Coumadin - 30cpr 5mg

Dettagli:
Nome:Coumadin - 30cpr 5mg
Codice Ministeriale:016366027
Principio attivo:Warfarin Sodico
Codice ATC:B01AA03
Fascia:A
Prezzo:2.17
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Bristol-myers Squibb Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:24 mesi

Denominazione

COUMADIN

Formulazioni

Coumadin - 30cpr 5mg

Categoria farmacoterapeutica

Antitrombotici.

Principi attivi

Warfarin sodico.

Eccipienti

Amido, magnesio stearato, acido stearico, lattosio.

Indicazioni

Profilassi e terapia dell'embolia polmonare, della trombosi venosa profonda, della tromboembolia arteriosa associata a fibrillazione atrialecronica, a protesi valvolari cardiache meccaniche o biologiche, a tro mbosi murale intracardiaca, a infarto miocardico acuto. Profilassi delreinfarto.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al warfarin o ad ogni altro componente. E' controindicato in qualunque condizione fisica, localizzata o generale, o in qualsiasi circostanza personale per cui il rischio di emorragia possa essere maggiore del beneficio clinico atteso, come nelle seguenti situazioni. Gravidanza o in pazienti che intendono iniziarne una, poiche' il farmaco attraversa la barriera placentare e puo' causare emorragie fatali del feto in utero. Sono stati anche riportati casi di malformazionicongenite in bambini le cui madri erano state trattate. Tendenze emor ragiche e discrasie ematiche. Intervento chirurgico recente o previstoal: sistema nervoso centrale, occhio, chirurgia traumatica associata a grandi ferite esposte. Tendenze emorragiche associate ad ulcerazioniattive o sanguinamento in atto da: tratto gastrointestinale, genito-u rinario e respiratorio; emorragia cerebrovascolare; aneurisma cerebrale, aneurisma dissecante dell'aorta; pericardite, effusione pericardica; endocarditi batteriche. Minaccia d'aborto, eclampsia e preeclampsia.Strutture di laboratorio inadeguate. Pazienti anziani senza adeguato supporto, alcolismo, psicosi, o altre forme di mancanza di collaborazione da parte del paziente. Puntura lomabare ed altre procedure diagnostiche o terapeutiche che possono causare sanguinamento. Erba di San Giovanni (Hypericum Perforatum): preparazioni a base di Hypericum perforatum non devono essere assunte in contemporanea con warfarin a causa del rischio di decremento dei livelli plasmatici e di diminuzione dell'efficacia terapeutica di warfarin. Miscellanea: anestesia lombare o regionale maggiore, ipertensione maligna, deficit di proteina C, poliartrite.

Posologia

La dose deve essere individualizzata secondo la risposta del paziente al farmaco, come indicato dal monitoraggio giornaliero del tempo di protrombina (PT) ed espresso secondo il Rapporto Internazionale Normalizzato (INR). Una dose di carico elevata puo' aumentare il rischio di emorragia e di altre complicazioni, non offre una protezione piu' rapidacontro la formazione dei trombi e non viene quindi raccomandata. Si r accomandano dosi iniziali basse nei pazienti anziani, debilitati o chepossono avere un INR maggiore di quello previsto in risposta al farma co. Si raccomanda di iniziare la terapia usando dosi da 2.5 a 5 mg al giorno con aggiustamenti del dosaggio basati sulle determinazioni dell'INR. La maggior parte dei pazienti viene mantenuta a dosaggi da 2,5 a10 mg al giorno con risultati soddisfacenti. La dose individuale e gl i intervalli di somministrazione devono essere determinati in base ai valori di INR del paziente. La durata della terapia e' individuale; ingenere, la terapia anticoagulante deve essere continuata finche' e' s uperato il rischio di trombosi ed embolia. Essendo a disposizione datilimitati, nei pazienti con valvole cardiache biologiche, si raccomand a la terapia con warfarin (INR 2-3) per 12 settimane a partire dall'inserimento della valvola. Una terapia a piu' lungo termine deve essere presa in considerazione per i pazienti con fattori di rischio aggiuntivi, quali fibrillazione atriale o pregressa tromboembolia. In caso di INR maggiore di 5 il paziente deve immediatamente sospendere l'assunzione. Non sono disponibili informazioni sufficienti provenienti da studi clinici controllati sull'uso nei bambini. Sono raccomandate dosi iniziali basse nei pazienti anziani e/o pazienti debilitati. Con eparina:dato che intercorre un intervallo di circa 12-18 ore fra la somminist razione della dose iniziale ed il prolungamento terapeutico del tempo di protrombina e un ritardo di 36-72 ore per il raggiungimento dell'effetto anticoagulante globale, in situazioni di emergenza (es. embolia polmonare), somministrare inizialmente eparina sodica insieme aal farmaco.

