Ofev - 60cps Molli 100mg

Dettagli:
Nome:Ofev - 60cps Molli 100mg
Codice Ministeriale:043827029
Principio attivo:Nintedanib Esilato
Codice ATC:L01XE31
Fascia:H
Prezzo:4050.34
Produttore:Boehringer Ingelheim It.Spa
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Capsule molli
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:36 mesi

Denominazione

OFEV CAPSULE MOLLI (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale)

Formulazioni

Ofev - 60cps Molli 100mg
Ofev - 60cps Molli 150mg

Categoria farmacoterapeutica

Agenti antineoplastici, inibitori della protein chinasi.

Principi attivi

Ogni capsula contiene 100 mg di nintedanib (come esilato). Ogni capsula contiene 150 mg di nintedanib (come esilato).

Eccipienti

Contenuto della capsula: trigliceridi saturi a catena media; gliceridisemisintetici solidi; lecitina (soia) (E322). Capsula: gelatina glice rolo (85%); titanio diossido (E171); ferro ossido rosso (E172); ferro ossido giallo (E172). Inchiostro: gomma lacca; ferro ossido nero (E172); glicole propilenico (E1520).

Indicazioni

Indicato negli adulti per il trattamento della Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF).

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' a nintedanib, alle arachidi o alla soia o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato da medici esperti nella diagnosi enel trattamento dell'IPF. La dose raccomandata e' 150 mg di nintedani b due volte al giorno somministrata a circa 12 ore di distanza. La dose da 100 mg due volte al giorno e' raccomandata solo nei pazienti che non tollerano la dose da 150 mg due volte al giorno. Se viene dimenticata una dose, la somministrazione successiva deve essere effettuata all'orario previsto della dose raccomandata. Se viene saltata una dose, il paziente non deve prendere una dose aggiuntiva. La dose massima giornaliera raccomandata di 300 mg non deve essere superata. Aggiustamenti della dose: in aggiunta al trattamento sintomatico quando applicabile, la gestione delle reazioni avverse al medicinale puo' prevedere la riduzione della dose e la sospensione temporanea del trattamento finche' la specifica reazione avversa non ritorna a livelli che consentono il proseguimento della terapia. Il trattamento puo' essere ripreso alla dose intera (150 mg due volte al giorno) o ad una dose ridotta (100 mg due volte al giorno). Se il paziente non tollera 100 mg due volte al giorno, il trattamento con Ofev deve essere interrotto. In caso di sospensione dovuta all'aumento dell'aspartato aminotransferasi (AST) o dell'alanina aminotransferasi (ALT) > 3 volte il limite superiore della norma (ULN), quando le transaminasi sono tornate a valori basali il trattamento puo' essere reintrodotto a una dose ridotta (100 mg due volte al giorno) che puo' essere successivamente aumentata alla dose intera (150 mg due volte al giorno). Pazienti anziani (>= 65 anni): globalmente nei pazienti anziani non sono state osservate differenze nella sicurezza e nell'efficacia. Non e' necessario l'aggiustamento della dose a priori in funzione dell'eta' del paziente. Nei pazienti di eta' >= 75 anni e' piu' probabile che sia necessaria la riduzione della doseper gestire gli effetti avversi. Compromissione renale: meno dell'1% di una dose singola di nintedanib e' escreto attraverso i reni. Non e'necessario l'aggiustamento della dose iniziale nei pazienti con compr omissione renale da lieve a moderata. La sicurezza, l'efficacia e la farmacocinetica di nintedanib non sono state studiate nei pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina < 30 mL/min). Compromissione epatica: nintedanib e' eliminato prevalentemente per escrezione biliare/fecale (> 90%). L'esposizione e' aumentata nei pazienti con compromissione epatica. Sulla base dei dati clinici non e' necessario l'aggiustamento della dose iniziale per i pazienti con compromissione epatica lieve. La sicurezza e l'efficacia di nintedanib non sono state studiate nei pazienti con compromissione epatica classificata come Child Pugh B e C. Il trattamento dei pazienti con compromissione epatica moderata (Child Pugh B) e severa (Child Pugh C) non e' raccomandato. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia nei bambini di eta' compresa tra 0 e 18 anni non sono state stabilite. Non ci sonodati disponibili. Modo di somministrazione: per uso orale. Le capsule devono essere assunte con il cibo; la capsula deve essere deglutita i ntera con acqua e non deve essere masticata o frantumata.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Conservare nellaconfezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'.

