Paclitaxel Acc - Fl 30mg/5ml

Dettagli:
Nome:Paclitaxel Acc - Fl 30mg/5ml
Codice Ministeriale:040573014
Principio attivo:Paclitaxel
Codice ATC:L01CD01
Fascia:H
Prezzo:125.46
Produttore:Accord Healthcare Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi e al riparo dalla luce
Scadenza:18 mesi

Denominazione

PACLITAXEL ACCORD HEALTHCARE ITALIA 6 MG/ML CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

Formulazioni

Paclitaxel Acc - Fl 30mg/5ml
Paclitaxel Acc - Fl 100mg/16,7ml
Paclitaxel Acc - Fl 300mg/50ml

Categoria farmacoterapeutica

Farmaci antineoplastici, taxani.

Principi attivi

Paclitaxel 6 mg/ml.

Eccipienti

Etanolo anidro, olio di ricino poliossietilato (macrogol glicerolo ricinoleato).

Indicazioni

Trattamento, nella chemioterapia di prima linea, di pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato o con malattia residua (>1 cm) dell'ovaio dopo laparotomia iniziale, in combinazione con cisplatino o carboplatino. Trattamento, nella chemioterapia di seconda linea, del carcinoma ovarico metastatico dopo fallimento della terapia standard a base di platino. Trattamento, come adiuvante, di pazienti affette da carcinoma mammario con linfonodi positivi, dopo terapia con antracicline e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante con il prodotto deve essere considerato un'alternativa alla terapia protratta con AC. Trattamento iniziale del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico, in combinazione con un'antraciclina nelle pazienti in cui quest'ultima terapia e' indicata, o in combinazione con il trastuzumab nelle pazienti con sovraespressione di HER-2 (human epidermal growth factor receptor 2 , recettore per il fattore di crescita epidermico umano 2) a livello 3+ (determinazione con metodo immunoistochimico) e per le quali leantracicline non sono indicate. Trattamento del carcinoma mammario me tastatico nelle pazienti in cui la terapia standard a base di antracicline si e' dimostrata inefficace o che non sono candidate idonee a tale terapia. Trattamento, in combinazione con cisplatino, del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) nei pazienti non idonei alle terapie chirurgica e/o radiante potenzialmente curative. Trattamento dipazienti con sarcoma di Kaposi (SK) in stadio avanzato correlato all' AIDS, in cui non ha avuto successo una precedente terapia con antracicline liposomiali. Dati limitati di efficacia supportano questa indicazione.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al paclitaxel o ad uno qualsiasi degli eccipienti, inparticolare all'olio di ricino poliossietilato; gravidanza e allattam ento, non deve essere usato in pazienti con un numero basale di neutrofili <1.500/mm^3 (<1.000/mm^3 nei pazienti con SK). Nell'SK, il prodotto e' controindicato anche nei pazienti con infezioni concomitanti gravi e non controllate.

Posologia

Il medicinale deve essere somministrato solo sotto la supervisione di un oncologo qualificato in reparti specializzati nella somministrazione di agenti citotossici. Prima del trattamento tutti i pazienti devonoessere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H2-antagonist i, per es.: desametasone (20 mg o.s. o e.v.) circa 6-12 ore prima del farmaco per la somministrazione orale e 30-60 minuti prima del farmacoper la somministrazione endovenosa; difenidramina (50 mg e.v.) da 30 a 60 minuti prima del farmaco; cimetidina o ranitidina (300 mg e.v., 50 mg e.v.) da 30 a 60 minuti prima del farmaco. Il medicinale va somministrato per via endovenosa attraverso un filtro in linea con una membrana a micropori di diametro <= 0,22 mcm. Chemioterapia di prima lineadel carcinoma ovarico: sebbene siano in studio altri schemi terapeuti ci, si raccomanda il trattamento combinato di farmaco e cisplatino. A seconda della durata dell'infusione, vengono raccomandati due differenti dosaggi di prodotto: paclitaxel 175 mg/m^2 per via endovenosa somministrato in 3 ore, seguito da cisplatino alla dose di 75 mg/m^2, ogni 3 settimane, oppure paclitaxel 135 mg/m^2 in infusione della durata di24 ore, seguito da cisplatino alla dose di 75 mg/m^2, con un interval lo di 3 settimane tra ogni ciclo. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico: la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministratanell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Che mioterapia adiuvante nel carcinoma mammario: la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, ogni 3 settimane per 4cicli, dopo la terapia con AC. Chemioterapia di prima linea del carci noma mammario: se usato in combinazione con doxorubicina (50 mg/m^2), somministrare 24 ore dopo la doxorubicina. La dose raccomandata e' di 220 mg/m^2, somministrata per via endovenosa nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Se usato in combinazione con trastuzumab, la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata per via endovenosa nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. L'infusione del farmaco puo' essere iniziata il giorno dopola prima dose di trastuzumab o subito dopo le dosi successive di tras tuzumab, a condizione che la precedente dose di trastuzumab sia stata ben tollerata. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma mammario: la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento dell'NSCLC (carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato): la dose raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, seguita da una dose di cisplatino di 80 mg/m^2, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento del SK correlato all'AIDS: la dose raccomandata e' di 100 mg/m^2, somministrata come infusione endovenosanell'arco di 3 ore ogni 2 settimane. Le successive dosi vanno sommini strate in base della tolleranza individuale del paziente. Il trattamento con il farmaco non deve essere ripetuto fino a quando il numero deigranulociti neutrofili non sia >=1.500/mm^3 (>=1.000/mm^3 nei pazient i con SK) e quello delle piastrine non sia >=100.000/mm^3 (>=75.000/mm^3 nei pazienti con SK). Nei pazienti che manifestano neutropenia grave (neutrofili <500/mm^3 per >=7 giorni) o neuropatia periferica grave,la dose dei cicli successivi deve essere ridotta del 20% (del 25% nei pazienti con SK). Non sono disponibili dati sufficienti per poter rac comandare modificazioni posologiche nei pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata. I pazienti con insufficienza epatica grave non devono essere trattati con il prodotto. L'uso del farmaco non e' raccomandato nei bambini e negli adolescenti al di sotto di 18 anni di eta' a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e l'efficacia.

