Lisinopril Sandoz - 14cpr 5mg

Dettagli:
Nome:Lisinopril Sandoz - 14cpr 5mg
Codice Ministeriale:037471024
Principio attivo:Lisinopril Diidrato
Codice ATC:C09AA03
Fascia:A
Prezzo:2.1
Rimborso:2.1
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse divisibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:48 mesi

Formulazioni

Lisinopril Sandoz - 14cpr 5mg

Categoria farmacoterapeutica

Inibitore dell'enzima convertitore dell'angiotensina.

Indicazioni

Ipertensione arteriosa. Trattamento dell'ipertensione arteriosa. Insufficienza Cardiaca. Trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica. Infarto miocardico acuto. Trattamento di breve periodo (6 settimane) di pazienti emodimanicamente stabili entro 24 ore da infarto miocardico acuto. Complicanze renali del Diabete Mellito. Trattamento della malattia renale in pazienti ipertesi con diabete mellito di Tipo 2 e nefropatia incipiente.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' a lisinopril, ad uno qualsiasi degli eccipienti o a qualsiasi altro inibitore dell'enzima convertitore dell'angiotensina (ACE). Storia di angioedema associato a precedente terapia con ACE inibitori. Angioedema idiopatico ereditario. Secondo o terzo trimestre di gravidanza.

