Doxorubicina Teva - Iv 50mg/25ml

Dettagli:
Nome:Doxorubicina Teva - Iv 50mg/25ml
Codice Ministeriale:039646031
Principio attivo:Doxorubicina Cloridrato
Codice ATC:L01DB01
Fascia:H
Prezzo:62.56
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Teva Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:24 mesi

Denominazione

DOXORUBICINA TEVA

Formulazioni

Doxorubicina Teva - Iv 10mg/5ml
Doxorubicina Teva - Iv 50mg/25ml

Categoria farmacoterapeutica

Antracicline e sostanze correlate.

Principi attivi

Doxorubicina cloridrato.

Eccipienti

Sodio cloruro, acido cloridrico (E507), sodio idrossido (E524), acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Carcinoma mammario. Terapia neoadiuvante e adiuvante dell'osteosarcoma. Sarcoma dei tessuti molli avanzato nell'adulto. Carcinoma polmonare a piccole cellule. Linfoma di Hodgkin. Linfoma non-Hodgkin altamente maligno. Terapia di induzione e consolidamento nella leucemia linfaticaacuta. Leucemia mieloblastica acuta. Mieloma multiplo avanzato. Carci noma endometriale avanzato o ricorrente. Carcinoma tiroideo papillare/follicolare avanzato o recidivante. Carcinoma tiroideo anaplastico. Trattamento sistemico del carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatizzato. Profilassi endovescicale delle ricorrenze del carcinoma superficiale della vescica successive alla resezione transuretrale. Carcinoma ovarico ricorrente. Tumore di Wilms (allo stadio II nelle varianti altamente maligne, a tutti gli stadi avanzati [III-IV]). Neuroblastoma avanzato. La doxorubicina viene usata frequentemente nei regimi chemioterapici di associazione con altri medicinali citotossici.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' alla doxorubicina, ad altre antracicline o altri antracenedioni o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Controindicazioni per la somministrazione endovenosa: mielosoppressione persistente marcata e/o grave stomatite indotta da precedente trattamento citotossico e/o radiazioni (inclusi i pazienti ad alto rischio di emorragia); infezione sistemica acuta; grave riduzione della funzionalita' epatica; grave aritmia, ridotta funzionalita' cardiaca, infarto miocardico acuto, pregresso infarto miocardico, cardiopatia infiammatoria acuta; precedentetrattamento con antracicline a dosi cumulative massime; allattamento. Controindicazioni per la somministrazione endovescicale: tumori invas ivi che hanno penetrato la vescica (oltre T1); infezioni delle vie urinarie; infiammazione della vescica; problemi con la cateterizzazione; ematuria; allattamento.

