Epirubicina Ahcl - F100ml 2mg/Ml

Dettagli:
Nome:Epirubicina Ahcl - F100ml 2mg/Ml
Codice Ministeriale:039244049
Principio attivo:Epirubicina Cloridrato
Codice ATC:L01DB03
Fascia:H
Prezzo:330.96
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Accord Healthcare Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi, in frigorifero
Scadenza:24 mesi

Denominazione

EPIRUBICINA AHCL

Formulazioni

Epirubicina Ahcl - 1fl5ml 2mg/Ml
Epirubicina Ahcl - 1f 25ml2mg/Ml
Epirubicina Ahcl - F100ml 2mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Antracicline e sostanze correlate.

Principi attivi

Epirubicina cloridrato.

Eccipienti

Sodio cloruro, acido cloridrico (per la regolazione del pH), acqua perpreparazioni iniettabili.

Indicazioni

Carcinoma della mammella. Tumore gastrico Quando e' somministrata per via endovescicale, l'epirubicina ha dimostrato di essere vantaggiosa nel trattamento: del carcinoma della vescica a cellule papillari transizionali; del carcinoma in-situ della vescica; della profilassi delle recidive del carcinoma superficiale della vescica dopo intervento di resezione transuretrale.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti. Pazienti con marcata mielodepressione indotta da precedenti trattamenti con altri farmaci antineoplastici o radioterapia nell'area pericardiaca mediastinica e/o che ricevono il trattamento medico con farmacipotenzialmente cardiotossici. Pazienti trattati con dosi cumulative m assime di altre antracicline come doxorubicina o daunorubicina. Pazienti con compromissione cardiaca e infarto miocardico in atto o pregressi. Infezioni sistemiche acute. Insufficienza epatica grave. Grave mucosite del cavo orale, della faringe, dell'esofago e del tratto gastrointestinale. Allattamento al seno. E' controindicata per la somministrazione endovescicale in caso di: infezioni delle vie urinarie; tumori invasivi che penetrano nella vescica; problemi di cateterizzazione; infiammazione della vescica; grande volume di urina residua; contrazione della vescica. L'epirubicina puo' avere effetti genotossici. Di conseguenza si consiglia ai pazienti di sesso maschile trattati con epirubicina di non concepire figli durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento e di richiedere consigli sulla conservazione dello sperma prima della terapia a causa della possibilita' di sterilita' causata dalla terapiacon epirubicina. Le pazienti non devono iniziare una gravidanza duran te il trattamento con epirubicina. Sia i maschi sia le femmine devono usare un metodo anticoncezionale efficace durante il trattamento e per6 mesi successivamente. Prima di iniziare il trattamento con epirubic ina i pazienti devono essersi ripresi adeguatamente da stomatite o mucosite grave.

