Ceftriaxone Aur - Ev Fl1g/10ml+f

Dettagli:
Nome:Ceftriaxone Aur - Ev Fl1g/10ml+f
Codice Ministeriale:036154021
Principio attivo:Ceftriaxone Disodico
Codice ATC:J01DD04
Fascia:H
Prezzo:7.44
Produttore:Aurobindo Pharma Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Preparazione iniettabile
Contenitore:Scatola
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

CEFTRIAXONE ACTAVIS

Formulazioni

Ceftriaxone Act - Im 1fl 1g+3,5m
Ceftriaxone Aur - Ev Fl1g/10ml+f
Ceftriaxone Aur - Inf Fl 2g Polv

Categoria farmacoterapeutica

Antibatterici per uso sistemico.

Principi attivi

Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare da1 g/3,5 ml: un flacone di polvere contiene 1,193 g di ceftriaxone bis odico 3,5 H2O pari a 1 g di ceftriaxone. Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso da 1 g/10 ml: un flacone di polverecontiene 1,193 g di ceftriaxone bisodico 3,5 H2O pari a 1 g di ceftri axone. Polvere per soluzione per infusione da 2 g: un flacone contiene2,386 g di ceftriaxone bisodico 3,5 H2O pari a 2 g di ceftriaxone.

Eccipienti

Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare: la fiale solvente contiene lidocaina cloridrato Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso: la fiala solvente contiene acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertatao presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, in pazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.

Controindicazioni / effetti secondari

Il prodotto e' controindicato nei pazienti con ipersensibilita' nota agli antibiotici beta-lattamici. Ipersensibilita' alle cefalosporine o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Nei pazienti ipersensibili alla penicillina, deve essere presa in considerazione la possibilita' di reazioni allergiche crociate. Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita' e sotto il diretto controllo del medico. I neonati iperbilirubinemici e i prematuri non devono essere trattati con ceftriaxone. Studi in vitro hanno dimostrato che ceftriaxone puo' spostare la bilirubina dai suoi siti di legame all'albumina plasmatica ed e' possibile che in questi pazienti si sviluppi un'encefalopatia da bilirubina. Trattamento con calcio, a causa del rischio di formazione di precipitazionedi Sali di calcio-cefriaxone nei nati a termine. Il ceftriaxone e' co ntroindicato nei neonati prematuri fino ad una eta' corretta di 41 settimane (settimane di gestazione + settimane di vita). Inoltre e' controindicato nei neonati a termine (fino a 28 giorni di eta') con ittero o presenza di ipoalbuminemia o acidosi (dato che queste sono condizioni nelle quali la bilirubina potrebbe essere alterata) o che dovessero richiedere (o si pensa che possano richiedere) un trattamento endovenoso con calcio o con infusioni che contengono calcio a causa del rischio di precipitazione del ceftriaxone con il calcio. Controindicazioni alla lidocaina devono essere escluse prima di iniezioni intramuscolari di ceftriaxone quando la lidocaina e' utilizzata come solvente.