Posologia

I pazienti devono essere monitorati frequentemente e attentamente durante il trattamento. A causa del rischio di cardiomiopatia, spesso fatale, prima di ogni applicazione devono essere valutati i rischi e i benefici per il singolo paziente. Prima dell'inizio del trattamento, si consiglia di misurare la funzione epatica mediante esami convenzionali,quali AST, ALT, ALP e bilirubina, e di misurare la funzione renale. D eve essere condotta un'analisi della LVEF mediante ecografia o cardioscintigrafia allo scopo di valutare le condizioni cardiache del paziente. Questo controllo deve essere effettuato prima dell'inizio del trattamento e dopo ogni dose cumulativa di 100 mg/m^2 circa. La somministrazione endovenosa (e.v.) di doxorubicina deve essere eseguita con estrema attenzione; e' opportuno somministrare il farmaco mediante l'infusione di una soluzione fisiologica o di glucosio al 5% che scorra liberamente e.v. nell'arco di 3-5 minuti. Questo metodo riduce al minimo il rischio di sviluppo di trombosi e stravaso perivenoso, che determina grave cellulite, vescicazione e necrosi tissutale. La doxorubicina puo'essere somministrata per via endovenosa come bolo nell'arco di qualch e minuto, come infusione breve nell'arco di un'ora al massimo oppure come infusione continua per un massimo di 96 ore. L'iniezione endovenosa diretta e' sconsigliata a causa del rischio di stravaso, che puo' avvenire anche in presenza di un adeguato ritorno del sangue mediante aspirazione con ago. La doxorubicina non puo' essere somministrata per via intramuscolare, sottocutanea, orale o intratecale. >>Somministrazione endovenosa: la dose viene abitualmente calcolata in base all'area della superficie corporea (mg/m^2). La posologia di somministrazione della doxorubicina puo' variare secondo l'indicazione (tumori solidi o leucemia acuta) e secondo l'uso nel regime terapeutico specifico (in monoterapia o in associazione ad altri agenti citotossici o come parte di procedure multidisciplinari che includono un'associazione di chemioterapia, procedura chirurgica, radioterapia e trattamento ormonale). Monoterapia: 60-75 mg/m^2 di superficie corporea e.v. come dose singola o in dosi suddivise su 2-3 giorni consecutivi, con somministrazione endovenosa a intervalli di 21 giorni. La posologia e le dosi possono essere regolati in base al protocollo. Per informazioni precise sulla posologia, consultare i protocolli vigenti. Terapia di associazione: se doxorubicina cloridrato viene somministrata in associazione ad altri agenti citostatici, la dose deve essere ridotta a 30-60 mg/m^2 ogni 3-4 settimane. Dose cumulativa massima: non deve essere superata la dose totale massima di 450-550 mg/m^2 di superficie corporea (incluso l'utilizzo con farmaci correlati come la daunorubicina). I pazienti con cardiopatia concomitante sottoposti a irradiazione mediastinica e/o cardiaca, i pazienti trattati in precedenza con agenti alchilanti e i pazienti ad alto rischio (pazienti con ipertensione arteriosa per un periodosuperiore ai 5 anni; con pregresso danno cardiaco coronarico, valvola re o miocardico o eta' superiore a 70 anni) non devono superare la dose totale massima di 400 mg/m^2 di superficie corporea; la funzione cardiaca di questi pazienti