Integrilin - Iv Fl 10ml 2mg/Ml

Dettagli:
Nome:Integrilin - Iv Fl 10ml 2mg/Ml
Codice Ministeriale:034489029
Principio attivo:Eptifibatide
Codice ATC:B01AC16
Fascia:H
Prezzo:30.4
Glutine:Senza glutine
Produttore:Glaxosmithkline Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi

Denominazione

INTEGRILIN 2 MG/ML SOLUZIONE INIETTABILE

Formulazioni

Integrilin - Iv Fl 10ml 2mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Agenti antitrombotici (inibitori della aggregazione piastrinica eparina esclusa).

Principi attivi

Ogni ml di soluzione iniettabile contiene 2 mg di eptifibatide.

Eccipienti

Acido citrico monoidrato, sodio idrossido, acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Utilizzare con acido acetilsalicilico ed eparina non frazionata. Indicato per la prevenzione di infarti del miocardio in fase iniziale in soggetti adulti affetti da angina instabile o infarto del miocardio non Q che hanno avuto l'ultimo episodio di dolore toracico nelle ultime 24ore, e con modifiche dell'elettrocardiogramma (ECG) e/o valori degli enzimi cardiaci superiori alla norma. I pazienti che possono piu' probabilmente ottenere un beneficio dal trattamento con il farmaco sono quelli ad alto rischio di sviluppare infarto del miocardio entro i primi3-4 giorni dalla comparsa dei sintomi di angina acuta, includendo per esempio quelli che potrebbero essere sottoposti ad una PTCA precoce ( Angioplastica Coronarica Percutanea Transluminale).

Controindicazioni / effetti secondari

Non usare per trattare i pazienti con: ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; evidenza di sanguinamento gastrointestinale, macroematuria o altri sanguinamenti anomali in fase attiva entro i 30 giorni precedenti il trattamento; storia di ictus nei 30 giorni precedenti o anamnesi di ictus emorragico; anamnesi positiva per patologie intracraniche (neoplasie, malformazioni arterovenose,aneurismi); interventi chirurgici maggiori o gravi traumi nelle 6 set timane precedenti; storia di diatesi emorragica; trombocitopenia (< 100.000 cellule /mm^3); tempo di protrombina > 1,2 volte i valori di normalita' o INR (International Normalized Ratio) >= 2,0; - ipertensione grave (pressione arteriosa sistolica > 200 mm Hg o pressione arteriosadiastolica > 110 mm Hg nonostante il trattamento antiipertensivo); in sufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min) o dipendenza dalla dialisi renale; ridotta funzionalita' epatica clinicamente rilevante; somministrazione per via parenterale concomitante o programmata di un'altra glicoproteina (GP) IIb/IIIa inibitore.

Posologia

Il prodotto e' solo per uso ospedaliero. Esso deve essere somministrato da parte di medici specialisti con esperienza nel trattamento delle sindromi coronariche acute. La soluzione per infusione deve essere utilizzata in associazione con la soluzione iniettabile. E' raccomandata la somministrazione contemporanea di eparina, a meno che essa non sia controindicata per motivi quali anamnesi di trombocitopenia associata all'uso di eparina. Il medicinale e' inoltre utilizzabile in concomitanza con acido acetilsalicilico, in base a quanto previsto dalla gestione ordinaria dei pazienti con sindrome coronarica acuta, a meno che ilsuo uso non sia controindicato. Pazienti adulti ( >= 18 anni di eta') affetti da angina instabile (UA) o da infarto miocardico non Q (NQMI) : il dosaggio raccomandato e' un bolo endovenoso di 180 mcg /kg somministrato il prima possibile dopo la diagnosi, seguito da un'infusione continua di 2 mcg /kg-min fino a 72 ore fino all'inizio di un intervento di by-pass aorto-coronarico (CABG) o fino alla dimissione dall'ospedale (qualsiasi evenienza si presenti per prima). Se l'intervento di rivascolarizzazione coronarica per via percutanea (PCI) viene eseguito durante la terapia con eptifibatide, proseguire l'infusione per 20-24 ore dopo la PCI per una durata massima di trattamento di 96 ore. Chirurgia di emergenza o semi-elettiva: qualora il paziente richiedesse un trattamento di emergenza o una chirurgia cardiaca urgente durante la terapia con eptifibatide, interrompere immediatamente l'infusione. Se ilpaziente deve essere sottoposto a intervento chirurgico semi-elettivo , interrompere l'infusione di eptifibatide al momento opportuno per permettere il ritorno della attivita' piastrinica alla normalita'. Ridotta funzionalita' epatica: l'esperienza in pazienti con ridotta funzionalita' epatica e' molto limitata. Somministrare con cautela nei pazienti con ridotta funzionalita' epatica nei quali possano essere presentialterazioni della coagulazione. E' controindicato nei pazienti con in sufficienza epatica clinicamente significativa. Ridotta funzionalita' renale In pazienti con insufficienza renale moderata (clearence della creatinina >= 30 - < 50 ml/min), si deve somministrare un bolo intravenoso di 180 mcg /Kg seguito da una dose di 1,0 microgrammo/Kg/min in infusione continua per la durata della terapia. L'uso in pazienti con insufficienza renale piu' grave e' controindicato. Popolazione pediatrica: l'uso non e' raccomandato nei bambini ed adolescenti di eta' inferiore ai 18 anni, a causa della mancanza di dati sulla sicurezza ed efficacia.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Conservare il flaconcino nella confezione originale al fine di proteggerlo dalla luce.