Avvertenze

Diarrea: la diarrea deve essere trattata alla comparsa dei primi segni, con un'adeguata idratazione e con la somministrazione di medicinali antidiarroici e puo' richiedere la sospensione della terapia. Il trattamento puo' essere ripreso ad una dose ridotta (100 mg due volte al giorno) o alla dose intera (150 mg due volte al giorno). In caso di diarrea severa persistente nonostante il trattamento sintomatico, la terapia deve essere interrotta. Nausea e vomito: se i sintomi persistono nonostante una terapia di supporto appropriata (inclusa la terapia antiemetica) puo' essere necessaria la riduzione della dose o l'interruzione del trattamento. Il trattamento puo' essere ripreso ad una dose ridotta (100 mg due volte al giorno) o alla dose intera (150 mg due volte al giorno). In caso di sintomi severi e persistenti la terapia essere interrotta. Funzionalita' epatica: la sicurezza e l'efficacia non sonostate studiate nei pazienti con compromissione epatica moderata o sev era. Pertanto il trattamento con il farmaco non e' raccomandato in questi pazienti. A causa dell'esposizione aumentata, il rischio di eventiavversi puo' essere aumentato nei pazienti con compromissione epatica lieve. La somministrazione di nintedanib era associata ad un aumento degli enzimi epatici (ALT, AST, fosfatasi alcalina (ALP), gamma glutamil transferasi (GGT)). L'aumento delle transaminasi era reversibile con la riduzione della dose o la sospensione del trattamento. La somministrazione di nintedanib era associata anche ad un aumento della bilirubina. I livelli epatici di transaminasi e bilirubina devono essere misurati prima dell'inizio del trattamento e successivamente verificati periodicamente o secondo indicazioni cliniche. Se vengono rilevati aumenti delle transaminasi (AST o ALT) > 3 ULN, e' raccomandata la riduzione della dose o la sospensione della terapia e il paziente deve esserestrettamente monitorato. Quando le transaminasi sono tornate a valori basali il trattamento puo' essere reintrodotto alla dose intera (150 mg due volte al giorno) o a una dose ridotta (100 mg due volte al giorno) che successivamente puo' essere aumentata alla dose intera. Se l'aumento dei test epatici e' associato a segni o sintomi clinici di compromissione epatica, ad es. ittero, il trattamento deve essere interrotto in modo permanente. Devono essere ricercate cause alternative dell'aumento degli enzimi epatici. Emorragia: l'inibizione del recettore del fattore di crescita dell'endotelio vascolare (VEGFR) puo' essere associata ad aumento del rischio di sanguinamento. L'evento emorragico piu' frequente e' stato epistassi non grave. Eventi gravi di sanguinamento si sono verificati con frequenze ridotte e simili nei 2 gruppi di trattamento. I pazienti con un rischio noto di sanguinamento non sono stati inclusi negli studi. Nel periodo successivo alla commercializzazione sono stati riportati casi di emorragia. Pertanto questi pazienti devono essere trattati se i benefici previsti superano il rischio potenziale. Eventi tromboembolici arteriosi: i pazienti con storia recente di infarto miocardico o ictus sono stati esclusi dagli studi. Eventi tromboembolici arteriosi non sono stati segnalati frequentemente. Mentre gli eventi avversi riconducibili a patologia cardiaca ischemica si sono verificati con frequenze simili nei gruppi nintedanib e placebo, una percentuale maggiore di pazienti ha manifestato infarti miocardici nel gruppo nintedanib. Si deve prestare cautela nel trattamento di pazienti con maggiore rischio cardiovascolare, incluse le patologie coronariche note. Nei pazienti che sviluppano segni o sintomi di ischemia miocardica acuta deve essere presa in considerazione la sospensione deltrattamento. Tromboembolismo venoso: negli studi non e' stato osserva to un aumento del rischio di tromboembolismo venoso nei pazienti trattati con nintedanib. A causa del meccanismo d'azione di nintedanib i pazienti potrebbero presentare un maggiore rischio di eventi tromboembolici. Perforazioni gastrointestinali: negli studi non e' stato osservato un aumento del rischio di perforazione gastrointestinale nei pazienti trattati con nintedanib. A causa del meccanismo d'azione di nintedanib i pazienti potrebbero presentare un maggiore rischio di perforazione gastrointestinale. Deve essere prestata particolare attenzione al trattamento di pazienti con pregressi interventi di chirurgia addominale. Il farmaco deve essere iniziato solo a partire da 4 settimane dopo un intervento di chirurgia addominale. La terapia deve essere interrotta in modo permanente nei pazienti che sviluppano perforazione gastrointestinale. Ipertensione: la somministrazione puo' aumentare la pressione arteriosa. La pressione arteriosa sistemica deve essere misurata periodicamente e secondo le indicazioni cliniche. Complicazione della guarigione delle ferite. Negli studi non e' stato osservato un aumento della frequenza della compromissione della guarigione delle ferite. Sulla base del suo meccanismo d'azione, nintedanib puo' compromettere la guarigione delle ferite. Non sono stati condotti studi specifici per indagare l'effetto di nintedanib sulla guarigione delle ferite. Pertanto il trattamento deve essere iniziato, oppure in caso di interruzione perioperatoria ripreso, in base al giudizio clinico riguardo ad un'adeguata guarigione della ferita. Associazione con pirfenidone: il trattamento concomitante di nintedanib con pirfenidone e' stato studiato in uno studio a gruppi paralleli su pazienti giapponesi con IPF. Ventiquattro pazienti sono stati trattati per 28 giorni con 150 mg di nintedanib due volte al giorno. In 13 pazienti nintedanib e' stato aggiunto altrattamento cronico con dosi standard di pirfenidone. Undici pazienti hanno ricevuto nintedanib in monoterapia. A causa della breve durata dell'esposizione concomitante e del basso numero di pazienti, non e' stato stabilito il rapporto beneficio/rischio della co-somministrazionecon pirfenidone. Effetto sull'intervallo QT: non e' stata osservata e videnza di prolungamento dell'intervallo QT per nintedanib nel programma di studi clinici. Poiche' altri inibitori delle tirosin-chinasi esercitano notoriamente un effetto sull'intervallo QT, si deve prestare cautela nella somministrazione di nintedanib ai pazienti che possono sviluppare un prolungamento dell'intervallo QTc. Reazioni allergiche: nei soggetti con allergia alla soia, i prodotti dietetici a base di soianotoriamente causano reazioni allergiche, inclusa l'anafilassi grave. I pazienti con allergia nota alle proteine delle arachidi hanno un ma ggiore rischio di manifestare reazioni severe alle preparazioni a basedi soia.

