Dacogen - Ev 1fl 50mg 20ml

Dettagli:
Nome:Dacogen - Ev 1fl 50mg 20ml
Codice Ministeriale:042634016
Principio attivo:Decitabina
Codice ATC:L01BC08
Fascia:H
Prezzo:1832.07
Produttore:Janssen Cilag Spa
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

DACOGEN 50 MG POLVERE PER CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE ▼ Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Cio' permettera'la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avver sa sospetta. Vedere paragrafo 4.8 per informazioni sulle modalita' di segnalazione delle reazioni avverse.

Formulazioni

Dacogen - Ev 1fl 50mg 20ml

Categoria farmacoterapeutica

Agenti antineoplastici, antimetaboliti, analoghi della pirimidina.

Principi attivi

Ogni flaconcino di polvere contiene 50 mg di decitabina. Dopo ricostituzione con 10 ml di acqua per preparazioni iniettabili, ogni ml di concentrato contiene 5 mg di decitabina.

Eccipienti

Diidrogeno fosfato di potassio (E340), idrossido di sodio (E524), acido cloridrico (per la regolazione del pH).

Indicazioni

Trattamento di pazienti adulti di eta' uguale o superiore ai 65 anni con nuova diagnosi di leucemia mieloide acuta (LAM) " de novo " o secondaria in base alla classificazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS), e che non siano candidabili alla chemioterapia di induzione standard.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' alla decitabina o a uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento.

Posologia

La somministrazione di Dacogen deve essere avviata sotto la supervisione di un medico esperto nell'utilizzo di agenti chemioterapici. In un ciclo di trattamento, viene somministrato ad una dose di 20 mg/m^2 di superficie corporea per infusione endovenosa della durata di un'ora, ripetuta giornalmente per 5 giorni consecutivi (vale a dire un totale di 5 dosi per ciclo di trattamento). La dose giornaliera totale non deve superare i 20 mg/m^2 e la dose totale per ciclo di trattamento non deve superare i 100 mg/m^2. Nel caso una dose non fosse somministrata, il trattamento deve essere ripreso il prima possibile. Il ciclo va ripetuto ogni 4 settimane in base alla risposta clinica del paziente e algrado di tossicita' osservato. Si raccomanda di trattare i pazienti p er un minimo di 4 cicli, anche se, per ottenere una remissione completa o parziale, potrebbero essere necessari piu' di 4 cicli. Il trattamento puo' essere continuato finche' si mantiene una risposta, il paziente continua a trarre benefici dal trattamento o la malattia si mantiene stabile, cioe' non vi e' evidenza di progressione. Se dopo 4 cicli ivalori ematologici del paziente (conta delle piastrine o conta assolu ta dei neutrofili) non sono tornati ai livelli pre-trattamento o se siverifica una progressione della malattia (aumento della conta dei bla sti periferici o peggioramento della conta dei blasti nel midollo osseo), il paziente potrebbe essere un non-responder e dovrebbero essere prese in considerazione opzioni terapeutiche alternative al farmaco. Iltrattamento preventivo di nausea e vomito non e' di norma raccomandat o ma puo' essere somministrato, se necessario. Gestione della mielosoppressione e delle sue complicanze: la mielosoppressione e gli eventi avversi ad essa correlati (trombocitopenia, anemia, neutropenia e neutropenia febbrile) sono comuni sia nei pazienti con LAM trattati che nontrattati. Tra le complicanze della mielosoppressione vi sono infezion i e sanguinamento. A discrezione del medico curante, e' possibile rinviare il trattamento se il paziente mostra complicanze associate alla mielosoppressione, come quelle descritte di seguito: neutropenia febbrile (febbre >= 38,5 gradi C e conta assoluta dei neutrofili < 1.000/mcL); infezione attiva virale, batterica o fungina (che richieda anti-infettivi per via endovenosa o misure di supporto generali); emorragia (gastrointestinale, genito-urinaria, polmonare con piastrine < 25.000/mcL, o del sistema nervoso centrale). Il trattamento puo' essere ripresonon appena tali condizioni migliorano o vengono stabilizzate con un t rattamento adeguato (terapia anti-infettiva, trasfusioni o fattori di crescita). Negli studi clinici, per circa un terzo dei pazienti in trattamento con Dacogen e' stato richiesto un ritardo nella somministrazione della dose. Non e' raccomandata la riduzione della dose. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia del farmaco nei bambini di eta' inferiore ai 18 anni non sono state ancora stabilite. Non vi sono dati disponibili. Insufficienza epatica: non sono stati condotti studisu pazienti con insufficienza epatica. Non e' stata valutata la neces sita' di un aggiustamento della dose in pazienti con insufficienza epatica. In caso di peggioramento della funzione epatica, monitorare attentamente i pazienti. Insufficienza renale: non sono stati condotti studi su pazienti con insufficienza renale. Non e' stata valutata la necessita' di un aggiustamento della dose in pazienti con insufficienza renale. Modo di somministrazione: il farmaco viene somministrato per infusione endovenosa. Non e' necessario utilizzare un catetere venoso centrale.