Posologia

E' solo per uso endovenoso o endovescicale. La sicurezza e l'efficaciadell'epirubicina nei bambini non e' stata stabilita. >>Somministrazio ne endovenosa. Si consiglia la somministrazione attraverso il deflussore di un'infusione endovenosa continua di soluzione fisiologica dopo aver controllato che l'ago sia correttamente inserito in vena. E' necessario prestare attenzione per evitare lo stravaso. In tal caso, la somministrazione deve essere interrotta immediatamente. Adulti: 60-90 mg/m^2 di superficie corporea. L'epirubicina deve essere iniettata per via endovenosa per 3-5 minuti. La dose deve essere ripetuta a intervallidi 21 giorni, a seconda dello stato ematomidollare del paziente. Se s ono presenti segni di tossicita', incluse neutropenia/febbre neutropenica e trombocitopenia severe (che potrebbero persistere al giorno 21),puo' essere necessaria la modifica della dose o il rinvio della dose successiva. L'epirubicina in monoterapia per il trattamento a dosi elevate del carcinoma polmonare deve essere somministrata secondo i seguenti regimi. Carcinoma polmonare a piccole cellule (non trattato precedentemente): 120 mg/m^2 giorno 1, ogni 3 settimane. Per il trattamento a dosi elevate, epirubicina puo' essere somministrato in bolo endovenoso per 3-5 minuti o infusione di durata massima di 30 minuti. Trattamento in adiuvante delle pazienti con carcinoma della mammella iniziale con linfonodi positivi: da 100 mg/m^2 (come singola dose il giorno 1) a 120 mg/m^2 (in due dosi divise i giorni 1 e 8) ogni 3-4 settimane, in associazione con ciclofosfamide e 5-fluorouracile per via endovenosae tamoxifene orale (secondo le linee guida locali). Dosi inferiori (6 0-75 mg/m^2 per il trattamento convenzionale e 105-120 mg/m^2 per il trattamento a dosi alte) sono consigliate per pazienti la cui funzione midollare e' stata compromessa da chemioterapia o radioterapia precedente, dall'eta' o dall'infiltrazione midollare neoplastica. La dose totale per ciclo puo' essere divisa nel corso di 2-3 giorni successivi. Carcinoma ovarico: in monoterapia 60-90 (mg/m^2), in in associazione 50-100 (mg/m^2). Carcinoma gastrico: in monoterapia 60-90 (mg/m^2), in associazione 50 (mg/m^2). Carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC):120 (mg/m^2), in monoterapia e in associazione. Carcinoma vescicale: solo in monoterapia 50 mg/50 ml o 80 mg/50 ml (carcinoma in-situ); profilassi, in monoterapia, 50 mg/50 ml alla settimana per 4 settimane, poi mensilmente per 11 mesi Le dosi in genere somministrate al giorno 1o giorno 1, 2 e 3 a intervalli di 21 giorni. Se l'epirubicina e' usat a in associazione con altri prodotti citotossici, la dose deve essere opportunamente ridotta. Le dosi comunemente usate sono indicate nella tabella sopra. Nello stabilire le dosi cumulative massime di epirubicina (in genere: 720-1000 mg/m^2) e' necessario prendere in considerazione qualsiasi terapia concomitante con farmaci potenzialmente cardiotossici. La principale via di eliminazione dell'epirubicina e' il sistemaepatobiliare. Nei pazienti con compromissione della funzione epatica, la dose deve essere ridotta in funzione dei livelli di bilirubina nel siero. Non sembra che un moderato danno renale richieda una riduzione della dose, data la quantita' limitata di epirubicina escreta attrave rso questa via. Nei pazienti con insufficienza renale grave (creatinina nel siero >450 mcmol/l) devono essere considerate dosi iniziali inferiori. >>Somministrazione endovescicale. Puo' essere somministrata mediante somministrazione endovescicale nel trattamento del carcinoma superficiale della vescica e del carcinoma in-situ. Non deve essere somministrata per via endovescicale nel trattamento dei tumori invasivi chehanno penetrato la parete della vescica; in questi casi e' piu' appro priata la terapia sistemica o la chirurgia. L'epirubicina e' stata inoltre utilizzata con successo come agente profilattico per via endovescicale dopo la resezione transuretrale dei tumori superficiali per impedirne la recidiva. Trattamento del carcinoma superficiale della vescica: 8 instillazioni settimanali di 50 mg/50 ml (diluite in soluzione fisiologica o acqua distillata sterile). Se si osserva tossicita' locale: ridurre la dose a 30 mg/50 ml. Carcinoma in-situ: fino a 80 mg/50 ml(a seconda della tollerabilita' individuale del paziente). Profilassi : 4 somministrazioni settimanali di 50 mg/50 ml seguite da 11 instillazioni mensili con la stessa dose. Il prodotto deve essere diluito. La soluzione deve essere trattenuta nella vescica per 1-2 ore. Per evitare la diluizione indebita con l'urina, il paziente deve essere istruitoad evitare di bere qualsiasi liquido nelle 12 ore prima dell'instilla zione. Nel corso dell'instillazione, il paziente deve essere ruotato ogni tanto e al termine del periodo di instillazione deve essere invitato a vuotare la vescica.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Non congelare. Conservare il flaconcino nel cartone esterno per tenerlo al riparo dalla luce.

