il carboplatino. L'alterazione della funzionalita' renale e' inoltre piu' probabile nei pazienti che sono stati affetti precedentemente da nefrotossicita' a causa della terapia con il cisplatino. Sebbene non sia stata accumulata alcuna evidenza clinica sulla nefrotossicita' combinata, si consiglia di non associare il carboplatino con amminoglicosidici o altri composti nefrotossici. Sono state riferite reazioni allergiche al carboplatino, ad es. rash eritematoso, febbresenza alcuna causa apparente o prurito. Si sono verificati raramente anafilassi, angioedema e reazioni anafilattoidi, inclusi broncospasmo,orticaria e edema facciale. Queste reazioni sono simili a quelle osse rvate dopo la somministrazione di altri composti contenenti platino e possono verificarsi entro alcuni minuti. L'incidenza delle reazioni allergiche puo' aumentare con l'esposizione precedente alla terapia con platino; sono state tuttavia osservate reazioni allergiche all'esposizione iniziale al carboplatino. I pazienti devono essere osservati attentamente per possibili reazioni allergiche e gestiti con la terapia disupporto appropriata, comprendente antiistamine, adrenalina e/o gluco corticoidi. La valutazione neurologica e un accertamento dell'udito devono essere effettuati regolarmente, particolarmente nei soggetti che ricevono carboplatino a dosi elevate. La neurotossicita', come parestesia, riduzione dei riflessi tendinei profondi, e l'ototossicita' sono osservate con maggiore probabilita' nei pazienti precedentemente trattati con altre terapie a base di platino e altri agenti ototossici. Il potenziale cancerogeno del carboplatino non e' stato studiato, ma composti con meccanismi d'azione e mutagenicita' simili sono stati riferiti come cancerogeni. La sicurezza e l'efficacia della somministrazione di carboplatino nei bambini non sono state dimostrate. Durante la preparazione e la somministrazione del carboplatino non devono essere utilizzate apparecchiature che contengono alluminio.

Interazioni

La terapia concomitante con farmaci nefrotossici o ototossici come amminoglicosidici, vancomicina, capreomicina e diuretici non e' raccomandata, poiche' questo puo' dar luogo ad un aumento o ad una esacerbazione della tossicita' a causa dei cambiamenti nella clearance renale di queste sostanze indotti dal carboplatino. Quando il carboplatino viene somministrato in associazione ad altri composti mielosoppressivi, l'effetto mielosoppressivo del carboplatino e/o degli altri composti puo' essere piu' pronunciato. E' probabile che i pazienti che ricevono la terapia concomitante con altri agenti nefrotossici siano affetti da mielotossicita' piu' severa e prolungata a causa della riduzione della clearance renale del carboplatino. E' necessario esercitare cautela quando il carboplatino viene utilizzato contemporaneamente a warfarin, perche' sono stati riferiti casi di maggiore INR. Una riduzione dei livelli sierici di fenitoina e' stata osservata nel caso di somministrazione concomitante di carboplatino e fenitoina. Questo puo' portare alla ricomparsa di crisi convulsive e puo' richiedere un aumento dei dosaggidi fenitoina. La somministrazione concomitante di carboplatino e agen ti chelanti deve essere evitata in quanto teoricamente puo' causare una riduzione dell'effetto antineoplastico del carboplatino. Tuttavia l'effetto antineoplastico del carboplatino non e' risultato influenzato dal dietilditiocarbamato negli esperimenti negli animali o nell'uso clinico.

