Extavia - Sc 5fl 250mcg/Ml+5sir

Dettagli:
Nome:Extavia - Sc 5fl 250mcg/Ml+5sir
Codice Ministeriale:038545012
Principio attivo:Interferone Beta 1b
Codice ATC:L03AB08
Fascia:A
Prezzo:425.01
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Novartis Farma Spa
SSN:Concedibile extra farmacia
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Polvere e solvente per soluzione iniettabile
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi, non congelare
Scadenza:24 mesi

Denominazione

EXTAVIA 250 MCG/ML, POLVERE E SOLVENTE PER SOLUZIONE INIETTABILE.

Formulazioni

Extavia - Sc 5fl 250mcg/Ml+5sir

Categoria farmacoterapeutica

Interferoni.

Principi attivi

Contiene 300 mcg (9,6 milioni di UI) di interferone beta-1b ricombinante per flaconcino. Interferone beta-1b* ricombinante 250 mcg (8,0 milioni di UI) per ml di soluzione ricostituita. Prodotto per ingegneria genetica da un ceppo di Escherichia coli.

Eccipienti

Polvere, albumina umana, mannitolo (E421), solvente, sodio cloruro, acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Il farmaco e' indicato per il trattamento di: pazienti che abbiano manifestato un singolo evento demielinizzante con un processo infiammatorio attivo abbastanza grave da giustificare il trattamento con corticosteroidi per via endovenosa, per i quali siano state escluse altre diagnosi, e che siano considerati ad alto rischio per lo sviluppo di una sclerosi multipla clinicamente definita; pazienti con sclerosi multiplarecidivante-remittente caratterizzata da due o piu' recidive nell'arc o degli ultimi due anni; pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva con malattia in fase attiva, evidenziata da recidive.

Controindicazioni / effetti secondari

Inizio del trattamento in gravidanza; pazienti con pregressa storia diipersensibilita' all'interferone beta naturale o ricombinante, all'al bumina umana o ad uno qualsiasi degli eccipienti; pazienti che presentano una grave depressione e/o ideazione suicida; pazienti con scompenso epatico.

Posologia

Adulti: la dose raccomandata del farmaco e' di 250 mcg (8,0 milioni diUI), contenuti in 1 ml di soluzione ricostituita, da iniettare sottoc ute a giorni alterni. Non sono stati condotti studi clinici specifici o studi di farmacocinetica su bambini e adolescenti. Tuttavia, i limitati dati pubblicati suggeriscono che il profilo di sicurezza negli adolescenti dai 12 ai 16 anni d'eta' che hanno assunto il farmaco alla dose di 8,0 milioni di UI per via sottocutanea a giorni alterni sia simile a quello osservato negli adulti. Non ci sono informazioni sull'uso del farmaco nei bambini al di sotto di 12 anni d'eta', quindi non utilizzare il farmaco in questa tipologia di pazienti. In generale si raccomanda la titolazione della dose all'inizio del trattamento. Si consiglia di cominciare con 62,5 mcg (0,25 ml) per via sottocutanea a giornialterni e di aumentare lentamente la dose fino a raggiungere 250 mcg (1,0 ml) a giorni alterni. Il periodo di titolazione puo' essere modificato in caso di comparsa di una qualsiasi reazione avversa significativa. Per ottenere una buona efficacia e' opportuno arrivare ad una dose di 250 mcg (1,0 ml) a giorni alterni. Schema di titolazione. Giorno di trattamento: 1, 3, 5, dose: 62,5 mcg, volume: 0,25 ml. Giorno di trattamento: 7, 9, 11, dose: 125 mcg, volume: 0,5 ml. Giorno di trattamento: 13, 15, 17, dose: 187,5 mcg, volume: 0,75 ml. Giorno di trattamento: >= 19, dose: 250 mcg, volume: 1,0 ml. La dose ottimale non e' stata chiaramente definita. Attualmente non e' noto per quanto tempo il paziente debba essere trattato. Sono disponibili dati di follow-up raccolti nell'ambito di studi clinici controllati fino a 5 anni per pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente e fino a 3 anni per pazienti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva. Nella sclerosi multipla recidivante-remittente e' stata dimostrata l'efficacia del trattamento per i primi due anni. I dati disponibili per i restanti tre anni supportano l'efficacia del trattamento col farmaco perl'intero periodo. Nei pazienti che abbiano manifestato un singolo eve nto clinico indicativo di sclerosi multipla, l'efficacia e' stata dimostrata per un periodo di tre anni. Il trattamento non e' consigliato nei pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente che abbiano avuto meno di due recidive nei 2 anni precedenti o nei pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva che non hanno presentato una forma attiva della malattia nei 2 anni precedenti. Se il paziente non risponde, per esempio si riscontra una progressione costante alla EDSS ("Expanded Disability Status Scale") per 6 mesi, o e' necessaria la somministrazione per almeno 3 cicli di ormone adrenocorticotropo (ACTH) o di corticosteroidi nel corso di un anno malgrado la terapia colfarmaco, il trattamento col medicinale deve essere interrotto.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Non congelare.

