Citarabina Ka - Ev 5ml 100mg/Ml

Dettagli:
Nome:Citarabina Ka - Ev 5ml 100mg/Ml
Codice Ministeriale:040894026
Principio attivo:Citarabina
Codice ATC:L01BC01
Fascia:H
Prezzo:11.45
Produttore:Fresenius Kabi Oncology Plc
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +15 a +25 gradi
Scadenza:18 mesi

Denominazione

CITARABINA KABI 100 MG/ML SOLUZIONE INIETTABILE O PER INFUSIONE

Formulazioni

Citarabina Ka - Inf 1ml 100mg/Ml
Citarabina Ka - Ev 5ml 100mg/Ml
Citarabina Ka - Ev 10ml 100mg/Ml
Citarabina Ka - Ev 20ml 100mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Agenti antineoplastici, analoghi della pirimidina.

Principi attivi

Ogni ml di soluzione contiene 100 mg di citarabina. Ogni flaconcino da1 ml contiene 100 mg di citarabina. Ogni flaconcino da 5 ml contiene 500 mg di citarabina. Ogni flaconcino da 10 ml contiene 1 g di citarabina. Ogni flaconcino da 20 ml contiene 2 g di citarabina.

Eccipienti

Acido cloridrico (per regolare il pH), sodio idrossido (per regolare il pH), acqua per preparazioni inettabili.

Indicazioni

Per l'induzione della remissione nella leucemia mieloide acuta nell'adulto e per altre leucemie acute dell'adulto e del bambino.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' alla citarabina o ad uno qualsiasi degli eccipienti di citarabina inettabile. Anemia, leucopenia e trombocitopenia di eziologia non maligna (ad esempio aplasia del midollo osseo), a meno che ilmedico non ritenga che tale trattamento non offra l'alternativa piu' promettente per il paziente. Encefalopatie degenerative e tossiche, soprattutto dopo l'uso di metotrexato o il trattamento con radiazioni ionizzanti

