Nebivololo Pharm - 28cpr Div 5mg

Dettagli:
Nome:Nebivololo Pharm - 28cpr Div 5mg
Codice Ministeriale:039807019
Principio attivo:Nebivololo Cloridrato
Codice ATC:C07AB12
Fascia:A
Prezzo:6.1
Rimborso:6.1
Doping:Proibito solo in particolari sport
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Pharmacare Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse divisibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

NEBIVOLOLO ABC 5 MG COMPRESSE

Formulazioni

Nebivololo Pharm - 28cpr Div 5mg

Categoria farmacoterapeutica

Betabloccanti.

Principi attivi

Nebivololo.

Eccipienti

Lattosio monoidrato, amido di mais, croscarmellosa sodica, ipromellosa, polisorbato 80, cellulosa microcristallina, silice colloidale anidra, magnesio stearato.

Indicazioni

Ipertensione: trattamento dell'ipertensione essenziale. Insufficienza cardiaca cronica: trattamento dell'insufficienza cardiaca stabile, lieve e moderata in aggiunta a terapie standard in pazienti anziani di 70anni o piu'.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati; insufficienza epatica o compromissione della funzionalita' epatica; insufficienza cardiaca acuta, shock cardiogeno o episodi discompenso cardiaco che richiedono terapia inotropa infusionale. Inolt re, come con altri agenti beta-bloccanti, nebivololo e' controindicatoin: sindrome del nodo del seno, incluso blocco seno-atriale; blocco c ardiaco di secondo e terzo grado (senza pacemaker); anamnesi di brocospasmo o di asma bronchiale; feocromocitoma non trattato; acidosi metabolica; bradicardia (battito cardiaco < 60 bpm prima di iniziare la terapia); ipotensione (pressione sanguigna sistolica < 90 mmHg); gravi disturbi circolatori periferici; combinazione con floctafenina e con sultopride.

