Irbesartan Doc - 28cpr 150mg

Dettagli:
Nome:Irbesartan Doc - 28cpr 150mg
Codice Ministeriale:040865065
Principio attivo:Irbesartan
Codice ATC:C09CA04
Fascia:A
Prezzo:6.44
Rimborso:6.44
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Doc Generici Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi

Denominazione

IRBESARTAN DOC GENERICI 75 - 150 - 300 MG COMPRESSE

Formulazioni

Irbesartan Doc - 28cpr 150mg
Irbesartan Doc - 28cpr 300mg

Categoria farmacoterapeutica

Antagonisti dell'angiotensina II, non associati.

Principi attivi

Irbesartan.

Eccipienti

Cellulosa microcristallina (E460); croscarmellosa sodica (E468); lattosio monoidrato; magnesio stearato (E470b); silice colloidale anidra (E551); amido di mais; povidone K-29/32 (E-1201); olio di ricino idrogenato.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale; trattamento della malattia renale nei pazienti ipertesi con diabete mellito di tipo 2 come parte di un trattamento farmacologico antipertensivo.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' all'irbesartan o ad uno qualsiasi degli eccipienti; secondo e terzo trimestre di gravidanza.

Posologia

La usuale dose iniziale raccomandata e la dose di mantenimento e' di 150 mg in singola somministrazione giornaliera, indipendentemente dallacontemporanea assunzione di cibo. Irbesartan alla dose di 150 mg una volta al giorno generalmente fornisce un migliore controllo della pressione arteriosa nell'arco delle 24 ore rispetto a 75 mg. Tuttavia l'inizio della terapia con 75 mg deve essere preso in considerazione, particolarmente in pazienti emodializzati e nei pazienti anziani di eta' superiore ai 75 anni. In pazienti non adeguatamente controllati con 150mg una volta al giorno, il dosaggio di irbesartan puo' essere aumenta to a 300 mg, oppure possono essere co-somministrati altri agenti antipertensivi. In particolare l'aggiunta di un diuretico come l'idroclorotiazide ha mostrato un effetto additivo con irbesartan. Nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2, la terapia deve essere iniziata con 150 mg di irbesartan una volta al giorno e incrementata fino a 300 mg una volta al giorno come dose di mantenimento consigliata per il trattamento della malattia renale. La dimostrazione del beneficio sul rene di irbesartan nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 si basa su studinei quali l'irbesartan e' stato impiegato in aggiunta ad altri medici nali antipertensivi, al bisogno, per raggiungere la pressione arteriosa desiderata. Insufficienza renale: nei soggetti con ridotta funzionalita' renale non si rende necessaria alcuna variazione del dosaggio. Una dose iniziale piu' bassa (75 mg) deve essere presa in considerazionenei pazienti sottoposti ad emodialisi. Insufficienza epatica: nei sog getti con lieve o moderata insufficienza epatica non si rende necessaria alcuna variazione del dosaggio. Non ci sono dati clinici relativi apazienti con insufficienza epatica grave. Pazienti anziani: sebbene n egli anziani di eta' superiore ai 75 anni debba essere presa in considerazione la possibilita' di iniziare la terapia con 75 mg, generalmente non e' necessario l'aggiustamento della dose. Pazienti pediatrici: la sicurezza e l'efficacia di irbesartan nei bambini da 0 a 18 anni none' stata stabilita; non puo' essere fatta nessuna raccomandazione sul la posologia. Modo di somministrazione: uso orale. La compressa deve essere ingerita con una sufficiente quantita' di liquido (per esempio, un bicchiere d'acqua). La compressa puo' essere presa con o senza cibo.

Conservazione

Conservare nella confezione originale per tenerlo al riparo dalla luce.