Conservazione

Non conservare a temperature superiori a 25 gradi C. Conservare il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggerlo dalla luce. Il congelamento non influenza negativamente i flaconcini non aperti.

Avvertenze

Potendosi verificare reazioni gravi di ipersensibilita', occorre disporre di adeguate attrezzature per la terapia di supporto. I pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H2-antagonisti. Se usato in combinazione, il farmaco deve essere somministrato prima del cisplatino. Reazioni significative di ipersensibilita' , caratterizzate da dispnea e ipotensione che necessitano di un trattamento, sono state osservate angioedema e orticaria generalizzata in alcuni pazienti trattati con il prodotto dopo adeguato pretrattamento. Questereazioni sono probabilmente mediate dall'istamina. In caso di gravi r eazioni di ipersensibilita' occorre sospendere immediatamente l'infusione di prodotto e iniziare la terapia sintomatica; il paziente non deve essere riesposto al farmaco. La depressione midollare (principalmente neutropenia) costituisce la tossicita' dose-limitante. Durante il trattamento con il farmaco deve essere istituito un monitoraggio con esami emocromocitometrici frequenti. Il trattamento con il farmaco non deve essere ripetuto fino a quando il numero dei granulociti neutrofili non sia tornato >=1.500/mm^3 (>=1.000/mm^3 nei pazienti con SK) e quello delle piastrine non sia tornato >= 100.000/mm^3 (>=75.000/mm^3 nei pazienti con SK). Nello studio clinico condotto sull'SK, la maggior parte dei pazienti veniva trattata con il fattore stimolante la crescitadelle colonie di granulociti (G-CSF). I pazienti con insufficienza ep atica possono avere un maggior rischio di tossicita', soprattutto per quanto riguarda la mielosoppressione di grado 3-4. Non vi sono evidenze di un aumento della tossicita' del medicinale dopo somministrazione come infusione di 3 ore in pazienti con insufficienza epatica lieve. Nei pazienti affetti da insufficienza epatica da moderata a grave si puo' osservare un aumento della mielosoppressione dopo somministrazione del medicinale in infusione prolungata. I pazienti devono essere monitorati da vicino per rilevare l'eventuale sviluppo di mielosoppressionegrave. Non sono disponibili dati sufficienti per poter raccomandare m odificazioni posologiche nei pazienti affetti da insufficienza epaticada lieve a moderata. Non sono disponibili dati relativi a pazienti co n grave colestasi basale. I pazienti con insufficienza epatica grave non devono essere trattati con il farmaco. Anomalie gravi della conduzione cardiaca sono state riportate raramente con il medicinale in monoterapia. Se durante la somministrazione di farmaco il paziente sviluppaanomalie significative della conduzione, si deve istituire una terapi a appropriata, e durante le successive somministrazioni si deve attuare un monitoraggio cardiaco continuo. Durante la somministrazione del farmaco sono state osservate ipotensione, ipertensione e bradicardia; ipazienti sono di solito asintomatici e in genere non richiedono alcun trattamento. Si raccomanda di monitorare frequentemente i parametri v itali, soprattutto nel corso della prima ora dell'infusione. Eventi cardiovascolari gravi sono stati osservati con maggiore frequenza nei pazienti con NSCLC che nelle donne con carcinoma mammario od ovarico. Nello studio clinico sull'SK correlato all'AIDS e' stato riscontrato un solo caso di insufficienza cardiaca correlata al paclitaxel. Quando siusa il farmaco in combinazione con doxorubicina o trastuzumab per il trattamento iniziale del carcinoma mammario metastatico occorre considerare con grande attenzione il monitoraggio della funzione cardiaca. Ipazienti idonei al trattamento in queste terapie combinate devono ess ere sottoposti a una valutazione cardiaca iniziale, comprendente anamnesi, esame obiettivo, ECG, ecocardiogramma e/o scintigrafia MUGA. La funzione cardiaca deve essere ulteriormente monitorata nel corso del trattamento (per es. ogni 3 mesi). Il monitoraggio puo' aiutare a identificare i pazienti che sviluppano una disfunzione cardiaca. Per decidere la frequenza con cui esaminare la funzione ventricolare, il medico curante deve valutare attentamente la dose cumulativa (mg/m^2) di antracicline somministrata. Quando i test indicano un deterioramento, sia pure asintomatico, della funzionalita' cardiaca, si deve valutare con gran cura i vantaggi clinici della prosecuzione della terapia rispetto alla possibilita' che essa produca danni cardiaci, compresi quelli potenzialmente irreversibili. Se si prosegue il trattamento, occorre aumentare la frequenza del monitoraggio della funzione cardiaca (per es. ogni 1- 2 cicli). Sebbene spesso si verifichi una neuropatia periferica, raramente si sviluppano sintomi gravi. Nei casi gravi, si raccomand a di ridurre del 20% (25% nei pazienti con SK) la dose di medicinale in tutti i cicli successivi. Nei pazienti con NSCLC e nelle donne con carcinoma ovarico in terapia di prima linea, la somministrazione di paclitaxel in infusione della durata di 3 ore in combinazione con cisplatino ha avuto quale conseguenza un'incidenza di neurotossicita' grave superiore a quella osservata con paclitaxel o con la ciclofosfamide in monoterapia, seguiti dal cisplatino. Si deve usare una cautela particolare per evitare la somministrazione endoarteriosa del prodotto, perche' in studi di tolleranza locale condotti su animali sono state osservate reazioni tissutali gravi. La combinazione del farmaco e radioterapia del polmone, indipendentemente dal loro ordine cronologico, puo' contribuire allo sviluppo di polmonite interstiziale. Dal momento che ilprodotto contiene etanolo (391 mg/ml), si deve prendere in consideraz ione la possibilita' di effetti sul SNC e di altro tipo. Il farmaco contiene olio di ricino poliossietilato, che puo' causare reazioni allergiche gravi. Raramente e' stata riportata colite pseudomembranosa , inclusi casi verificatisi in pazienti non trattati contemporaneamente con antibiotici. Questa reazione va tenuta presente nella diagnosi differenziale dei casi di diarrea grave o persistente che si verificano durante o subito dopo il trattamento. Nei pazienti con SK, la mucosite grave e' rara. Se dovessero verificarsi reazioni gravi, si dovra' ridurre del 25% la dose di farmaco. Il paclitaxel ha dimostrato di essere teratogeno, embriotossico e mutageno in diversi modelli sperimentali. Lacontraccezione ormonale e' controindicata nei tumori con positivita' per i recettori ormonali.