Avvertenze

Sanguinamento. Il farmaco e' un agente antitrombotico che agisce inibendo l'aggregazione piastrinica; di conseguenza il paziente deve esserecontrollato attentamente per un'eventuale insorgenza di sanguinamento durante il trattamento. Donne, anziani, pazienti con basso peso corpo reo o con insufficienza renale moderata (clearance della creatinina > 30 - < 50 ml/min) possono presentare un aumentato rischio di sanguinamento. Questi pazienti devono essere attentamente controllati per quanto attiene al rischio di sanguinamento. Il sanguinamento e' piu' comunein sede di accesso arterioso in pazienti sottoposti a procedura di ri vascolarizzazione arteriosa per via percutanea. Si devono osservare con attenzione tutti i potenziali siti di sanguinamento. Parimenti, altri siti potenziali di sanguinamento quali il sistema nervoso centrale eperiferico e spazio retroperitoneale, devono essere attentamente cont rollati. Poiche' il farmaco inibisce l'aggregazione piastrinica, deve essere posta attenzione qualora venisse utilizzato con altri farmaci che influenzano l'emostasi inclusi ticlopidina e clopidogrel, trombolitici, anticoagulanti orali, soluzioni di destrano, adenosina, sulfinpirazone, prostaciclina, antiinfiammatori non steroidei o dipiridamolo. Non ci sono esperienze con il farmaco ed eparine a basso peso molecolare. Esiste una limitata esperienza di terapia con il medicinale in pazienti per i quali e' generalmente indicato un trattamento con trombolitici. Di conseguenza, l'impiego non e' raccomandato in queste circostanze. L'infusione deve essere immediatamente interrotta se le circostanze evidenziano la necessita' di una terapia con trombolitici o se il paziente deve essere sottoposto ad un intervento urgente di by-pass coronarico o richieda l'uso del contropulsatore aortico. Se si verifica unsanguinamento di grave entita', non adeguatamente controllabile con l a pressione, si deve immediatamente interrompere l'infusione del farmaco e di qualsiasi eparina non frazionata concomitante. Procedure arteriose: durante il trattamento con eptifibatide, si evidenzia un aumentosignificativo nella frequenza di sanguinamento specialmente nell'area dell'arteria femorale dove e' stato inserito l'introduttore. E' neces sario prestare attenzione affinche' si perfori solo la parete anteriore dell'arteria femorale. Gli introduttori possono essere rimossi solo quando il tempo di coagulazione e' ritornato alla normalita', ad esempio quando il tempo di coagulazione attivato [ACT] e' inferiore a 180 secondi (normalmente 2-6 ore dopo la sospensione dell'eparina). Dopo larimozione dell'introduttore, deve essere assicurata un'appropriata em ostasi sotto stretto controllo. Trombocitopenia: il medicinale inibisce l'aggregazione piastrinica, ma non sembra influenzare la vitalita' delle piastrine. L'incidenza della trombocitopenia e' risultata bassa esovrapponibile nei pazienti trattati con eptifibatide o placebo. Con la somministrazione di eptifibatide e' stata osservata trombocitopenia, inclusa trombocitopenia acuta grave. La conta delle piastrine deve essere monitorata prima del trattamento, entro 6 ore dalla somministrazione, almeno una volta al giorno successivamente durante il trattamento e immediatamente se si manifestano segni clinici di una inattesa tendenza al sanguinamento. Qualora il paziente evidenziasse una diminuzione confermata della conta piastrinica < 100.000/mm^3, la somministrazione del farmaco ed eparina non frazionata deve essere interrotta e il paziente controllato e trattato in maniera appropriata. La decisione di utilizzare trasfusioni di piastrine deve essere basata su un parere clinico specifico per paziente. Non ci sono dati relativi all'uso in pazienti con trombocitopenia causata da altri inibitori GP IIb/IIIa somministrati per via parenterale, pertanto questi pazienti richiedono unattento monitoraggio. Somministrazione di eparina: la somministrazion