Interazioni

Glicoproteina P (P - gp): nintedanib e' un substrato della P-gp. La somministrazione concomitante con ketoconazolo, un potente inibitore della P-gp, ha aumentato l'esposizione a nintedanib di 1,61 volte sulla base dell'AUC e di 1,83 volte sulla base della C max in uno studio specifico di interazione farmacologica. In uno studio di interazione farmacologica con rifampicina, un potente induttore della P-gp, l'esposizione a nintedanib risultava diminuita al 50,3% sulla base dell'AUC e al 60,3% sulla base della C max nella cosomministrazione con rifampicina rispetto alla somministrazione del solo nintedanib. Se somministrati in associazione con Ofev, alcuni potenti inibitori della P-gp (ad esempio ketoconazolo, eritromicina o ciclosporina) possono aumentare l'esposizione a nintedanib. In tali casi i pazienti devono essere monitoratiattentamente per verificare la tollerabilita' di nintedanib. La gesti one degli effetti indesiderati puo' richiedere la sospensione, la riduzione della dose o l'interruzione della terapia con il prodotto. I potenti induttori della P-gp (ad esempio rifampicina, carbamazepina, fenitoina ed erba di San Giovanni) possono diminuire l'esposizione a nintedanib. Deve essere considerata la scelta di un medicinale alternativo da utilizzare in associazione che abbia un potenziale di induzione della P-gp minimo o assente. Enzimi del citocromo (CYP): solo una minima parte della biotrasformazione di nintedanib era a carico del CYP. Nintedanib e i suoi metaboliti, BIBF 1202 con il gruppo funzionale acido libero e il suo glucuronide, non inibivano ne' inducevano gli enzimi CYP negli studi preclinici. Si ritiene che la probabilita' di interazioni farmacologiche con nintedanib sulla base del metabolismo del CYP siabassa. Associazione con altri medicinali: le potenziali interazioni d i nintedanib con i contraccettivi ormonali non sono state indagate.