Posologia

Per infusione endovenosa o iniezione o iniezione sottocutanea. L'iniezione sottocutanea e' generalmente ben tollerata e puo' essere raccomandata quando viene utilizzata nel mantenimento della terapia. Citarabina 100 mg/ml non deve essere somministrata per via intratecale. Il trattamento con citarabina deve essere iniziato da o deve svolgersi con laconsultazione di un medico con grande esperienza nel trattamento con farmaci citostatici. Possono essere date solo raccomandazioni generali, poiche' la leucemia acuta e' quasi esclusivamente trattata con associazioni di farmaci citostatici. Raccomandazioni sul dosaggio possono essere in accordo al peso corporeo (mg/kg) o in accordo all'area di superficie corporea (BSA, mg/m^2). Raccomandazioni sul dosaggio possono essere convertite da quelle in termini di peso corporeo a quelle relative alla superficie mediante nomogrammi. Induzione della remissione: ildosaggio di induzione della terapia e lo schema di trattamento varian o a seconda del regime utilizzato. Trattamento continuo: i seguenti regimi di dosaggio sono stati utilizzati per il trattamento continuo nell'induzione della remissione. Iniezione rapida: 2 mg/kg/die e' una dose iniziale ragionevole. Somministrare per 10 giorni. Eseguire la contaematica tutti i giorni. Se non si rileva alcun effetto antileucemico e non c'e' tossicita' apparente, aumentare a 4 mg/kg/die e mantenere fino a che non c'e' evidenza di risposta terapeutica o di tossicita'. Quasi tutti i pazienti possono manifestare tossicita' con queste dosi. 0,5-1,0 mg/kg/die possono essere somministrati in una infusione fino alla durata di 24 ore. I risultati ad un'ora dall'infusione sono stati soddisfacenti nella maggior parte dei pazienti. Dopo 10 giorni la dosegiornaliera iniziale puo' essere aumentata a 2 mg/kg/die soggetta a t ossicita'. Continuare fino a che si verifica la tossicita' o fino la remissione. Trattamento intermittente: i seguenti regimi di dose sono stati utilizzati per il trattamento intermittente in induzione della remissione. 3-5 mg/kg/die sono somministrati per via endovenosa ogni cinque giorni consecutivi. Dopo due-nove giorni di riposo viene somministrato un ulteriore ciclo. Continuare fino a che non si manifesti una risposta o la tossicita'. La prima evidenza del miglioramento del midollo e' stata segnalata verificarsi 7-64 giorni (28 giorni in media) dopol'inizio della terapia. In generale, se un paziente non mostra ne' to ssicita' ne' remissione dopo un adeguato trial, un'attenta somministrazione di dosi piu' elevate e' giustificata. I pazienti hanno tolleratodosi piu' elevate dopo somministrazione per via endovenosa rapida ris petto all'infusione lenta. Questa differenza e' dovuta al rapido metabolismo della citarabina e la conseguente breve durata di azione della dose elevata. Citarabina 100-200 mg/m^2/24 ore, e' stata utilizzata come infusione continua per 5-7 giorni da sola o in associazione con altri agenti citostatici compresa, per esempio, un'antraciclina. Cicli addizionali possono essere somministrati a intervalli di 2-4 settimane, fino al raggiungimento della remissione o di tossicita' non tollerabile. Terapia di mantenimento: il dosaggio di mantenimento e lo schema variano a seconda del regime utilizzato. I seguenti regimi di dosaggio sono stati utilizzati per il trattamento continuo nell'induzione della remissione. La remissione che e' stata indotta da citarabina o da altri farmaci puo' essere mantenuta da un'iniezione endovenosa o sottocutanea di 1 mg/kg una volta o due volte la settimana. Citarabina e' statasomministrata anche in dosi di 100-200 mg/m^2, come infusione continu a per 5 giorni ad intervalli mensili come monoterapia o in associazione con altri citostatici. Dosaggi elevati: citarabina e' somministrata 2-3 g/m^2 sotto stretto controllo medico, in monoterapia o in associazione con altri citostatici, come infusione endovenosa, per 1-3 ore ogni 12 ore per 2-6 giorni (totale di 12 dosi per ciclo). Non deve esseresuperata una dose totale di trattamento di 36 g/m^2. La frequenza di cicli di trattamento dipende dalla risposta al trattamento e dalla tossicita' ematologica e non ematologica. Fare riferimento anche alle precauzioni per i requisiti di interruzione del trattamento. Pazienti pediatrici: non e' stata stabilita la sicurezza nei bambini. Pazienti concompromissione epatica e renale: pazienti con compromissione della fu nzione epatica o renale: il dosaggio deve essere ridotto. La citarabina puo' essere dializzata. Quindi la citarabina non deve essere somministrata immediatamente prima o dopo una dialisi. Pazienti anziani: la terapia con dosaggio elevato nei pazienti di eta' superiore ai 60 anni deve essere somministrata solo dopo un'attenta valutazione rischio beneficio.

Conservazione

Conservare tra i 15 gradi C ed i 25 gradi C. Non refrigerare o congelare.