Effetti indesiderati

Gli eventi sono classificati per frequenza. >>Patologie cardiache. Molto rari: eventi cardiovascolari (insufficienza cardiaca, embolia), eventi cerebrovascolari (apoplessia), ipertensione. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: la mielosoppressione rappresenta l'effetto tossico dose-limitante del carboplatino. La mielosoppressione puo' essere piu' severa e prolungata nei pazienti con funzionalita' renale alterata, trattamento massivo precedente, performance status scadente ed eta' > 65 anni. La mielosoppressione e' aggravata dalla terapia con associazione di carboplatino ad altri farmaci mielosoppressori ein genere e' reversibile e non cumulativa quando il carboplatino e' u sato in monoterapia e ai dosaggi e alle frequenze di somministrazione raccomandati. Ai massimi dosaggi tollerati di carboplatino in monoterapia, la trombocitopenia si verifica in circa un terzo dei pazienti conconte piastriniche di nadir inferiori a 50 x 10^9 /l. In genere il na dir si verifica tra il giorno 14 e il giorno 21, con regressione entro35 giorni dall'inizio della terapia. La leucopenia e' stata inoltre o sservata nel 20% circa dei pazienti, ma la sua regressione dal giorno di nadir (tra il giorno 14 e il giorno 28) puo' essere piu' lenta e ingenere avviene entro 42 giorni dall'inizio della terapia. La neutrope nia con conte granulocitiche inferiori a 1 x 10^9 /l si verifica in circa un quinto dei pazienti. I valori di emoglobina inferiori a 9,5 mg/100 ml sono stati osservati nel 48% dei pazienti con valori basali normali. L'anemia si verifica spesso e puo' essere cumulativa. Comuni: complicanze emorragiche, in genere minori. Non comuni: complicanze infettive. Rare: neutropenia febbrile, singoli casi di infezioni e emorragia con pericolo di vita. >>Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto rari: fibrosi polmonare, manifestata da oppressione toracica e dispnea, da considerare se si esclude uno stato di ipersensibilita' polmonare. >>Patologie del sistema nervoso. Comuni: neuropatie periferiche. Nella maggioranza dei pazienti la neurotossicita' e' limitata alla parestesia ed alla riduzione dei riflessi tendinei profondi. Lafrequenza e l'intensita' di questo effetto collaterale aumenta nei pa zienti anziani e in quelli precedentemente trattati con il cisplatino.La parestesia presente prima di iniziare la terapia con il carboplati no, particolarmente se correlata a precedente terapia con il cisplatino, puo' persistere o aggravarsi durante il trattamento con il carboplatino. Non comuni: sintomi nervosi centrali, spesso attribuiti alla terapia antiemetica concomitante. >>Patologie dell'occhio. Rari: disturbitransitori della vista, perdita transitoria della visione, sono stati riferiti raramente con la terapia a base di platino, in genere associ ati alla terapia con alti dosaggi nei pazienti con compromissione renale. E' stata riportata neurite ottica.>>Patologie dell'orecchio e del labirinto. Molto comuni: diminuzione subclinica dell'acuita' uditiva con perdita uditiva delle alte frequenze. Comuni: ototossicita' clinica, tinnito. In pazienti precedentemente trattati con il cisplatino che hanno sviluppato ipoacusia correlata a questa terapia, puo' verificarsi una persistenza o peggioramento dell'alterazione dell'udito. A dosi superiori a quelle raccomandate e in associazione ad altri farmaci ototossici, l'ipoacusia significativa e' stata riportata in pazienti pediatrici. >>Disturbi gastrointestinali. Molto comuni: nausea e vomito (soprattutto in pazienti affetti da emesi severa) che in genere rispondono e possono essere prevenuti da farmaci antiemetici. Ci sono state anche patologie gastrointestinali dolorose. Comuni: diarrea, stipsi, mucosite. Rari: alterazione del gusto, anoressia. >>Patologie renali e urinarie. Molto comuni: nefrotossicita', che in genere non e' dose-limitante nei pazienti che ricevono carboplatino, ne' richiede accorgimentipreventivi come l'idratazione con alti volumi di fluidi o la diuresi forzata. Sono possibili aumenti dei livelli ematici di azoto ureico e di acido urico o dei livelli sierici di creatinina. Comuni: alterazione della funzionalita' renale, definita da una riduzione nella clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min. L'incidenza e la severita' della nefrotossicita' possono aumentare nei pazienti che hanno una funzionalita' renale alterata prima della terapia con il carboplatino. None' chiaro se un adeguato programma d'idratazione possa ovviare a ques to effetto, ma la riduzione della dose o la sospensione della terapia e' necessaria in presenza di funzionalita' renale moderatamente compromessa o di un'alterazione renale grave. Il carboplatino e' controindicato nei pazienti con una clearance della creatinina uguale a o inferiore a 20 ml/min. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comuni: alopecia. >>Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comuni: diminuzione degli elettroliti del siero (non di gravita' tale dacausare la comparsa di segni o sintomi clinici). Rari: iponatriemia, tumori benigni, maligni e non specificati (compresi cisti e polipi). Non comuni: malignita' secondarie (inclusa la leucemia promielocitica che si e' verificata 6 anni dopo la monoterapia con il carboplatino e precedente l'irradiazione). >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: iperuricemia. I livellisierici di acido urico possono essere diminuiti da allopurinolo. Aste nia. Comuni: malessere, orticaria, sindrome simil-influenzale, rash eritematoso, prurito. Non comuni: febbre e brividi senza evidenza di infezione, reazioni nel sito dell'iniezione come dolore, eritema, gonfiore, orticaria e necrosi. Rare: sindrome uremica emolitica. >>Disturbi del sistema immunitario. Comuni: sono state riportate reazioni allergiche a carboplatino in meno del 2% dei pazienti, ad es. rash cutaneo, orticaria, rash eritematoso e febbre senza causa apparente o prurito. Queste reazioni sono simili a quelle osservate dopo la somministrazione di altri composti contenenti platino e devono essere gestite con l'appropriata terapia di supporto. Rari: si sono verificati anafilassi, shock anafilattico, angioedema e reazioni anafilattoidi, incluso broncospasmo, orticaria, edema facciale e vampate alla faccia, dispnea, ipotensione, capogiri, mancanza di respiro e tachicardia. >>Patologie epatobiliari. Molto comuni: anormalita' dei test della funzionalita' epatica(in genere da lievi a moderate) sono state riportate in pazienti con valori basali normali. Aumenti dei livelli di fosfatasi alcalina sono stati osservati piu' frequentemente rispetto ai valori di SGOT, SGPT ebilirubina totale. La maggior parte di queste anormalita' regredisce spontaneamente durante il trattamento. Rari: la disfunzione epatica grave (inclusa la necrosi epatica acuta) e' stata riportata dopo la somministrazione di dosi superiori a quelle consigliate.

Gravidanza e allattamento

L'uso sicuro del carboplatino durante la gravidanza non e' stato stabilito. Gli studi sugli animali hanno dimostrato la tossicita' sulla riproduzione. Il carboplatino ha dimostrato di essere embriotossico e teratogeno nei ratti e mutageno in vivo e in vitro. Il carboplatino non deve essere utilizzato durante la gravidanza, se non chiaramente indicato. Se il carboplatino viene utilizzato durante la gravidanza, il paziente deve essere informato sul rischio potenziale per il feto. Alle donne in eta' fertile deve essere consigliato di evitare l'inizio della gravidanza, utilizzando metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo la fine della terapia. Alle donne che sono incinte o rimangono incinte durante la terapia, deve essere fornito il counseling genetico. Il carboplatino e' genotossico. Si consiglia agli uomini trattati con il carboplatino di non generare un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la terapia e di ottenere le informazioni sulla conservazione dello sperma prima della terapia, a causa della possibilita' di infertilita' irreversibile dovuta alla terapia con il carboplatino. Non e' noto se il carboplatino venga escreto nel latte maternoumano. A causa della possibilita' di effetti nocivi nei piccoli allat tati, l'allattamento deve essere interrotto se la madre e' trattata con il carboplatino.