Posologia

Come gli altri farmaci da assumersi una volta die, lisinopril va preso ogni giorno approssimativamente alla stessa ora. L'assorbimento delle compresse di lisinopril non risulta influenzato dal cibo. Il dosaggio va individualizzato in base al profilo del paziente ed alla risposta della pressione sanguigna. Ipertensione arteriosa. Lisinopril puo' essere utilizzato sia in monoterapia, sia in combinazione con altre classi di farmaci utilizzate nella terapia antiipertensiva. Nei pazienti affetti da ipertensione arteriosa, il dosaggio iniziale solitamente raccomandato risulta pari a 10 mg. I pazienti con un sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivato (in particolare, ipertensione nefrovascolare, deplezione di sodio e/o del volume, scompenso cardiaco, o ipertensione grave) potrebbero manifestare un'eccessiva caduta della pressione sanguigna dopo l'assunzione della prima dose. In tali casi, pertanto, si raccomanda un dosaggio iniziale pari a 2.5-5 mg e l'inizio della terapia dovrebbe avvenire sotto sorveglianza medica. In presenza di alterazione della funzione renale, si richiede un dosaggio iniziale inferiore (vedere la Tabella 1 in basso). L'abituale dose di mantenimento efficace e' pari a 20 mg assunti in un singolo dosaggio giornaliero. In generale, se l'effetto terapeutico desiderato non viene raggiunto in un periodo compreso tra le 2 e le 4 settimane ad un certo livello di dosaggio, quest'ultimo puo' essere ulteriormente incrementato. Il dosaggio massimo somministrato nel corso di sperimentazioni cliniche controllate su lungo periodo e' risultato pari a 80 mg/die. All'inizio della terapia con lisinopril potrebbe verificarsi ipotensione sintomatica. Cio' e' piu' probabile che accada nel caso di pazienti che assumano contemporaneamente diuretici. Pertanto, occorre prestare cautela, in quanto tali pazienti potrebbero manifestare deplezione di elettroliti e/o del volume. Se possibile, il diuretico va sospeso 2 o 3 giorni prima di iniziare la terapia con lisinopril. Nei pazienti ipertesi che non possano interrompere la terapia con diuretici, il trattamento con lisinopril va iniziato ad un dosaggio di 5 mg. Occorre monitorare la funzionalita' renale ed il potassio sierico. Le dosi successive di lisinopril devono essere riviste in base alla risposta della pressione sanguigna. Se necessario, la terapia a base di diuretici puo' essere ripresa. Aggiustamento del dosaggio in caso di disfunzione renale. Il dosaggio, nei pazienti con alterazioni della funzione renale, dipende dalla clearance della creatinina. Clearance della Creatinina (ml/min): inferiore ai 10 ml/min (inclusi i pazienti in dialisi), dose iniziale (mg/die): 2,5 mg. Clearance della Creatinina (ml/min):10-30 ml/min, dose iniziale (mg/die): 2,5-5 mg. Clearance della Creatinina (ml/min): 31-80 ml/min, dose iniziale (mg/die): 5-10 mg. Il dosaggio e/o la frequenza di somministrazione vanno aggiustati secondo la risposta della pressione sanguigna. Il dosaggio puo' essere titolato verso l'alto fino al controllo della pressione sanguigna, o fino ad un massimo di 40 mg giornalieri. Nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca sintomatica, lisinopril va utilizzato quale terapia aggiuntiva a diuretici e, quando appropriati, digitale o beta-bloccanti. Lisinopril puo' essere assunto con dose iniziale pari a 2,5 mg una volta al di', somministrata sotto sorveglianza medica per determinare l'effetto iniziale sulla pressione sanguigna. Il dosaggio di lisinopril va incrementato: ad incrementi non superiori a 10 mg, ad intervalli non inferiori a 2 settimane, al piu' elevato dosaggio tollerato dai pazienti, fino ad un massimo di 35 mg una volta die. Gli aggiustamenti del dosaggio dipendono dalla risposta clinica individuale dei pazienti. I pazienti ad alto rischio di ipotensione sintomatica, come quelli sodio depleti, con o senza iponatriemia, quelli ipovolemici o che abbiano seguito una forte terapia con diuretici, devono correggere queste condizioni, se possibile, prima di iniziare il trattamento con lisinopril. Occorre monitorare la funzionalita' renale ed il potassio sierico. I pazienti dovrebbero ricevere, se indicati, i trattamenti standard raccomandati, come trombolitici, aspirina e beta-bloccanti. In associazione con il dosaggio iniziale (primi 3 giorni dopo l'infarto) potrebbe essere utilizzato gliceril trinitato per via endovenosa o transdermica. Il trattamento con lisinopril puo' cominciare entro 24 ore dall'inizio dei sintomi. Esso non va iniziato se la pressione sanguigna sistolica e' inferiore ai 100 mm Hg. La prima dose di lisinopril e' pari a 5 mg somministrati oralmente, seguiti da 5 mg dopo 24 ore, 10 mg dopo 48 ore ed infine 10 mg una volta die. I pazienti la cui pressione sistolica risulti bassa (120 mm Hg o inferiore), all'inizio del trattamento o durante i primi 3 giorni dall'infarto, dovrebbero assumere una dose inferiore - 2.5 mg in forma orale. In caso di alterazioni della funzione renale (clearance della creatinina <80 ml/min), il dosaggio iniziale di lisinopril va aggiustato sulla base della clearance della creatinina del pazienteLa dose di mantenimento risulta pari a 10 mg una volta die. Se si manifesta ipotensione (pressione sanguigna sistolica inferiore o uguale a 100 mm Hg) puo' essere somministrata una dose di mantenimento giornaliera pari a 5 mg, con temporanee riduzioni a 2.5 mg, se necessario. In caso di prolungata ipotensione (pressione sanguigna sistolica inferiore a 90 mm Hg per piu' di 1 ora), lisinopril deve essere sospeso. La terapia si deve protrarre per 6 settimane, quindi il paziente va rivalutato. I pazienti che sviluppino sintomi di insufficienza cardiaca, devono continuare l'assunzione di lisinopril. Nei pazienti ipertesi affetti da diabete mellito di tipo 2 e da nefropatia incipiente, il dosaggio pari a 10 mg di lisinopril una volta die puo' essere incrementato fino ad arrivare a 20 mg una volta die, se necessario, fino a raggiungere una pressione sanguigna diastolica in posizione seduta inferiore ai 90 mm Hg. In caso di alterazione renale (clearance della creatinina <80 ml/min), il dosaggio iniziale di lisinopril va aggiustato in base alla clearance della creatinina del paziente. Efficacia e sicurezza d'uso nei bambini non sono state pienamente stabilite. Pertanto, l'utilizzo nei bambini non e' raccomandato. Negli studi clinici, non si sono evidenziate modifiche legate all'eta' nel profilo di efficacia e sicurezza del farmaco. Tuttavia, quando l'eta' avanzata risulti associata ad una diminuzione della funzione renale, occorre seguire le linee guida delineate per determinare il dosaggio iniziale di lisinopril. Successivamente, il dosaggio va aggiustato in base alla risposta della pressione sanguigna. Non sono disponibili esperienze circa la somministrazione di lisinopril nei pazienti che recentemente abbiano subito un trapianto renale. Pertanto, il trattamento con lisinopril non e' raccomandato.