Avvertenze

La somministrazione di citochine a pazienti con preesistente gammopatia monoclonale ? stata associata con lo sviluppo della sindrome da alterata permeabilit? capillare sistemica, con sintomatologia shock-simileed esito fatale. In rari casi ? stata osservata pancreatite durante l 'uso del farmaco, spesso associata a ipertrigliceridemia. Somministrare il farmaco con prudenza nei pazienti che presentano o che hanno presentato disturbi depressivi, in particolare in quelli con precedenti diideazione suicida. ? noto che la depressione e l'ideazione suicida si manifestano pi? comunemente nei pazienti affetti da sclerosi multipla e in associazione all'uso di interferone. Monitorare i pazienti che m anifestino depressione durante la terapia col farmaco; considerare la sua sospensione. Somministrare il farmaco con cautela nei pazienti conpregressa storia di convulsioni e in quelli trattati con anti-epilett ici, soprattutto se l'epilessia non ? ben controllata con anti-epilettici. Poich? questo prodotto contiene albumina umana pu? comportare un rischio potenziale di trasmissione di malattie virali. Il rischio di trasmissione della malattia di Creutzfeld-Jacob (CJD) non pu? essere escluso. Nei pazienti con pregressa storia di disfunzione tiroidea sono raccomandati test di funzionalit? tiroidea. Prima di iniziare il trattamento col farmaco e ad intervalli regolari in corso di terapia, oltreai test di laboratorio normalmente richiesti con sclerosi multipla ef fettuare una conta completa delle cellule ematiche ed una conta leucocitaria differenziale, una conta delle piastrine ed esami chimici del sangue, tra cui i test di funzionalit? epatica, da ripetere poi periodicamente in assenza di sintomi clinici. Monitoraggio accurato ai pazienti con anemia, trombocitopenia o leucopenia della conta completa dellecellule ematiche, associata a conta differenziale e piastrinica. Moni torare i soggetti che vanno incontro a neutropenia per la possibile insorgenza di febbre o di infezioni. Sono noti episodi di trombocitopenia con notevole diminuzione della conta piastrinica. Aumenti asintomatici delle transaminasi sieriche, normalmente leggere e transitorie, si sono verificati comunemente in pazienti trattati col farmaco durante gli studi clinici. Lesioni epatiche gravi, inclusi i casi di insufficienza epatica, sono stati riportati raramente nei pazienti che assumono il farmaco. Gli eventi pi? gravi: presentati spesso in pazienti esposti ad altri medicinali o sostanze note per essere associate con epatotossicit? o in presenza di condizione medica di comorbidit?. Controllarei pazienti per i sintomi della lesione epatica. Il riscontro di un in nalzamento delle transaminasi sieriche richiede sorveglianza ed analisi. Prendere in considerazione la sospensione del trattamento col farmaco in caso di incremento significativo dei livelli o di presenza contemporanea di sintomi clinici, come l'ittero. In assenza di evidenza clinica di un danno epatico e dopo normalizzazione dei livelli degli enzimi epatici, considerare di riprendere il trattamento effettuando un appropriato monitoraggio delle funzioni epatiche. Usare cautela e monitorare i pazienti con grave insufficienza renale se viene loro somministrato interferone beta. Somministrare il farmaco con cautela nei pazienti affetti da preesistenti alterazioni cardiache. Monitorare i pazienti con significativi disturbi cardiaci preesistenti per il possibile peggioramento delle condizioni cardiache, in particolare all'inizio del trattamento. Mentre il farmaco non presenta nessuna tossicit? cardiacanota ad azione diretta, i sintomi della sindrome simil-influenzale as sociati agli interferoni beta possono rivelarsi stressanti per pazienti affetti da significativa malattia cardiaca preesistente. Durante il periodo post-marketing molto raramente ? stato riferito un peggioramento delle condizioni cardiache in soggetti con significativa malattia cardiaca preesistente, temporaneamente associato