e di eparina e' raccomandata nei pazienti a meno che essi presentino delle controindicazioni (anamnesi di trombocitopenia associata all'uso di eparina). UA/NQMI: per un paziente di peso >= 70 kg, si raccomanda un bolo pari a 5.000 unita', seguito da un'infusione costante di 1.000unita'/ora. Se il paziente ha un peso < 70 kg, e' raccomandato un bol o di 60 unita'/kg seguito da un'infusione di 12 unita'/kg-ora. Il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) deve essere monitorato alfine di mantenere un valore compreso tra 50 -70 secondi; sopra i 70 s econdi potrebbe esserci un aumento del rischio di sanguinamento. Se ilpaziente e' sottoposto a PCI in corso di UA/NQMI, controllare il temp o di coagulazione attivato (ACT) per mantenerne il valore compreso tra300 e 350 secondi. Interrompere la somministrazione di eparina quando l'ACT supera i 300 secondi e non riprenderla fino a quando l'ACT non scende sotto i 300 secondi. Controllo dei valori di laboratorio: primadi iniziare l'infusione del farmaco, i seguenti test di laboratorio s ono raccomandati al fine di identificare preesistenti anormalita' dell'emostasi: tempo di protrombina (PT) e aPTT, creatinina sierica, contapiastrinica, livelli di emoglobina ed ematocrito. L'emoglobina, l'ema tocrito e la conta piastrinica, devono essere controllati sia entro 6 ore dall'inizio della terapia, che almeno una volta al giorno durante la terapia (o piu' spesso se c'e' evidenza di una marcata diminuzione). Se la conta piastrinica scende sotto 100.000/mm^3, sono richieste ulteriori misurazioni del numero delle piastrine per escludere una pseudotrombocitopenia. Sospendere la somministrazione di eparina non frazionata. Nei pazienti sottoposti a PCI, misurare anche l'ACT. Immunogenicita': e' stata riscontrata una risposta immunogenica e la presenza di anticorpi anti-eptifibatide in casi isolati di pazienti mai trattati in precedenza o in rari casi in pazienti a cui era stato ri-somministrato eptifibatide. L'esperienza nella ri-somministrazione e' limitata. Se il trattamento dovesse essere ripetuto, non e' da prevedersi una diminuita risposta terapeutica.

Interazioni

Warfarin e dipiridamolo: il medicinale sembra non aumentare il rischiodi sanguinamenti di maggiore e minore entita' associati ad uso concom itante di warfarin e dipiridamolo. I pazienti trattati con il farmaco con un tempo di protrombina (PT) > 14,5 secondi e in terapia concomitante con warfarin, sembrano non evidenziare un aumentato rischio di sanguinamento. Il prodotto e farmaci trombolitici: sono disponibili dati limitati. Dai risultati degli studi effettuati non c'e' evidenza consistente che eptifibatide aumenti il rischio di sanguinamenti di maggiore o minore entita' associati ad attivatore tissutale del plasminogeno sia in pazienti sottoposti a PCI che con infarto acuto del miocardio; tuttavia, in uno studio sull'infarto acuto del miocardio. Eptifibatidesembra aumentare il tempo di sanguinamento quando somministrato conte mporaneamente a streptokinasi. In uno studio sull'infarto acuto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST, la combinazione di una dose ridotta di tenecteplase e eptifibatide confrontata con placebo ed eptifibatide, ha aumentato significativamente il rischio di sanguinamenti sia maggiori che minori quando somministrati contemporaneamente. In uno studio condotto in 181 pazienti con infarto acuto del miocardio,eptifibatide (in un regime di trattamento costituito da un bolo di 18 0 mcg /kg, seguito da un'infusione endovenosa fino ad un massimo di 2,0 mcg /kg/min fino a 72 ore) e' stato somministrato in concomitanza a streptokinasi (1,5 milioni di unita' per 60 minuti). Alla velocita' diinfusione piu' elevata (1,3 mcg /kg/min e 2,0 mcg /kg/min), eptifibat ide e' stato associato ad una aumentata incidenza di sanguinamento e di necessita' di trasfusioni rispetto alla streptokinasi allorche' somministrata da sola.