Avvertenze

Tra i pazienti ipertesi che stiano assumendo lisinopril, l'ipotensione e' piu' probabile in quelli che abbiano manifestato deplezione del volume, o che presentino grave ipertensione renino-dipendente. Nei pazienti con aumentato rischio di ipotensione sintomatica, l'inizio della terapia e gli aggiustamenti nel dosaggio vanno strettamente monitorati. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca la cui pressione sanguigna risulti normale o bassa, con lisinopril potrebbe verificarsi un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna sistemica. L'effetto e' previsto e di solito non rappresenta motivo per interrompere il trattamento. Se l'ipotensione diventa sintomatica, potrebbe rendersi necessaria una riduzione nel dosaggio o l'interruzione di lisinopril. Il trattamento con lisinopril non deve essere iniziato in pazienti con infarto miocardico acuto a rischio di ulteriore grave deterioramento emodinamico in seguito a terapia con un vasodilatatore. Si tratta di quei pazienti la cui pressione sanguigna sistolica risulti pari a 100 mm Hg o piu' bassa e di quelli con shock cardiogeno. Durante i primi 3 giorni successivi all'infarto, occorre ridurre il dosaggio nei casi in cui la pressione sanguigna sistolica sia pari a 120 mm Hg o piu' bassa. La dose di mantenimento va ridotta a 5 mg o, temporaneamente, a 2.5 mg se la pressione sanguigna sistolica risulta pari a 100 mm Hg o piu' bassa. In caso di ipotensione persistente (pressione sanguigna sistolica inferiore ai 90 mm Hg per piu' di 1 ora), lisinopril va sospeso. Prescrivere con cautela ai pazienti affetti da stenosi della valvola mitrale ed ostruzione nel tratto di deflusso del ventricolo sinistro, come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. In questi casi, e' stata riportata insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o con stenosi dell'arteria in monorene, trattati con inibitori dell'enzima convertitore dell'angiotensina, sono stati osservati un incremento dell'urea ematica e della creatinina sierica, solitamente reversibili una volta interrotta la terapia. Cio' e' soprattutto probabile nei pazienti con insufficienza renale. Se e' presente anche ipertensione nefrovascolare, esiste un rischio potenziato di grave ipotensione ed insufficienza renale. Dal momento che la terapia con diuretici potrebbe contribuire a creare tali condizioni, essi andrebbero sospesi e la funzionalita' renale andrebbe monitorata durante le prime settimane di terapia con lisinopril. In caso di infarto miocardico acuto, il trattamento con lisinopril non deve essere somministrato a pazienti con segni di disfunzione renale, resa manifesta da una concentrazione di creatinina sierica superiore a 177 micromol/l e/o da proteinuria superiore ai 500 mg/24 h. Se in corso di trattamento con lisinopril dovesse svilupparsi disfunzione renale (concentrazioni di creatinina sierica superiori a 265 micromol/l o raddoppiate rispetto ai valori precedenti il trattamento), considerare la possibilita' di sospendere lisinopril. Raramente, in pazienti trattati con inibitori dell'enzima convertitore dell'angiotensina, incluso lisinopril e' stato riportato angioedema del viso, delle estremita', delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Cio' potrebbe verificarsi in qualsiasi momento durante la terapia. Nei casi in cui ci sia solo gonfiore della lingua, senza presenza di deficit respiratorio, i pazienti potrebbero necessitare di prolungata osservazione, dal momento che il trattamento con antistaminici e corticosteroidi potrebbe non risultare sufficiente. Molto raramente, sono stati riportati esiti fatali dovuti ad angioedema associato ad edema laringeo o edema della lingua. In tali casi va somministrata prontamente una terapia di emergenza. Gli inibitori dell'enzima convertitore dell'angiotensina causano una maggiore percentuale di angioedema nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti bianchi. I pazienti con storia di angioedema non collegato a terapia con un ACE inibitore potrebbero essere a rischio aumentato di angioedema durante assunzione di un ACE inibitore. Reazioni anafilattoidi sono state riportate da pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso (come AN 69), trattati contemporaneamente con un ACE inibitore. Nel caso di questi pazienti, va presa in considerazione la possibilita' di utilizzare membrane dialitiche di diverso tipo o agenti antiipertensivi appartenenti a diversi gruppi. Raramente, i pazienti che avessero assunto ACE inibitori durante aferesi delle lipoproteine a bassa densita' (LDL) con destrano solfato, hanno manifestato reazioni anafilattoidi con pericolo per la vita. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia a base di ACE inibitori prima di ogni aferesi. I pazienti che ricevono ACE inibitori in corso di trattamento di desensibilizzazione (come con veleno di hymenoptera) hanno reazioni anafilattoidi persistenti, tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE inibitori, ma sono comparse nuovamente in caso di involontaria riassunzione del prodotto. Molto raramente, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino a necrosi fulminante ed (alcune volte) alla morte, quindi interrompere lisinopril ed effettuare un appropriato follow-up. Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riportate in pazienti che abbiano assunto ACE inibitori. Lisinopril va utilizzato con estrema cautela nei pazienti con vasculopatie da collagenopatia, in terapia con immunodepressori, in trattamento con allopurinolo o procainamide, o nei casi di combinazione di questi fattori di complicazione, soprattutto se era gia' presente un'alterazione della funzionalita' renale. Come nel caso di altri ACE inibitori, lisinopril potrebbe risultare meno efficace nell'abbassamento della pressione sanguigna tra i pazienti di razza nera, rispetto a quelli bianchi, probabilmente a causa di una piu' elevata prevalenza di situazioni di bassa renina nei pazienti ipertesi di razza nera. In seguito all'utilizzo di ACE inibitori, e' stata riscontrata tosse che si risolve con l'interruzione della terapia. Nei pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o durante anestesia con agenti che provocano ipotensione, lisinopril potrebbe bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. Se si verifica ipotensione e si ritiene che essa sia dovuta a tale meccanismo, essa puo' essere corretta attraverso espansione della volemia. In alcuni pazienti trattati con ACE inibitori, incluso lisinopril, e' stata osservata elevazione del potassio sierico. Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina, occorre effettuare uno stretto monitoraggio del controllo glicemico durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore.