all'inizio della terapia col farmaco. Sono noti rari casi di cardiomiopatia. Se ci? dovesse verificarsi e fosse sospettata una correlazione col farmaco, interrompere il trattamento. Si possono riscontrare reazioni serie di ipersensibilit?. In presenza di reazioni gravi, sospendere il farmaco. E' nota la comparsa di necrosi nella sede di iniezione. Questa pu? essere estesa e interessare lo strato muscolare cos? come lo strato adiposo causando quindi la formazione di cicatrici. Raramente ? necessario lo sbrigliamento e, meno comunemente, un innesto cutaneo e la guarigione pu? richiedere fino a 6 mesi. Nei pazienti con lesioni multiple interrompere il farmaco fino a guarigione avvenuta. I pazienti con lesioni singole possono continuare il trattamento col farmaco se la necrosi non ? troppo estesa, poich? alcuni pazienti hanno riscontrato la guarigione delle lesioni cutanee necrotiche mentre erano ancora in trattamento col farmaco. Per ridurre al minimo il rischio di necrosi: adottare tecniche di iniezione in asepsi, alternare le sedi di iniezione, utilizzare un autoiniettore. Riverificare le procedure di autoiniezione periodicamente specialmente nel caso in cui si siano verificate reazioni nella sede d'iniezione. ? presente un potenziale di immunogenicit?. In studi clinici controllati, sono stati raccolti campioni di siero ogni tre mesi per monitorare lo sviluppo di anticorpi al farmaco. Nei differenti studi clinici controllati il 23% - 41% dei pazienti ha sviluppato un'attivit? sierica neutralizzante per l'interferone beta-1b confermata daalmeno due titolazioni positive consecutive; di tali pazienti il 43% - 55% ? passato a uno stato negativo stabile degli anticorpi durante il successivo periodo di osservazione del rispettivo studio. Lo sviluppo di attivit? neutralizzante ? associato ad una riduzione dell'efficacia clinica solo per quanto riguarda l'insorgenza di recidive. Nello studio condotto con pazienti che abbiano manifestato un singolo evento clinico indicativo di una sclerosi multipla, l'attivit? neutralizzante misurata ogni 6 mesi ? stata riscontrata almeno una volta nel 32% (88)dei pazienti trattati subito col farmaco; di questi, il 47% (41) ? ri sultato negativo entro tre anni. Durante questo periodo lo sviluppo diun'attivit? neutralizzante non ? risultato associato alla riduzione d ell'efficacia clinica. Nuovi eventi avversi non sono stati associati allo sviluppo dell'attivit? neutralizzante. ? stato dimostrato in vitroche il farmaco ha una reazione crociata con l'interferone beta natura le. Tuttavia, ci? non ? stato indagato in vivo e il suo significato clinico ? incerto. La decisione se proseguire o meno il trattamento deveessere basata sull'andamento clinico della malattia piuttosto che sul la positivit? agli anticorpi neutralizzanti.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi di interazione. L'effetto della somministrazione a giorni alterni di 250 mcg (8,0 milioni di UI) del farmacosul metabolismo di farmaci in pazienti con sclerosi multipla non e' n oto. La somministrazione, per periodi fino a 28 giorni, di corticosteroidi o di ACTH per la terapia delle recidive e' risultata ben tollerata dai soggetti in trattamento col farmaco. Data la mancanza di esperienza clinica, nei pazienti con sclerosi multipla l'uso concomitante delfarmaco e di immunomodulatori diversi dai corticosteroidi o dall'ACTH e' sconsigliato. E' stato segnalato che gli interferoni riducono l'at tivita' degli enzimi epatici dipendenti dal citocromo P450 nell'uomo enegli animali. E' necessario essere prudenti nei casi in cui il farma co venga somministrato in associazione a farmaci che presentano un ristretto indice terapeutico e la cui clearance e' largamente dipendente dal sistema del citocromo P450 epatico, ad esempio gli antiepilettici.Adottare ulteriore cautela in caso di associazione con farmaci che ab biano effetti sul sistema ematopoietico. Non sono stati condotti studid'interazione con antiepilettici.

