Endoxan Baxter - Iniet 1fl 1g

Dettagli:
Nome:Endoxan Baxter - Iniet 1fl 1g
Codice Ministeriale:015628086
Principio attivo:Ciclofosfamide
Codice ATC:L01AA01
Fascia:H
Prezzo:17.7
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Baxter Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Polvere per soluzione iniettabile
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:36 mesi

Formulazioni

Endoxan Baxter - 50cpr Riv 50mg
Endoxan Baxter - Iniet 1fl 500mg
Endoxan Baxter - Iniet 1fl 1g

Indicazioni

Trattamento citostatico.

Controindicazioni / effetti secondari

Non dovra' essere somministrato a pazienti con: ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; funzione del midollo osseo gravemente compromessa (in particolare in pazienti che sono stati sottoposti a terapia preliminare con agenti citotossici e/o a radioterapia); infiammazione della vescica (cistite); ostruzione del flusso urinario; infezioni in atto; durante la gravidanza e l'allattamento. Il trattamento con ciclofosfamide puo' causare anomalie genotipe nell'uomo e nella donna. Nel caso insorgessero rischi per la vita del paziente durante il primo trimestre di gravidanza, sara' assolutamente necessario consultare un medico ai fini dell'interruzione della gravidanza. Dopo il primo trimestre di gravidanza, se la terapia non puo' essere ritardata e la paziente desidera continuare la gravidanza, si potra' ricorrere alla chemioterapia dopo avere informato la paziente del rischio minore ma possibile di effetti teratogenetici. Le donne non dovranno restare incinte durante la terapia. Se tuttavia concepiranno durante la terapia, dovranno ricorrere al consulto genetico. Dato che la ciclofosfamide passa nel latte materno, le madri non dovranno allattaredurante la terapia. Gli uomini che verranno trattati con Endoxan Baxt er dovranno essere informati sulla conservazione dello sperma prima del trattamento. La durata della contraccezione nell'uomo e nella donna dopo la conclusione della chemioterapia dipende dalla prognosi della malattia primitiva e dall'intensita' del desiderio di avere figli.

Uso / Via di somministrazione

Sostanza alchilante.

Posologia

Deve essere somministrato solo da personale medico con esperienza in oncologia. Il trattamento inizia in genere con iniezioni endovenose. Incaso queste ultime non siano possibili, puo' essere iniettato per via intramuscolare. In casi particolari e' possibile un'applicazione intr apleurica, intraperitoneale o in loco. Per un trattamento prolungato oper una terapia con dosi di mantenimento, dopo l'avvenuta regressione della sintomatologia, si consiglia la somministrazione per via orale. Il dosaggio deve essere adattato alle necessita' di ogni singolo pazi ente, tenendo conto delle reazioni generali e del quadro ematico. Se non diversamente prescritto si raccomandano i seguenti dosaggi: per il trattamento si possono prendere in considerazione: trattamento continuo: 3-6 mg/kg di peso corporeo (equivalente a 120 - 240 mg/mquadrati disuperficie corporea) e.v.; terapia ad intervalli di 2-5 giorni: 10-15 mg/kg di peso corporeo (equivalente a 400 - 600 mg/mquadrati di super ficie corporea) e.v. terapia ad intervalli di 10-20 giorni: da 20 a 40mg/kg di peso corporeo (equivalente a 800-1600 mg/mquadrati di superf icie corporea) e.v. La durata della terapia e gli intervalli tra una somministrazione e l'altra dipenderanno dalle indicazioni, dai medicinali oncologici eventualmente associati a ciclofosfamide, dallo stato generale del paziente, dai parametri di laboratorio in particolare dallaconta ematica. Per la terapia di mantenimento si somministrano 50-200 mg al giorno (1-4 compresse rivestite), se necessario si possono even tualmente somministrare dosi piu' elevate. Le compresse rivestite devono essere preferibilmente ingerite al mattino. Durante o immediatamente dopo l'assunzione devono essere ingerite sufficienti quantita' di liquidi. E' importante assicurarsi che il paziente provveda allo svuotamento della vescica ad intervalli regolari. Le posologie sopra riportate sono principalmente riferite a trattamenti in cui la sostanza attivaciclofosfamide e' utilizzata quale mono-terapia. Se viene associato a d altri citostatici di tossicita' similare potrebbero rendersi necessari o una riduzione del dosaggio o una estensione dei periodi di intervallo. Raccomandazioni per la riduzione del dosaggio in pazienti con mielosoppressione: conta leucocitaria [mcl] > 4.000, conta piastrinica [mcl] > 100.000, dosaggio 100% del dosaggio programmato. Conta leucocitaria [mcl] 4.000 2.500, conta piastrinica [mcl] 100.00050.000; dosaggio 50% del dosaggio programmato. Conta leucocitaria [mcl] < 2.500, conta piastrinica [mcl] < 50.000, dosaggio normalizzazione dei valori o decisione del medico. Gravi insufficienze epatiche o renali richiedono una riduzione del dosaggio. Si consiglia una riduzione del 25% per valori di bilirubina sierica compresi tra 3,1 e 5 mg/100 ml e una riduzione del 50% per una velocita' di filtrazione glomerulare inferiore a 10ml/minuto.

