Dacarbazina Medac - 1fl 500mg

Dettagli:
Nome:Dacarbazina Medac - 1fl 500mg
Codice Ministeriale:033645033
Principio attivo:Dacarbazina Citrato
Codice ATC:L01AX04
Fascia:C
Prezzo:59.4
Produttore:Medac Pharma Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Polvere per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:36 mesi

Denominazione

DACARBAZINA MEDAC

Formulazioni

Dacarbazina Medac - 10fl 100mg
Dacarbazina Medac - 10fl 200mg
Dacarbazina Medac - 1fl 500mg
Dacarbazina Medac - 1fl 1000mg

Categoria farmacoterapeutica

Sostanze alchilanti.

Principi attivi

Dacarbazina.

Eccipienti

Acido citrico anidro e mannitolo.

Indicazioni

Trattamento di pazienti con melanoma maligno metastatizzato. Altre indicazioni per la somministrazione di dacarbazina nell'ambito di un regime chemioterapico di combinazione sono: morbo di Hodgkin in stadio avanzato; sarcoma dei tessuti molli in stadio avanzato negli adulti (ad eccezione del mesotelioma e del sarcoma di Kaposi).

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' alla dacarbazina o ad uno qualsiasi degli eccipienti,gravidanza o allattamento, in pazienti con leucopenia e/o trombocitop enia, in pazienti con gravi malattie renali o epatiche.

Posologia

L'uso della dacarbazina deve essere limitato a medici specialisti rispettivamente in oncologia ed ematologia. La dacarbazina e' sensibile all'esposizione alla luce. Tutte le soluzioni ricostituite devono esseretenute al riparo dalla luce anche durante la somministrazione utilizz ando mezzi appropriati (set per infusione resistenti alla luce). Durante l'iniezione si deve procedere con cautela per evitare lo stravaso nei tessuti che provoca dolore locale e danno tissutale. In caso di stravaso, si deve sospendere immediatamente l'iniezione e si deve introdurre l'eventuale dose restante in un'altra vena. E' possibile usare i seguenti regimi. Per ulteriori informazioni consultare la letteratura scientifica corrente. Melanoma maligno: la dacarbazina puo' essere somministrata in monoterapia a dosi di 200-250 mg/m^2 di area di superficie corporea/die mediante iniezioni endovenose (EV) per 5 giorni a intervalli di 3 settimane. In alternativa a un'iniezione EV in bolo e' possibile somministrare la dacarbazina come infusione a breve termine (nell'arco di 15-30 minuti). E' anche possibile somministrare 850 mg/m^2 di area di superficie corporea al giorno 1 e quindi a intervalli di 3 settimane mediante un'infusione endovenosa. Morbo di Hodgkin La dacarbazina viene somministrata, ogni 15 giorni, per via EV alla dose giornaliera di 375 mg/m^2 di area di superficie corporea in combinazione con doxorubicina, bleomicina e vinblastina (regime ABVD). Sarcoma dei tessuti molli negli adulti: per i sarcomi dei tessuti molli negli adulti la dacarbazina viene somministrata per via EV a dosi giornaliere di 250mg/m^2 di area di superficie corporea (giorni 1-5) in combinazione co n doxorubicina a intervalli di 3 settimane (regime ADIC). Durante il trattamento con dacarbazina si deve effettuare un monitoraggio frequente delle conte ematiche e della funzione epatica e renale. Poiche' sonofrequenti gravi reazioni intestinali, si consiglia l'adozione di misu re antiemetiche e di supporto. Poiche' possono verificarsi gravi disturbi gastrointestinali ed ematologici, si raccomanda una valutazione estremamente accurata dei rischi e dei benefici prima di ogni ciclo di terapia con la dacarbazina. Durata della terapia: decidere su base individuale la durata della terapia tenendo conto del tipo e dello stadio della malattia sottostante, della terapia di combinazione somministrata, della risposta alla dacarbazina e dei relativi effetti avversi. Peril morbo di Hodgkin in stadio avanzato si raccomandano generalmente 6 cicli di terapia di combinazione ABVD. Nel melanoma maligno metastati zzato e nel sarcoma dei tessuti molli in stadio avanzato la durata deltrattamento dipende dall'efficacia e dalla tollerabilita' nel singolo paziente. Velocita' di somministrazione: le dosi fino a 200 mg/m^2 po ssono essere somministrate mediante un'iniezione endovenosa lenta, e quelle superiori (da 200 a 850 mg/m^2) devono essere somministrate mediante un'infusione EV nell'arco di 15-30 minuti. Si raccomanda di verificare prima la pervieta' venosa irrigando la vena con 5-10 ml di soluzione per infusione di cloruro di sodio o glucosio al 5 %. Le stesse soluzioni devono essere usate dopo l'infusione per eliminare eventuali residui di farmaco dalla cannula. Dopo la ricostituzione con acqua per preparazioni iniettabili senza l'ulteriore diluizione con una soluzione per infusione di sodio cloruro o glucosio al 5 %, le preparazioni didacarbazina 100 mg e 200 mg sono iposmolari (ca. 100 mOsmol/kg) e dev ono pertanto essere somministrate mediante un'iniezione endovenosa lenta, p.es. nell'arco di 1 minuto, anziche' mediante un bolo endovenoso rapido effettuato in alcuni secondi. Pazienti con insufficienza renale/epatica: nei casi di sola insufficienza renale o epatica da lieve a moderata, una riduzione della dose non e' generalmente necessaria. Nei pazienti con compromissione sia renale che epatica l'eliminazione della dacarbazina richiede piu' tempo. Tuttavia, al momento non e' possibile fornire raccomandazioni convalidate sulla riduzione della dose. Pazienti anziani: poiche' l'esperienza nei pazienti anziani e' limitata, non e' possibile fornire istruzioni particolari per l'uso in questa popolazione. Bambini: non e' possibile fornire raccomandazioni particolari per l'uso della dacarbazina nel gruppo di eta' pediatrica fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Tenere il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.Anche le soluzioni ricostituite devono essere tenute al riparo dalla luce.