deve essere monitorata. >>Pazienti immunosoppressi: la dose deve essere ridotta in caso di immunosoppressione; una dose alternativa e' di 15-20 mg/m^2 di superficie corporea alla settimana. >>Pazienti con ridotta funzionalita' epatica: bilirubina sierica 20-50 mcmol/l, mezza dose normale; bilirubina sierica > 50-85 mcmol/l,un quarto del dosaggio normale; bilirubina sierica > 85 mcmol/l, inte rruzione del trattamento. >>Pazienti con ridotta funzionale renale: nei pazienti con insufficienza renale (GFR inferiore a 10 ml/min), deve essere somministrato soltanto il 75% della dose pianificata. >>Pazienti a rischio di insufficienza cardiaca: considerare il trattamento con un'infusione continua di 24 ore di una singola dose, anziche' un'iniezione. In questo modo, si puo' ridurre la frequenza della cardiotossicita', senza diminuire l'efficacia terapeutica. In questi pazienti, prima di ogni ciclo, deve essere misurata la frazione di eiezione. >>Pazienti con riserva limitata di midollo osseo non correlata al coinvolgimento del midollo osseo da parte della malattia: le dosi possono essere ridotte nei pazienti precedentemente trattati con agenti mielosoppressivi. La riserva di midollo osseo di questi pazienti puo' essere insufficiente. >>Anziani: le dosi possono essere ridotte nei pazienti. >>Popolazione pediatrica: a causa del concreto rischio di cardiotossicita' indotta da doxorubicina nell'infanzia, devono essere applicate determinate dosi cumulative massime in base all'eta' dei pazienti. In genere,nei bambini (sotto i 12 anni di eta') la dose cumulativa massima e' c alcolata in 300 mg/m^2, mentre negli adolescenti (oltre i 12 anni di eta') la dose cumulativa massima e' fissata a 450 mg/m^2. Per i neonatile dosi cumulative massime non sono state ancora definite, ma si pres ume una tollerabilita' ulteriormente inferiore. Per i bambini la dose deve essere ridotta, in quanto presentano un maggiore rischio di cardiotossicita', soprattutto a distanza di tempo. Deve essere prevista la mielotossicita', con nadir 10-14 giorni dopo l'inizio del trattamento.La posologia di doxorubicina S-liposomiale e quella di doxorubicina ( tradizionale) sono differenti. Le due formulazioni non sono intercambiabili. >>Somministrazione endovescicale: puo' essere somministrata mediante instillazione endovescicale per il trattamento del carcinoma superficiale della vescica e per prevenire la recidiva dopo la resezione transuretrale (T.U.R.). La dose consigliata per il trattamento endovescicale del carcinoma superficiale della vescica e' di 30-50 mg in 25-50 ml di soluzione fisiologica per instillazione. La concentrazione ottimale e' di circa 1 mg/ml. La soluzione deve restare nella vescica per1-2 ore. Durante questo periodo, il paziente deve essere ruotato di 9 0. ogni 15 minuti. Per evitare la diluizione indesiderata con l'urina,il paziente deve essere informato del divieto di bere qualsiasi liqui do nelle 12 ore precedenti all'instillazione (cio' riduce la produzione di urina a circa 50 ml/h). L'instillazione puo' essere ripetuta con un intervallo compreso tra 1 settimana e 1 mese, a seconda del tipo ditrattamento, terapeutico o profilattico.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2-8 gradi C). Non congelare.

