Irbesartan Id Eg - 28cpr 150+12,

Dettagli:
Nome:Irbesartan Id Eg - 28cpr 150+12,
Codice Ministeriale:040664029
Principio attivo:Irbesartan/Idroclorotiazide
Codice ATC:C09DA04
Fascia:A
Prezzo:5.77
Rimborso:5.77
Doping:Proibito in e fuori gara
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Eg Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non conservare al di sopra di +30 gradi centigradi
Scadenza:60 mesi

Denominazione

IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE EG

Formulazioni

Irbesartan Id Eg - 28cpr 150+12,
Irbesartan Id Eg - 28cpr 300+12,
Irbesartan Id Eg - 28cpr 300+25m

Categoria farmacoterapeutica

Antagonisti dell'angiotensina II, associazioni.

Principi attivi

Irbesartan/idroclorotiazide.

Eccipienti

Nucleo della compressa: lattosio monoidrato; amido di mais pregelatinizzato; copovidone; croscarmellosa sodica (E468); silice colloidale anidra (E551); magnesio stearato (E470b). Rivestimento: ipromellosa (E464); titanio diossido (E171); talco; macrogol 8000; ossido di ferro giallo (E172); ossido di ferro rosso (E172); ossido di ferro nero (E172).

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione essenziale. Questa combinazione in dose fissa trova indicazione in pazienti adulti la cui pressione arteriosa non viene adeguatamente controllata con irbesartan o idroclorotiazide quando somministrati da soli.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' ai principi attivi, ad uno qualsiasi degli eccipientio verso altre sostanze derivate della sulfonamide (l'idroclorotiazide e' un derivato della sulfonamide); secondo e terzo trimestre di gravi danza; grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min); ipopotassiemia refrattaria, ipercalcemia; insufficienza epatica grave, cirrosi biliare e colestasi.

Posologia

Il medicinale puo' essere assunto una volta al giorno, indipendentemente dal cibo. Si raccomanda la titolazione dei singoli componenti (valea dire irbesartan e idroclorotiazide). Quando appropriato sotto il pr ofilo clinico si consideri il passaggio diretto dalla monoterapia allaterapia con combinazione a dose fissa. Si somministri 150 mg/12,5 mg in pazienti la cui pressione arteriosa non viene adeguatamente controllata con idroclorotiazide o irbesartan 150 mg quando somministrati da soli; si somministri 300 mg/12,5 mg in pazienti la cui pressione arteriosa non viene sufficientemente controllata con irbesartan 300 mg o con 150 mg/12,5 mg; si somministri 300 mg/25 mg in pazienti la cui pressione arteriosa non viene sufficientemente controllata con 300 mg/12,5 mg. Non e' raccomandata la somministrazione di dosi superiori a 300 mgdi irbesartan e a 25 mg di idroclorotiazide una volta al giorno. Quan do necessario il farmaco puo' essere somministrato con altri medicinali antipertensivi. Compromissione renale: per la presenza di idroclorotiazide, il medicinale non e' raccomandato in pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min). In questa popolazione i diuretici dell'ansa sono da preferire ai tiazidici. Non sono necessari aggiustamenti posologici in quei pazienti con disfunzione renale la cui clearance della creatinina sia >= 30 ml/min. Compromissione epatica: il farmaco non e' indicato nei soggetti con insufficienzaepatica grave. I tiazidici devono essere usati con cautela nei pazien ti con disfunzione epatica. Non e' necessario alcun aggiustamento del dosaggio del medicinale nei pazienti con lieve o moderata disfunzione epatica. Pazienti anziani: non e' necessario alcun aggiustamento posologico del prodotto nei pazienti anziani. Pazienti pediatrici: non si raccomanda l'impiego del medicinale nei bambini e negli adolescenti a causa della mancanza di dati di sicurezza ed efficacia.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C.