Avvertenze

Si raccomanda che la la dacarbazina deve essere somministrata solo sotto la supervisione di un medico specialista in oncologia, in presenza delle apparecchiature necessarie per il monitoraggio costante di tuttigli effetti clinici, biochimici ed ematologici, durante e dopo la ter apia. Qualora si manifestino sintomi di disfunzione epatica o renale odi una reazione di ipersensibilita', occorre interrompere immediatame nte la terapia. In caso di malattia veno-occlusiva del fegato e' controindicato proseguire la terapia con la dacarbazina. Prestare attenzione a una grave complicanza della terapia che si verifica raramente ed e' dovuta alla necrosi epatica causata dall'occlusione delle vene intraepatiche. Occorre pertanto effettuare frequenti monitoraggi delle dimensioni e della funzione del fegato nonche' delle conte ematiche (in particolare degli eosinofili). In singoli casi di sospetta malattia veno- occlusiva e' risultata efficace una terapia precoce a base di corticosteroidi a dosi elevate (p.es. idrocortisone 300 mg/die) con o senza agenti fibrinolitici come l'eparina o l'attivatore del plasminogeno tissutale. Una terapia a lungo termine puo' causare tossicita' cumulativa del midollo osseo. La possibile depressione del midollo osseo richiede un attento monitoraggio dei livelli dei globuli bianchi, dei globuli rossi e delle piastrine. La tossicita' emopoietica puo' giustificareuna sospensione temporanea o la cessazione della terapia. Lo stravaso del farmaco durante la somministrazione EV puo' provocare danno tissu tale e dolore di grado severo. Inoltre la dacarbazina e' un agente immunosoppressore moderato. Durante la chemioterapia si deve evitare l'uso di farmaci epatotossici e il consumo di alcool. Misure contraccettive: si consiglia agli uomini di adottare misure contraccettive durante la terapia e nei 6 mesi successivi alla sua cessazione. Somministrazione della dacarbazina in eta' pediatrica: non si raccomanda l'uso delladacarbazina in eta' pediatrica fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati. La dacarbazina deve essere manipolata in base alle procedure standard per i farmaci citostatici con effetti mutageni, cancerogeni e teratogeni.

Interazioni

Se un trattamento precedente o concomitante ha avuto o ha effetti avversi a carico del midollo osseo (in particolare agenti citostatici, radiazioni), sono possibili interazioni mielotossiche. Non sono stati condotti studi sulla presenza di un metabolismo dei fenotipi ma e' stata identificata l'idrossilazione del composto progenitore in metaboliti con attivita' antitumorale. La dacarbazina e' metabolizzata dal citocromo P450 (CYP1A1, CYP1A2 e CYP2E1). Occorre tenerlo presente in caso dico-somministrazione con altri farmaci metabolizzati dagli stessi enzi mi epatici. La dacarbazina puo' potenziare gli effetti del metossipsoralene a causa della fotosensibilita'.