Avvertenze

Prima di iniziare il trattamento deve essere eseguito un attento controllo delle possibili complicazioni cliniche, in particolare nei pazienti anziani, nei pazienti con storia di cardiopatia o con soppressione del midollo osseo e nei pazienti che sono stati trattati in precedenzacon antracicline o con irradiazione mediastinica. Se si supera la dos e cumulativa totale massima (negli adulti 550 mg/m^2 della BSA, in caso di precedente radioterapia toracica o durante la terapia concomitante con alchilanti 400 mg/m^2 della BSA), la percentuale di cardiomiopatie indotte da antraciclina aumenta rapidamente, anche in assenza di fattori di rischio preesistenti. La dose cumulativa deve essere valutataquando il prodotto medicinale viene utilizzato su bambini che, in gen erale, tollerano dosi totali inferiori nell'arco della vita e nei quali la radioterapia supplementare. Le femmine sembrano particolarmente predisposte allo sviluppo di una cardiotossicita' ritardata dopo la terapia con doxorubicina. Particolare cautela e' indicata anche nei bambini di eta' inferiore a 2 anni e nei pazienti con pre-trattamento cardiologico, come pure in relazione cronologica con la terapia ipertermica. Prima, durante e dopo la chemioterapia con doxorubicina, la funzionecardiaca deve essere monitorata mediante ECG, ecografia e cardioscint igrafia. Se e' presente una grave mielosoppressione, doxorubicina non puo' essere utilizzata; e' quindi necessaria una riduzione della dose o il posticipo della somministrazione. Doxorubicina non deve essere utilizzata in presenza di infiammazioni, ulcerazioni o diarrea. Prima diogni ciclo di trattamento, devono essere eseguiti la conta leucocitar ia totale e differenziale, la conta eritrocitaria e la conta piastrinica. La soppressione del midollo osseo indotta da doxorubicina cloridrato, che incide principalmente sui leucociti, richiede un monitoraggio ematologico approfondito dal momento che una grave mielosoppressione puo' condurre a superinfezioni ed emorragie. Sono richiesti anche regolari esami ematologici a causa del rischio di leucemia secondaria dopo il trattamento con agenti oncolitici. Esiste un rischio noto di sviluppo di cardiopatia dipendente dalla dose cumulativa indotta dalle antracicline. Per questo motivo, non deve essere superata la dose cumulativa di 450-550 mg/m^2. La funzione cardiaca deve quindi essere valutata prima dell'inizio del trattamento e monitorata con cura durante l'intero trattamento. Si consiglia un'elettrocardiografia prima e dopo ciascun ciclo di trattamento. Il metodo ottimale per predire la cardiomiopatia e' l'identificazione di una riduzione della frazione di eiezione del ventricolo sinistro (LVEF), determinata mediante ecografia o cardioscintigrafia. La valutazione della LVEF va eseguita prima del trattamento e ripetuta dopo ogni dose cumulativa di 100 mg/m^2 circa e in casodi segni clinici di insufficienza cardiaca. Il rischio di cardiotossi cita' puo' aumentare nei pazienti precedentemente trattati con radioterapia del pericardio mediastinico, in quelli precedentemente trattati con altre antracicline e/o antracenedioni, nei pazienti di eta' superiore ai 70 anni o inferiore ai 15 anni e nei pazienti con storia di cardiopatie. I sintomi cardiaci possono manifestarsi anche durante la gravidanza in donne che sono state trattate con doxorubicina in passato (fino a 20 anni prima), anche se non avevano presentato segni di eventiavversi cardiaci in precedenza. Sono stati segnalati casi di insuffic ienza cardiaca congestizia ed edema polmonare. La doxorubicina viene eliminata principalmente dall'apparato epatobiliare. Prima e durante iltrattamento, si consiglia di monitorare la funzione epatica con anali si tradizionali, quali AST, ALT, ALP e bilirubina, dal momento che potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose. Durante la terapia, e' possibile che si verifichi un aumento dell'acido urico sierico. In caso di iperuricemia, occorre iniziare una terapia antiperuricemica. E' necessario monitorare il livello di acido urico nel sangue e appurare che il paziente assuma una quantita' sufficiente di liquidi (con un apporto giornaliero minimo di 3 l/m^2). La doxorubicina cloridrato puo' potenziare la tossicita' di altre chemioterapie antitumorali; inoltre, potenzia la tossicita' delle radiazioni a muscolo cardiaco, mucose, cute e fegato. La doxorubicina e' risultata genotossica e mutagenanei test in vitro e in vivo. Nelle donne, puo' causare l'infertilita' durante il periodo di somministrazione del farmaco; puo' causare l'am enorrea. Sembra che l'ovulazione e la mestruazione ricompaiano al termine della terapia, sebbene si possa verificare una menopausa prematura. La doxorubicina e' mutagena e puo' indurre un danneggiamento cromosomico negli spermatozoi umani. Agli uomini trattati con doxorubicina viene consigliato di non concepire un figlio durante il trattamento e per i 6 mesi successivi. Le donne non devono entrare in gravidanza durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. Un dolore acuto o una sensazione di bruciore nel sito di somministrazione puo' indicare un piccolo stravaso. Lo stravaso provoca la necrosi grave e progressiva dei tessuti. In caso di stravaso avvenuto o presunto, sospendere l'iniezione e ricominciare in un altro vaso sanguigno. I vaccini non sono consigliati. Durante il trattamento con doxorubicina cloridrato, i pazienti devono evitare il contatto con persone che abbiano subito di recente la vaccinazione contro la poliomielite.

