Integrilin - Iv 100ml 0,75mg/Ml

Dettagli:
Nome:Integrilin - Iv 100ml 0,75mg/Ml
Codice Ministeriale:034489017
Principio attivo:Eptifibatide
Codice ATC:B01AC16
Fascia:H
Prezzo:96.01
Glutine:Senza glutine
Produttore:Glaxosmithkline Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi

Denominazione

INTEGRILIN 0,75 MG/ML SOLUZIONE PER INFUSIONE

Formulazioni

Integrilin - Iv 100ml 0,75mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Antitrombotici.

Principi attivi

Eptifibatide.

Eccipienti

Acido citrico monoidrato; sodio idrossido; acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Il medicinale deve essere utilizzato con acido acetilsalicilico ed eparina non frazionata; il farmaco e' indicato per la prevenzione di infarti del miocardio in fase iniziale in soggetti adulti affetti da angina instabile o infarto del miocardio non Q che abbiano avuto l'ultimo episodio di dolore toracico nelle ultime 24 ore, e con modifiche dell'elettrocardiogramma (ECG) e/o valori degli enzimi cardiaci superiori alla norma; i pazienti che possono piu' probabilmente ottenere un beneficio dal trattamento con il farmaco sono quelli ad alto rischio di sviluppare infarto del miocardio entro i primi 3-4 giorni dalla comparsa dei sintomi di angina acuta, includendo per esempio quelli che potrebbero essere sottoposti ad una PTCA precoce (Angioplastica Coronarica Percutanea Transluminale).

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; evidenza di sanguinamento gastrointestinale, macroematuria o altrisanguinamenti anomali in fase attiva entro i 30 giorni precedenti il trattamento; storia di ictus nei 30 giorni precedenti o anamnesi di ictus emorragico; anamnesi positiva per patologie intracraniche (neoplasie, malformazioni arterovenose, aneurismi); interventi chirurgici maggiori o gravi traumi nelle 6 settimane precedenti; storia di diatesi emorragica; trombocitopenia (< 100.000 cellule /mm^3); tempo di protrombina > 1,2 volte i valori di normalita' o INR (International NormalizedRatio) >= 2,0; ipertensione grave (pressione arteriosa sistolica > 20 0 mm Hg o pressione arteriosa diastolica > 110 mm Hg nonostante il trattamento antiipertensivo); compromissione renale grave (clearence creatinina < 30 ml/min) o dipendenza dalla dialisi renale; compromissione epatica clinicamente rilevante; somministrazione per via parenterale concomitante o programmata di un'altra glicoproteina (GP) IIb/IIIa inibitore.