Posologia

>>Ipertensione. Adulti: la dose e' una compressa (5 mg) al giorno, preferibilmente alla stessa ora della giornata. L'effetto di diminuzione della pressione sanguigna diventa evidente dopo 1-2 settimane di trattamento. Occasionalmente, l'effetto ottimale si raggiunge solo dopo 4 settimane. Associazione con altri agenti antiipertensivi: i beta- bloccanti possono essere usati da soli o contemporaneamente ad altri agentiantiipertensivi. Fino ad ora, e' stato osservato un effetto antiipert ensivo aggiuntivo solo quando nebivololo 5 mg e' associato con idroclorotiazide 12.5-25 mg. Pazienti con insufficienza renale: in pazienti con insufficienza renale, la dose iniziale raccomandata e' 2.5 mg al giorno. Se necessario, la dose giornaliera puo' essere aumentata a 5 mg.Pazienti con insufficienza epatica: i dati in pazienti con insufficie nza epatica o con funzionalita' epatica compromessa sono limitati. Pertanto, l'uso di nebivololo in questi pazienti e' controindicato. Anziani: in pazienti con oltre 65 anni, la dose iniziale raccomandata e' 2.5 mg al giorno. Se necessario, la dose giornaliera puo' essere aumentata a 5 mg. Comunque, vista la limitata esperienza in pazienti con oltre 75 anni, deve essere usata cautela e questi pazienti devono essere strettamente monitorati. Popolazione pediatrica: nebivololo non e' raccomandato per l'uso in bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni dieta', a causa della mancanza di dati sulla sicurezza ed l'efficacia. Insufficienza cardiaca cronica: il trattamento dell'insufficienza cardiaca cronica stabile deve essere iniziato con un graduale aumento del dosaggio finche' non viene raggiunta la dose individuale ottimale di mantenimento. I pazienti devono avere insufficienza cardiaca cronica stabile senza insufficienza acuta durante le ultime sei settimane. E' consigliato che lo specialista che segue il trattamento sia esperto nel trattamento dell'insufficienza cardiaca cronica. Per quei pazienti chericevono una terapia farmacologica cardiovascolare che include diuret ici e/o digossina e/o ACE inibitori e/o antagonisti dell'angiotensina II, il dosaggio di questi farmaci deve essere stabilizzato durante le ultime due settimane prima dell'inizio del trattamento con nebivololo.L'aumento del dosaggio iniziale deve essere fatto secondo i seguenti steps a intervalli di 1-2 settimane in base alla tollerabilita' del paziente: 1.25 mg di nebivololo da aumentare a 2.5 mg di nebivololo una volta al giorno, poi a 5 mg una volta al giorno e poi a 10 mg una volta al giorno. La dose massima raccomandata e' 10 mg di nebivololo una volta al giorno. L'inizio della terapia e ogni aumento di dose devono essere fatti sotto la supervisione di un medico esperto per un periodo minimo di 2 ore per assicurare che lo stato clinico (specialmente per quanto riguarda la pressione sanguigna, battito cardiaco, disturbi della conduzione, segni di peggioramento dell'insufficienza cardiaca) resti stabile. Il verificarsi di eventi avversi puo' impedire che tutti ipazienti vengano trattati con la dose massima raccomandata. Se necess ario, la dose raggiunta puo' essere ridotta poco per volta e ristabilita come appropriato. Durante la fase di aggiustamento del dosaggio, incaso di peggioramento dell'insufficienza cardiaca o intolleranza, si raccomanda per prima cosa di ridurre la dose di nebivololo, o interromperla immediatamente se necessario (in caso di ipotensione grave, peggioramento dell'insufficienza cardiaca con edema polmonare acuto, shockcardiogeno, bradicardia sintomatica o blocco AV). Il trattamento dell 'insufficienza cardiaca cronica stabile con il nebivololo e' generalmente un trattamento a lungo termine. Si raccomanda di non interrompere bruscamente il trattamento con nebivololo dal momento che questo potrebbe portare ad un peggioramento transitorio dell'insufficienza cardiaca. Se l'interruzione e' necessaria, la dose deve essere diminuita gradualmente, dimezzandola settimanalmente. Pazienti con insufficienza renale: non e' richiesto alcun aggiustamento posologico nell'insufficienza renale da lieve a moderata, poiche' la titolazione alla massima dosetollerata viene aggiustata individualmente. Non c'e' alcuna esperienz a in pazienti con insufficienza renale grave (creatinina sierica >= 250 mcmol/l). Pertanto, l'uso di nebivololo in questi pazienti non e' raccomandato. Pazienti con insufficienza epatica: i dati nei pazienti con insufficienza epatica sono limitati. Pertanto, l'uso di nebivololo in questi pazienti e' controindicato. Anziani: non e' richiesto alcun aggiustamento posologico poiche' la titolazione fino alla massima dose tollerata viene aggiustata individualmente. Popolazione pediatrica: ilnebivololo non e' raccomandato per l'uso in bambini e adolescenti sot to i 18 anni di eta' a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e l'efficacia. Modo di somministrazione: la compressa o sue parti deve essere deglutita con una sufficiente quantita' di liquido (per es. un bicchiere d'acqua). La compressa puo' essere assunta con o senza cibo.

Conservazione

Nessuna particolare condizione di conservazione.