Effetti indesiderati

Frequenze: molto comune (> 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1000, < 1/100); raro (>= 1/10.000, < 1/1000); molto raro (< 1/10.000), incluse segnalazioni isolate. Le reazioni avverse al farmaco piu' comunemente segnalate includono disturbi gastrointestinali (anoressia, nausea e vomito) e patologie del sistema emolinfopoietico come anemia, leucopenia e trombocitopenia. Queste ultime sono dipendenti dalla dose e insorgono in ritardo, con nadir spesso solo dopo 3-4 settimane. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia, leucopenia, trombocitopenia; raro: pancitopenia, agranulocitosi. Disturbi del sistema immunitario. Raro: reazioni anafilattiche. Patologie del sistemanervoso. Raro: cefalea, compromissione della vista, confusione, letar gia, convulsioni, parestesia facciale. Patologie vascolari. Raro: arrossamento del volto. Patologie gastrointestinali. Comune: anoressia, nausea, vomito; raro: diarrea. Patologie epatobiliari. Raro: necrosi epatica dovuta a malattia veno-occlusiva (VOD) del fegato. Patologie renali e urinarie. Raro: compromissione della funzione renale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: alopecia, iperpigmentazione, fotosensibilita'; raro: eritema, esantema maculopapulare, orticaria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: sintomi simil-influenzali; raro: irritazione in sede di applicazione. Esami diagnostici. Raro: innalzamento degli enzimi epatici. I disturbi del tratto digestivo come anoressia, nausea evomito sono comuni e gravi. In rari casi puo' manifestarsi diarrea. L e frequenti variazioni nelle conte ematiche (anemia, leucopenia, trombocitopenia) sono dipendenti dalla dose e si manifestano in ritardo, con nadir spesso solo dopo 3-4 settimane. In rari casi sono state riferite pancitopenia e agranulocitosi. Sintomi simil-influenzali come sfinimento, brividi, febbre e dolore muscolare si manifestano occasionalmente durante o spesso solo a giorni di distanza dalla somministrazione della dacarbazina. Questi disturbi possono ripresentarsi all'infusione successiva. Vi sono stati rari casi di innalzamento degli enzimi epatici (p.es. fosfatasi alcalina). Rari casi di necrosi epatica dovuta all'occlusione delle vene intraepatiche (malattia veno-occlusiva del fegato) sono stati osservati in seguito alla somministrazione della dacarbazina in monoterapia o in terapia combinata. In generale questa sindrome si e' manifestata durante il secondo ciclo di terapia con sintomi come febbre, eosinofilia, dolore addominale, ingrossamento epatico, itterizia e shock, che sono peggiorati rapidamente nell'arco di alcune ore o giorni. Poiche' sono stati riferiti esiti fatali, e' necessario unmonitoraggio frequente delle dimensioni e della funzione del fegato e delle conte ematiche (in particolare degli eosinofili). In singoli ca si di sospetta malattia veno- occlusiva e' risultata efficace una terapia precoce a base di corticosteroidi a dosi elevate (p.es. idrocortisone 300 mg/die) con o senza agenti fibrinolitici come l'eparina o l'attivatore del plasminogeno tissutale. Si presume che l'irritazione nella sede di applicazione e alcune delle reazioni avverse sistemiche siano dovute alla formazione di prodotti della fotodegradazione. La compromissione della funzione renale con un innalzamento dei livelli ematicidelle sostanze obbligatoriamente escrete dalle urine e' rara. In rari casi possono manifestarsi effetti a carico del sistema nervoso centra le come cefalea, compromissione della vista, confusione, letargia e convulsioni. Parestesie e arrossamento del viso possono insorgere appenadopo l'iniezione. Le reazioni cutanee allergiche come eritema, esante ma maculopapulare o orticaria sono rare. Di rado possono verificarsi alopecia, iperpigmentazione e fotosensibilita' cutanea. Sono stati riferiti rari casi di reazioni anafilattiche. Un'accidentale iniezione paravenosa provoca necrosi e dolore in sede locale.

Gravidanza e allattamento

La dacarbazina ha dimostrato effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni negli animali. Occorre presupporre un maggior rischio di effetti teratogeni nell'uomo. Pertanto la dacarbazina non deve essere usata durante gravidanza e durante l'allattamento. Le donne in eta' potenzialmente fertile devono evitare una gravidanza durante il trattamento con la dacarbazina.