Interazioni

Nei casi in cui un diuretico sia aggiunto alla terapia con lisinopril, solitamente si verifica un effetto antipertensivo aggiuntivo. I pazienti gia' in terapia con diuretici e, soprattutto, quelli che abbiano recentemente iniziato una terapia a base di diuretici, una volta aggiunto lisinopril, potrebbero occasionalmente manifestare una eccessiva caduta della pressione sanguigna. La possibilita' di ipotensione sintomatica con lisinopril puo' essere ridotta al minimo sospendendo il diuretico prima di iniziare il trattamento con lisinopril. Anche se nelle sperimentazioni cliniche il potassio sierico solitamente e' rimasto nei limiti della norma, in alcuni pazienti si e' verificata iperkaliemia. I fattori di rischio di sviluppo di iperkaliemia includono l'insufficienza renale, il diabete mellito e l'utilizzo contemporaneo di diuretici risparmiatori di potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), di integratori di potassio o di sostituti salini contenenti potassio. L'utilizzo di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o di sostituti salini contenenti potassio, soprattutto in pazienti la cui funzionalita' renale sia alterata, potrebbe comportare significativi incrementi di potassio sierico. Se lisinopril viene somministrato in associazione a un diuretico che induce perdite di potassio, potrebbe migliorare l'ipokaliemia diuretico-indotta. In caso di assunzione contemporanea di litio e di ACE inibitori, e' stato riportato un incremento reversibile nelle concentrazioni sieriche di litio, oltre a tossicita'. L'utilizzo contemporaneo di diuretici tiazidici potrebbe incrementare il rischio di tossicita' da litio e potrebbe potenziare la gia' incrementata tossicita' da litio derivante dall'assunzione di ACE inibitori. L'utilizzo di lisinopril con il litio non e' raccomandata, tuttavia se la combinazione si rende necessaria, va effettuato un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio. Farmaci antiinfiammatori non-steroidei (FANS), incluso acido acetilsalicilico = 3g/di'. La somministrazione cronica di FANS potrebbe ridurre l'efficacia antipertensiva dell'ACE inibitore. I FANS e gli ACE inibitori esercitano un effetto aggiuntivo sull'incremento del potassio sierico e potrebbero portare ad un deterioramento delle funzioni renali. Questi effetti sono di solito reversibili. Raramente, potrebbe verificarsi insufficienza renale acuta, soprattutto nei pazienti la cui funzione renale sia compromessa, come quelli anziani o disidratati. L'utilizzo contemporaneo di questi agenti puo' incrementare l'effetto ipotensivo di lisinopril. L'associazione con gliceril trinitrato e con altri nitrati, o con altri vasodilatatori, puo' determinare un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna. L'utilizzo concomitante di alcuni farmaci anestetici, di antidepressivi triciclici e di antipsicotici con ACE inibitori potrebbe determinare un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna. I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE inibitori. Gli studi epidemiologici suggeriscono che la somministrazione contemporanea di ACE inibitori ed antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) puo' potenziare l'effetto di riduzione della glicemia, con conseguente rischio di ipoglicemia. Tale fenomeno appare piu' probabile durante le prime settimane di terapia combinata e nei pazienti con alterazione della funzione renale. Lisinopril puo' essere utilizzato in associazione ad acido acetilsalicilico (alle dosi cardiologiche), tromboliti, betabloccanti e/o nitrati.