Avvertenze

La citarabina e' un potente soppressore del midollo osseo. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con pre-esistente soppressione del midollo osseo indotta da farmaco. Dopo la scomparsa delle forme blastiche dal sangue periferico, devono essere eseguiti frequentemente controlli del midollo osseo. Devono essere disponibili tutte le misure idonee alla gestione di complicazioni, anche fatali, della soppressione del midollo osseo (infezione conseguente a granulocitopenia ealla compromissione di altri sistemi di difesa dell'organismo ed emor ragia dovuta a trombocitopenia). Si sono verificate reazioni anafilattiche con il trattamento con citarabina. Sono stati segnalati casi di anafilassi che hanno portato ad arresto cardiopolmonare acuto per i quali e' stata necessaria la rianimazione. Cio' e' avvenuto subito dopo la somministrazione endovenosa di citarabina. Sono state riportate tossicita' gravi a volte fatali del SNC, gastrointestinale e polmonare (diversi da quelli visti con i regimi terapeutici convenzionali di citarabina) a seguito di alcuni schemi sperimentali di dose di citarabina. Queste reazioni comprendono tossicita' corneale reversibile; disfunzione cerebrale e cerebellare, generalmente reversibile; sonnolenza; convulsioni; grave ulcera gastro-intestinale, inclusa pneumatosi cistoide intestinale che porta a peritonite; sepsi e ascessi epatici ed edema polmonare. La citarabina ha dimostrato di essere cancerogena negli animali. La possibilita' di un effetto simile deve essere tenuta presente quando si programma un trattamento a lungo termine del paziente. Precauzioni: sospendere o modificare la terapia quando la depressione del midollo indotta da farmaco ha portato ad una conta piastrinica sotto 50.000 o un numero di polimorfonucleati meno di 1.000 per mm cubo. La conta di elementi formati nel sangue periferico puo' continuare a scendere dopo l'interruzione del farmaco e raggiunge valori piu' bassi dopo intervalli senza farmaco da cinque a sette giorni. Se e' indicato, riavviare la terapia quando si manifestano chiari segnali di riattivazionedel midollo (confermati da tests successivi sulla funzionalita' midol lare). Possono sfuggire al controllo i pazienti in cui il farmaco e' stato sospeso fino al raggiungimento di valori "normali" del sangue periferico. In pazienti adulti affetti da leucemia acuta non linfocitica si sono verificate neuropatie periferiche del motorio e sensoriali dopo consolidamento con dosi elevate di citarabina, daunorubicina e asparaginasi. I pazienti trattati con alte dosi di citarabina devono esseretenuti sotto osservazione per la neuropatia poiche' possono essere ne cessarie variazioni dello schema posologico per evitare alterazioni neurologiche irreversibili. A seguito di programmi di terapia con alte dosi di citarabina si sono verificate gravi e talvolta fatali tossicita' polmonari, sindrome da insufficienza respiratoria ed edema polmonare. Quando sono rapidamente somministrate dosi per via endovenosa, i pazienti hanno spesso nausea e vomito per alcune ore dopo la somministrazione. Questo problema e' generalmente minore quando il farmaco viene infuso. E' stata riportata dolorabilita' addominale (peritonite) e colite positiva al guaiaco, con associata neutropenia e trombocitopenia, in pazienti trattati con dosi convenzionali di citarabina in associazione con altri farmaci. I pazienti hanno risposto ad un intervento medico di tipo non chirurgico. E' stata segnalata una paralisi ascendente progressiva ritardata, che e' risultata fatale, in bambini affetti da leucemia mieloide acuta (AML) in seguito alla somministrazione di citarabina per via endovenosa in dosi convenzionali, in associazione ad altri farmaci. Sia la funzione epatica che renale devono essere monitorate durante la terapia con citarabina. Nei pazienti con pre-esistente insufficienza epatica la citarabina deve essere somministrata solo con la massima cautela. Nei pazienti trattati con citarabina devono essere eseguiti controlli periodici del midollo osseo, del fegato e delle funzioni renali. Citarabina puo' indurre iperuricemia secondaria a rapidalisi delle cellule neoplastiche. Il medico deve monitorare i livelli ematici di acido urico del paziente ed essere pronto ad utilizzare misure di supporto e farmacologiche adatte poiche' puo' essere necessariocontrollare questo problema. Effetti immunosoppressori/aumentata susc ettibilita' alle infezioni. La somministrazione di vaccini vivi o viviattenuati nei pazienti immunocompromessi dagli agenti chemioterapici tra cui la citarabina, puo' causare infezioni gravi o mortali. La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitata nei pazienti trattaticon citarabina. Vaccini uccisi o inattivati possono essere somministr ati, ma la risposta a tali vaccini puo' essere ridotta. Dosi alte: il rischio di effetti collaterali sul SNC e' maggiore nei pazienti che hanno gia' avuto un trattamento al SNC come la chemioterapia intratecaleo la radioterapia. La trasfusione concomitante di granulociti deve es sere evitata in quanto e' stata segnalata una grave insufficienza respiratoria. Casi di cardiomiopatia con successivo decesso sono stati riportati dopo terapia sperimentale con dosi elevate di citarabina in associazione con ciclofosfamide quando viene utilizzata in preparazione al trapianto di midollo osseo. Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose, cioe' essenzialmente "privo di sodio".