Avvertenze

Somministrare sotto la supervisione di un medico esperto qualificato nell'impiego di farmaci chemioterapici. Per la gestione della terapia edelle possibili complicanze dovute alla mielodepressione devono esser e prontamente disponibili servizi diagnostici e terapeutici, particolarmente dopo il trattamento con dosi alte di epirubicina. Puo' avere effetti genotossici. Di conseguenza si consiglia ai pazienti di sesso maschile trattati con epirubicina di non concepire figli durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento e di richiedere consigli sulla conservazione dello sperma prima della terapia a causa della possibilita' di sterilita' causata dalla terapia con epirubicina. Le pazienti non devono iniziare una gravidanza durante il trattamento con epirubicina. Sia i maschi che le femmine devono usare un metodo anticoncezionale efficacedurante il trattamento e per 6 mesi successivamente. Lo stravaso di e pirubicina dalla vena durante l'iniezione puo' causare gravi lesioni enecrosi del tessuto. L'iniezione nei piccoli vasi o iniezioni ripetut e nella stessa vena possono causare sclerosi venosa. Un attento monitoraggio basale dei vari parametri di laboratorio e della funzione cardiaca deve precedere il trattamento iniziale con epirubicina Durante il trattamento con epirubicina, le conte di globuli rossi, globuli bianchi, neutrofili e piastrine devono essere attentamente monitorate sia prima sia durante ciascun ciclo di terapia. La leucopenia e la neutropenia sono in genere transitorie con gli schemi posologici convenzionali e ad alte dosi, e raggiungono un minimo tra il decimo e il quattordicesimo giorno; i valori dovrebbero ritornare al normale entro il ventunesimo giorno. La leucopenia e la neutropenia sono piu' severe con gli schemi posologici a dosi elevate. La trombocitopenia (<100.000 piastrine/mm^3) insorge in pochissimi pazienti, anche dopo dosi elevate di epirubicina. Prima di iniziare il trattamento con epirubicina i pazienti devono essersi ripresi adeguatamente da stomatite o mucosite grave. Nello stabilire la dose cumulativa massima di epirubicina, e' necessarioconsiderare qualsiasi terapia concomitante con farmaci potenzialmente cardiotossici. Una dose cumulativa di 900-1000 mg/m^2 deve essere sup erata soltanto con estrema cautela con dosi di epirubicina sia convenzionali che alte. Al di sopra di questo livello, aumenta considerevolmente il rischio di insufficienza cardiaca congestizia irreversibile. Siconsiglia di effettuare l'elettrocardiogramma (ECG) prima e dopo cias cun ciclo di terapia. La comparsa di alterazioni del tracciato dell'elettrocardiogramma, come appiattimento o inversione dell'onda T, depressione del segmento S-T, o l'insorgenza di aritmie, in genere transitorie e reversibili, non devono essere necessariamente considerate come indicazioni per sospendere il trattamento. Con dosi cumulative di <900 mg/m^2, e' evidente che la tossicita' cardiaca si verifica raramente. La funzione cardiaca deve essere tuttavia attentamente monitorata durante la terapia per minimizzare il rischio di insufficienza cardiaca del tipo descritto per le altre antracicline. La cardiomiopatia indotta da antracicline e' associata a una persistente riduzione del voltaggiodel complesso QRS, al prolungamento oltre i limiti della norma dell'i ntervallo sistolico (PEP/LVET) e alla riduzione della frazione di eiezione. Il monitoraggio cardiaco del paziente in trattamento con epirubicina e' molto importante ed e' opportuno valutare la funzione cardiacacon tecniche non invasive, quali elettrocardiogramma, ecocardiografic a e, se necessario, la misura della frazione di eiezione con angiografia con radionuclide. L'insufficienza cardiaca puo' insorgere diverse settimane dopo la sospensione della terapia con epirubicina e puo' non rispondere alla terapia medica specifica. Il rischio potenziale di cardiotossicita' puo' aumentare nei pazienti che hanno ricevuto la radioterapia concomitante o precedente nell'area pericardiaca mediastinica e/o che ricevono il trattamento con farmaci potenzialmente cardiotossici. Prima di iniziare la terapia, e se possibile durante il trattamento, deve essere controllata la funzione epatica (SGOT, SGT, fosfatasi alcalina, bilirubina). Nei pazienti con funzione renale ridotta devono essere controllati regolarmente i livelli di creatinina nel siero primae durante il trattamento. Nei pazienti con aumento dei valori sierici di creatinina (>450 mcmol/l) deve essere considerata la riduzione del la dose. L'epirubicina puo' indurre iperuricemia secondaria a rapida lisi delle cellule neoplastiche. Deve essere quindi controllata l'uricemia per poter riconoscere e gestire correttamente questo fenomeno. L'epirubicina puo' impartire un colore rosso alle urine per uno o due giorni dopo la somministrazione.