Interazioni

Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, il regime disomministrazione consigliato per il paclitaxel e' che esso preceda il cisplatino. Se si somministra il paclitaxel prima del cisplatino, il suo profilo di sicurezza e' sovrapponibile a quello riportato per l'impiego in monoterapia. Quando il paclitaxel e' stato invece somministrato dopo il cisplatino, i pazienti hanno mostrato una mielodepressione piu' profonda e una diminuzione di circa il 20% della sua clearance. Le pazienti con neoplasie ginecologiche trattate con paclitaxel e cisplatino possono avere un piu' elevato rischio di insufficienza renale rispetto a quelle trattate con il solo cisplatino. Poiche' l'eliminazione della doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi puo' essere ridotta quando il paclitaxel e la doxorubicina sono somministrati in tempi ravvicinati, nel trattamento iniziale del carcinoma mammario metastatico il medicinale deve essere somministrato 24 ore dopo la doxorubicina. Il metabolismo del paclitaxel e' catalizzato, in parte, dagli isoenzimidel citocromo P450, CYP2C8 e CYP3A4. Studi clinici hanno dimostrato c he la trasformazione del paclitaxel a 6alfa-idrossipaclitaxel ad operadel CYP2C8 e' la via metabolica principale nell'uomo. La concomitante somministrazione di chetoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4, n on inibisce l'eliminazione del paclitaxel nei pazienti; pertanto, i due farmaci possono essere somministrati insieme senza che siano necessari aggiustamenti posologici. Ulteriori dati sulle potenziali interazioni farmacologiche tra il paclitaxel e altri substrati/inibitori del CYP3A4 sono limitati. Occorre quindi usare cautela nel somministrare il medicinale in concomitanza con farmaci che notoriamente inibiscono o inducono sia CYP2C8 che CYP3A4. La clearance del paclitaxel non e' influenzata dal pretrattamento con cimetidina. Studi condotti in pazienti con SK che assumevano in concomitanza diversi altri farmaci indicano che la clearance sistemica del paclitaxel sia significativamente ridotta in presenza di nelfinavir e ritonavir, ma non con indinavir. Non sono disponibili informazioni sufficienti sulle interazioni con altri inibitori delle proteasi. Di conseguenza, il farmaco deve essere somministrato con cautela nei pazienti che ricevono inibitori delle proteasi quale terapia concomitante.

Effetti indesiderati

Infezioni ed infestazioni. Molto comuni: infezioni (delle vie urinarieo delle vie respiratorie superiori), con casi descritti di esito fata le; non comuni: shock settico; rari: sepsi, peritonite, polmonite. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: mielosoppressione, neutropenia, anemia, piastrinopenia, leucopenia, emorragie; rari: neutropenia febbrile; molto rari: leucemia mieloide acuta, sindrome mielodisplasica. Disturbi del sistema immunitario. Molto comuni: reazioni minori di ipersensibilita' (vampate e rash cutanei); non comuni: reazioni significative di ipersensibilita' che richiedono trattamento (per es. ipotensione, edema angioneurotico, distress respiratorio, orticaria generalizzata, brividi, mal di schiena, dolore toracico, tachicardia, dolori addominali, dolori agli arti, sudorazione profusa e ipertensione); rari: reazioni anafilattiche; molto rari: shock anafilattico. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto rari: anoressia. Disturbi psichici: stato confusionale. Patologie del sistema nervoso. Molto comuni: neurotossicita' (soprattutto neuropatia periferica); rari: neuropatia motoria (con debolezza distale minore); molto rari: grande male, neuropatia autonomia (con ileo paralitico e ipotensione ortostatica), encefalopatia, convulsioni, capogiri, atassia, cefalea. Patologie dell'occhio. Molto rari: disturbi a carico del nervo ottico e/o disturbi visivi (scotomi scintillanti), particolarmente in pazienti che hanno ricevuto dosi superiori a quelle raccomandate. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Molto rari: perdita dell'udito, ototossicita', tinnito, vertigini. Patologie cardiache. Comuni: bradicardia; non comuni:infarto miocardico, blocco AV e sincope, cardiomiopatia, tachicardia ventricolare asintomatica, tachicardia con bigeminismo; molto rari: fibrillazione striale, tachicardia sopraventricolare. Patologie vascolari: molto comuni: ipotensione; non comune: trombosi, ipertensione, tromboflebite; molto rari: shock. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Rari: insufficienza respiratoria, embolia polmonare, fibrosi polmonare, polmonite interstiziale, dispnea, versamento pleurico; molto rari: tosse. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: diarrea, vomito, nausea, infiammazione della mucosa; rari: occlusione intestinale, perforazione intestinale, colite ischemica, pancreatine; molto rari: trombosi mesenterica, colite pseudomembranosa, colite neutropenica, ascite, esofagite, stipsi. Patologie epatobiliari. Molto rari: necrosiepatica, encefalopatia epatica (per entrambe sono stati riportati cas i con esito fatale). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: alopecia; comuni: alterazioni lievi e transitorie delle unghie e della cute; rari: prurito, rash, eritema. Molto rari: sindrome di Stevens- Johnson, necrolisi epidermica, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comuni: artralgia, mialgia.Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazi one. Comuni: reazioni nel sito di iniezione (inclusi edema, dolore, eritema e indurimento localizzati; talvolta lo stravaso puo' dare origine a cellulite, fibrosi cutanea e necrosi cutanea); rari: piressia, disidratazione, astenia, edema, sensazione generale di malessere. Esami diagnostici. Comuni: aumento grave di AST (SGOT) e fosfatasi alcalina; non comuni: aumento grave della bilirubina sierica; rari: aumento della creatinina sierica. Pazienti affette da carcinoma mammario trattate con paclitaxel come terapia adiuvante dopo la terapia con AC hanno presentato maggiori tossicita' neurosensoriali, reazioni di ipersensibilita', artralgia/mialgia, anemia, infezioni, febbre, nausea/vomito e diarrea rispetto alle pazienti trattate soltanto con AC. Tuttavia, la frequenza di questi eventi e' sovrapponibile a quella osservata con l'usodel paclitaxel in monoterapia. Quando somministrato come infusione di 3 ore per la chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, sono state riscontrate neurotossicita', artralgia/mialgia e ipersensibilit a' con maggiore frequenza e gravita' nelle pazienti trattate con paclitaxel seguito da cisplatino, rispetto a quelle trattate con ciclofosfamide seguita da cisplatino. La mielodepressione e' apparsa meno frequente e meno grave con l'infusione paclitaxel seguita da cisplatino, rispetto al trattamento con ciclofosfamide seguita da cisplatino. Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma mammario metastatico, con lasomministrazione di paclitaxel come infusione, dopo la doxorubicina, sono stati riportati con maggiore frequenza e gravita' neutropenia, anemia, neuropatia periferica, artralgia/mialgia, astenia, febbre e diarrea rispetto alla terapia standard FAC. Durante il trattamento con il regime paclitaxel/doxorubicina, nausea e vomito sono stati riportati con minor frequenza e gravita' rispetto alla terapia standard FAC. L'uso di corticosteroidi puo' aver contribuito a ridurre la frequenza e lagravita' di nausea e vomito nel braccio trattato con paclitaxel/doxor ubicina. In seguito alla somministrazione di paclitaxel come infusionedi 3 ore in combinazione con trastuzumab per il trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma mammario metastatico, i seguenti eventi sono stati riportati piu' frequentemente che non con il paclitaxel in monoterapia: insufficienza cardiaca, infezioni, brividi, febbre, tosse, rash, artralgia, tachicardia, diarrea, ipertensione, epistassi, acne, herpes simplex, lesioni accidentali, insonnia, rinite, sinusite e reazione nel sito di iniezione. In caso di somministrazione di doxorubicina in combinazione con paclitaxel nel carcinoma metastatico mammario, sono state osservate anomalie della contrazione cardiaca (riduzione>= 20% della frazione di eiezione ventricolare sinistra). La somminis trazione di trastuzumab in combinazione con paclitaxel in pazienti precedentemente trattate con antracicline ha provocato un aumento della frequenza e della gravita' della disfunzione cardiaca , rispetto alle pazienti trattate con paclitaxel in monoterapia, e raramente e' stata associata a morte. In tutti, tranne che in questi rari casi, le pazienti hanno risposto a un appropriato trattamento medico. La polmonite da radiazioni e' stata descritta in pazienti contemporaneamente sottoposte a radioterapia. Sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS: la frequenza ela gravita' degli effetti indesiderati, ad eccezione di quelli ematol ogici ed epatici, sono generalmente simili tanto nei soggetti trattatiper SK quanto in quelli trattati con paclitaxel in monoterapia per al tri tipi di tumori solidi.