Avvertenze

Riduzione della volemia: nei pazienti volume e/o sodio-depleti a causadi intenso trattamento diuretico, dieta iposodica, diarrea o vomito, si possono verificare episodi di ipotensione sintomatica, soprattutto dopo la somministrazione della prima dose. Tali condizioni devono essere corrette prima dell'inizio della terapia con irbesartan. Ipertensione nefrovascolare: esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e insufficienza renale in soggetti portatori di stenosi bilaterale dell'arteria renale, o stenosi dell'arteria renale con unico rene funzionante, trattati con medicinali che agiscono a livello del sistema renina angiotensina-aldosterone. Sebbene cio' non sia documentato nella terapia con irbesartan, un effetto simile dovra' essere previsto anchecon gli antagonisti del recettore per l'angiotensina-II. Insufficienz a renale e trapianto renale: quando irbesartan viene usato in pazienticon insufficienza renale e' raccomandato un controllo periodico dei l ivelli sierici del potassio e della creatinina. Non ci sono dati clinici relativi alla somministrazione di irbesartan a pazienti con trapianto renale recente. Pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 e malattia renale: in un'analisi effettuata nello studio con pazienti con malattia renale avanzata, gli effetti dell'irbesartan sugli eventi renali e cardiovascolari non sono stati uniformi in tutti i sottogruppi. In particolare, essi sono risultati meno favorevoli nelle donne e nei soggetti non di razza bianca. Iperpotassiemia: come con altri medicinali che interferiscono con il sistema renina- angiotensina-aldosterone, durante il trattamento con irbesartan si puo' manifestare iperpotassiemia, specialmente in presenza di disfunzione renale, proteinuria franca a causa della malattia renale diabetica e/o insufficienza cardiaca. Si raccomanda, nei pazienti a rischio, un monitoraggio stretto del potassio sierico. Litio: la combinazione di litio e irbesartan non e' raccomandata. Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva: come per altri vasodilatatori e' richiesta una speciale attenzione nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva. Aldosteronismo primario: i pazienti con aldosteronismo primario in genere non rispondono a medicinali antipertensivi che agiscono attraverso l'inibizione del sistema renina-angiotensina. Quindi, l'uso di irbesartan non e' raccomandato. Generali: in pazienti in cui il tono vasale e la funzionalita' renale dipendono prevalentemente dall'attivita' del sistema renina-angiotensina-aldosterone (es. pazienti con scompenso cardiaco congestizio grave o con patologia renale di base, inclusa la stenosi dell'arteria renale), il trattamento con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensinao antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II, che interessano tal e sistema, e' stato associato alla comparsa di ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente insufficienza renale acuta. Come per qualsiasi antipertensivo, un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica, puo' determinare infarto del miocardio o ictus. Come osservato per gliinibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, l'irbesartan e gli altri antagonisti dell'angiotensina sono apparentemente meno efficaci nel diminuire la pressione arteriosa nei pazienti neri rispetto a quelli non neri, probabilmente a causa di una piu' alta prevalenza di condizioni a bassa renina nella popolazione ipertesa nera. Pazienti pediatrici: irbesartan e' stato studiato nella popolazione pediatrica tra i 6 ed i 16 anni di eta' ma i dati attuali, in attesa che se ne rendano disponibili di nuovi, non sono sufficienti a sostenere una sua estensione di utilizzo anche nei bambini. Gravidanza: la terapia con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificandouna gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alt ernativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa. Questo medicinale contiene lattosio.

Interazioni

Diuretici ed altri agenti antipertensivi: altri agenti antipertensivi possono aumentare gli effetti ipotensivi dell'irbesartan; comunque irbesartan e' stato somministrato senza problemi in combinazione con altri medicinali antipertensivi, come beta-bloccanti, calcio- antagonisti ad azione prolungata e diuretici tiazidici. Precedenti trattamenti conalte dosi di diuretici possono comportare una condizione di ipovolemi a e rischio di ipotensione all'inizio della terapia con irbesartan. Integratori di potassio e diuretici risparmiatori di potassio: in base all'esperienza sull'uso di altri medicinali attivi sul sistema renina-angiotensina, l'uso contemporaneo di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, sostituti del sale da cucina contenenti potassio o altri medicinali che possano aumentare la potassiemia (es. eparina) puo' condurre ad un incremento dei livelli sierici di potassio e, percio', non e' raccomandato. Litio: sono stati riscontrati aumentireversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicita' duran te la somministrazione concomitante di litio e inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Effetti simili sono stati finora documentati molto raramente con irbesartan. Percio' questa combinazione non e' raccomandata. In caso di reale necessita' della combinazione, si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio. Medicinali antinfiammatori non-steroidei: quando gli antagonisti dell'angiotensina II sono somministrati contemporaneamente a medicinali antinfiammatori non steroidei (cioe' inibitori selettivi COX-2, acido acetilsalicilico (> 3 g/die) e medicinali antinfiammatori non steroidei non selettivi), si puo' verificare attenuazione dell'effetto antipertensivo.Come con gli ACE-Inibitori, l'uso simultaneo di antagonisti dell'angi otensina II e di medicinali antinfiammatori non steroidei puo' portaread un maggiore rischio di peggioramento della funzione renale, inclus a possibile insufficienza renale acuta, e ad un aumento del potassio sierico particolarmente in pazienti con preesistente modesta funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e dopo l'inizio della terapia combinata si deve considerare il monitoraggio della funzione renale, da effettuare periodicamente in seguito. Ulteriori informazioni sulle interazioni di irbesartan: negli studi clinici, la farmacocinetica dell'irbesartan non e' stata influenzata dall'idroclorotiazide. Irbesartan e' principalmente metabolizzato da CYP2C9e per una quota minore attraverso la glucuronizzazione. Non sono stat e osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche significative in seguito a somministrazioni concomitanti di irbesartan con warfarin, un medicinale metabolizzato dal CYP2C9. Gli effetti degli induttori CYP2C9, come la rifampicina, sulla farmacocinetica dell'irbesartan non sono stati valutati. La farmacocinetica della digossina non e' stata alterata dalla somministrazione concomitante di irbesartan.