Conservazione

Non conservare al di sopra di 30 gradi C.

Avvertenze

I rischi piu' gravi associati alla terapia anticoagulante con warfarinsodico sono emorragie nei tessuti o organi e, meno frequentemente (0. 1%), necrosi e/o cancrena cutanea e di altri tessuti. Il rischio di emorragia e' correlato all'intensita' e alla durata della terapia anticoagulante. In alcuni casi e' stato riportato che emorragia e necrosi hanno provocato la morte o invalidita' permanente. La necrosi sembra essere associata a trombosi locale e generalmente appare pochi giorni dopo l'inizio della terapia anticoagulante. In casi di grave necrosi e' stata necessaria la rimozione chirurgica o l'amputazione dei tessuti coinvolti, dell'arto, della mammella o del pene. Deve essere effettuata una diagnosi attenta per determinare se la necrosi possa essere causata da una patologia preesistente, non diagnosticata. Se si sospetta chewarfarin sia la causa della necrosi, la terapia deve essere interrott a e si puo' prendere in considerazione una terapia anticoagulante con eparina. Sebbene siano stati provati vari trattamenti per la necrosi, nessuno si e' dimostrato uniformemente efficace. Questi ed altri rischi associati alla terapia anticoagulante devono essere valutati rispetto al rischio di trombosi o di embolizzazione in pazienti non trattati.Tenere sempre presente che il trattamento di ciascun paziente e' una questione altamente individualizzata. Molti fattori, quali assunzione di altri farmaci e di Vitamina K attraverso la dieta, possono avere uneffetto sul prodotto che e' un farmaco con un indice terapeutico rist retto. Il dosaggio deve essere controllato attraverso determinazioni periodiche del tempo di protrombina (PT)/ Rapporto Internazionale Normalizzato (INR) o altri test di coagulazione idonei. La determinazione della coagulazione del sangue intero e del tempo di sanguinamento non sono misure efficaci per il controllo della terapia. L'eparina prolungail tempo di protrombina. Prestare molta attenzione quando il medicina le e' somministrato a pazienti con fattori di predisposizione che possano aumentare il rischio di emorragia, necrosi e/o cancrena. La terapia anticoagulante puo' aumentare il rilascio di placche ateromatose emboliche e quindi innalzare il rischio di complicazioni dovute a microembolizzazione colesterinica, compresa la sindrome delle dita porporine.Quando si presentano questi fenomeni, si consiglia di interrompere la terapia. Gli ateroemboli sistemici e i microemboli colesterinici si p ossono manifestare con una serie di segni e sintomi fra cui: sindrome delle dita porporine, livedo reticularis, rash cutaneo, cancrena, dolore intenso e improvviso alle gambe, ai piedi o alle dita dei piedi; ulcere ai piedi; mialgia, cancrena del pene; dolore addominale, dolore alla schiena o al fianco; ematuria; insufficienza renale; ipertensione;ischemia cerebrale; infarto del midollo spinale; pancreatite; sintomi che simulano poliarterite o ogni altra conseguenza della compromissio ne vascolare dovuta ad occlusione embolica. Gli organi viscerali piu' comunemente coinvolti sono i reni, seguiti da pancreas, milza e fegato. Alcuni casi hanno portato fino a necrosi o morte. La sindrome delle dita porporine e' una complicazione della terapia anticoagulante oralecaratterizzata da un colore scuro, violaceo o chiazzato delle dita de i piedi; generalmente si manifesta 3-10 settimane, o piu', dopo l'inizio della terapia con warfarin o composti analoghi. Le caratteristiche primarie di questa sindrome sono: colore violaceo della superficie plantare e laterale delle dita dei piedi, tale colorazione si attenua conuna moderata pressione, mentre si intensifica con il sollevamento del le gambe; dolore e sensibilita' delle dita; intensificazione e diminuzione della colorazione nel tempo. Benche' venga riportato che la sindrome delle dita porporine sia reversibile, ci sono stati casi che hannoportato a cancrena o necrosi, per i quali puo' essere stato necessari o intervenire con asportazione chirurgica delle parti lese o anche conamputazione. Usare con cautela nei pazienti con trombocitopenia epari no-indotta e trombosi venosa profonda, in cui si sono verificati casi di ischemia venosa agli arti, necrosi e cancrena, quando il trattamento con eparina e' stato interrotto e la terapia con warfarin iniziata ocontinuata. In alcuni pazienti le conseguenze hanno portato ad amputa zione delle parti lese e/o a morte (Warkentin et al, 1997). Un forte innalzamento (>50 secondi) del tempo di tromboplastina parziale attivata (APTT) con un PT/INR nell'intervallo desiderato e' stato identificato come un indice di aumentato rischio di emorragia postoperatoria. La decisione di somministrare farmaci anticoagulanti nelle seguenti situazioni deve essere presa valutando il rapporto rischio/beneficio della terapia anticoagulante: moderata insufficienza epatica o renale; malattie infettive o disturbi nella flora intestinale; trauma che puo' portare ad emorragie interne; operazioni chirurgiche o traumi risultanti in ampie ferite esposte; cateteri fissi; ipertensione grave o moderata;deficit noto o sospetto di proteina C; miscellanea. Sono state riport ate lievi e gravi reazioni allergiche, di ipersensibilita' e anafilattoidi. Pazienti con insufficienza cardiaca congestizia possono mostrareun PT/INR maggiore del previsto, quindi sono necessari piu' frequenti controlli di laboratorio e dosi di prodotto ridotte. L'uso concomitan te di anticoagulanti e streptochinasi o urachinasi non e' consigliato e puo' essere pericoloso. L'erba di San Giovanni (hypericum perforatum) puo' diminuire l'effetto del farmaco.