Avvertenze

>>Ipotensione. Pazienti ipovolemici: in pazienti ipertesi senza altri fattori di rischio per l'ipotensione l'associazione di irbesartan e idroclorotiazide e' stata raramente associata a ipotensione sintomatica.Questa puo' manifestarsi a causa di un'intensa terapia diuretica, die ta iposodica, diarrea o vomito. In tali casi correggere la condizione di base prima di iniziare la terapia. >>Stenosi dell'arteria renale. Ipertensione renovascolare: esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale in soggetti portatori di stenosi bilaterale dell'arteria renale, o stenosi dell'arteria renale con mono-rene funzionante, e trattati con inibitori dell'enzima di conversionedell'angiotensina o antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II. S ebbene cio' non sia documentato nella terapia con il farmaco, prevedere un effetto simile. Insufficienza renale e trapianto di reni: quando il farmaco viene usato in pazienti con disfunzione renale e' raccomandato un controllo periodico dei livelli sierici di potassio, creatininae acido urico. Non ci sono dati clinici relativi alla somministrazion e del farmaco a pazienti con trapianto renale recente. Non usare il medicinale in pazienti con insufficienza renale grave. In pazienti con disfunzione renale si puo' riscontrare un'azotemia indotta dai tiazidici. Non sono richiesti aggiustamenti del dosaggio nei pazienti con disfunzione renale la cui clearance della creatinina sia >=30 ml/min. Tuttavia nei pazienti con insufficienza renale lieve-moderata (clearance della creatinina >=30 ml/min, ma <60 ml/min) l'associazione a dosaggio fisso deve essere somministrata con cautela. Compromissione epatica:usare con prudenza i tiazidici in pazienti con ridotta funzione epatica o malattia epatica progressiva: minime alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono infatti precipitare il coma epatico. Non ci sono esperienze cliniche con il farmaco nei pazienti con insufficienza epatica. Stenosi delle valvole aortica e mitrale, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva: si richiede cautela nei pazienti affetti da stenosi delle valvole aortica e mitrale oppure da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva. I pazienti affetti da aldosteronismo primario non rispondono in genere a farmaci ipotensivi che agiscono tramite inibizione del sistema renina-angiotensina; il farmaco non e' raccomandato. Effetti metabolici ed endocrini: la terapia con diuretici tiazidici puo' compromettere la tolleranza del glucosio. Nei pazienti diabetici puo' essere necessario adattare il dosaggio dell'insulina o degli agenti ipoglicemiciorali. Un diabete mellito latente puo' diventare palese durante la te rapia con tiazidici. Aumenti nei livelli di colesterolo e trigliceridipossono essere associati alla terapia diuretica a base di tiazidici; comunque, alla dose di 12,5 mg presente nell'associazione del medicinale, nessun effetto o effetti minimi sono stati segnalati. In alcuni pazienti in terapia con i tiazidici si possono verificare casi di iperuricemia o crisi di gotta. Squilibrio elettrolitico: come nel caso di qualsiasi paziente sottoposto a terapia diuretica la determinazione periodica degli elettroliti sierici deve essere effettuata ad intervalli adeguati. I tiazidici, incluso l'idroclorotiazide, possono provocare squilibrio idrico o elettrolitico. Sebbene l'ipopotassiemia si possa sviluppare con l'impiego dei diuretici tiazidici, la terapia concomitantecon irbesartan puo' ridurre l'ipopotassiemia indotta dai diuretici. I l rischio di ipopotassiemia e' altissimo nei pazienti con cirrosi epatica, in pazienti alle prese con diuresi veloce, in pazienti con assunzione inadeguata di elettroliti per via orale e in pazienti in terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH. Di contro, per la presenza diirbesartan nel farmaco, puo' manifestarsi iperpotassiemia, specialmen te in presenza di disfunzione renale e/o scompenso cardiaco e diabete mellito. Si raccomanda un adeguato monitoraggio dei livelli di potassio sierico nei pazienti a rischio. I diuretici risparmiatori di potassio, i supplementi di potassio o i sostituti salini contenenti potassio dovranno essere somministrati con cautela in concomitanza con il medicinale. Non vi e' evidenza che irbesartan riduca o prevenga l'iposodiemia indotta da diuretici. L'ipocloremia che si puo' verificare e' generalmente di lieve entita' e non richiede alcun trattamento. I tiazidicipossono diminuire l'escrezione urinaria di calcio e provocare l'incre mento leggero e intermittente di calcio sierico in assenza di patologie note nel metabolismo del calcio. Un'ipercalcemia marcata puo' essereprova di latente iperparatiroidismo. I tiazidici devono essere sospes i prima di eseguire i test per la funzione paratiroidea. I tiazidici hanno dimostrato di aumentare l'escrezione urinaria di magnesio, la quale puo' portare a ipomagnesiemia. Litio: l'associazione di litio e farmaco non e' raccomandata. Test anti-doping: l'idroclorotiazide contenuta in questo medicinale puo' portare a un risultato positivo dell'analisi del test anti-doping. In pazienti in cui il tono vasale e la funzionalita' renale dipendono prevalentemente dall'attivita' del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il trattamento con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina o antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II, che interessano tale sistema, e' stato associato alla comparsa di ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente insufficienza renale acuta. Un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica, puo' determinare infarto del miocardio o ictus. Reazioni di ipersensibilita' all'idroclorotiazide si possono manifestare in pazienti con o senza precedente storia di allergie o asma bronchiale; tuttavia, nei primi, tali reazioni sono piu' probabili. La possibilita' di esacerbazione o attivazione di un lupus eritematoso sistemico e' stata segnalata con l'uso di tiazidici. Durante il trattamento con diuretici tiazidicisono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilita'. Se si veri ficano reazioni di fotosensibilita', si raccomanda di sospendere il trattamento. Se si ritiene necessario riprendere la somministrazione deldiuretico, si raccomanda di proteggere le parti esposte al sole o ai raggi UVA artificiali. La terapia con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza.Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorr ere ad un trattamento antiipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa. Contiene lattosio.

