Citarabina Acc - Iniet 1fl 5ml

Dettagli:
Nome:Citarabina Acc - Iniet 1fl 5ml
Codice Ministeriale:042356030
Principio attivo:Citarabina
Codice ATC:L01BC01
Fascia:H
Prezzo:11.45
Produttore:Accord Healthcare Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Preparazione iniettabile
Contenitore:Scatola
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi, non congelare
Scadenza:24 mesi

Denominazione

CITARABINA ACCORD 100 MG/ML SOLUZIONE INIETTABILE O PER INFUSIONE

Formulazioni

Citarabina Acc - Iniet Fl 1ml
Citarabina Acc - Iniet 5fl 1ml
Citarabina Acc - Iniet 1fl 5ml
Citarabina Acc - Iniet 5fl 5ml
Citarabina Acc - Iniet 1fl 10ml
Citarabina Acc - Iniet 1fl 20ml

Categoria farmacoterapeutica

Antimetaboliti.

Principi attivi

Citarabina.

Eccipienti

Macrogol 400; trometamolo (per regolare il pH); acqua per preparazioniiniettabili.

Indicazioni

Per indurre la remissione nella leucemia mieloide acuta negli adulti eper altre forme di leucemie acute dell'adulto e del bambino.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' alla citarabina o ad uno qualsiasi degli eccipienti di citarabina iniettabile; anemia, leucopenia e trombocitopenia di eziologia non maligna (ad esempio aplasia del midollo osseo), salvo nei casi in cui si ritenga che questa terapia sia la migliore alternativa per il paziente; encefalopatie degenerative e tossiche, soprattutto dopol'uso di metotrexato o il trattamento con radiazioni ionizzanti.

Posologia

Il trattamento con citarabina deve essere iniziato da, o deve svolgersi con la consultazione di un medico con particolare esperienza nel trattamento con citostatici. Possono essere date solo raccomandazioni generali poiche' la leucemia acuta e' quasi esclusivamente trattata con associazioni di citostatici. Raccomandazioni sul dosaggio possono essere fatte in accordo al peso corporeo (mg/kg) o in accordo all'area di superficie corporea (BSA, mg/m^2). Le raccomandazioni posologiche possono essere convertite da quelle in termini di peso corporeo a quelle relative all'area di superficie corporea per mezzo di nomogrammi. Induzione della remissione: il dosaggio di induzione della terapia o lo schema di trattamento variano a seconda del regime utilizzato. Trattamentocontinuo: i seguenti regimi di dosaggio sono stati utilizzati per il trattamento continuo nell'indicazione della remissione. Iniezione rapida -una dose iniziale pari a 2 mg/kg/die e' adeguata. Somministrare per 10 giorni. Effettuare giornalmente i conteggi ematici. Nel caso in cui non si osservi alcun effetto antileucemico e non sia evidente alcuna tossicita', aumentare la dose a 4 mg/kg/die e mantenerla fino a quando e' evidente la risposta terapeutica o la tossicita'. Per quasi tutti i pazienti queste dosi possono risultare tossiche. Possono essere somministrati 0,5-1,0 mg/kg/die in infusione della durata fino a 24 ore.I risultati delle infusioni della durata di un'ora sono stati soddisf acenti per la maggior parte dei pazienti. Dopo 10 giorni, questa dose giornaliera iniziale puo' essere incrementata a 2 mg/kg/die a seconda della tossicita'. Continuare fino alla comparsa di tossicita' o fino aquando si verifica la remissione. Trattamento intermittente: i seguen ti regimi di dose sono stati utilizzati per il