Interazioni

L'effetto ipoglicemizzante delle sulfaniluree puo' intensificarsi, come pure l'azione mielosoppressiva, quando si somministra simultaneamente allopurinolo o idroclorotiazide. Un precedente o concomitante trattamento con fenobarbital, fenitoina, benzodiazepine o cloralio idrato, comporta la possibilita' di induzione degli enzimi epatici microsomiali. Poiche' la ciclofosfamide ha effetti immunosoppressivi, il paziente potrebbe mostrare una risposta ridotta a vaccinazioni concomitanti; lavaccinazione con vaccini attivi puo' essere associata ad infezione in dotta dal vaccino. Se si applicano simultaneamente miorilassanti depolarizzanti (per esempio alogenuri di succinilcolina), potrebbe risultare un'apnea prolungata da concentrazione ridotta di pseudocolinesterasi. La somministrazione concomitante di cloramfenicolo porta ad un dimezzamento prolungato della ciclofosfamide e ad una metabolizzazione ritardata. Il trattamento con antracicline e pentostatina puo' intensificare la potenziale cardiotossicita' della ciclofosfamide. Si presuppone anche che si verifichi una intensificazione dell'effetto cardiotossicodopo previa radioterapia alla regione cardiaca. La somministrazione s imultanea di indometacina dovra' essere effettuata con la massima attenzione, poiche' in un caso singolo e' stata rilevata una intossicazione acuta di acqua. Poiche' il pompelmo contiene un composto in grado diinibire l'attivazione della ciclofosfamide e di conseguenza la sua ef ficacia, il paziente non deve consumare pompelmo o succo di pompelmo.