Posologia

Il prodotto e' solo per uso ospedaliero. Esso deve essere somministrato da parte di medici specialisti con esperienza nel trattamento delle sindromi coronariche acute. Il farmaco soluzione per infusione deve essere utilizzata in associazione con il farmaco soluzione iniettabile. E' raccomandata la somministrazione contemporanea di eparina, a meno che essa non sia controindicata per motivi quali anamnesi di trombocitopenia associata all'uso di eparina. Il medicinale e' inoltre utilizzabile in concomitanza con acido acetilsalicilico, in base a quanto previsto dalla gestione ordinaria dei pazienti con sindrome coronarica acuta, a meno che il suo uso non sia controindicato. Pazienti adulti ( >= 18 anni di eta') affetti da angina instabile (UA) o da infarto miocardico non Q (NQMI): il dosaggio raccomandato e' un bolo endovenoso di 180 mcg /Kg somministrato il prima possibile dopo la diagnosi, seguito da un'infusione continua di 2,0 mcg /Kg/min fino a 72 ore, fino all'inizio di un intervento di by-pass aorto-coronarico (coronary artery bypass graft, CABG) o fino alla dimissione dall'ospedale (qualsiasi evenienza si presenti per prima). Se l'intervento di rivascolarizzazione coronarica per via percutanea (percutaneous coronary intervention, PCI) viene eseguito durante la terapia con eptifibatide, proseguire l'infusione per 20-24 ore dopo la PCI per una durata massima di trattamento di96 ore. Chirurgia di emergenza o semi-elettiva: qualora il paziente r ichiedesse un trattamento di emergenza o una chirurgia cardiaca urgente durante la terapia con eptifibatide, interrompere immediatamente l'infusione. Se il paziente deve essere sottoposto a intervento chirurgico semi-elettivo, interrompere l'infusione di eptifibatide al momento opportuno per permettere il ritorno della attivita' piastrinica alla normalita'. Compromissione epatica: l'esperienza in pazienti con compromissione epatica e' molto limitata. Somministrare con cautela nei pazienti con compromissione epatica nei quali possano essere presenti alterazioni della coagulazione. E' controindicato nei pazienti con compromissione epatica clinicamente significativa. Compromissione renale: in pazienti con compromissione renale moderata (clearence della creatinina>= 30 - < 50 ml/min), si deve somministrare un bolo intravenoso di 18 0 mcg /Kg seguito da una dose di 1,0 microgrammo/Kg/min in infusione continua per la durata della terapia. Questa raccomandazione e' basata sui dati di farmacodinamica e di farmacocinetica. Tuttavia l'evidenza clinica al momento disponibile non puo' confermare che questa variazione della dose comporti un beneficio prolungato nel tempo. L'uso in pazienti con compromissione renale piu' grave e' controindicato. Popolazione pediatrica: l'uso del medicinale non e' raccomandato nei bambini ed adolescenti di eta' inferiore ai 18 anni, a causa della mancanza di dati sulla sicurezza ed efficacia.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Conservare il flaconcino nella confezione originale al fine di proteggerlo dalla luce.