Effetti indesiderati

La maggior parte delle reazioni avverse insorte nei pazienti trattati con eptifibatide, era generalmente correlata al sanguinamento o ad eventi cardiovascolari che si verificano frequentemente in questa tipologia di pazienti. Frequenze degli effetti indesiderati: molto comune (>=1/10); comune (da >= 1/100 a < 1/10); non comune (da >= 1/1.000 a < 1 /100); raro (da >= 1/10.000 a < 1/1.000); molto raro (<1/10.000). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: sanguinamento (maggiore o minore sanguinamento incluso accesso all'arteria femorale, correlato a CABG, gastrointestinale, genitourinario, retroperitoneale, intracranico, ematemesi, ematuria, orale/orofaringeo, diminuzioni della emoglobina/ematocrito e altri); non comune: trombocitopenia. Patologie del sistema nervoso. Non comune: ischemia cerebrale. Patologie cardiache. Comune: arresto cardiaco, fibrillaizone ventricolare, tachicardia ventricolare, insufficienza cardiaca congestizia, blocco atrioventricolare, fibrillazione atriale. Patologie vascolari. comune: shock, ipotensione, flebite. Arresto cardiaco, insufficienza cardiaca congestizia, fibrillazione striale, ipotensione, e shock, erano eventi avversi correlati alla patologia di base. La somministrazione di eptifibatide e' associata all'incremento di sanguinamenti sia minori che maggiori come classificati dai criteri del gruppo di studio TIMI. Alle dosi terapeutiche raccomandate, come sono state somministrate nel corso dello studio PURSUIT, il sanguinamento e' stata la complicanza piu' comune incontrata durante la terapia con eptifibatide. Le piu' comuni complicazionidi tipo emorragico erano associate alle procedure cardiache invasive effettuate (correlate all'intervento di by-pass coronarico o al sito di accesso all'arteria femorale). Il sanguinamento minore e' stato definito nello studio PURSUIT macroematuria spontanea, ematemesi spontanea, perdita di sangue spontanea con una diminuzione di emoglobina superiore a 3 g/dl, o a diminuzione di emoglobina maggiore di 4 g/dl in assenza di una emorragia visibile. Nessuna differenza apparente e' stata osservata tra i pazienti trattati con eptifibatide o placebo nei valoridi funzionalita' epatica (SGOT/AST, SGPT/ALT, bilirubina, fosfatasi a lcalina) o di funzionalita' renale (creatinina sierica, azotemia). Esperienza post-commercializzazione.Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto rari: sanguinamento ad esito fatale (la maggior parte dei casi riguardava patologie del sistema nervoso centrale e periferico: emorragie cerebrali o intracraniche); emorragia polmonare, trombocitopeniaacuta grave, ematoma, anemia. Patologie del sistema immunitario. Molt o raro: reazioni anafilattiche. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto rari: rash, disturbi al sito di iniezione tipo orticaria.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono dati adeguati provenienti dall'uso di eptifibatide in donne in gravidanza. Gli studi su animali sono insufficienti per evidenziare gli effetti sulla gravidanza, sullo sviluppo embrionale/fetale, sulparto o sullo sviluppo post-natale. Il rischio potenziale per gli ess eri umani non e' noto. Il medicinale non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. Non e' noto se eptifibatide sia escreto nel latte materno. Si raccomanda l'interruzione dell'allattamento al seno durante il periodo di trattamento.