Interazioni

La cardiotossicita' della doxorubicina viene potenziata dall'uso precedente o concomitante di altre antracicline o di altri farmaci potenzialmente cardiotossici (es. 5-fluorouracile, ciclofosfamide o paclitaxel) o di prodotti che incidono sulla funzione cardiaca (come i calcioantagonisti). Quando doxorubicina viene utilizzata insieme agli agenti summenzionati, la funzione cardiaca deve essere monitorata con attenzione. L'uso di trastuzumab in associazione alle antracicline (come doxorubicina) e' associato a un rischio cardiotossico elevato. Se possibile,i medici devono evitare la terapia a base di antracicline per un peri odo massimo di 24 settimane dopo l'interruzione del trastuzumab. Se siutilizzano le antracicline, la funzione cardiaca del paziente deve es sere monitorata con attenzione. L'uso concomitante di antracicline e trastuzumab deve essere limitato a un contesto di sperimentazione clinica ben controllato, con monitoraggio cardiaco. I pazienti che hanno ricevuto delle antracicline in precedenza sono a rischio di cardiotossicita' anche con il trattamento con trastuzumab, sebbene il rischio sia inferiore rispetto all'uso concomitante di trastuzumab e antracicline.Il (pre-)trattamento con farmaci che incidono sulla funzionalita' del midollo osseo (es. agenti citostatici, sulfonamidi, cloramfenicolo, f enitoina, derivati dell'amidopirina, farmaci antiretrovirali) puo' determinare gravi disturbi ematopoietici. Se necessario, deve essere modificata la dose di doxorubicina. Gli effetti tossici della terapia con doxorubicina possono aumentare in associazione ad altri agenti citostatici (es. citarabina, cisplatino, ciclofosfamide). L'epatotossicita' della doxorubicina puo' essere potenziata da altre modalita' di trattamento epatotossiche (es. la 6-mercaptopurina). La doxorubicina cloridrato utilizzata in associazione alla ciclosporina puo' richiedere un aggiustamento della dose. In caso di somministrazione concomitante di ciclosporina, la clearance della doxorubicina si riduce del 50% circa. L'AUC di doxorubicina aumenta del 55% e l'AUC di doxorubicinolo aumenta del 350%. Con questa associazione, si consiglia una riduzione del 40% della dose di doxorubicina. Analogamente al verapamil, la ciclosporinainibisce sia il CYP3A4 che la P-glicoproteina, il che puo' spiegare l 'interazione e il risultante aumento degli effetti avversi. Anche gli inibitori del citocromo P-450 (es. cimetidina) riducono la clearance plasmatica e aumentano l'AUC di doxorubicina, forse mediante meccanismisimili come suggerito per la ciclosporina, e possono quindi determina re un aumento degli effetti avversi. Per contro, gli induttori del citocromo P-450 (es. fenobarbitale e rifampicina) riducono i livelli di doxorubicina nel plasma e possono quindi determinare una diminuzione dell'efficacia. La doxorubicina e' un potente agente radiosensibilizzante e puo' indurre fenomeni di recall, anche con esito fatale. Ogni ciclo di radioterapia precedente, concomitante o successivo puo' aumentarela cardiotossicita' o l'epatotossicita' della doxorubicina. Questo va le anche per le terapie concomitanti con farmaci cardiotossici o epatotossici. Se la terapia con doxorubicina segue un trattamento con ciclofosfamide, oltre ad aumentare la cardiotossicita', puo' anche aggravare la cistite emorragica. In caso di somministrazione di paclitaxel prima di doxorubicina, si puo' avere una concentrazione elevata nel plasma della doxorubicina e/o dei suoi metaboliti. Questi dati suggerisconoche questo effetto e' minore se l'antraciclina viene somministrata pr ima di paclitaxel. La terapia con doxorubicina puo' determinare un aumento dell'acido urico nel siero, pertanto puo' rendersi necessario l'aggiustamento della dose degli agenti somministrati per ridurre l'acidourico. La doxorubicina puo' ridurre la biodisponibilita' orale della digossina. L'assorbimento dei farmaci antiepilettici (es. carbamazepina, fenitoina, valproato) diminuisce dopo l'uso concomitante di doxorubicina cloridrato. Durante il trattamento, i pazienti non devono esseresottoposti a vaccini attivi e devono evitare il contatto con persone che abbiano subito di recente la vaccinazione contro la poliomielite. La doxorubicina si lega all'eparina e al 5-fluorouracile. Sono quindi possibili precipitazioni e perdita di azione di entrambe le sostanze.