Avvertenze

Il farmaco e' un agente antitrombotico che agisce inibendo l'aggregazione piastrinica; di conseguenza controllare il paziente attentamente per un'eventuale insorgenza di sanguinamento durante il trattamento. Donne, anziani, pazienti con basso peso corporeo o con compromissione renale moderata possono presentare un aumentato rischio di sanguinamento. Controllare questi pazienti per quanto attiene al rischio di sanguinamento. Un incremento nel rischio di sanguinamento puo' essere inoltreosservato nei pazienti che ricevono una somministrazione precoce del farmaco rispetto a quelli che lo ricevono immediatamente prima della PCI, come si e' visto nello studio EARLY ACS. Diversamente dalla posologia approvata in EU, a tutti i pazienti in questo studio e' stato somministrato un doppio bolo prima dell'infusione. Il sanguinamento e' piu' comune in sede di accesso arterioso in pazienti sottoposti a procedura di rivascolarizzazione arteriosa per via percutanea. Si devono osservare con attenzione tutti i potenziali siti di sanguinamento. Parimenti, altri siti potenziali di sanguinamento quali il sistema nervoso centrale e periferico e spazio retroperitoneale, devono essere attentamente controllati. Poiche' il farmaco inibisce l'aggregazione piastrinica, porre attenzione qualora venisse utilizzato con altri medicinali che influenzano l'emostasi inclusi ticlopidina e clopidogrel, trombolitici, anticoagulanti orali, soluzioni di destrano, adenosina, sulfinpirazone, prostaciclina, antiinfiammatori non steroidei o dipiridamolo. Non ci sono esperienze con il medicinale ed eparine a basso peso molecolare. Esiste una limitata esperienza di terapia con il farmaco in pazienti per i quali e' generalmente indicato un trattamento con trombolitici. Di conseguenza, l'impiego del prodotto non e' raccomandato in queste circostanze. Interrompere l'infusione del medicinale se le circostanze evidenziano la necessita' di una terapia con trombolitici o se il paziente deve essere sottoposto ad un intervento urgente di by-pass coronarico o richieda l'uso del contropulsatore aortico. Se si verifica un sanguinamento di grave entita', non adeguatamente controllabile conla pressione, interrompere l'infusione del farmaco e di qualsiasi epa rina non frazionata concomitante. Durante il trattamento con eptifibatide, si evidenzia un aumento significativo nella frequenza di sanguinamento specialmente nell'area dell'arteria femorale dove e' stato inserito l'introduttore. E' necessario prestare attenzione affinche' si perfori solo la parete anteriore dell'arteria femorale. Gli introduttori possono essere rimossi solo quando il tempo di coagulazione e' ritornato alla normalita', ad esempio quando il tempo di coagulazione attivato [ACT] e' inferiore a 180 secondi (normalmente 2- 6 ore dopo la sospensione dell'eparina). Dopo la rimozione dell'introduttore, deve essereassicurata un'appropriata emostasi sotto stretto controllo. Il farmac o inibisce l'aggregazione piastrinica, ma non sembra influenzare la vitalita' delle piastrine. L'incidenza della trombocitopenia e' risultata bassa e sovrapponibile nei pazienti trattati con eptifibatide o placebo. Successivamente alla commercializzazione con la somministrazione di eptifibatide e' stata osservata trombocitopenia, inclusa trombocitopenia acuta grave. Il meccanismo, sia esso immuno e/o non-immuno-mediato, con il quale l'eptifibatide puo' indurre trombocitopenia non e' stato completamente compreso. Tuttavia, il trattamento con eptifibatide e' stato associato agli anticorpi che riconoscono la GP IIb/IIIa occupata dalla eptifibatide, suggerendo un meccanismo immuno-mediato. La trombocitopenia che si verifica dopo la prima esposizione ad inibitori della GP IIb/IIIa puo' essere spiegata dal fatto che gli anticorpi sononaturalmente presenti in alcuni individui normali. Poiche' sia la rip etuta esposizione ad ogni agente che mimi il legame alla GP IIb/IIIa (come abciximab o eptifibatide) che la prima esposizione ad un inibitore della GP IIb/IIIa possono essere associate a risposte trombocitopeniche immuno-mediate, e' richiesto il monitoraggio, ad esempio i livellipiastrinici devono essere monitorati prima del trattamento, entro 6 m esi dalla somministrazione, e almeno una volta al giorno in corso di terapia ed immediatamente ai segni clinici di una inattesa tendenza al sanguinamento. Sia nel caso in cui si osservi una diminuzione confermata della conta piastrinica < 100.000/mm^3 o una trombocitopenia acuta profonda, deve essere immediatamente presa in considerazione l'interruzione di ogni trattamento medico che abbia effetti trombocitopenici noti o sospetti, compresi eptifibatide, eparina e clopidogrel. La decisione di utilizzare trasfusioni di piastrine deve essere basata su un parere clinico specifico per paziente. Non ci sono dati sull'utilizzo del farmaco in pazienti con anamnesi di trombocitopenia immunomediata daaltri inibitori di GP IIb/IIIa. Di conseguenza, non e' raccomandata l a somministrazione di eptifibatide nei pazienti che abbiano precedentemente avuto esperienza di trombocitopenia immunomediata con inibitori della GP IIb/IIIa, inclusa eptifibatide, La somministrazione di eparina e' raccomandata nei pazienti a meno che essi presentino delle controindicazioni (anamnesi di trombocitopenia associata all'uso di eparina). UA/NQMI: per un paziente di peso >= 70 Kg, si raccomanda un bolo pari a 5.000 unita', seguito da un'infusione costante di 1.000 unita'/ora. Se il paziente ha un peso < 70 Kg, e' raccomandato un bolo di 60 unita'/Kg seguito da un'infusione di 12 unita'/Kg/ora. Monitorare il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) al fine di mantenere un valore compreso tra 50 -70 secondi; sopra i 70 secondi potrebbe esserciun aumento del rischio di sanguinamento. Se il paziente e' sottoposto a PCI in corso di UA/NQMI, controllare il tempo di coagulazione attiv ato (ACT) per mantenerne il valore compreso tra 300 e 350 secondi. Interrompere la somministrazione di eparina quando l'ACT supera i 300 secondi e non riprenderla fino a quando l'ACT non scende sotto i 300 secondi. Prima di iniziare l'infusione del farmaco, i seguenti test di laboratorio sono raccomandati al fine di identificare preesistenti anormalita' dell'emostasi: tempo di protrombina (PT) e aPTT, creatinina sierica, conta piastrinica, livelli di emoglobina ed ematocrito. L'emoglobina, l'ematocrito e la conta piastrinica, devono essere controllati sia entro 6 ore dall'inizio della terapia, che almeno una volta al giorno durante la terapia (o piu' spesso se c'e' evidenza di una marcata diminuzione). Se la conta piastrinica scende sotto 100.000/mm^3, sono richieste ulteriori misurazioni del numero delle piastrine per escludereuna pseudotrombocitopenia. Sospendere la somministrazione di eparina non frazionata. Nei pazienti sottoposti a PCI, misurare anche l'ACT.