Posologia

Non devono essere utilizzati diluenti contenenti calcio (ad es. soluzione di Ringer o di Hartmann) per ricostituire i flaconcini di ceftriaxone o per diluire ulteriormente i flaconcini ricostituite per la somministrazione endivenosa, dato che puo' formarsi un precipitato. La precipitazione del ceftriaxone con il calcio puo' anche avvenire quando ilceftriaxone e' mescolato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione endovenosa. Pertanto, il ceftriaxone e le s oluzioni contenenti calcio non devono essere mescolate insieme o somministrate contemporaneamente. >>Schema posologico generale. Per gli adulti e bambini oltre 12 anni la dose consigliata e' di 1 g una volta algiorno (ogni 24 ore). Nei casi piu' gravi o in infezioni causate da m icrorganismi moderatamente sensibili, la dose puo' raggiungere i 4 g somministrati in un'unica soluzione. Nei neonati (fino a 2 settimane) la dose giornaliera e' di 20-50 mg/kg di peso corporeo in monosomministrazione; a causa della immaturita' dei loro sistemi enzimatici non bisognerebbe superare i 50 mg/Kg. Per i bambini (da 3 settimane a 12 anni) la dose giornaliera puo' variare tra 20 e 80 mg/Kg. Per dosi endovenose pari o superiori a 50 mg/Kg si consiglia di utilizzare una perfusione della durata di almeno 30 minuti. Per i bambini di peso superiore a 50 Kg andra' usato il dosaggio proprio degli adulti. Lo schema posologico degli adulti non richiede modificazioni nel caso di pazienti anziani. La durata della terapia e' in funzione del decorso dell'infezione. Come tutte le terapie a base di antibiotici, in generale la somministrazione del medicinale va protratta per un minimo di 48-72 ore dopo lo sfebbramento o dopo la dimostrazione di completa eradicazione batterica. >>Profilassi delle infezioni chirurgiche. Per la prevenzione delle infezioni post-operatorie verranno somministrati, in relazione a tipo e rischio di contaminazione dell'intervento, 1 g per via intramuscolare o 1-2 g per via endovenosa in dose singola, un'ora prima dell'intervento. >>Posologia in particolari condizioni. Riguardo all'insufficienza renale, in soggetti con clearance della creatinina maggiore di 10ml/min la posologia resta inalterata. In caso di clearance della crea tinina uguale o minore di 10 ml/min si puo' somministrare fino ad un massimo di 2 g una volta al giorno. Nei pazienti con innsufficienza epatica considerare la normale posologia. In caso di insufficienza renaleed epatica associate controllare le concentrazioni plasmatiche del ce ftriaxone. Per i prematuri la dose massima e' di 50 mg/kg una volta algiorno. >>Modo di somministrazione. Da un punto di vista microbiologi co il prodotto dovrebbe essere usato immediatamente dopo la ricostituzione. Se non utilizzato immediatamente, le condizioni e il periodo di conservazione prima dell'uso sono responsabilita' dell'utilizzatore. La stabilita' chimica e fisica del medicinale dopo ricostituzione e' stata dimostrata per 24 ore tra +2 gradi C e +8 gradi C e per 6 ore per il prodotto conservato a temperatura inferiore a 25 gradi C. Possono variare nella colorazione da giallo pallido ad ambra in funzione della concentrazione e del periodo di conservazione; tale caratteristica nonha influenza sull'efficacia o sulla tollerabilita' del farmaco. Per p raticare l'iniezione intramuscolare, sciogliere l'opportuna formulazione con l'apposito solvente (soluzione di lidocaina 1%) che e' di 3,5 ml. Iniettare profondamente la soluzione estemporanea cosi' ottenuta nel gluteo, alternando i glutei nelle successive iniezioni. La soluzionedi lidocaina non deve essere somministrata endovena. Per praticare l' iniezione endovenosa, sciogliere l'opportuna formulazione con l'apposito solvente (acqua per preparazioni iniettabili) che e' di 10 ml, e iniettare direttamente in vena nel tempo di 2-4 minuti. Per praticare laperfusione endovenosa sciogliere l'opportuna formulazione in ragione di 2 g in 40 ml di liquido di perfusione privo di ioni di calcio (soluzione fisiologica, soluzione glucosata al 5% o al 10%, soluzione di levulosio al 5%, soluzione glucosata di destrano al 6%, soluzioni di NaCl 0,45% + glucosio 2,5%). La perfusione avra' una durata di almeno 30 minuti. Le soluzioni non dovrebbero essere mescolate in soluzioni contenenti altri farmaci antimicrobici o con soluzioni diluenti diverse daquelle indicate elencate per possibile incompatibilita'.

Conservazione

Nessuna speciale precauzione per la conservazione.