trattamento intermittente in induzione della remissione. In ciascuno dei cinque giorni consecutivi sono somministrati per via endovenosa 3-5 mg/kg/die. Dopo un periodo di riposo di 2-9 giorni, viene somministrato un ulteriore ciclo. Continuare fino alla comparsa di una risposta o di tossicita'. E' stato riferito che la prima evidenza di miglioramento midollare si verifica 7-64 giorni (media di 28 giorni) dopo l'inizio della terapia. In generale, se un paziente non manifesta ne' tossicita' ne' remissione dopoun adeguato periodo di prova, e' giustificato somministrare con caute la dosi piu' elevate. Normalmente, i pazienti hanno dimostrato di tollerare dosi piu' elevate quando somministrate mediante iniezione endovenosa rapida, rispetto all'infusione lenta. Questa differenza e' dovutaal rapido metabolismo della citarabina e alla conseguente breve durat a d'azione della dose elevata. Citarabina 100-200 mg/m^2/24 ore e' stata utilizzata come infusione continua per 5-7 giorni da sola o in associazione con altri agenti citostatici compresa, per esempio, un'antraciclina. Cicli addizionali possono essere somministrati a intervalli di2-4 settimane, fino al raggiungimento della remissione o di tossicita ' non tollerabile. Terapia di mantenimento: il dosaggio di mantenimento e lo schema variano a seconda del regime utilizzato. I seguenti regimi di dosaggio sono stati utilizzati per il trattamento continuo nell'induzione della remissione. Le remissioni, che sono state indotte dalla citarabina o da altri medicinali, possono essere mantenute mediante iniezione endovenosa o sottocutanea di 1 mg/kg una o due volte alla settimana. Citarabina e' stata somministrata anche in dosi di 100-200 mg/m^2, come infusione continua per 5 giorni ad intervalli mensili come monoterapia o in associazione con altri citostatici. Dosaggi elevati: citarabina e' somministrata 2-3 g/m^2 sotto stretto controllo medico, in monoterapia o in associazione con altri citostatici, come infusioneendovenosa, per 1-3 ore ogni 12 ore per 2-6 giorni (totale di 12 dosi per ciclo). Non deve essere superata una dose totale di trattamento d i 36 g/m^2. La frequenza di cicli di trattamento dipende dalla risposta al trattamento e dalla tossicita' ematologica e non ematologica. Fare riferimento anche alle precauzioni per i requisiti di interruzione del trattamento. Pazienti pediatrici: non e' stata stabilita la sicurezza nei bambini. Pazienti con compromissione epatica e renale: pazienticon compromissione della funzione epatica o renale: il dosaggio deve essere ridotto. La citarabina puo' essere dializzata. Quindi la citarabina non deve essere somministrata immediatamente prima o dopo una dialisi. Pazienti anziani: la terapia con dosaggio elevato nei pazienti di eta' superiore ai 60 anni deve essere somministrata solo dopo un'attenta valutazione rischio beneficio. Citarabina iniettabile e' intesa mediante infusione o iniezione endovenosa o iniezione sottocutanea. L'iniezione sottocutanea e' generalmente ben tollerata, e puo' essere raccomandata quando viene utilizzata nella terapia di mantenimento. Citarabina 100 mg/ml non deve essere somministrata per via intratecale.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Non refrigerare o congelare.