Interazioni

Altri agenti antipertensivi: l'effetto antipertensivo del medicinale puo' aumentare con l'uso concomitante di altri antipertensivi. Irbesartan ed idroclorotiazide (a dosaggi fino a 300 mg di irbesartan/25 mg diidroclorotiazide) sono stati somministrati con sicurezza con altri an tipertensivi, compresi calcio-antagonisti e beta-bloccanti adrenergici. Un trattamento precedente con alte dosi di diuretici puo' determinare ipovolemia e, se questa non viene corretta prima, puo' comportare ilrischio di ipotensione all'inizio della terapia con irbesartan con o senza diuretici tiazidici. Litio: sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicita' durante la somministrazione concomitante di litio ed inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Effetti simili sono stati finora documentatimolto raramente con irbesartan. Inoltre la clearance renale del litio viene ridotta dai tiazidici e il rischio di tossicita' da litio potre bbe di conseguenza aumentare con il farmaco. Si sconsiglia pertanto laco-somministrazione. Se l'uso di tale combinazione si rivela necessar io, i livelli sierici di litio devono essere attentamente monitorati. Farmaci che influiscono sui livelli di potassio: la deplezione di potassio determinata da idroclorotiazide e' attenuata dall'effetto di risparmio del potassio indotto da irbesartan. Tuttavia, questo effetto dell'idroclorotiazide sul potassio sierico sarebbe potenziato da altri medicinali che inducono una perdita di potassio e ipopotassiemia (altri potassiuretici, lassativi, amfotericina, carbenoxolone, penicillina G sodica). Di contro, in base all'esperienza con altri medicinali che riducono l'attivita' del sistema renina-angiotensina, l'uso concomitantedei diuretici risparmiatori di potassio, dei supplementi di potassio, dei sostituti salini che contengono potassio o di altri medicinali in grado di aumentare i livelli sierici di potassio (es. eparina sodica) puo' causare incrementi della potassiemia. Si raccomanda un controllo adeguato del potassio sierico nei pazienti a rischio. Farmaci influen zati da alterazioni del potassio sierico: quando il medicinale e' somministrato in associazione con altri medicinali potenzialmente pericolosi in caso di alterazioni del potassio sierico (es. glicosidi digitalici, antiaritmici), si raccomanda un monitoraggio periodico della potassiemia. Farmaci antinfiammatori non steroidei: quando gli antagonisti dell'angiotensina II vengono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (p.e. inibitori selettivi della COX-2,acido acetilsalicilico (>3 g/die) e FANS non selettivi) puo' verifica rsi un'attenuazione dell'effetto antiipertensivo. Come con gli ACE- inibitori, l'uso concomitante di antagonisti dell'Angiotensina II e FANSpuo' determinare un aumento del rischio di peggioramento della funzio ne renale, includendo una possibile insufficienza renale acuta, ed un aumento del potassio sierico, soprattutto nei pazienti con precedente scarsa funzionalita' renale. L'associazione deve essere somministrata con cautela, soprattutto negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e la funzione renale deve essere monitorata dopo l'inizio della terapia concomitante ed in seguito periodicamente. Ulteriori informazioni sulle interazioni di irbesartan: negli studi clinici, la farmacocinetica dell'irbesartan non e' stata influenzata dall'idroclorotiazide. Irbesartan e' principalmente metabolizzato da CYP2C9 e per una quota minore attraverso la glucuronazione. Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche significative in seguito a somministrazioni concomitanti di irbesartan con warfarin, un medicinale metabolizzato dal CYP2C9. Gli effetti degli induttori CYP2C9, come la rifampicina, sulla farmacocinetica dell'irbesartan non sonostati valutati. La farmacocinetica della digossina non e' stata alter ata dalla somministrazione concomitante di irbesartan. >>Ulteriori informazioni sulle interazioni di idroclorotiazide. In caso di somministrazione concomitante i seguenti farmaci possono interagire con i diuretici tiazidici. Alcool: puo' verificarsi un potenziamento dell'ipotensione ortostatica. Farmaci antidiabetici (agenti orali ed insulina): potrebbe essere necessario adattare il dosaggio del farmaco antidiabetico. Resine di colestiramina e colestipolo: l'assorbimento dell'idroclorotiazide viene diminuito in presenza di resine a scambio anionico; il farmaco deve essere preso almeno un'ora prima o dopo quattro ore dalla somministrazione di questi farmaci. Corticosteroidi, ACTH: intensificata deplezione elettrolitica, in particolare ipopotassiemia. Glicosidi digitalici: l'ipopotassiemia indotta dai tiazidici oppure l'ipomagnesiemia possono favorire l'insorgenza di aritmie cardiache indotte dalla digitale. Farmaci antinfiammatori non steroidei: la somministrazione di FANS puo' ridurre gli effetti diuretici, natriuretici e antiipertensivi dei diuretici tiazidici in alcuni pazienti. Amine Pressorie (ad es. noradrenalina): l'effetto delle amine pressorie puo' essere diminuito, ma non tanto da precluderne l'uso. Miorilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti (es. tubocurarina): l'effetto dei rilassanti muscoloscheletrici non depolarizzanti puo' essere potenziato dall'idroclorotiazide. Medicinali antigottosi: potra' essere necessario un aggiustamento posologico dei medicinali antigottosi visto che l'idroclorotiazide puo' aumentare i livelli sierici di acido urico. Puo' essere necessario aumentare il dosaggio di probenecid o sulfinpirazone. La somministrazione contemporanea con diuretici tiazidici puo' aumentare l'incidenza delle reazioni di ipersensibilita' all'allopurinolo. Sali di calcio: e' possibile l'aumento dei livelli di calcio in siero a causa delladiminuita escrezione quando somministrato contemporaneamente ai diure tici tiazidici. Se e' necessario somministrare supplementi di calcio omedicinali risparmiatori di calcio (es. terapia con vitamina D), la c alcemia deve essere controllata ed il dosaggio di calcio modificato diconseguenza. Altre interazioni: l'uso contemporaneo di diuretici tiaz idici con beta-bloccanti e diazossido puo' aumentare il rischio di iperglicemia. I farmaci anticolinergici (es. atropina, beperiden), possono aumentare la biodisponibilita' dei diuretici di tipo tiazidico attraverso una diminuzione della motilita' gastrointestinale e della velocita' di svuotamento gastrico. I tiazidici possono aumentare il rischio di reazioni avverse causate dall'amantadina. I tiazidici possono ridurre l'escrezione renale di medicinali citotossici (es. ciclofosfamide, metotressato) e potenziare il loro effetto mielodepressivo.