Interazioni

E' essenziale che vengano effettuati controlli periodici del PT/INR o di altri adeguati test di coagulazione. Numerosi fattori esogeni ed endogeni, da soli o in combinazione, inclusi viaggi, variazioni della dieta, fattori ambientali, stato fisico e assunzione di altri medicinali, possono influenzare la risposta del paziente agli anticoagulanti. Solitamente e' buona norma controllare la risposta del paziente con ulteriori determinazioni del PT/INR nel periodo immediatamente successivo alla dimissione dall'ospedale e ogni qualvolta vengano assunti, sospesi o presi irregolarmente altri medicinali I medicinali possono interagire con questo attraverso meccanismi farmacodinamici o farmacocinetici. I meccanismi farmacodinamici alla base dell'interazioni farmacologiche sono: sinergismo (disordini dell'emostasi, sintesi ridotta dei fattori della coagulazione); antagonismo competitivo (vitamina K); disfunzioni nel controllo fisiologico del metabolismo della vitamina K (resistenza ereditaria). I meccanismi farmacocinetici alla base dell'interazione farmacologiche sono prevalentemente dovuti a induzio e enzimatica, inibizione enzimatica e legame ridotto alle proteine plasmatiche. E'importante notare che alcuni farmaci possono interagire con il medici nale con piu' di un meccanismo. L'efficacia terapeutica di warfarin potrebbe essere ridotta dalla somministrazione contemporanea di preparazioni a base di erba di San Giovanni (Hypericum perforatum). Monitorareattentamente i valori di INR, in quanto questi potrebbero aumentare d opo l'interruzione dell'assunzione di Hypericum perforatum. Il dosaggio di warfarin potrebbe necessitare di un aggiustamento. Inoltre: dietaad alto contenuto di vitamina K e determinazioni inaffidabili del PT/ INR. Devono essere tenuti sotto controllo anche i pazienti che assumono medicinali per cui non e' stata dimostrata alcuna interazione con i farmaci appartenenti alla famiglia delle cumarine; ogni volta si inizia o si sospende la terapia con questi medicinali, si devono controllare piu' frequentemente i valori di PT/INR. E' stato riportato che l'assunzione contemporanea di warfarin e ticlopidina puo' essere associata a epatite colestatica. Questo prodotto interferisce anche con l'azionedi altri medicinali, puo' infatti causare l'accumulo di ipoglicemizza nti orali (cloropropamide e tolbutamide) e di alcuni anticonvulsivanti(difenilidantoina e fenobarbitale), puo' inoltre interferire con il l oro metabolismo ed escrezione. Usare con cautela in pazienti anziani odebilitati o in ogni condizione o situazione fisica che aumenti il ri schio di emorragia. Le iniezioni intramuscolo di altri medicinali devono essere effettuate nella parte superiore del corpo in modo che ci sia facile accesso per la compressione manuale, per il controllo di un eventuale sanguinamento e per apporre bende comprimenti. Prestare attenzione quando viene somministrato contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), compresa aspirina, accertandosi che non siano necessari cambiamenti nel dosaggio dell'anticoagulante. I FANS, compresa aspirina, oltre ad avere una specifica interazione farmacologica con il medicinale che puo' modificare i valori di PT/INR, possono di per se' inibire l'aggregazione piastrinica e causare sanguinamento gastrointestinale ed ulcerazioni e/o perforazioni gastrointestinali. Se sono necessarie alte dosi per mantenere il PT/INR del paziente nel normale intervallo terapeutico, prendere in considerazione l'ipotesi diuna resistenza al warfarin acquisita o ereditaria. Non sono stati eff ettuati studi di mutagenesi e carcinogenesi, ne' sono stati valutati isui effetti sulla riproduzione. L'uso in pediatria e' ben documentato per il trattamento e la prevenzione di eventi tromboembolici. E' stat o riportato che nei bambini puo' essere difficile raggiungere e mantenere un PT/INR nell'intervallo terapeutico. Si consigliano determinazioni del PT/INR piu' frequenti. Pazienti al di sopra dei 60 anni mostrano un PT/INR maggiore del previsto in risposta all'effetto anticoagulante di warfarin. E' controindicato in pazienti anziani senza un adeguato supporto. Prestare attenzione nel somministrare warfarin a pazienti anziani in ogni situazione o condizione fisica che aumenti il rischio di emorragia. Nei pazienti anziani si raccomandano basse dosi iniziali.