Avvertenze

La sicurezza di questo medicinale non e' stata stabilita nei bambini. La citarabina e' un potente mielosoppressore. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con preesistente depressione midollare indotta da farmaci. I pazienti trattati con questo medicinale devonoessere tenuti sotto stretta sorveglianza medica e, durante la terapia d'induzione, deve essere effettuato giornalmente il conteggio dei glo buli bianchi e delle piastrine. Esami del midollo osseo devono essere effettuati di frequente dopo la scomparsa delle forme blastiche dal sangue periferico. Devono essere disponibili tutte le misure idonee allagestione di complicazioni, anche fatali, della soppressione del midol lo osseo (infezioni conseguenti a granulocitopenia ed alla compromissione di altri sistemi di difesa dell'organismo, ed emorragie secondariedovute a trombocitopenia). Sono state riportate reazioni anafilattich e in seguito a trattamento con citarabina. E' stato segnalato un caso di anafilassi che ha portato ad arresto cardiopolmonare acuto e per ilquale e' stata necessaria la rianimazione del paziente. Questo evento si e' verificato subito dopo la somministrazione endovenosa di citara bina. Citarabina somministrata secondo schemi posologici sperimentali ha provocato tossicita' grave e a volte fatale a carico del SNC, dell'apparato gastrointestinale e dei polmoni (diversa da quella riscontrata con i regimi terapeutici convenzionali di citarabina). Queste reazioni comprendono: tossicita' corneale reversibile, disfunzioni cerebralie cerebellari usualmente reversibili, sonnolenza, convulsioni, grave ulcerazione gastrointestinale compresa la pneumatosi cistoide intestinale esitante in peritonite, sepsi e ascessi epatici ed edema polmonare. La citarabina ha mostrato di essere cancerogena negli animali. La possibilita' di un effetto simile deve essere tenuta in considerazione quando si predispone il trattamento a lungo termine del paziente. I pazienti che ricevono citarabina devono essere tenuti sotto stretta sorveglianza medica. Devono essere effettuati frequentemente i conteggi delle piastrine e dei globuli bianchi. La terapia deve essere sospesa o modificata quando la depressione midollare indotta dal farmaco comportauna conta piastrinica al di sotto di 50.000 mm^3 o una conta di leuco citi polimorfonucleati al di sotto di 1.000 mm^3. Il conteggio degli elementi formati nel sangue periferico puo' continuare a scendere dopo la sospensione del farmaco, e raggiungere i valori piu' bassi dopo intervalli liberi dal farmaco di cinque-sette giorni. Se indicato, il trattamento puo' essere ripreso quando si manifestano segni precisi di recupero dell'attivita' midollare (in esami successivi del midollo osseo). Si puo' perdere il controllo della malattia per quei pazienti ai quali e' stata sospesa la somministrazione del farmaco fino a quando nonsi raggiungono valori ematici periferici 'normali'. E' stata riportat a neuropatia periferica del motorio e del sensorio dopo consolidamentocon dosi elevate di citarabina, daunorubicina e asparaginasi in pazie nti adulti affetti da leucemia acuta non linfocitica. I pazienti trattati con dosi elevate di citarabina devono essere osservati per la neuropatia, dal momento che possono essere necessarie variazioni dello schema posologico per evitare l'insorgenza di disturbi neurologici irreversibili. In seguito alla somministrazione di citarabina secondo schemiposologici elevati sono stati riportati tossicita' polmonare grave e in alcuni casi fatale, sindrome da distress respiratorio nell'adulto ed edema polmonare. In seguito a somministrazione endovenosa rapida, i pazienti sono frequentemente affetti da nausea e vomito che si possonoprotrarre anche per alcune ore. Questo problema e' generalmente minor e quando il medicinale viene somministrato per infusione. Sono stati riportati dolore addominale (peritonite) e colite positiva al test al guaiaco, con associate neutropenia e trombocitopenia, in pazienti trattati con dosi convenzionali di citarabina in associazione ad altri medicinali. I pazienti hanno risposto ad un intervento medico di tipo non chirurgico. E' stata segnalata una paralisi ascendente progressiva ritardata, che e' risultata fatale, in bambini affetti da AML in seguito alla somministrazione intratecale ed endovenosa di dosi convenzionali di citarabina in associazione ad altri medicinali. Controlli periodicidella attivita' del midollo osseo e della funzionalita' epatica e ren ale devono essere effettuati in pazienti in trattamento con citarabina. Come altri farmaci citotossici, la citarabina puo' indurre iperuricemia secondaria alla rapida lisi delle cellule neoplastiche. Bisogna monitorare i livelli di uricemia del paziente ed essere pronto ad instaurare le misure di supporto e farmacologiche che possono rendersi necessarie per controllare questo problema. La somministrazione di vaccini vivi o vivi-attenuati in pazienti immunocompromessi dagli agenti chemioterapici, compresa la citarabina, puo' provocare infezioni gravi o fatali. La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitata nei pazienti che assumono citarabina. I vaccini uccisi o inattivati possono essere somministrati; tuttavia la risposta a tali vaccini potrebbe essere ridotta. Dosi elevate Il rischio di effetti indesiderati sul SNC e' maggiore nei pazienti che hanno gia' avuto un trattamento al SNC come la chemioterapia intratecale o la radioterapia. La trasfusione concomitante di granulociti deve essere evitata in quanto e' stata segnalata una grave insufficienza respiratoria. Casi di cardiomiopatia con successivo decesso sono stati riportati dopo terapia sperimentale con dosi elevate di citarabina in associazione con ciclofosfamide quando viene utilizzata in preparazione al trapianto di midollo osseo.