Avvertenze

Non puo' essere escluso shock anafilattico anche in presenza di un'accurata anamnesi del paziente. Ogni grammo contiene 3,6x mmol di sodio. E' stata riportata diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD), la cui gravita' varia da una lieve diarrea a una colite fatale. Il trattamento altera la normale flora del colon provocando la crescita eccessiva di CDAD. CDAD produce tossine A e B, che contribuiscono allo sviluppo di CDAD. I ceppi di CDAD, produttori di ipertossina, provocano unaumento di morbilita' e mortalita', poiche' queste infezioni possono essere refrattarie alla terapia antimicrobica e potrebbero richiedere una colectomia. E' necessaria un'accurata anamnesi medica, poiche' sono stati riportati casi di CDAD oltre due mesi dopo la somministrazionedi agenti antibatterici. Se la CDAD e' sospetta o confermata, potrebb e essere necessario interrompere l'uso di antibiotici non direttamentein opposizione a CDAD. Istituire una gestione adeguata dei liquidi e degli elettroliti, l'integrazione di proteine, il trattamento antibiotico di CDAD e la valutazione chirurgica. Potrebbero verificarsi superinfezioni con microrganismi non-sensibili. Nelle ecografie della cistifellea sono state individuate ombre che sono state scambiate per calcoli biliari, in genere in seguito alla somministrazione di dosi superiori a quelle standard raccomandate. Queste ombre sono precipitati di calcio-ceftriaxone, che scompaiono al termine o con la sospensione. Raramente questi risultati sono associati a sintomi. Nei casi sintomatici si raccomanda una gestione conservativa non chirurgica e l'interruzionedel trattamento deve essere a discrezione del medica. Viene eliminato per il 56% circa attraverso le urine e per il 44% attraverso la bile in forma microbiologicamente attiva. Nelle feci e' presente prevalentemente in forma inattiva. In caso di ridotta funzionalita' renale e' eliminato in quota piu' elevata per via biliare, con le feci. Poiche' anche in tale circostanza il tempo di emivita risulta solo leggermente aumentato, nella maggior parte dei casi non e' necessario ridurre la posologia , a condizione che la funzionalita' epatica sia normale. Solo in presenza di una gravissima insufficienza renale (clcr <= 10 ml/min)dimezzare la dose di mantenimento ogni 24 ore. Puo' parzialmente inte rferire con i siti di legame della bilirubina con l'albumina plasmatica. Le cefalosporine di terza generazione possono indurre resistenza microbica e tale evenienza e' maggiore verso organismi opportunisti, specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas, in soggetti immunodepressie probabilmente, associando tra loro piu' betalattamine. In caso di t rattamenti prolungati effettuare regolari controlli della crasi ematica. In casi estremamente rari, a dosi elevate, l'ultrasuonografia dellacistifellea ha evidenziato reperti interpretabili come ispessimento d ella bile. Tale condizione e' prontamente regredita all'interruzione oal termine della terapia. Si raccomanda un trattamento puramente cons ervativo. Sono state segnalate in corso di trattamento, positivita' dei test di Coombs (talora false). Prima di iniziare la terapia indagareper stabilire se il paziente ha manifestato in passato fenomeni di ip ersensibilita' alle cefalosporine, penicilline ed altri farmaci. Somministrare con cautela in pazienti allergici alla penicillina poiche' sono descritti casi di ipersensibilita' crociata fra penicilline e cefalosporine. A