Gravidanza e allattamento

Vi sono dati molto limitati sull'uso del paclitaxel durante la gravidanza. Si sospetta che il paclitaxel causi anomalie congenite gravi, qualora venga somministrato durante la gravidanza. E' stato dimostrato che nei conigli il paclitaxel e' embriotossico e fetotossico, e che nei ratti riduce la fertilita'. Il paclitaxel puo' causare danni al feto, se somministrato durante la gravidanza. Per questo motivo il farmaco non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assolutanecessita'. Inoltre, il prodotto non deve essere usato nelle donne in eta' fertile che non adottano un metodo contraccettivo efficace, a me no che la condizione clinica della madre richieda il trattamento con il paclitaxel. Le donne potenzialmente fertili devono usare un metodo contraccettivo efficace durante e fino a 6 mesi dopo aver ricevuto il trattamento. I pazienti di sesso maschile non devono procreare durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento con paclitaxel. Il medicinale e' controindicato durante l'allattamento. Non e' noto se il paclitaxel venga escreto nel latte materno. Gli studi negli animali hanno dimostratol'escrezione del paclitaxel nel latte materno. L'allattamento al seno deve essere interrotto per l'intera durata della terapia. Il paclitax el ha indotto infertilita' nei ratti maschi. L'importanza di questo dato per l'uomo e' sconosciuta. I pazienti di sesso maschile devono informarsi riguardo alla possibilita' di crioconservazione dello sperma prima di iniziare il trattamento, perche' sussiste la possibilita' di infertilita' irreversibile.