Effetti indesiderati

A seconda della dose somministrata potrebbero insorgere diversi gradi di mielosoppressione, compredenti leucocitopenia, trombocitopenia e anemia. Comunemente potrebbe presentarsi leucocitopenia, accompagnata o meno da febbre e dal rischio di infezioni secondarie (talvolta in grado di mettere a rischio la vita del paziente) e trombocitopenia associata ad un maggiore rischio di emorragie. La conta minore di leucociti etrombociti si ha normalmente a una-due settimane dall'inizio del trat tamento ed il recupero avviene entro 3-4 settimane. L'anemia generalmente non insorge se non dopo diversi cicli di trattamento. Una mielosoppressione piu' severa potrebbe presentarsi in pazienti pretrattati conchemioterapia e/o radioterapia e nei pazienti con funzione renale com promessa. Una terapia combinata con altri agenti mielosoppressori puo'richiedere in alcune circostanze una correzione del dosaggio. Fare ri ferimento alle tabelle relative alla correzione delle dosi di farmaci citotossici in rapporto alla conta ematica all'inizio del ciclo e al dosaggio nadir-corretto degli agenti citostatici. Gli effetti collaterali gastrointestinali, ad esempio nausea e vomito, sono reazioni avverse dipendenti dal dosaggio. Nel 50% circa dei pazienti si presentano informe da moderate a severe. Piu' raramente si riscontrano anoressia, diarrea, costipazione e condizioni infiammatorie della mucosa (mucosite), da stomatite ad ulcerazioni. Sono state riscontrate coliti emorragiche in casi isolati. Dopo l'eliminazione nell'urina, i metaboliti della ciclofosfamide provocano trasformazioni nel tratto urinario efferente e soprattutto nella vescica. Cistiti emorragiche, microematuria e macroematuria rappresentano i piu' comuni effetti collaterali associatial dosaggio di una terapia con Endoxan Baxter e richiedono l'interruz ione del trattamento. La cistite e' inizialmente sterile, ma puo' verificarsi una invasione microbica secondaria. In casi isolati e' stata riscontrata una cistite emorragica con susseguente decesso. Sono stati osservati anche edema della parete della vescica, emorragie suburoteliali, infiammazioni interstiziali con fibrosi e potenziale sclerosi della parete della vescica. Le lesioni renali (in particolare con un'anamnesi di funzioni renali alterate) rappresentano un raro effetto collaterale a seguito di dosi elevate. Nota: il trattamento con Uromitexan (Mesna) o una forte idratazione possono ridurre notevolmente la frequenza e la gravita' di tali effetti collaterali urotossici. In virtu' delsuo modo d'azione alchilante, la ciclofosfamide puo' provocare distur bi parzialmente irreversibili della spermatogenesi, con risultante azoospermia oppure oligospermia persistente. Piu' raramente si verificanodisturbi dell'ovulazione, con esito talvolta irreversibile, con risul tante amenorrea e riduzione dei livelli di ormoni sessuali femminili. In rari casi e' stata riscontrata una funzione epatica alterata identificata da un aumento dei relativi parametri di laboratorio (SGOT, SGPT, gamma GT, fosfatasi alcalina, bilirubina). Una patologia veno-occlusiva (VOD) si osserva in circa il 15-50% dei pazienti trattati con elevate dosi di ciclofosfamide in combinazione con busulfano o irradiazione integrale durante il trapianto allogenico del midollo osseo. Per contro, la VOD viene osservata raramente nei pazienti con anemia aplastica trattati soltanto con elevate dosi di ciclofosfamide. La sindrome sisviluppa tipicamente 1-3 settimane dopo il trapianto ed e' caratteriz zata da un rapido incremento ponderale, epatomegalia, asciti e iperbilirubinemia. Potrebbe anche svilupparsi encefalopatia epatica. I fattori di rischio noti che predispongono un paziente allo sviluppo di VOD comprendono disturbi preesistenti della funzione epatica, terapia con farmaci epatotossici in concomitanza con chemioterapia ad alto dosaggioed in particolare quando l'agente alchilante busulfano e' un elemento della terapia di condizionamento. Sistema cardiovascolare e polmonare : in casi isolati potrebbero svilupparsi polmonite, polmonite interstiziale degenerante in fibrosi polmonare interstiziale cronica. E' statariportata una cardiomiopatia secondaria indotta da agenti citotossici e manifestatasi sotto forma di aritmia, alterazioni all'elettrocardio gramma e LVEF (ad esempio infarto miocardico), in particolare dopo la somministrazione di dosi elevate di ciclofosfamide (120-240 mg/kg di peso corporeo). Inoltre, vi sono segni che indicano una maggiore cardiotossicita' della ciclofosfamide in pazienti previamente sottoposti a radioterapia nella regione cardiaca e concomitante trattamento con antraciclina o pentostatina. In questo contesto si raccomandano regolari controlli elettrolitici e particolare attenzione nei pazienti con cardiopatie preesistenti. Come per la terapia citostatica in generale, anche il trattamento con ciclofosfamide comporta il rischio di tumori secondari e dei relativi precursori quali conseguenze tardive. Aumenta il rischio di sviluppo di carcinoma del tratto urinario nonche' di alterazioni mielodisplastiche che in parte progrediscono verso leucemie acute. Studi sui ratti hanno dimostrato che il rischio di carcinoma della vescica puo' essere notevolmente ridotto mediante una adeguata somministrazione di Uromitexan. L'alopecia, un effetto collaterale frequente,e' generalmente reversibile. Sono stati anche riscontrati casi di tra sformazione della pigmentazione delle palme, dita e unghie e delle piante dei piedi. Inoltre sono stati osservati i seguenti effetti collaterali: SIADH (sindrome di secrezione insufficiente di ADH, sindrome di Schwarz-Bartter) con iponatremia e ritenzione idrica; infiammazioni della cute e delle mucose; reazioni dovute ad ipersensibilita', accompagnate da febbre, che in casi isolati possono degenerare in shock; offuscamenti temporanei della vista e capogiri; casi isolati di pancreatiteacuta. In rari casi estremamente limitati (< 0,01%) si sono registrat e reazioni avverse gravi, quali ad esempio la sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica tossica. Alcune complicanze, come tromboembolia, DIC (coagulazione intravascolare disseminata) o sindrome uremicaemolitica (HUS), che possono anche essere indotte da una patologia so ttostante, potrebbero verificarsi con maggiore frequenza in concomitanza con una chemioterapia comprendente Endoxan Baxter. Assicurare una tempestiva somministrazione di antiemetici ed una accurata igiene orale. Durante la terapia effettuare la conta ematica a regolari intervalli: intervalli di 5-7 giorni nella terapia iniziale, intervalli di 2 giorni, possibilmente ogni giorno, nel caso in cui la conta dei leucocitiscendesse a < 3000 per mmcubi. Nella terapia a lungo termine sono gen eralmente sufficienti controlli a distanza di 14 giorni. Il sedimento urinario dovra' essere controllato regolarmente per verificare l'eventuale presenza di eritrociti.