causa dell'immaturita' delle funzioni organiche, i prematuri non dovrebbero essere trattati con dosi > 50 mg/Kg/die. L'impiego protratto puo' favorire lo sviluppo di batteri resistenti ed in caso disuperinfezione occorre adottare le misure piu' appropriate. Reazioni acute di ipersensibilita' possono richiedere l'uso di adrenalina ed altre misure di emergenza. Non somministrare le preparazioni contenenti lidocaina per via endovenosa o a pazienti allergici ad essa. In caso di segni d'infezione, isolare il microrganismo responsabile e adottare un'opportuna terapia basata sui test di sensibilita'. Analisi su campioni raccolti prima dell'inizio della terapia dovrebbero venire effettuate per determinare la sensibilita' a ceftriaxone del microrganismo responsabile. Si puo' comunque iniziare la terapia in attesa delle analisi modificando il trattamento secondo i risultati. La funzionalita' renale dovrebbe essere controllata attentamente. Sono state riportate coliti pseudomembranose con l'uso di cefalosporine o altri antibiotici alargo spettro. Sono stati descritti casi di reazioni fatali con preci pitati di calcio-ceftriaxone nei polmoni e nei reni nei nati prematurie neonei nati a termine di eta' inferiore a 1 mese. Almeno uno di lor o aveva ricevuto ceftriaxone e calcio in tempi diversi e attraverso differenti linee di somministrazione endovenosa. I neonati hanno un rischio aumentato di precipitazione di calcio- ceftriaxone rispetto ad altri gruppi di eta'. Nei pazienti di qualsiasi eta' non miscelare o somministrare contemporaneamente con qualsiasi soluzione endovenosa contenente calcio, anche attraverso diverse linee di infusione o in differenti siti di infusione. Tuttavia, nei pazienti di eta' > 28 giorni, ceftriaxone e le soluzioni contenenti calcio possono essere somministrati uno dopo l'altro purche' vengano utilizzate linee di infusione in sitidiversi oppure se, tra un'infusione e l'altra, le linee di infusione vengono sostituite o lavate a fondo con una soluzione fisiologica salina, per evitare precipitazioni. Nei pazienti che richiedono l'infusione continua con soluzioni per TPN contenenti calcio, gli operatori sanitari possono considerare l'uso di trattamenti antibatterici alternativi, che non comportano un simile rischio di precipitazione. Se l'uso diceftriaxone e' considerato necessario nei pazienti che necessitano di alimentazione continua, le soluzioni per TPN e ceftriaxone possono es sere somministrati contemporaneamente, purche' attraverso linee di infusione diverse e in siti differenti. In alternativa interrompere l'infusione di soluzione per TPN per il periodo di infusione di ceftriaxone, lavando le linee di infusione tra una somministrazione e l'altra. Nei pazienti trattati sono stati raramente osservati casi di pancreatite, forse dovuti a ostruzione biliare. La maggior parte dei pazienti presentava fattori di rischio per stasi biliare e fango biliare. Non puo'essere escluso il ruolo scatenante o concomitante della precipitazion e biliare correlata al prodotto. Nei casi d'insufficienza renale ed epatica grave, ridurre la dose. Puo' rimuovere la bilirubina dall'albumina sierica. Non usare nei neonati (in particolare quelli prematuri) a rischio di sviluppare encefalopatia da bilirubina. Durante il trattamento prolungato eseguire a intervalli regolari la conta ematica completa. Se lidocaina e' usata come diluente, somministrare le soluzioni di ceftriaxone solo per iniezione intramuscolare.