Interazioni

Warfarin e dipiridamolo: il farmaco sembra non aumentare il rischio disanguinamenti di maggiore e minore entita' associati ad uso concomita nte di warfarin e dipiridamolo. I pazienti trattati con il medicinale con un tempo di protrombina (PT) > 14,5 secondi e in terapia concomitante con warfarin, sembrano non evidenziare un aumentato rischio di sanguinamento. Farmaco e medicinali trombolitici: sono disponibili dati limitati sull'uso del farmaco e medicinali trombolitici. Dai risultati degli studi effettuati non c'e' evidenza consistente che eptifibatide aumenti il rischio di sanguinamenti di maggiore o minore entita' associati ad attivatore tissutale del plasminogeno sia in pazienti sottoposti a PCI che con infarto acuto del miocardio; tuttavia, in uno studio sull'infarto acuto del miocardio. Eptifibatide sembra aumentare il tempo di sanguinamento quando somministrato contemporaneamente a streptokinasi. In uno studio sull'infarto acuto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST, la combinazione di una dose ridotta di tenecteplase e eptifibatide, confrontata con placebo ed eptifibatide, ha aumentato significativamente il rischio di sanguinamenti sia maggiori che minori quando somministrati contemporaneamente In uno studio condotto in181 pazienti con infarto acuto del miocardio, eptifibatide (in un reg ime di trattamento costituito da un bolo di 180 mcg/Kg, seguito da un'infusione endovenosa fino ad un massimo di 2,0 mcg/Kg/min fino a 72 ore) e' stato somministrato in concomitanza a streptokinasi (1,5 milionidi unita' per 60 minuti). Alla velocita' di infusione piu' elevata (1 ,3 mcg /Kg/min e 2,0 mcg /Kg/min), eptifibatide e' stato associato ad una aumentata incidenza di sanguinamento e di necessita' di trasfusioni rispetto alla streptokinasi allorche' somministrata da sola.