Interazioni

5-fluorocitosina non deve essere somministrata con citarabina poiche' e' stato dimostrato che durante tale terapia l'efficacia terapeutica di 5-fluorocitosina viene soppressa. Sono state osservate diminuzioni reversibili delle concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario della digossina e l'escrezione del glicoside renale nei pazienti trattaticon beta-acetildigossina e regimi chemioterapici contenenti ciclofosf amide, vincristina e prednisone con o senza citarabina o procarbazina.Le concentrazioni plasmatiche di digitossina allo stato stazionario n on sembrano cambiare. Pertanto il monitoraggio dei livelli plasmatici di digossina puo' essere indicato nei pazienti trattati con analoghi regimi chemioterapici di associazione. Puo' essere considerato come alternativa l'utilizzo di digitossina per tali pazienti. Uno studio in vitro dell'interazione tra gentamicina e citarabina ha mostrato un antagonismo correlato a citarabina per la suscettibilita' dei ceppi di K.pneumoniae. Nei pazienti in trattamento con citarabina che presentano una infezione da K.pneumoniae trattata con gentamicina, la mancanza di una pronta risposta terapeutica puo' indicare la necessita' di una rivalutazione della terapia antibatterica. A causa dell'azione immunosoppressiva di citarabina infezioni virali, batteriche, fungine, parassitarie o saprofite in qualsiasi parte del corpo possono essere associate all'uso di citarabina da sola o in associazione ad altri agenti immunosoppressori a seguito di dosi immunosoppressive che influenzano l'immunita' cellulare o umorale. Queste infezioni possono essere lievi, ma possono essere gravi e talvolta fatali.