Effetti indesiderati

Emorragia fatale o non fatale in qualsiasi tessuto od organo. Questa e' una conseguenza dell'effetto anticoagulante. I segni, i sintomi e lagravita' variano in relazione alla posizione, al grado e all'estensio ne del sanguinamento. Le complicazioni emorragiche si possono presentare come paralisi; parestesia; mal di testa, dolore al petto, all'addome, alle articolazione, dolore muscolare o di altro tipo; vertigini, fiato corto, difficolta' nel respirare o nell'ingoiare; gonfiore insolito; debolezza; ipotensione o shock non spiegabile. Percio' in ogni paziente, in trattamento con anticoagulanti, con un disturbo per cui non ci sia una diagnosi ovvia, bisogna considerare la possibilita' di un'emorragia. Il sanguinamento durante terapia anticoagulante non sempre e'correlato con i valori di PT/INR. Il sanguinamento che avviene quando il PT/INR e' all'interno dell'intervallo terapeutico giustifica un'in dagine diagnostica, poiche' puo' mascherare una precedente lesione nonsospettata, es. tumore, ulcera, ecc. - Necrosi cutanea o di altri tes suti. Effetti collaterali che si sono presentati raramente sono: ipersensibilita'/reazioni allergiche, microembolizzazione colesterinica sistemica, sindrome della dita porporine, epatite, danno epatico colestatico, ittero, innalzamento degli enzimi epatici, vasculite, edema, febbre, rash, dermatite, incluse eruzioni bollose, orticaria, dolore addominale inclusi crampi, flatulenza/meteorismo, faticabilita' , letargia,malessere, astenia, nausea, vomito, diarrea, dolore, mal di testa, ve rtigini, alterazione del gusto, prurito, alopecia, intolleranza al freddo e parestesia con sensazione di freddo e brividi. Raramente, in seguito ad uso prolungato del medicinale, sono stati riportati casi di calcificazione tracheale e tracheobronchiale di cui non e' noto il significato clinico. Il priapismo e' stato associato all'uso di anticoagulanti, comunque non e' stata stabilita una connessione causale.

Gravidanza e allattamento

E' controindicato in gravidanza. In donne esposte a warfarin durante il primo trimestre della gravidanza sono state riportate embriopatie caratterizzate da ipoplasia nasale con o senza epifisi appuntite (crondrodisplasia puntata). Sono state riportate anche anomalie del sistema nervoso centrale fra cui displasia della linea mediana dorsale, caratterizzata da agenesi del corpo calloso; malformazione di Dandy-Walker e atrofia cerebellare della linea mediana. E' stata osservata displasia della linea mediana ventrale, caratterizzata da atrofia ottica e anormalita' dell'occhio. L'esposizione al warfarin durante il secondo e il terzo trimestre e' stata associata a ritardo mentale, cecita', e altreanomalie del sistema nervoso centrale. Anche se raramente, con esposi zione in utero al warfarin sono state riportate anomalie delle vie urinarie come monorene, asplenia, anenecefalia, spina bifida, paralisi dei nervi cranici, idrocefalo, difetti cardiaci e malattie cardiache congenite, polidattilia, deformita' delle dita dei piedi, ernia diaframmatica, leucoma della cornea, palatoschisi, cheiloschisi, schizoencefalie, microencefalia. E' noto che possono verificarsi aborto spontaneo e mortalita' fetale, inoltre un piu' alto rischio di mortalita' fetale e' associato con l'uso di warfarin. Sono stati anche riportati neonati sottopeso e ritardi nella crescita. Le donne in eta' fertile, che sonocandidate alla terapia anticoagulante, devono essere attentamente esa minate e deve essere effettuata una valutazione ragionevole delle indicazioni insieme alla paziente. Se una paziente inizia una gravidanza mentre sta prendendo questo farmaco, deve essere avvertita del potenziale rischio per il feto e, alla luce di questi rischi, puo' essere considerata la possibilita' di un'interruzione di gravidanza. Il medicinale e' presente nel latte materno in forma non attiva. I bambini allattati al seno da madri trattate non hanno avuto cambiamenti nei tempi di protrombina (PT). Gli effetti sui neonati prematuri non sono stati valutati.