Effetti indesiderati

Infezioni e infestazioni: infezione, ascesso. Alterazioni del sangue edel sistema linfatico: diminuzione conta linfocitaria (<1500/mm^3); d iminuzione conta assoluta neutrofili (<1500/mm^3); diminuzione conta leucocitaria (<3000/mm? ); linfadenopatia. Alterazioni del metabolismo e della nutrizione: glicemia ridotta (<55 mg/dl). Disturbi psichiatrici: depressione, ansia. Alterazioni del sistema nervoso. cefalea; vertigini; insonnia; emicrania; parestesia. Disturbi oculari: congiuntivite; anomalie della visione. Alterazioni dell'apparato uditivo e vestibolare: otalgia. Alterazioni cardiache: palpitazioni. Alterazioni del sistema vascolare: vasodilatazione; ipertensione. Alterazioni dell'apparato respiratorio, del torace e del mediastino: infezione delle vie respiratorie superiori; sinusite; aumento della tosse; dispnea. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale: diarrea, costipazione; nausea; vomito; dolore addominale. Alterazioni del sistema epatobiliare. Aumento dell'alanina aminotrasferasi (SGPT >5 volte il basale); aumento dell'aspartato aminotransferasi (SGOT >5 volte il basale). Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo: disturbi della pelle; rash. Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: ipertonia; mialgia; miastenia; dolore alla schiena; dolori alle estremit?. Alterazioni renali e delle vie urinarie: ritenzione urinaria; presenza di proteine nelle urine (>1+); frequenza della minzione; incontinenza urinaria; urgenza di minzione. Disordini del sistema riproduttivo e della mammella: dismenorrea; disturbi mestruali; metrorragie; impotenza. Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione: reazione nella sede d'iniezione (di vario tipo); necrosi nella sede d'iniezione; sintomi simil-influenzali; febbre; dolore; dolore toracico; edema periferico; astenia; brividi; sudorazione; malessere. Viene usato il termine MedDRA piu' adatto per descrivere una determinata reazione, i suoi sinonimi e le patologie correlate. Valori sulla base sulla segnalazione spontanea di eventi avversi da parte del farmaco. Frequenza di manifestazione: molto comuni (>=1/10), comuni (da >=1/100 a <1/10), noncomuni (da >=1/1000 a <1/100), rari (da >=1/10 a <1/1000). Alterazion i del sangue e del sistema linfatico. Non comuni: anemia, trombocitopenia, leucopenia; rari: linfadenopatia. Alterazioni del sistema immunitario. Rari: reazioni anafilattiche. Alterazioni del sistema endocrino.Rari: ipertiroidismo, ipotiroidismo, disturbi della tiroide. Alterazi oni del metabolismo e della nutrizione. Rari: aumento dei trigliceridinel sangue, anoressia. Disturbi psichiatrici. Non comuni: depressione ; rari: confusione, ansia, instabilit? emotiva, tentativo di suicidio.Alterazioni del sistema nervoso. rari: convulsioni. Alterazioni cardi ache. Rari: cardiomiopatia, tachicardia, palpitazioni. Alterazioni delsistema vascolare. Non comuni: ipertensione. Alterazioni dell'apparat o respiratorio, del torace e del mediastino. Rari: bronco-spasmo, dispnea. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Non comuni: vomito, nausea; rari: pancreatite. Alterazioni del sistema epatobiliare. Non comuni: aumento dell'alanina amino-transferasi, aumento dell'aspartato amino-transferasi; rari: aumento della bilirubinemia, aumento della gamma-glutamil-transferasi, epatite. Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comuni: orticaria, rash, prurito, alopecia; rari: alterazione del colorito cutaneo. Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comuni: mialgia, ipertonia. Disordini del sistema riproduttivo e della mammella. Rari: disturbi mestruali. Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione. Molto comuni: sintomi similinfluenzali, brividi, febbre, reazioni nellasede d'iniezione, infiammazione nella sede d'iniezione, dolore nella sede d'iniezione; comuni: necrosi nella sede d'iniezione; rari: doloretoracico, malessere, sudorazione. Indagini diagnostiche. Rari: perdit a di peso. Viene usato il termine MedDRA piu' adatto per descrivere una determinata reazione, i suoi sinonimi e le patologie correlate.

Gravidanza e allattamento

Le informazioni relative all'uso del farmaco in gravidanza sono limitate. I dati disponibili indicano che puo' esserci un rischio maggiore di aborto spontaneo. L'inizio del trattamento durante la gravidanza e' controindicato. Le donne in eta' fertile devono adottare adeguati metodi contraccettivi. Se la paziente da' inizio ad una o programma di dare inizio ad una gravidanza nel periodo in cui sta utilizzando il farmaco, informarla sui rischi potenziali e considerare la sospensione della terapia. In pazienti con un alto grado di recidive prima dell'iniziodel trattamento, deve essere valutato il rischio di una recidiva grav e in seguito alla sospensione del farmaco in caso di gravidanza rispetto al possibile maggior rischio di aborto spontaneo. Non e' noto se l'interferone beta-1b venga escreto nel latte materno. A causa del rischio potenziale di reazioni avverse gravi nel lattante, occorre deciderese sospendere l'allattamento o il trattamento col farmaco.