Interazioni

La contemporanea somministrazione di alte dosi del medicinale con diuretici ad elevata attivita' (es. furosemide) a forti dosaggi non ha sinora evidenziato disturbi della funzionalita' renale. Non c'e' alcuna evidenza che aumenti la tossicita' renale degli aminoglicosidi. L'ingestione di alcool successiva alla somministrazione non da' effetti simili a quelli del disulfiram; il ceftriaxone, infatti, non contiene il gruppo N-metiltiotetrazolico ritenuto responsabile sia della possibile intolleranza all'alcool sia delle manifestazioni emorragiche verificatesi con altre cefalosporine. L'eliminazione non e' modificata dal probenecid. In uno studio in vitro con la combinazione tra cloramfeniclo e ceftriaxone sono stati osservati effetti antagonistici. E' stato dimostrato in condizioni sperimentali sinergismo d'azione tra il prodotto eaminoglicosidi nei confronti di molti germi Gram-negativi. Il potenzi amento di attivita' di tali associazioni, sebbene non sempre predicibile, dovra' essere tenuto in considerazione in tutte quelle infezioni gravi, resistenti ad altri trattamenti, dovute ad organismi quali Pseudomonas aeruginosa. A causa di incompatibilita' fisiche i due farmaci vanno somministrati separatamente alle dosi raccomandate. Non deve essere aggiunto a soluzioni che contengono calcio, quali soluzioni Hertmann e Ringer. Non utilizzare diluenti conteneti calcio, quali soluzione di Ringer o di Hartmann, per ricostituire le fiale o per diluire ulteriormente una fiala ricostituita per somministrazione endovenosa, poiche' puo' formarsi precipitato. La precipitazione di calcio-ceftriaxone puo' verificarsi anche quando viene miscelato con soluzioni contenenticalcio nella stessa linea di somministrazione endovenosa. Non deve es sere somministrato contemporaneamente con soluzioni endovenose contenenti calcio, comprese le infusioni continue contenenti calcio continue,come quellr usate per la nutrizione parenterale attraverso una linea Y. Tuttavia, nei pazienti che non siano neonati, il prodotto e soluzioni contenenti calcio possono essere somministrati in sequenza, una dopo l'altro, purche' tra un infusione e l'altra le linee vengono lavate a fondo con un liquido compatibile. Studi in vitro effettuati con plasma di adulti e plasma di neonati proveniente dal cordone ombelicale hanno dimostrato i neonati presentano un rischio aumentato di precipitazione di calcio-ceftriaxone. Sulla base dei rapporti presenti in letteratura, ceftriaxone e' incompatibile con amsacrina, vancomicina, fluconazolo e aminoglicosidi. In rari casi nei pazienti trattati con il medicinale il test di Coombs puo' produrre falsi positivi. Il prodotto, come altri antibiotici, puo' causare falsi positivi nei test per la galattosemia. Parimenti, i metodi non enzimatici per la determinazione delglicosio nelle urine possono produrre risultati falsi positivi. Per q uesto motivo, la determinazione dei livelli di glucosio nelle urine durante la terapia con il medicinale deve essere effettuata in modo enzimatico. Ceftriaxone puo' compromettere l'efficacia dei contraccettivi ormonali orali. Durante il trattamento e nel mese successivo.e' pertanto consigliaile adottare misure contraccettive supplementari (non ormonali).