Effetti indesiderati

In corso di trattamento con lisinopril e con altri ACE inibitori, sono stati osservati e riportati i seguenti effetti indesiderati, con la seguente frequenza: Molto comuni (>=1/10), comuni (>=1/100,<1/10), non comuni (>=1/1000, <1/100), rari (>=1/10.000,<1/1000) molto rari (<1/10.000) inclusi casi isolati. Esami diagnostici: non comuni: incremento dell'urea ematica, incremento della creatinina sierica, aumento degli enzimi epatici, iperkaliemia. Rari: incremento della bilirubina sierica, iponatremia. Patologie cardiache e vascolari: comuni: effetti ortostatici (inclusa ipotensione). Non comuni: infarto miocardico o incidente cerebrovascolare, possibilmente conseguente ad eccessiva ipotensione nei pazienti ad alto rischio, palpitazioni, tachicardia. Fenomeno di Raynaud. Patologie del sistema emolinfopoietico: rari: riduzione dell'emoglobina e dell'ematocrito. Molto rari: depressione del midollo osseo, anemia, trombocitopenia, leucopenia, neutropenia, agranulocitosi, anemia emolitica, linfadenopatia, autoimmunopatia. Disturbi psichiatrici e patologie del sistema nervoso: comuni: vertigini, cefalea. Non comuni: alterazioni dell'umore, parestesie, vertigini, disturbi del gusto, turbe del sonno. Rari: confusione mentale. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: comuni: tosse. Non comuni: rinite. Molto rari: broncospasmo, sinusite. Alveolite allergica/polmonite eosinofila. Patologie gastrointestinali: comuni: diarrea, vomito. Non comuni: nausea, dolore addominale ed indigestione. Rari: secchezza delle fauci. Molto rari: pancreatite, angioedema intestinale, epatite sia epatocellulare che colestatica, ittero ed insufficienza epatica. Patologie renali e urinarie: comuni: disfunzione renale. Rari: uremia, insufficienza renale acuta. Molto rari: oliguria/anuria. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: non comuni: rash, prurito. Rari: ipersensibilita'/edema angioneurotico; edema angioneurotico del volto, delle estremita', delle labbra, della lingua, della glottide, e/o della laringe, orticaria, alopecia, psoriasi. Molto rari: diaforesi, pemfigo, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme. E' stata riportata una sintomatologia complessa che puo' includere uno o piu' dei seguenti sintomi: febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, positivita' degli anticorpi antinucleari (ANA), aumento della velocita' di sedimentazione degli eritrociti (VES), eosinofilia e leucocitosi, rash, fotosensibilita' ed altre manifestazioni dermatologiche. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto rari: ipoglicemia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: non comuni: affaticamento, astenia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella: non comuni: impotenza. Rari: ginecomastia.

Gravidanza e allattamento

Non va utilizzato durante il primo trimestre di gravidanza. Quando la gravidanza sia programmata o confermata, il passaggio ad un trattamento alternativo va iniziato il piu' presto possibile. Studi controllati con ACE inibitori non sono stati compiuti nell'uomo, ma un numero limitato di casi di esposizione a tossicita' nel primo trimestre non ha mostrato la produzione di malformazioni coerenti con l'ipotesi di fetotossicita' umana, come descritto successivamente. Lisinopril e' controindicato nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. E' noto che la prolungata esposizione ad ACE inibitori nel corso del secondo e terzo trimestre induce fetotossicita' umana (diminuzione delle funzioni renali, oligoidramnios, ritardata ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dal secondo trimestre di gravidanza si e' avuta esposizione a lisinopril, si raccomanda un controllo ecografico delle funzioni renali e del cranio. I neonati, le cui madri abbiano assunto lisinopril, vanno strettamente osservati per il rischio di ipotensione, oliguria ed iperkaliemia. Lisinopril, che attraversa la placenta, e' stato rimosso dalla circolazione neonatale attraverso dialisi peritoneale con alcuni benefici clinici, e teoricamente potrebbe essere eliminato attraverso exsanguino-trasfusione. Non e' noto se lisinopril sia escreto nel latte materno, ma e' escreto nel latte dei ratti. L'utilizzo di lisinopril durante il periodo di allattamento non e' raccomandato.