Interazioni

L'epirubicina puo' essere usata in associazione con altri farmaci antitumorali, ma i pazienti devono essere monitorati per la tossicita' additiva, particolarmente mielotossicita' e tossicita' gastrointestinale.L'uso concomitante di altri farmaci che possono essere cardiotossici o possono influire sulla funzione cardiaca deve essere monitorato durante tutto il trattamento. Il paclitaxel ha dimostrato di aumentare le concentrazioni plasmatiche di epirubicina quando viene somministrato prima di epirubicina. Quando il paclitaxel e' stato somministrato dopo l'epirubicina, non sono stati osservati cambiamenti rilevabili nelle concentrazioni plasmatiche di epirubicina. Con l'uso concomitante, si consiglia quindi quest'ultimo schema di somministrazione. Interazioni farmacologiche con epirubina sono state osservate con cimetidina, dexverapamil, dexrazoxano, docetaxel, interferone alfa2b, paclitaxel e chinino. Il dexverapamil puo' modificare la farmacocinetica di epirubicinae possibilmente aumentarne gli effetti depressivi sul midollo osseo. La somministrazione precedente di dosi elevate (900 mg/m^2 e 1200 mg/m^2) di dexrazoxano puo' aumentare la clearance sistemica dell'epirubicina e produrre una riduzione dell'AUC. Uno studio ha trovato che, quando viene somministrato immediatamente dopo l'epirubicina, il docetaxelpuo' aumentare le concentrazioni plasmatiche dei metaboliti dell'epir ubicina. La somministrazione concomitante di interferone alfa 2-b puo'causare una riduzione sia dell'emivita terminale che della clearance totale di epirubicina. Il paclitaxel potrebbe influire sulla farmacocinetica di epirubicina e del suo metabolita epirubicinolo. In uno studio, la tossicita' ematologica e' risultata superiore quando il paclitaxel e' stato somministrato prima dell'epirubicina invece che dopo l'epirubicina. Uno studio ha dimostrato che la clearance del paclitaxel e' ridotta dall'epirubicina. La chinina potrebbe accelerare la distribuzione iniziale di epirubicina dal sangue nei tessuti e potrebbe influiresulla ripartizione dell'epirubicina nei globuli rossi. La cimetidina 400 mg due volte al giorno, somministrata prima dell'epirubicina 100 mg/m^2 ogni 3 settimane, ha dato luogo a un aumento del 50% dell'ACU dell'epirubicina e un aumento del 41% dell'AUC dell'epirubicinolo (quest'ultima p<0,05). L'AUC del 7-desossi-doxorubicinolo aglicone e il flusso ematico epatico non sono stati ridotti, e di conseguenza i risultati non sono imputabili alla ridotta attivita' del citocromo P-450. L'epirubicina usata in associazione con altri farmaci citotossici puo' produrre mielotossicita' additiva. La possibilita' di un marcato disturbodella ematopoiesi deve essere considerata con un (pre-) trattamento c on farmaci che influiscono sul midollo osseo (come farmaci citostatici, sulfamidici, cloramfenicolo, difenilidantoina, derivati amidopirinici, farmaci antiretrovirali). Il rischio potenziale di cardiotossicita'puo' aumentare nei pazienti che hanno ricevuto farmaci cardiotossici concomitanti (es. 5-fluorouracile, ciclofosfamide, cisplatino, taxani)o radioterapia concomitante (o precedente) nella zona mediastinica. Q uando l'epirubicina viene utilizzata contemporaneamente ad altri farmaci che possono causare insufficienza cardiaca, come i bloccanti dei canali del calcio, la funzione cardiaca deve essere monitorata per tuttala durata del trattamento. L'epirubicina viene metabolizzata principa lmente nel fegato; ciascun farmaco concomitante che influisce sulla funzione epatica puo' anche influire sul metabolismo o sulla farmacocinetica dell'epirubicina e quindi sulla sua efficacia e/o tossicita'. In genere questo farmaco e' sconsigliato in associazione con vaccini viviattenuati.