Interazioni

La 5-fluorocitosina non deve essere somministrata con citarabina, perche' e' stato dimostrato che l'efficacia terapeutica della 5-fluorocitosina viene abolita durante questa terapia. Digossina: diminuzioni reversibili delle concentrazioni plasmatiche allo steady-state della digossina e dell'escrezione del glicoside renale sono state osservate in pazienti riceventi beta-acetildigossina con regimi chemioterapici contenenti ciclofosfamide, vincristina e prednisone con o senza citarabina oprocarbazina. Le concentrazioni plasmatiche di digossina allo steady- state non apparivano cambiate. Pertanto, puo' essere indicato il monitoraggio dei livelli plasmatici di digossina nei pazienti in trattamento con simili regimi di chemioterapia. L'impiego della digitossina in questi pazienti puo' essere considerato come un'alternativa. Gentamicina: uno studio di interazione in vitro tra la gentamicina e la citarabina ha dimostrato un antagonismo correlato alla citarabina nella suscettibilita' dei ceppi K. pneumoniae. Nei pazienti trattati con citarabina che ricevono la gentamicina per un'infezione da K. pneumoniae, l'assenza di una pronta risposta terapeutica puo' indicare la necessita' diuna rivalutazione della terapia antibatterica. Uso di citarabina da s ola o in associazione ad altri agenti immunosoppressori: a causa dell'azione immunosoppressiva di citarabina iniettabile, infezioni virali, batteriche, fungine, parassitarie o saprofite, in qualsiasi parte del corpo, possono essere associate all'uso di citarabina da sola o in associazione ad altri agenti immunosoppressori a seguito di dosi immunosoppressive che influenzano l'immunita' cellulare o umorale. Queste infezioni possono essere lievi, ma possono essere gravi e talvolta fatali.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati causati dalla citarabina sono dose-dipendenti. I piu' comuni sono effetti indesiderati gastrointestinali. La citarabina e' tossica per il midollo osseo e provoca effetti indesiderati ematologici. Infezioni e infestazioni. Non comune: sepsi, cellulite nel sito di iniezione; non nota: polmonite, ascesso epatico. Tumori benigni, maligni e non specificati. Non comune: lentigo. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia, megaloblastosi, leucopenia, trombocitopenia; non nota: reticolocitopenia. La gravita' di queste reazioni e' dipendente dalla dose e dallo schema posologico. Possono presentarsi variazioni della morfologia delle cellule del midollo osseo e degli strisci periferici. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: anafilassi; non nota: edema allergico. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia, iperuricemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: a dosi elevate, influenza cerebellare o cerebrale con deterioramento del livello di coscienza, disartria, nistagmo; non comune: cefalea, neuropatia periferica; non nota: neurotossicita', neuriti, capogiri. Patologie dell'occhio. Comune: congiuntivite emorragica reversibile, cheratite; non nota: congiuntivite. Patologie cardiache. Non comune: pericardite; molto raro: aritmia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: polmonite, dispnea, mal di gola. Patologie gastrointestinali. Comune: disfagia, dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, infiammazione o ulcerazione orale/ anale; non comune: esofagite, ulcerazione esofagea, pneumatosi cistoide intestinale, colite necrotizzante, peritonite; non nota: pancreatite. Patologie epatobiliari. Comune: effetti reversibili sul fegato con aumento dei livelli enzimatici; non comune: ittero; non nota: disfunzione epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: effetti indesiderati reversibili alla pelle, come eritema, dermatite bollosa, orticaria, vasculite, alopecia; non comune: ulcerazione cutanea, prurito, dolore bruciante ai palmi delle mani e alle piante dei piedi; molto raro: idradenite eccrina neutrofilica; non nota: efelidi, rash cutaneo. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: mialgia, artralgia. Patologie renali e urinarie. Comune: compromissione renale, ritenzione urinaria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: febbre, tromboflebite nella sede di iniezione; non comune: dolore toracico. Sindrome da citarabina (Ara-C) (Effetto immunoallergico): 6-12 ore dopo l'inizio della terapia possono verificarsi febbre, mialgia, dolore osseo, occasionalmente dolore toracico, esantema, congiuntivite e nausea. Si puo' considerare la somministrazione di corticosteroidi come profilassi e terapia. Se i corticosteroidi sono efficaci, e' possibile continuare la terapia con la citarabina. >>Effetti indesiderati dovuti ad un trattamento con dosi elevate di citarabina, oltre a quelli visti con dosi convenzionali includono. Tossicita' ematologica: vista come pancitopenia profonda che puo' durare 15-25 giorni con piu' grave aplasia del