Effetti indesiderati

Le frequenze sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (>=1/10); comune (>=1/100 a <1/10); non comune (>=1/1.000 a <1/100); raro (>=1/10.000 a <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota. Gli effetti indesiderati della citarabina sono dose dipendenti. I piu'comuni sono gli effetti indesiderati gastrointestinali. La citarabina e' tossica per il midollo osseo e causa effetti indesiderati ematolog ici. Infezioni ed infestazioni. Non comune: sepsi (immunosoppressione), cellulite nel sito di iniezione. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Non comune: lentiggine. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia, megaloblastosi, leucopenia, trombocitopenia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia, iperuricemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: a dosi elevate influenza cerebellare o cerebrale con deterioramento del livello di coscienza, disartria, nistagmo; non comune: cefalea, neuropatia periferica. Patologie dell'occhio. Comune: congiuntiviti emorragiche reversibili (fotofobia, bruciore, disturbi visivi, aumentata lacrimazione), cheratite. Patologie cardiache. Non comune: pericardite; moltoraro: aritmia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: polmonite, dispnea, mal di gola. Patologie gastrointestinali. Comune: disfagia, dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, infiamm azione orale/anale o ulcerazioni; non comune: esofagite, ulcerazioni esofagee, pneumatosi intestinale cistoide, colite necrotizzante, peritonite. Patologie epatobiliari. Comune: effetti reversibili sul fegato con livelli enzimatici aumentati. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: effetti indesiderati sulla pelle reversibili, comeeritema, dermatite bollosa, orticaria, vasculite, alopecia; non comun e: ulcerazioni cutanee, prurito, bruciore dei palmi e sotto i piedi; molto raro: idrosadenite eccrina neutrofila. Patologie del sistema muscoloscheletrica e del tessuto connettivo. Non comune: mialgia, artralgia. Patologie renali e urinarie. Comune: insufficienza renale, ritenzione urinaria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: febbre, tromboflebite nel sito di iniezione. Sindrome da Citarabine (Ara-C) (effetto immunoallergico): febbre, mialgia, dolore osseo, dolore al petto occasionale, esantema congiuntivitee nausea possono manifestarsi 6-12 ore dopo l'inizio della terapia. I corticosteroidi possono essere considerati come profilassi e terapia. Se sono efficaci, la terapia con citarabina puo' essere continuata. E ffetti indesiderati dovuti ad un trattamento con dosaggi elevati di citarabina, oltre a quelli visti con dosi convenzionali. Tossicita' ematologica: vista come pancitopenia profonda che puo' durare 15-25 giornicon piu' grave aplasia del midollo osseo che viene osservata a dosi c onvenzionali. Patologie del sistema nervoso: dopo il trattamento con alte dosi di citarabina, i sintomi di influenza cerebrale o cerebellare, come cambiamenti di personalita', la vigilanza alterata, disartria, atassia, tremori, nistagmo, cefalea, confusione, sonnolenza, capogiri,convulsioni, coma, ecc. appaiono nel 8-37% dei pazienti trattati. L'i ncidenza negli anziani (>55 anni) potrebbe essere addirittura superiore. Altri fattori predisponenti sono compromissione del fegato e della funzione renale, un precedente trattamento del SNC (ad esempio, radioterapia) e l'abuso di alcol. Disturbi del SNC sono nella maggioranza dei casi reversibili. Il rischio di tossicita' del SNC aumenta se il trattamento di citarabina somministrata ad alte dosi endovenose e' associato con un altro trattamento tossico per il SNC come la radioterapia oad alte dosi. Tossicita' corneale e congiuntivale: sono state descrit te lesioni della cornea e congiuntiviti emorragiche. Questi fenomeni possono essere prevenuti o ridotti instillando corticosteroidi in gocceoculari. Patologie gastrointestinali: soprattutto in trattamento con alte dosi di citarabina, reazioni piu' gravi possono comparire in aggiunta ai sintomi piu' comuni. Sono state segnalate perforazione intestinale o necrosi con ileo e peritonite. Sono stati osservati ascessi epatici, epatomegalia, sindrome di Budd-Chiari (trombosi venosa epatica) e pancreatite dopo terapia ad alte dosi. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: si possono sviluppare segni clinici come quelli presenti nell'edema polmonare/ARDS, in particolare in terapia ad alte dosi. La reazione e' probabilmente causata da una lesione capillare alveolare. E' difficile fare una valutazione delle frequenze (indicata come 10-26% in diverse pubblicazioni), in quanto i pazienti di solito sono stati in ricaduta, dove altri fattori possono aver contribuito a questa reazione. Altri: a seguito della terapia con citarabina, sono state segnalate cardiomiopatia e rabdomiolisi. E' stato riportato un caso di anafilassi che ha portato ad arresto cardiopolmonare e si e' resanecessaria la rianimazione. Cio' e' avvenuto subito dopo la somminist razione endovenosa di citarabina. Gli effetti indesiderati gastro-intestinali sono ridotti se citarabina viene somministrata per infusione. Glucocorticoidi locali sono raccomandati come profilassi della congiuntivite emorragica. Azoospermia e amenorrea.

Gravidanza e allattamento

La citarabina e' nota per essere teratogena in alcune specie animali. L'uso di citarabina in donne che sono, o che possono diventare, in stato di gravidanza dovrebbe essere intrapreso solo dopo la dovuta considerazione dei potenziali benefici e rischi. Uomini e donne devono utilizzare un contraccettivo efficace durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento. Questo prodotto non deve essere somministrato di norma a pazienti che sono in gravidanza o a madri che allattano al seno. Gli studi di fertilita' per valutare la tossicita' riproduttiva di citarabina non sono stati condotti. L'inibizione delle gonadi, con conseguente amenorrea o azoospermia, puo' verificarsi nei pazienti che assumono citarabina, specialmente in associazione con gli agenti alchilanti. In generale, questi effetti sembrano essere correlati alla dose e durata dellaterapia e possono essere irreversibili. Dato che citarabina ha un pot enziale mutageno, che potrebbe provocare un danno cromosomico negli spermatozoi umani, i maschi sottoposti a trattamento con citarabina e leloro partner devono essere avvertiti di usare un metodo contraccettiv o affidabile.