Conservazione

Non conservare a temperature superiori ai 25 gradi C.

Avvertenze

Mielosoppressione: la mielosoppressione e le sue complicanze, compresele infezioni e il sanguinamento che si verificano nei pazienti con LA M, possono essere esacerbate dal trattamento con Dacogen. Pertanto i pazienti sono ad aumentato rischio di gravi infezioni (causate da un qualsiasi patogeno di origine batterica, fungina e virale), con potenziale esito fatale. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di infezione e tempestivamente trattati. Negli studi clinici, la maggior parte dei pazienti aveva una mielosoppressione al basale di Grado 3/4. Nei pazienti con alterazioni di Grado 2 al basale, e' stato osservato un peggioramento della mielosoppressione nella maggior parte dei pazienti e piu' frequentemente rispetto a coloro che avevano alterazioni di Grado 1 o 0 al basale. La mielosoppressione causata dal farmaco e' reversibile. E' necessario eseguire regolarmente l'esame dell'emocromo e la conta delle piastrine, come indicato clinicamente e prima di ogni ciclo di trattamento. In presenza di mielosoppressione o delle sue complicanze, e' possibile interrompere il trattamento con il prodotto e/o istituire misure di supporto. Insufficienza epatica: l'utilizzo in pazienti con insufficienza epatica non e' stato stabilito. Nei pazienti con insufficienza epatica si raccomanda cautela nella somministrazione e un monitoraggio attento. Insufficienza renale: l'utilizzo inpazienti con grave insufficienza renale non e' stato studiato. Nei pa zienti con grave insufficienza renale si raccomanda cautela nella somministrazione e un monitoraggio attento. Patologie cardiache: i pazienti con storia di insufficienza cardiaca congestizia grave o patologia cardiaca clinicamente instabile sono stati esclusi dagli studi clinici e quindi la sicurezza e l'efficacia in questi pazienti non sono state stabilite. Questo medicinale contiene 0,5 mmol di potassio per flaconcino. Dopo la ricostituzione e la diluizione della soluzione per infusione endovenosa, questo medicinale contiene tra 1-10 mmol di potassio per dose a seconda del liquido di infusione utilizzato per la diluizione. Da prendere in considerazione nei pazienti con funzione renale ridotta o nei pazienti che seguono un regime dietetico a contenuto controllato di potassio. Questo medicinale contiene 0,29 mmol di sodio per flaconcino. Dopo la ricostituzione e la diluizione della soluzione per infusione endovenosa, questo medicinale contiene tra 0,6-6 mmol di sodio per dose a seconda del liquido di infusione utilizzato per la diluizione. Da prendere in considerazione nei pazienti che seguono un regimedietetico a contenuto controllato di sodio.