Effetti indesiderati

Negli studi clinici controllati con placebo su pazienti ipertesi, l'incidenza totale degli eventi avversi nei soggetti trattati con irbesartan e' stata sovrapponibile a quella rilevata nei soggetti trattati conil placebo. Le interruzioni della terapia dovute ad effetti indesider ati clinici o di laboratorio sono state meno frequenti per i pazienti trattati con irbesartan che per quelli trattati con placebo. L'incidenza degli eventi avversi non e' dipesa da dose (nel range posologico raccomandato), sesso, eta', razza o durata del trattamento. Nei pazientidiabetici ipertesi con microalbuminuria e funzione renale normale son o state segnalate vertigini e ipotensione ortostatiche nello 0,5% dei pazienti (cioe' non comune) ma di piu' per il placebo. La frequenza delle reazioni avverse riportate di seguito si definisce in base alla seguente convenzione: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100 a < 1/10); non comune (>= 1/1.000 a < 1/100); rara (>= 1/10.000 a < 1/1.000); molto rara (< 1/10.000), non nota. Sono elencate anche le reazioni avverse riportate in aggiunta dall'esperienza post-marketing. Queste reazioni avverse derivano da rapporti spontanei. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazioni di ipersensibilita' come angioedema, rash, orticaria. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non nota: iperpotassiemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiri, capogiriortostatici; non nota: vertigini, cefalea. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non nota: tinnito. Patologie cardiache. Non comune: tachicardia. Patologie vascolari. Comune: ipotensione ortostatica; non comune: flushing. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Noncomune: tosse. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea/vomito; no n comune: diarrea, dispepsia/bruciore; non nota: disgeusia. Patologie epatobiliari. Non comune: ittero; non nota: epatite, funzione epatica anormale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota: vasculite leucocitoclastica. Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore muscoloscheletrico; non nota:artralgia, mialgia (in alcuni casi associati ad aumentati livelli di creatin chinasi plasmatica), crampi muscolari. Patologie renali e urinarie. Non nota: funzione renale compromessa inclusi casi di insufficienza renale nei pazienti a rischio. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzione sessuale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticabilita': non comune: dolore toracico. Esami diagnostici. Molto comune: l'iperpotassiemia si e' verificata piu' spesso nei pazienti diabetici trattati con irbesartan rispetto a quelli trattati con placebo. Nei pazienti diabetici ipertesi con microalbuminuria e funzione renale normale, l'iperpotassiemia (>= 5,5 mEq/l) si e' verificata nel 29,4% dei pazienti nel gruppo irbesartan 300 mg e nel 22% dei pazienti nel gruppo placebo. Nei pazienti diabetici ipertesi con insufficienza renalecronica e proteinuria franca, l'iperpotassiemia (>= 5,5 mEq/l) si e' verificata nel 46,3% (cioe' molto comune) dei pazienti nel gruppo irbesartan e nel 26,3% dei pazienti nel gruppo placebo; comune: sono staticomunemente osservati aumenti significativi nella creatin chinasi pla smatica (1,7%) nei soggetti trattati con irbesartan. Nessuno di questiaumenti e' stato associato ad eventi clinici muscoloscheletrici ident ificabili. Nell'1,7% (cioe' comune) dei pazienti ipertesi con malattiarenale diabetica in stato avanzato trattati con irbesartan, e' stata osservata una diminuzione dei valori dell'emoglobina, non clinicamentesignificativa. Popolazione pediatrica (bambini ed adolescenti ipertes i, tra i 6 e i 16 anni di eta'): cefalea, ipotensione, capogiro, tosse. Nel periodo in aperto di 26 settimane di questo studio clinico, le piu' frequenti anomalie di laboratorio riportate sono state: incrementidella creatinina (6,5%) ed elevati valori di CK nel 2% dei bambini tr attati.

Gravidanza e allattamento

L' uso degli antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA), non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. L' uso degli AIIRA e' controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicita'a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestr e di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non puo' essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA), un simile rischio puo' esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l' uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve essere iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicita' fetale e tossicita' neonatale. Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale edel cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono esser e attentamente seguiti per quanto riguarda l'ipotensione. Poiche' non sono disponibili dati riguardanti l'uso di irbesartan durante l'allattamento, irbesartan non e' raccomandato e sono da preferire trattamentialternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'a llattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati e prematuri. Irbesartan non ha effetti sulla fertilita' dei ratti trattati e sulla loro prole fino alla dose che induce i primi segni di tossicita' parenterale.