Effetti indesiderati

La somministrazione endovescicale puo' causare le seguenti reazioni avverse: ematuria, irritazione vescicale e uretrale, stranguria e pollachiuria. Queste reazioni hanno generalmente gravita' moderata e breve durata. Puo' talvolta causare la cistite emorragica, che puo' provocareuna diminuzione della capacita' della vescica. Lo stravaso puo' condu rre a grave cellulite, vescicazione, tromboflebiti, linfangite e necrosi tissutale locale che puo' richiedere misure chirurgiche (inclusi innesti cutanei). Patologie cardiache. Molto comuni (>=1/10): cardiotossicita'. Comuni (>=1/100, <1/10): cardiomiopatia congestizia (dilatativa) potenzialmente fatale (dopo una dose cumulativa di 550 mg/m^2); tachicardia sinusale, tachicardia ventricolare, tachiaritmia, extrasistole ventricolare e sopraventricolare, bradicardia, aritmia; riduzione asintomatica della frazione di eiezione ventricolare sinistra. Molto rari (<1/10.000): alterazioni aspecifiche del tracciato dell'ECG (variazioni del tratto ST, basso voltaggio, intervalli QT prolungati); casi isolati di aritmie potenzialmente fatali, insufficienza ventricolare sinistra acuta, pericardite, sindrome della pericardite-miocardite fatale; blocco atrioventricolare, blocco di branca. La doxorubicina e' cardiotossica. Gli effetti indesiderati di tipo acuto si verificano nella maggior parte dei casi entro le prime 24-48 ore successive all'inizio della terapia, non sono dipendenti dalla dose e sono caratterizzati daiseguenti sintomi: aritmia transitoria (frequente), tachicardia soprat tutto sinusale (frequente) ed extrasistole ventricolari e sopraventricolari. Sono caratterizzati (molto raramente) da alterazioni aspecifiche del tracciato dell'ECG. Gli effetti indesiderati di tipo ritardato sono manifestazioni di tossicita' organica dipendenti dalla dose cumulativa, generalmente irreversibili e spesso con potenziale esito fatale.Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: mielosoppressio ne incluse leucopenia, neutropenia, trombocitopenia, anemia. La mielosoppressione e' uno degli effetti indesiderati limitanti la dose e puo'essere seria. Si manifesta principalmente con il calo della conta leu cocitaria. La leucopenia e' stata osservata in almeno il 75% dei pazienti con una riserva di midollo osseo adeguata che erano stati trattaticon 60 mg/m^2 della BSA ogni 21 giorni. Seppure con minore frequenza, sono state segnalate anche trombocitopenia, neutropenia e anemia. Son o state osservate anche superinfezioni (molto frequenti) ed emorragia correlate alla comparsa di soppressione del midollo osseo. Patologie dell'occhio. Non nota: congiuntivite/cheratite, aumento della lacrimazione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota: broncospasmo. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: disturbi gastrointestinali; diarrea; nausea e vomito; mucosite, stomatite, esofagite. Comuni: anoressia. Non comuni (>=1/1.000, <1/100): emorragia gastrointestinale; dolori addominali; necrosi dell'intestino crasso con grave emorragia e gravi infezioni. Molto rari: erosioni/ulcere gastrointestinali; ulcerazione delle membrane mucose; iperpigmentazione della membrana mucosa orale. Il potenziale emetico della doxorubicina e' elevato; nausea e vomito relativamente gravi si verificano nell'80% circa dei pazienti il primo giorno di terapia, ma anche successivamente. Inoltre, possono comparire inappetenza (frequente) e ulcerazione delle membranemucose di bocca, faringe, esofago e tratto gastrointestinale. Nelle f orme gravi, questi effetti possono condurre a infezioni. La diarrea (molto frequente) puo' insorgere secondariamente all'inibizione della proliferazione nell'epitelio