Effetti indesiderati

>>Associazione Irbesartan/Idroclorotiazide. Le reazioni avverse segnalate con maggiore frequenza sono state capogiri, affaticamento, nausea/vomito e minzione anomala. Nel'ambito di alcuni studi clinici sono stati inoltre osservati aumenti di azotemia, (BUN), creatina chinasi e creatinina. La frequenza degli effetti indesiderati riportati di seguitoe' definita usando la seguente convenzione: molto comune (>= 1/10); c omune (da >= 1/100 a < 1/10); non comune (da >= 1/1.000 a < 1/100); raro (da >= 1/10.000 a < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000). Reazioni avverse derivanti da segnalazioni spontanee e dagli studi clinici controllati verso placebo. Indagini diagnostiche. Comune: aumento dell'azotemia (BUN), cretinina e creatinchinasi; non comune: riduzioni delle concentrazioni sieriche di potassio e sodio. Patologie cardiache. Non comune: sincope, ipotensione, tachicardia, edema. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiri; non comune: capogiri ortostatici; frequenza non nota: cefalea. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Frequenza non nota: tinnito. Patologie dell'apparato respiratorio, toraciche e mediastiniche. Frequenza non nota: tosse. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea/vomito; non comune: diarrea; frequenza non nota: dispepsia, disgeusia. Patologie renali e urinarie. Comune: disturbi della minzione; frequenza non nota: funzione renale compromessa inclusi casi isolati di insufficienza renale in pazienti a rischio. Patologie dell'apparato muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: gonfiore alle estremita'; frequenza non nota: artralgia, mialgia. Disordinidel metabolismo e della nutrizione. Frequenza non nota: iperpotassiem ia. Alterazioni del sistema vascolare. Non comune: vampate. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticamento. Alterazioni del sistema immunitario. Frequenza non nota: reazioni di ipersensibilita' come angioedema, eruzione cutanea, orticaria. Alterazioni del sistema epatobiliare. Frequenza non nota: epatiti, disfunzione epatica. Disturbi del sistema riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzioni sessuali, alterazioni della libido. In aggiunta alle reazioni avverse descritte sopra per la combinazione, altre reazioni avverse riportate precedentemente con uno dei componenti possono essere potenziali reazioni avverse con il prodotto. >>Reazioni avverse riportate con l'uso di irbesartan in monoterapia. Patologiesistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non c omune: dolore al torace. >>Reazioni avverse (indipendentemente dalla relazione con il medicinale) riportate con l'uso di idroclorotiazide inmonoterapia. Indagini diagnostiche: squilibrio elettrolitico (compres e iponatriemia e ipopotassiemia), iperuricemia, glicosuria, iperglicemia, aumento di colesterolo e trigliceridi. Patologie cardiache: aritmie cardiache. Patologie del sistema emolinfopoietico: anemia aplastica,depressione del midollo osseo, neutropenia/agranulocitosi, anemia emo litica, leucopenia, trombocitopenia. Patologie del sistema nervoso: vertigini, parestesia, senso di testa leggera, sindrome delle gambe senza riposo. Patologie oculari: transitorio offuscamento della visione, xantopsia. Patologie dell'apparato respiratorio, toraciche e mediastiniche: distress respiratorio (tra cui polmonite ed edema polmonare). Patologie gastrointestinali: pancreatite, anoressia, diarrea, stipsi, irritazione gastrica, scialo adenite, perdita dell'appetito. Patologie renali e urinarie: nefrite interstiziale, disfunzione renale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica, angioite necrotizzante (vasculiti, vasculiti cutanee), reazioni cutanee simil-lupus eritematoso, riattivazione del lupus eritematoso cutaneo, reazioni di fotosensibilita', rash, orticaria. Patologie dell'apparato muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo: debolezza, spasmo muscolare. Alterazioni del sistema vascolare: ipotensione posturale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: febbre. Alterazioni del sistema epatobiliare: ittero (ittero colestatico intraepatico). Disturbi psichiatrici: depressione, disturbi del sonno. Gli eventi avversi dose-dipendenti dell'idroclorotiazide (soprattutto disordini elettrolitici) possono aumentare con l'incremento graduale del suo dosaggio.

Gravidanza e allattamento

La somministrazione degli AIIRAs non e' raccomandata durante il primo trimestre di gravidanza. La somministrazione degli AIIRAs e' controindicata nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non puo' essere escluso un lieve aumento delrischio. Non sono disponibili dati epidemiologici controllati sul ris chio connesso agli inibitori recettoriali dell'Angiotensina II (AIIRA), tuttavia la possibilita' che esistano rischi simili per questa classe di farmaci non puo' essere esclusa. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antiipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nelladonna l'esposizione ad AIIRA durante il secondo e il terzo trimestre induce tossicita' fetale e tossicita' neonatale. Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno assunto AIIRA devono essere attentamente monitorati per ipotensione. Idroclorotiazide: l'esperienza sull'uso di idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante ilprimo trimestre, e' limitata. Gli studi condotti su animali sono insu fficienti. L'idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al meccanismo di azione farmacologico dell'idroclorotiazide, il suo uso durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza puo' compromettere la perfusione fetoplacentale e causare effetti fetali e neonatali come ittero, disturbo dell'equilibrio elettrolitico e trombocitopenia. L'idroclorotiazide non deve essere impiegata per il trattamento di edema gestazionale, ipertensione gestazionale o preeclampsia a causa del rischio di diminuzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare, senza che vi sia un effetto benefico sul decorso della malattia. L'idroclorotiazide non deve essere utilizzata per il trattamento dell'ipertensione essenziale nelle donne in gravidanza, tranne che in quelle rare situazioni in cui nessun altro trattamento puo' essere utilizzato. Poiche' non sono disponibili dati riguardanti l'uso del farmaco durante l'allattamento, esso non e' raccomandato e sono da preferire trattamentialternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'a llattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati e prematuri.