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati sono generalmente lievi e di breve tempo. >>Effetti indesiderati sistemici. Disturbi gastrointestinali (circa il 2%dei casi): feci molli o diarrea, nausea, vomito, stomatite e glossite , raramente ispessimento della bile. Alterazioni ematologiche (circa il 2%): eosinofilia, leucopenia, granulocitopenia, anemia emolitica, trombocitopenia. Con frequenza non nota sono stati riportati casi di agranulocitosi (< 500/mm^3), molti dei quali dopo 10 giorni di trattamento e seguendo una dose totale di 20 g o piu'. Reazioni cutanee (circa l'1%): esantema, dermatite allergica, prurito, orticaria ed edema. Con frequanza non nota sono stati segnalati casi di gravi reazioni avversecutanee (eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson o sindrome d i Lyell/necrolisi epidermica tossica). Altri effetti collaterali rari sono cefalea, vertigini e capogiri, simtomatica precipitazione di salidi calcio-ceftriaxone nella cistifellea, aumento degli enzimi epatici , glicosuria, ematuria, oliguria, aumento della creatinina, micosi deltratto genitale, brividi, febbre e reazioni anafilattiche o anafilatt oidi ad esempio broncospasmo. Ceftriaxone non deve essere miscelato o somministrato in concomitanza con soluzioni o prodotti contenenti calcio, anche attraverso linee di infusione diverse. Raramente, sono stateriportate reazioni avverse gravi, e in alcuni casi a esito fatale, ne i nati prematuri e nei neonati a termine (eta' < 28 giorni) che erano stati trattati con ceftriaxone e calcio per via endovenosa. Nei polmoni e nei reni sono state osservate post mortem precipitazioni di sale di calcio-ceftriaxone. L'elevato rischio di precipitazione nei neonati e' dovuto al loro ridotto volume plasmatico e alla piu' lunga emivita di ceftriaxone rispetto agli adulti. Puo' svilupparsi superinfezioni causate da microorganismi non sensibili al ceftriaxone (candida, funghie altri microorganismi resistenti). Un raro effetto indesiderato caus ato da Clostridium difficile in corso di trattamento con il prodotto e' la colite pseudomembranosa. Pertanto nei pazienti che presentano diarrea in seguito all'uso di un agente antibatterico e' necessario considerare la possibilita' di sviluppo di questa patologia. Sono stati segnalati casi molto rari di precipitazione renale, in particolare nei bambini di eta' superiore a 3 anni e che erano stati trattati con elevate dosi giornaliere elevate (per esempio. >=80 mg/kg/die) o con dosi totali superiori ai 10 grammi e che presentavano elevati fattori di rischio (per esempio restrizione di liquidi, relegazione a letto ecc.). Ilrischio di formazione di precipitati aumenta nei pazienti disidratati o immobilizzati. Questo evento puo' essere sintomatico o asintomatico , puo' provocare insufficienza renale e anuria ed e' reversibile con l'interruzione del medicinale. E' stata osservata precipitazione dei sali di calcio-ceftriaxone nella cistifellea, in prevalenza nei pazientitrattati a dosi superiori a quella standard raccomandata. Nei bambini , studi prospettici hanno dimostrato un'incidenza variabile di precipitazione con la somministrazione per via endovenosa, che in alcuni studi e' risultata superiore al 30%. L'incidenza sembra essere inferiore con l'infusione lenta (20-30 minuti). Questo effetto e' generalmente asintomatico, ma in casi rari le precipitazioni sono state accompagnate da sintomi clinici, come dolore, nausea e vomito. In questi casi si raccomanda il trattamento sintomatico. Le precipitazioni sono generalmente reversibili dopo la sospensione di ceftriaxone. Sono stati segnalati casi isolati di pancreatiti. Sono stati segnalati disturbi della coagulazione come effetti indesiderati molto rari. In neonati e prematurisono stati descritti casi di reazione letale a precipitati di calcio- ceftriaxone nei polmoni e nei reni. In alcuni casi la somministrazionedel prodotto e quella delle soluzioni contenenti calcio differivano p er via e tempo di infusione. >>Effetti indesiderati locali. In rari casi dopo somministrazione endovenosa si sono verificate reazioni flebitiche. Queste possono essere ridotte al minimo praticando un' iniezionelenta (2-4 minuti) del farmaco. L'iniezione intramuscolare senza solu zione di lidocaina e' dolorosa. In soggetti predisposti possono manifestarsi reazioni di ipersensibilita'. >>Influeza sui test diagnostici. Nei pazienti trattati con il prodotto il test di Coombs puo' raramenteprodurre risultati falsi positivi. Come altri antibiotici, puo' produ rre risultati falsi positivi nei test per la galattosemia. Parimenti, i metodi non enzimatici per la determinazione dei livelli di glucosio nelle urine possono produrre risultati falsi positivi. Per questo motivo, la determinazione dei livelli di glucosio nelle urine durante la terapia con il prodotto deve essere effetuata in modo enzimatico.

Gravidanza e allattamento

Ceftriaxone attraversa la barriera placentare. La sua sicurezza durante la gravidanza umana non e' stata stabilita. Gli Studi sulla riproduzione negli animali non hanno mostrato alcuna prova di embriotossicita', fetotossicita', teratogenicita', ne' effetti negativi sulla fertilita' maschile o femminile, sul parto o sullo sviluppo perinatale o postnatale. Nei primati non e' stata osservata embriotossicita' o teratogenicita'. Basse concentrazioni di ceftriaxone vengono escreti nel latte materno umano. Si deve pertanto procedere con cautela quando si somministra il medicinale a donne che allattano al seno. Nelle donne in stato di gravidanza, durante l'allattamento e nella primissima infanzia, il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita' e sotto il diretto controllo del medico.