Effetti indesiderati

Frequenze reazioni avverse sono definite secondo la convenzione seguente: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), raro (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: diminuzione del peso, appetito ridotto. Patologie vascolari. Comune: epistassi; non comune: ipertensione. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea, dolore addominale; comune. vomito. Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento degli enzimi epatici; comune: aumento dell'alanina aminotransferasi (ALT), aumento dell'aspartato aminotransferasi (AST), aumento della gamma glutamil transferasi; non comune.iperbilirubinemia, aumento della fosfatasi alcalina ematica (ALP). Di arrea: e' stata segnalata con intensita' severa nel 3,3% dei pazienti trattati con nintedanib. Oltre i due terzi dei pazienti che hanno manifestato diarrea hanno segnalato la prima insorgenza durante i primi tre mesi di trattamento. La diarrea ha determinato l'interruzione permanente del trattamento nel 4,4% dei pazienti; negli altri casi gli eventi erano trattati con terapia antidiarroica, riduzione della dose o sospensione temporanea del trattamento. Aumenti degli enzimi epatici: sono stati riportati nel 13,6% dei pazienti trattati con nintedanib. Gli aumenti degli enzimi epatici erano reversibili e non erano associati apatologie epatiche clinicamente manifeste. Segnalare qualsiasi reazio ne avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

Gravidanza e allattamento

Donne in eta' fertile/Contraccezione: nintedanib puo' causare danni alfeto nell'uomo. Consigliare alle donne in eta' fertile di evitare le gravidanze durante il trattamento. Si deve consigliare loro di usare metodi contraccettivi adeguati durante tutto il trattamento e per almeno 3 mesi dall'ultima dose. Poiche' l'effetto di nintedanib sul metabolismo e sull'efficacia dei contraccettivi ormonali non e' stato studiato, devono essere applicati metodi di barriera come forma secondaria dicontraccezione, allo scopo di evitare una gravidanza. Non ci sono inf ormazioni sull'uso nelle donne in gravidanza, ma gli studi preclinici sugli animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva di questo principio attivo. Poiche' nintedanib puo' causare danni al feto anche nell'uomo, non deve essere usato durante la gravidanza. Le pazienti devono essere invitate ad informare il medico o il farmacista in caso di gravidanza durante la terapia. Se e' in corso una gravidanza durante la terapia, la paziente deve essere informata sui potenziali rischi per il feto. Deve essere considerata l'interruzione del trattamento. Non esistono informazioni sull'escrezione di nintedanib e dei suoi metaboliti nel latte materno. Gli studi preclinici hanno mostrato che piccole quantita' di nintedanib e i relativi metaboliti (<= 0,5% della dose somministrata) sono escrete nel latte dei ratti. Il rischio per i neonati/lattanti non puo' essere escluso. L'allattamento deve essere interrotto durante il trattamento. Sulla base degli studi preclinici non esiste evidenza di compromissione della fertilita' maschile. Da studi di tossicita' cronica e subcronica, non vi e' evidenza di compromissione della fertilita' femminile nel ratto ad un livello di esposizione sistemica paragonabile al livello raggiunto con la dose massima raccomandatanell'uomo (MRHD) di 150 mg due volte al giorno.