intestinale. E' stata segnalata necrosi dell'intestino crasso con grave emorragia e gravi infezioni (non comuni) correlate alle terapie di associazione con citarabina. In seguito allaradioterapia, puo' verificarsi un'esofagite (non comune) durante la t erapia con doxorubicina, che puo' determinare la formazione di stenosiesofagee. Patologie renali e urinarie. Molto comuni: colorazione di r osso dell'urina. Comuni: disuria; cistite chimica successiva alla somministrazione endovescicale (con disturbi disurici, quali irritazione vescicale, irritazione uretrale, disuria, stranguria, pollachiuria, ematuria, spasmi ventricolari, cistite emorragica). Molto rari: insufficienza renale acuta (casi isolati); iperuricemia e successiva nefropatiada acido urico a seguito della forte lisi tumorale. Patologie della c ute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: alopecia (dose-dipendente e nella maggior parte dei casi reversibile); arrossamento; fotosensibilizzazione. Comuni: reazioni di ipersensibilita' locali nel campo delle radiazioni; prurito. Rari (>=1/10.000, <1/1.000): orticaria; esantema; iperpigmentazione di pelle e unghie; onicolisi; stravaso (che puo' causare grave cellulite, vescicazione, tromboflebite, linfangite e necrosi tissutale locale). Molto rari: eritemi acrali; formazione di vescicole; eritrodisestesia palmo-plantare. Non nota: cheratosi actinica. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non nota: artralgia. Patologie endocrine. Molto rari: amenorrea; vampate di calore; oligospermia; azoospermia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto rari: iperuricemia. Infezioni e infestazioni. Noncomuni: sepsi/setticemia. Tumori benigni, maligni e non specificati ( cisti e polipi compresi). Non comuni: leucemia linfocitica acuta; leucemia mielogenica acuta. Leucemia secondaria (talvolta) con o senza fase preleucemica e' stata osservata in pazienti che erano stati trattaticon antracicline (inclusa la doxorubicina). La leucemia secondaria in sorge con maggiore frequenza se il farmaco viene somministrato in associazione ad agenti citostatici alteranti il DNA o alla radioterapia, se i pazienti hanno ricevuto una precedente terapia intensiva con farmaci citotossici o se la dose delle antracicline e' stata aumentata. Questo tipo di leucemie puo' insorgere dopo una latenza di 1-7 anni. Procedure mediche e chirurgiche. Non nota: il danneggiamento dovuto alle radiazioni (cute, polmoni, esofago, mucosa gastrointestinale, cuore) infase di guarigione puo' ricomparire dopo la somministrazione di doxor ubicina. Patologie vascolari. Comuni: emorragia. Molto rari: tromboembolia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: febbre. Non comuni: disidratazione. Rari: tremore; capogiri; reazioni nel sito di iniezione. Disturbi del sistema immunitario. Rari: reazioni anafilattiche. Patologie epatobiliari. Non nota: epatotossicita'; aumento temporaneo degli enzimi epatici.

Gravidanza e allattamento

Non deve essere somministrato durante la gravidanza. In generale, gli agenti citostatici possono essere somministrati in gravidanza soltantosu stretta indicazione e dopo aver valutato il beneficio per la madre rispetto ai possibili rischi per il feto. Negli studi sugli animali, la doxorubicina ha mostrato effetti embriotossici, fetotossici e teratogeni. Gli uomini e le donne non devono concepire un figlio durante iltrattamento e nei 6 mesi successivi. E' stato riportato che la doxoru bicina viene secreta nel latte materno umano. Non e' possibile escludere rischi per il bambino allattato. Poiche' l'uso di doxorubicina durante l'allattamento e' controindicato, e' opportuno interrompere l'allattamento durante il trattamento.