Effetti indesiderati

La maggior parte delle reazioni avverse insorte nei pazienti trattati con eptifibatide, era generalmente correlata al sanguinamento o ad eventi cardiovascolari che si verificano frequentemente in questa tipologia di pazienti. Gli eventi indesiderati sono elencati di seguito per sistemi ed organi secondo la frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comune (>= 1/10); comune (da >= 1/100 a < 1/10); non comune (da >= 1/1.000 a < 1/100); raro (da >= 1/10.000 a < 1/1.000); molto raro(<1/10.000). Queste sono le frequenze assolute che non tengono conto dei tassi riferiti al placebo. Nel caso di una particolare reazione avversa, qualora i dati siano disponibili da entrambi gli studi PURSUIT ed ESPRIT, e' stata usata la maggiore incidenza riportata per l'assegnazione della frequenza di reazione avversa. Da notare che la causalita' non e' stata determinata per tutte le reazioni avverse. Patologie del Sistema Emolinfopoietico. Molto comune: sanguinamento (maggiore o minore sanguinamento incluso accesso all'arteria femorale, correlato a CABG, gastrointestinale, genitourinario, retroperitoneale, intracranico, ematemesi, ematuria, orale/orofaringeo, diminuzioni della emoglobina/ematocrito e altri); non comune: trombocitopenia. Patologie del Sistema Nervoso. Non comune: ischemia cerebrale. Patologie cardiache. Comune: arresto cardiaco, fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare, insufficienza cardiaca congestizia, blocco atrioventricolare, fibrillazione atriale. Patologie vascolari. Comune: shock, ipotensione, flebite. Arresto cardiaco, insufficienza cardiaca congestizia, fibrillazione striale, ipotensione, e shock, che sono gli eventi avversi piu' comunemente riportati nello studio PURSUIT, erano eventi avversi correlati alla patologia di base. La somministrazione di eptifibatide e' associata all'incremento di sanguinamenti sia minori che maggiori come classificati dai criteri del gruppo di studio TIMI. Alle dosi terapeutiche raccomandate, come sono state somministrate nel corso dello studioPURSUIT che ha coinvolto circa 11.000 pazienti, il sanguinamento e' s tata la complicanza piu' comune incontrata durante la terapia con eptifibatide. Le piu' comuni complicazioni di tipo emorragico erano associate alle procedure cardiache invasive effettuate (correlate all'intervento di by-pass coronarico o al sito di accesso all'arteria femorale).Il sanguinamento minore e' stato definito nello studio PURSUIT macroe maturia spontanea, ematemesi spontanea, perdita di sangue spontanea con una diminuzione di emoglobina superiore a 3 g/dl, o a diminuzione diemoglobina maggiore di 4 g/dl in assenza di una emorragia visibile. D urante il trattamento con il farmaco in questo studio, il sanguinamento minore e' stata una complicanza molto comune (>1/10, o 13,1% per il farmaco vs 7,6% per il placebo). Gli eventi di sanguinamento sono stati piu' frequenti nei pazienti che hanno ricevuto eparina in concomitanza in corso di PCI, quando ACT erano superiori a 350 secondi. Il sanguinamento maggiore e' stato definito nello studio PURSUIT sia come emorragia intracranica che come decremento nelle concentrazioni di emoglobina maggiore di 5 g/dl. Anche il sanguinamento maggiore e' stato moltocomune e riportato piu' frequentemente con il medicinale che con plac ebo nello studio PURSUIT (>=1/10 o 10,8% vs 9,3%), ma e' stato poco frequente nella maggior parte dei pazienti che non sono stati sottopostia CABG entro 30 giorni dall'arruolamento. Nei pazienti sottoposti a C ABG, l'incidenza del sanguinamento non e' stata aumentata dal farmaco rispetto ai pazienti trattati con placebo. Nel sottogruppo di pazientisottoposti a PCI i sanguinamenti di maggiore entita' sono stati osser vati comunemente nel 9,7 % dei pazienti trattati con eptifibatide rispetto al 4,6 % di quelli trattati con placebo. L'incidenza di episodi di sanguinamento gravi o pericolosi per la vita dopo somministrazione del prodotto e' stata pari a 1,9% rispetto a 1,1% con placebo. La necessita' di trasfusioni di sangue era leggermente maggiore con il farmaco(11,8% vs. 9,3% con placebo). Le variazioni osservate nel corso della terapia con eptifibatide sono associate alla sua nota attivita' farma cologica di inibizione della attivita' piastrinica. Di conseguenza, lemodifiche dei parametri di laboratorio associate con il sanguinamento (ad esempio il tempo di sanguinamento), sono comuni ed attese. Nessun a differenza apparente e' stata osservata tra i pazienti trattati con eptifibatide o placebo nei valori di funzionalita' epatica (SGOT/AST, SGPT/ALT, bilirubina, fosfatasi alcalina) o di funzionalita' renale (creatinina sierica, azotemia). >>Esperienza post-commercializzazione. Patologie del Sistema Emolinfopoietico. Molto rari: sanguinamento ad esito fatale (la maggior parte dei casi riguardava patologie del sistemanervoso centrale e periferico: emorragie cerebrali o intracraniche); emorragia polmonare, trombocitopenia acuta grave, ematoma. Disturbi del Sistema immunitario. Molto raro: reazioni anafilattiche. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto rari: rash, disturbi al sito di iniezione tipo orticaria.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono dati adeguati provenienti dall'uso di eptifibatide in donne in gravidanza. Gli studi su animali sono insufficienti per evidenziare gli effetti sulla gravidanza, sullo sviluppo embrionale/fetale, sulparto o sullo sviluppo post-natale. Il rischio potenziale per gli ess eri umani non e' noto. Il medicinale non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. Non e' noto se eptifibatide sia escreto nel latte materno. Si raccomanda l'interruzione dell'allattamento al seno durante il periodo di trattamento.