Interazioni

Non sono stati eseguiti studi clinici formali di interazione farmacologica con la decitabina. Ci sono potenziali interazioni farmaco-farmacocon altri agenti che vengono anch'essi attivati da una fosforilazione sequenziale (attraverso l'attivita' intracellulare delle fosfochinasi ) e/o metabolizzati da enzimi coivolti nell'inattivazione della decitabina (ad esempio citidina deaminasi). Pertanto, si deve prestare attenzione se questi medicinali sono somministrati in associazione al farmaco. Impatto sulla decitabina di medicinali co-somministrati: non sono previste interazioni metaboliche mediate dal citocromo P450 (CYP) poiche' il metabolismo della decitabina non e' mediato da questo sistema bensi' dalla deaminazione ossidativa. Impatto della decitabina su medicinali co-somministrati: dato il suo basso legame in vitro con le proteine plasmatiche (< 1%), la decitabina non sembra spiazzare i medicinali co-somministrati dal loro legame con le proteine plasmatiche. E' stato dimostrato che la decitabina e' un debole inibitore del trasporto mediato dalla P-gp in vitro e quindi e' anche improbabile che comprometta il trasporto mediato dalla P-gp dei medicinali co-somministrati.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza: le reazioni avverse piu' comuni (>= 35%) durante il trattamento sono piressia, anemia e trombocitopenia.Le reazioni avverse piu' comuni di grado 3/4 (>= 20%) sono polmonite, trombocitopenia, neutropenia, neutropenia febbrile e anemia. Negli st udi clinici il 30% dei pazienti in trattamento con il farmaco e il 25%dei pazienti nel braccio del farmaco di confronto hanno avuto eventi avversi con esito di morte durante il trattamento o entro 30 giorni dopo l'ultima dose del farmaco in studio. Nel gruppo in trattamento con Dacogen, c'e' stata una piu' alta incidenza di interruzione del trattamento nelle donne rispetto agli uomini (43% verso 32%) a causa di eventi avversi. Frequenze reazioni avverse: molto comune (>= 1/10), comune(tra >= 1/100 e < 1/10), non comune (tra >= 1/1.000 e < 1/100), raro (tra >= 1/10.000 e < 1/1.000), molto raro (<1/10.000), non noto. Reazioni avverse al farmaco individuate negli studi clinici. Infezioni ed infestazioni. Molto comune: polmonite, infezione del tratto urinario, tutte le altre infezioni (virali, batteriche, fungine); comune: shock settico, sepsi, sinusite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Moltocomune: neutropenia febbrile, neutropenia, trombocitopenia, anemia, l eucopenia; non comune. pancitopenia. Disturbi del sistema immunitario.Comune: ipersensibilita', comprese reazioni anafilattiche. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: mal di testa. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: epistassi. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, vomito, nausea; comune: stomatite; non nota: enterocolite, compresa la colite neutropenica, tiflite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune. dermatosi neutrofila febbrile acuta (sindrome di Sweet). Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: piressia. Descrizione delle reazioni avverse selezionate: reazioni avverse di tipo ematologico Le reazioni avverse di tipo ematologico piu' comunemente riportate in associazione al trattamento con Dacogen sono neutropenia febbrile, trombocitopenia, neutropenia, anemia e leucopenia. Sono state riportate in pazienti trattati con Dacogen reazioni gravi correlate al sanguinamento, alcune delle quali con esito fatale, come emorragia del sistema nervoso centrale (SNC) (2%) ed emorragia gastrointestinale (GI) (2%), nel contesto di una trombocitopenia grave. Le reazioni avverse di tipo ematologico vanno gestite tramite monitoraggio regolare dell'emocromo completo e tempestiva somministrazione di terapie di supporto, se richieste. In base alle linee guida, tali terapie prevedono una profilassi antibiotica e/o fattore di crescita (es. G-CSF) incaso di neutropenia, e trasfusioni in caso di anemia o trombocitopeni a. Infezioni ed infestazioni: sono state riportate gravi reazioni avverse al farmaco infezione-correlate, con potenziale esito fatale, come ad esempio shock settico, sepsi, polmonite e altre infezioni (virali, batteriche, fungine). Patologie gastrointestinali: durante il trattamento con decitabina, sono state segnalati casi di enterocolite, inclusacolite neutropenica e tiflite. L'enterocolite puo' portare a complica nze settiche e puo' essere associata ad esiti fatali. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

Gravidanza e allattamento

Contraccezione negli uomini e nelle donne: le donne in eta' fertile devono utilizzare misure contraccettive efficaci ed evitare una gravidanza se in trattamento con il farmaco. Non e' noto il periodo di tempo che deve trascorrere dalla fine della somministrazione per consentire una gravidanza sicura. Si consiglia agli uomini di usare misure contraccettive efficaci e di non procreare durante il trattamento e per 3 mesi dopo il termine del trattamento stesso. Non e' stato studiato l'utilizzo insieme a contraccettivi ormonali. Gravidanza: non vi sono dati adeguati sull'utilizzo in donne in gravidanza. Gli studi hanno mostratoche la decitabina e' teratogena nei ratti e nei topi. Non e' noto il rischio potenziale per gli esseri umani. In base ai risultati degli studi eseguiti sugli animali e sul suo meccanismo d'azione, non deve essere usato durante la gravidanza e in donne in eta' fertile che non usano metodi contraccettivi efficaci. Se questo medicinale viene somministrato durante la gravidanza, o se una paziente intraprende una gravidanza durante la terapia con il medicinale, la paziente deve essere debitamente informata dei rischi potenziali per il feto. Non e' noto se ladecitabina o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno umano. Controindicato durante l'allattamento e quindi, qualora fosse necessa rio iniziare un trattamento con il farmaco, l'allattamento deve esseresospeso. Non sono disponibili dati relativi agli effetti della decita bina sulla fertilita' nella specie umana. Negli studi non clinici sugli animali, la decitabina altera la fertilita' maschile ed e'mutagena. Proprio per la possibilita' di un'eventuale sterilita' derivante dallaterapia con il farmaco, prima di iniziare il trattamento con questo m edicinale, gli uomini devono informarsi sui metodi di conservazione dello sperma e le pazienti donne in eta' fertile sulla criopreservazionedegli ovociti.