Avvertenze

Le seguenti avvertenze e precauzioni si applicano agli antagonisti beta adrenergici in generale. Anestesia: il mantenimento del blocco dei recettori beta riduce il rischio di aritmie durante l'induzione e l'intubazione. Qualora in previsione di un intervento chirurgico, si interrompa il blocco dei recettori beta, la terapia con antagonisti beta adrenergici deve essere interrotta almeno 24 ore prima. Va usata particolare attenzione nell'uso di certi farmaci anestetici che possono causare depressione del miocardio. Il paziente puo' essere protetto contro le reazioni vagali con somministrazione endovenosa di atropina. Sistemacardiovascolare: in generale gli antagonisti beta adrenergici non dev ono essere usati in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia non trattata fino a quando le loro condizioni non si sono stabilizzate. In pazienti con patologia cardiaca ischemica, il trattamento con gli antagonisti beta adrenergici deve essere interrotto gradualmente, ad es. in 1-2 settimane. Se necessario, allo stesso tempo deve essere instaurata una terapia sostitutiva per prevenire un'esacerbazione dell'angina pectoris. Gli antagonisti beta adrenergici possono indurre bradicardia: se la frequenza del polso scende al di sotto dei 50-55 bpm a riposo e/o il paziente manifesta sintomi riconducibili alla bradicardia, il dosaggio deve essere ridotto. Gli antagonisti beta adrenergici devono essere usati con cautela: - in pazienti con patologie circolatorie periferiche (sindrome o malattia di Raynaud, claudicatio intermittens),poiche' potrebbe verificarsi un peggioramento di questi disturbi; in pazienti con blocco cardiaco di primo grado a causa dell'effetto negativo dei beta- bloccanti sul tempo di conduzione; pazienti con angina di Prinzmetal a causa dell'incontrastata vasocostrizione arteriosa coronarica mediata dai recettori alfa: gli antagonisti beta adrenergici possono aumentare il numero e la durata degli attacchi di angina. La combinazione di nebivololo con antagonisti dei canali del calcio del tipodi verapamil e diltiazem, con farmaci antiaritmici di classe I, e con farmaci antiipertensivi che agiscono a livello centrale, generalmente non e' raccomandata. Metabolismo e Sistema endocrino: nebivololo, nei pazienti diabetici, non influisce sui livelli di glucosio. Tuttavia d eve essere usato con precauzione nei pazienti diabetici in quanto il nebivololo puo' mascherare alcuni sintomi di ipoglicemia (tachicardia, palpitazioni). Gli agenti bloccanti beta-adrenergici possono mascherare i sintomi di tachicardia in corso di ipertiroidismo. La brusca sospensione del trattamento puo' intensificare questi sintomi. Apparato respiratorio: nei pazienti con patologie polmonari ostruttive croniche, gli antagonisti beta adrenergici devono essere usati con cautela in quanto la costrizione delle vie respiratorie puo' essere aggravata. I pazienti con storia di psoriasi devono assumere gli antagonisti beta-adrenergici solo dopo attenta valutazione. Gli antagonisti beta- adrenergici possono aumentare la sensibilita' verso gli allergeni e la gravita'delle reazioni anafilattiche. I beta-bloccanti possono causare riduzi one della lacrimazione. L'inizio del trattamento dell'Insufficienza Cardiaca Cronica con nebivololo necessita di regolare monitoraggio. L'interruzione del trattamento non deve avvenire bruscamente se non chiaramente indicato. Il medicinale contiene lattosio monoidrato.