midollo osseo che viene osservata a dosi convenzionali. In seguito a terapia condosi elevate sono state anche segnalate neuropatie periferiche motori e e sensorie. L'incidenza negli anziani (>55 anni) puo' essere superiore. Altri fattori predisponenti sono la compromissione della funzionalita' epatica e renale, il precedente trattamento del SNC e l'abuso di alcol. Nella maggior parte dei casi le alterazioni a carico del SNC sono reversibili. Il rischio di tossicita' a carico del SNC aumenta se il trattamento con citarabina - somministrato ad alte dosi per via endovenosa - e' associato con un altro trattamento tossico per il SNC, come la radioterapia o ad alte dosi. Tossicita' corneale e congiuntivale:sono state descritte lesioni della cornea e congiuntiviti emorragiche . Questi fenomeni possono essere pervenuti o ridotti installando corticosteroidi in gocce oculari. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: rash cutaneo che induce desquamazione, alopecia. Infezioni virali, batteriche, micotiche, parassitiche o saprofitiche, a qualsiasi localizzazione corporea, possono essere associate all'uso di citarabinada sola o in combinazione con altri agenti immunosoppressivi, in segu ito alla somministrazione di dosaggi che influenzano l'immunita' cellulare o umorale. Queste infezioni possono essere lievi, ma anche gravi.E' stata descritta una sindrome da citarabina. E' caratterizzata da f ebbre, mialgia, dolore osseo, occasionalmente dolore toracico, rash maculopapulare, congiuntivite e malessere. Usualmente si manifesta dopo 6-12 ore dalla somministrazione del medicinale. La somministrazione dicorticosteroidi e' risultata efficace nel trattamento o nella prevenz ione di questa sindrome. Se i sintomi della sindrome sono sufficientemente gravi da richiedere trattamento, dovrebbe essere previsto sia l'impiego dei corticosteroidi che la continuazione della terapia con citarabina. Patologie gastrointestinali: particolarmente nel trattamento con dosi elevate di citarabina, oltre ai sintomi comuni, possono verificarsi reazioni piu' gravi. Sono state segnalate perforazione o necrosiintestinale con ileo e peritonite. Dopo la terapia a dosi elevate son o stati osservati ascessi epatici, epatomegalia, sindrome di Budd-Chiari (trombosi venosa epatica) e pancreatite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: possono svilupparsi segni clinici simili a quelli presenti nell'edema polmonare/nella ARDS, soprattutto nella terapia a dosi elevate. La reazione e' probabilmente causata da una lesionecapillare alveolare. E' difficile effettuare una valutazione della fr equenza, perche' in genere i pazienti hanno una ricaduta, dove altri fattori possono contribuire a questa reazione. Dopo la terapia con citarabina, sono state segnalate cardiomiopatia e rabdomiolisi. E' stato segnalato un caso di anafilassi che ha portato ad arresto cardiopolmonare per il quale e' stata necessaria la rianimazione. Questo evento si e' verificato subito dopo la somministrazione endovenosa di citarabina. Gli effetti indesiderati gastrointestinali sono ridotti se la citarabina viene somministrata come infusione. Si raccomanda l'uso di glucocorticoidi locali quale profilassi della congiuntivite emorragica. Amenorrea e azoospermia: l'uso intratecale di citarabina non e' raccomandato; tuttavia, con questo tipo di uso sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati. Reazioni sistemiche previste: mielosoppressione, nausea, vomito. Occasionalmente, e' stata riferita grave mielotossicita' persino con conseguente quadriplegia e paralisi, encefalopatia necrotizzante, cecita' e altre neurotossicita' isolate.

Gravidanza e allattamento

La citarabina e' nota avere azione teratogena in alcune specie animali. L'uso di citarabina in donne in gravidanza, o che possono diventarlo, deve essere effettuato soltanto dopo aver preso in considerazione i potenziali benefici e rischi. Le donne devono fare uso di metodi anticoncezionali efficaci durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo il trattamento. Questo medicinale non deve essere normalmente somministratoa pazienti che sono in gravidanza o alle madri che allattano al seno. Gli studi di fertilita', per valutare la tossicita' riproduttiva di c itarabina non sono stati condotti. L'inibizione delle gonadi, con conseguente amenorrea o azoospermia, puo' verificarsi nei pazienti che assumono citarabina, specialmente in associazione con gli agenti alchilanti. In generale, questi effetti sembrano essere correlati alla dose e durata della terapia e possono essere irreversibili. Dato che citarabina ha un potenziale mutageno che puo' provocare un danno cromosomico negli spermatozoi umani, i maschi sottoposti a trattamento con citarabina e le loro partner devono essere avvertiti di usare un metodo contraccettivo affidabile durnte il trattamento e fino a sei mesi dopo il trattamento.