Effetti indesiderati

Esami diagnostici. Raro (>=1/10.000, <1/1000): aumento dei livelli delle transaminasi. Patologie cardiache. Raro: cardiotossicita' (cambiamenti dell'elettrocardiogramma (ECG), tachicardia, aritmia, cardiomiopatia, insufficienza cardiaca congestizia (dispnea, edema, fegato ingrossato, ascite, edema polmonare, effusione pleurica, ritmo di galoppo), tachicardia ventricolare, bradicardia, blocco atrioventricolare (AV), blocco di branca). Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: possono insorgere mielodepressione (leucopenia, granulocitopenia, neutropenia, neutropenia febbrile, trombocitopenia, anemia), emorragia e ipossia tissutale (in conseguenza di mielodepressione). Alte dosi di epirubicina sono state somministrate senza problemi a un numero elevato dipazienti non trattati affetti da tumori solidi di varia natura e hann o causato eventi avversi che non differiscono da quelli osservati alledosi convenzionali, fatta eccezione per neutropenia grave reversibile (<500 neutrofili/mm^3 per <7 giorni) che e' insorta nella maggior par te dei pazienti. Soltanto per alcuni pazienti e' stata necessaria l'ospedalizzazione e la terapia di supporto per le complicanze infettive severe a dosi elevate. Molto comune (>=1/10): l'alopecia, normalmente reversibile, si verifica nel 60-90% dei casi trattati; e' accompagnata dall'assenza della crescita della barba nei maschi. Comune (>=1/100, <1/10): vampate di calore. Non comune: iperpigmentazione cutanea e delle unghie. Arrossamento della pelle. Raro: orticaria. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Raro: iperuricemia (quale conseguenza della lisi rapida delle cellule neoplastiche). Infezioni ed infestazioni. Non nota: febbre, infezioni, polmonite, sepsi e shock settico possono verificarsi in seguito a mielodepressione. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: la cistite chimica, in alcuni casi emorragica, viene osservata dopo la somministrazione endovescicale.Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Raro: leucemia mieloide acuta secondaria con o senza una fase pre-leucemica in pazienti trattati con epirubina in associazione con farmaci antineoplastici che danneggiano il DNA. Queste leucemie hanno una brevelatenza (1-3 anni). Patologie vascolari. Non comune (>=1/1000, <1/100 ): tromboflebite. Non nota: si sono verificati casi coincidenti di eventi tromboembolici inclusa l'embolia polmonare (in casi isolati con esito fatale). Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: la mucosite puo' insorgere 5-10 giorni dopo l'inizio del trattamento e comporta in genere stomatite con aree di erosioni dolenti, ulcerazione ed emorragie, per lo piu' lungo i lati della lingua e nella mucosa sublinguale. Rossore lungo la vena di infusione. Flebite locale, flebosclerosi, dolore locale e necrosi tissutale possono verificarsi (a seguito di iniezione paravenosa accidentale). Noncomune: cefalea. Raro: febbre, brividi, capogiri, iperpiressia, males sere, debolezza. Disturbi del sistema immunitario. Comune: reazioni allergiche dopo la somministrazione endovescicale. Non comune: fotosensibilizzazione o ipersensibilizzazione in casi di radioterapia ("fenomeno di recall da radiazione"). Raro: anafilassi (anafilassi/reazioni anafilattoidi con o senza shock, comprendenti eruzione cutanea, prurito, febbre e brividi). Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Raro: amenorrea, azoospermia.

Gravidanza e allattamento

Non sono attualmente disponibili dati conclusivi per dimostrare se l'epirubicina possa influire in modo sfavorevole sulla fertilita' umana ocausare teratogenesi. Tuttavia, i dati sperimentali suggeriscono che l'epirubicina puo' nuocere al feto. Come la maggior parte degli altri farmaci antitumorali, l'epirubicina ha dimostrato proprieta' mutagene e cancerogene negli animali. Sia gli uomini sia le donne che ricevono epirubicina devono essere informati sul rischio potenziale di effetti avversi sulla riproduzione. Le donne in eta' fertile devono ricevere tutte le informazioni sul pericolo potenziale per il feto qualora iniziassero una gravidanza durante la terapia con epirubicina. Nella chemioterapia antitumorale, l'epirubicina non deve essere utilizzata nelle donne in stato di gravidanza o nelle donne in eta' fertile che possono rimanere incinte, eccetto nei casi in cui i potenziali benefici per lamadre siano superiori ai possibili rischi per il feto. L'epirubicina non deve essere normalmente somministrata a pazienti che allattano al seno. Non e' noto se l'epirubicina venga escreta nel latte materno umano. Non e' possibile escludere un rischio per il bambino allattato al seno. Durante il trattamento con epirubicina l'allattamento al seno deve essere interrotto.