Interazioni

Interazioni farmacodinamiche: le seguenti interazioni si applicano agli antagonisti beta adrenergici in generale. >>Associazioni controindicate. Floctafenina (FANS): i beta bloccanti possono impedire la reazione compensatoria cardiovascolare associata all'ipotensione o shock che possono essere indotti dalla floctafenina. Sultopride (antipsicotico):nebivololo non deve essere somministrato contemporaneamente a sultopr ide poiche' c'e' un aumentato rischio di aritmia ventricolare, in particolare di torsione di punta. >>Associazioni non raccomandate. Antiaritmici di classe I (chinidina, idrochinidina, cibenzolina, flecainide, disopiramide, lidocaina, mexiletina, propafenone): puo' essere potenziato l'effetto sul tempo di conduzione atrio- ventricolare ed aumentatol'effetto inotropo negativo. Antagonisti dei canali del calcio del ti po verapamil/diltiazem: influenza negativa sulla contrattilita' e la conduzione atrio-ventricolare. La somministrazione endovenosa di verapamil in pazienti con trattamento beta-bloccante puo' portare a profondaipotensione e blocco atrio- ventricolare. Antiipertensivi che agiscon o a livello centrale (clonidina, guanfacina, moxonidina, metildopa, rilmenidina): l'uso contemporaneo di farmaci antiipertensivi che agiscono a livello centrale puo' peggiorare l'insufficienza cardiaca attraverso una diminuzione del tono centrale simpatico (riduzione del ritmo cardiaco e del flusso cardiaco, vasodilatazione). Un' improvvisa astensione, particolarmente prima dell'interruzione del beta-bloccante, puo' aumentare il rischio di "ipertensione di rimbalzo". >>Associazioni da usare con cautela. Farmaci antiaritmici di classe III (Amiodarone): l'effetto sul tempo di conduzione atrio- ventricolare puo' essere potenziato . Anestetici - volatili alogenati: l'uso contemporaneo di antagonisti beta- adrenergici e anestetici puo' attenuare la tachicardia riflessa e aumentare il rischio di ipotensione. Come regola generale, evitare l'improvvisa interruzione del trattamento con beta-bloccanti. L'anestesista deve essere informato quando il paziente assume nebivololo. Insulina e farmaci antidiabetici orali: anche se il nebivololo non influisce sul livello di glucosio, l'uso contemporaneo puo' mascherare alcuni sintomi di ipoglicemia (palpitazioni, tachicardia). Baclofen (agente antispastico), amifostina (antineoplastico aggiunto): l'uso contemporaneo con antiipertensivi e' probabile che aumenti la caduta della pressione sanguigna, quindi il dosaggio di medicinale antiipertensivo deve essere aggiustato di conseguenza. Meflochina (farmaco antimalarico): teoricamente la co-somministrazione di agenti bloccanti beta- adrenergici potrebbe contribuire al prolungamento dell'intervallo QTc. >>Associazioni da prendere in considerazione. Glucosidi digitalici: l'uso contemporaneo puo' aumentare il tempo di conduzione atrio-ventricolare. Le sperimentazioni cliniche con nebivololo non hanno mostrato evidenza clinica di un'interazione. Nebivololo non influenza la cinetica della digossina. Calcio antagonisti del tipo diidropiridina (amlodipina, felodipina, lacidipina, nifedipina, nicardipina, nimodipina, nitrendipina): l'uso contemporaneo puo' aumentare il rischio di ipotensione, e non puo' essere escluso un aumento del rischio di un ulteriore deterioramento della funzionalita' della pompa ventricolare nei pazienti con insufficienza cardiaca. Antipsicotici, antidepressivi (triciclici, barbiturici e fenotiazine), nitrati organici cosi' come anche altri agenti antiipertensivi: l'uso contemporaneo puo' aumentare l'effetto ipotensivo dei beta-bloccanti (effetto additivo). Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): nessuna conseguenza sull'effetto di riduzione della pressione del sangue del nebivololo. Si prega di notare che piccole dosi antitrombotiche giornaliere di acido acetilsalicilico (per es. 50o 100 mg) possono essere usate senza pericolo con nebivololo. Agenti simpaticomimetici: l'uso contemporaneo puo' contrapporsi all'effetto degli antagonisti beta- adrenergici. Gli agenti beta-adrenergici possono portare ad un'attivita' alfa-adrenergica incontrastata degli agenti simpaticomimetici con effetti sia alfa- sia beta-adrenergici (rischio di ipertensione, grave bradicardia e blocco cardiaco). Interazioni farmacocinetiche: poiche' il metabolismo del nebivololo coinvolge l'isoenzima CYP2D6, la co-somministrazione di sostanze che inibiscono questo enzima, specialmente paroxetina, fluoxetina, tioridazina, chinidina, terbinafina, bupropione, clorochina e levomepromazina puo' portare all'aumento dei livelli plasmatici di nebivololo associato ad un aumentatorischio di bradicardia eccessiva ed eventi avversi. La co-somministra zione di cimetidina aumenta i livelli plasmatici di nebivololo, senza cambiamento dell'effetto clinico. La co-somministrazione della ranitidina non influisce sulla farmacocinetica del nebivololo. A condizione che nebivololo venga assunto con il pasto, e un antiacido fra i pasti, i due trattamenti possono essere prescritti insieme. La combinazione di nebivololo e nicardipina aumenta leggermente i livelli plasmatici dientrambi i farmaci, senza cambiare l'effetto clinico. La co-somminist razione di alcol, furosemide o idroclorotiazide non influisce sulla farmacocinetica del nebivololo. Nebivololo non influisce sulla farmacocinetica e farmacodinamica del warfarin.

Effetti indesiderati

Gli eventi avversi sono elencati separatamente per l'ipertensione e per l'insufficienza cardiaca cronica a causa delle differenze nel panorama patologico. >>Ipertensione. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: edema angioneurotico, ipersensibilita'. Disturbi psichiatrici. Non comune: incubi, depressione. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, vertigini, parestesia; molto raro: indebolimento/sincope. Patologie dell'occhio. Non comune: visione compromessa. Patologie cardiache. Non comune: bradicardia, insufficienza cardiaca, rallentata conduzione AV/blocco-AV. Patologie vascolari. Non comune: ipotensione, (aumento della) claudicati o intermittens. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea; non comune: broncospasmo. Patologie gastrointestinali. Comune: costipazione, nausea, diarrea; non comune: dispepsia, flatulenza , vomito. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: prurito, esantema eritematoso; molto raro: psoriasi aggravata; non nota: orticaria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: impotenza. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticamento, edema. Le seguenti reazioni avverse sono state riportate anche conalcuni antagonisti beta-adrenergici: allucinazioni, psicosi, confusio ne, estremita' fredde/cianotiche, fenomeno di Raynaud, occhi secchi e tossicita' oculo-mucocutanea practololo-simile. I beta-bloccanti possono causare diminuzione della lacrimazione. Insufficienza cardiaca cronica I dati sulle reazioni avverse in pazienti con insufficienza cardiaca cronica sono disponibili da uno studio clinico placebo-controllato riguardante 1067 pazienti che assumevano nebivololo e 1061 pazienti che assumevano il placebo. In questo studio, un totale di 449 pazienti trattati con nebivololo (42,1%) hanno riportato reazioni avverse, almeno in qualche modo casualmente correlate rispetto ai 334 pazienti trattati col placebo (31,5%). Le reazioni avverse piu' comunemente riportate nei pazienti con nebivololo erano bradicardia e vertigini, entrambi manifestati in circa l'11% dei pazienti. Le frequenze corrispondenti fra pazienti trattati con placebo erano circa il 2% e il 7%, rispettivamente. Le seguenti incidenze erano riportate per le reazioni avverse (almeno in qualche modo farmaco- correlate) che sono considerate specificamente rilevanti nel trattamento dell'insufficienza cardiaca cronica: l'aggravamento dell'insufficienza cardiaca verificatosi nel 5,8% deipazienti trattati con nebivololo rispetto al 5,2% dei pazienti tratta ti col placebo; ipotensione posturale e' stata riportata nel 2,1% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto al 1,0% dei pazienti trattati col placebo; l'intolleranza al farmaco e' stata riportata nel 1,6% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto allo 0,8% dei pazienti trattati col placebo; blocco atrio-ventricolare di primo grado e' stato riportato nell'1,4% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto allo0,9% dei pazienti trattati col placebo; edema degli arti inferiori so no stati riportati dall'1,0% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto allo 0,2% dei pazienti trattati con il placebo. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazionedel medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio cont inuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Nebivololo ha effetti farmacologici che possono essere dannosi durantela gravidanza e/o per il feto/neonato. In generale, i bloccanti i rec ettori beta-adrenergici riducono la perfusione placentare, che e' stata associata a ritardo della crescita, morte intrauterina, aborto o travaglio precoce. Gli effetti avversi (per es. ipoglicemia e bradicardia) possono verificarsi nel feto e nel bambino neonato. Se il trattamento con i bloccanti i recettori beta-adrenergici e' necessario, sono preferibili i bloccanti selettivi i recettori beta 1- adrenergici. Nebivololo non deve essere usato durante la gravidanza se non chiaramente necessario. Se il trattamento con nebivololo e' considerato necessario, il flusso sanguigno uteroplacentale e la crescita fetale devono esseremonitorati. In caso di effetti dannosi sulla gravidanza o sul feto de ve essere considerato un trattamento alternativo. Il bambino neonato deve essere strettamente monitorato. I sintomi di ipoglicemia e bradicardia sono generalmente previsti entro i primi 3 giorni. Studi animali hanno mostrato che nebivololo viene escreto nel latte materno. Non si sa se questo farmaco e' escreto nel latte umano. La maggior parte dei beta-bloccanti, in particolare i composti lipofilici come nebivololo ei suoi metaboliti attivi, passano nel latte materno anche se in misur a variabile. Pertanto, l'allattamento al seno non e' raccomandato durante la somministrazione del nebivololo.