Paclitaxel Teva - Ev 50ml 6mg/Ml

Dettagli:
Nome:Paclitaxel Teva - Ev 50ml 6mg/Ml
Codice Ministeriale:037112036
Principio attivo:Paclitaxel
Codice ATC:L01CD01
Fascia:H
Prezzo:1254.5
Produttore:Teva Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:24 mesi

Formulazioni

Paclitaxel Teva - Ev 5ml 6mg/Ml
Paclitaxel Teva - Ev16,7ml6mg/Ml
Paclitaxel Teva - Ev 50ml 6mg/Ml
Paclitaxel Teva - Ev 25ml 6mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Antineoplastico/taxano.

Indicazioni

Carcinoma ovarico. Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico: trattamento di pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato o con malattia residua (>1 cm) dopo laparotomia iniziale, in combinazione con cisplatino. Nella chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico: trattamento del carcinoma ovarico metastatico dopo fallimento della terapia standard, contenente platino. Carcinoma mammario. Nell'ambito del trattamento adiuvante: trattamento di pazienti con carcinoma mammario con linfonodi positivi dopo terapia con antraciclina e ciclofosfamide (AC). Trattamento iniziale del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico in combinazione sia con una antraciclina in pazienti per le quali la terapia con antraciclina e' idonea, sia con trastuzumab, in pazienti che sovraesprimono il recettore 2 del fattore di crescita epidermica umano (HER-2) a un livello 3+ determinato dall'immunoistochimica e per le quali un'antraciclina non sia idonea. In monoterapia, per il trattamento del carcinoma mammario metastatico in pazienti per le quali la terapia standard con antraciclina non e' stata efficace, o non e' stata applicabile. Carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato. In combinazione con cisplatino: trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (CPNPC) in pazienti che non possono essere sottoposti ad intervento chirurgico potenzialmente curativo e/o a terapia radiante. Sarcoma di Kaposi correlato ad AIDS. Trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (KS) correlato ad AIDS in stadio avanzato per i quali una precedente terapia con antraciclina liposomiale non e' stata efficace.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al farmaco o a uno qualsiasi degli eccipienti in particolare macrogolglicerolo ricinoleato. Gravidanza e allattamento. Pazienti con neutrofili basali <1.500/mm^3 (<1.000/mm^3 per i pazienti affetti da SK). Pazienti con infezioni concomitanti gravi e incontrollate.

Posologia

Tutti i pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H2 antagonisti prima di Paclitaxel, per es: dexametasone = 20 mg per via orale (8-20 mg per i pazienti affetti da SK) o EV, circa 12 ore per la somministrazione orale e 6 ore o per la somministrazione EV: da 30 a 60 min; difenidramina (o un equivalente antistaminico per es. clorfeniramina) = 50 mg EV, da 30 a 60 min; cimetidina = 300 mg EV o ranitidina = 50 mg EV, da 30 a 60 min. Deve essere somministrato attraverso un filtro in linea con una membrana microporosa <=0,22 mcm. Chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico: si raccomanda un regime di combinazione con paclitaxel e cisplatino. In base alla durata dell'infusione, due dosi di paclitaxel sono raccomandate: paclitaxel 175 mg/m^2 somministrato per via endovenosa nell'arco di 3 ore, seguito da cisplatino a una dose di 75 mg/m^2 ogni tre settimane o paclitaxel 135 mg/m^2, per infusione di 24 ore, seguito da cisplatino 75 mg/m^2, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico: 175 mg/m^2 somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Chemioterapia adiuvante nel carcinoma mammario: 175 mg/m^2 somministrata nell'arco di 3 ore ogni 3 settimane per quattro cicli, dopo terapia con AC. Chemioterapia di prima linea del carcinoma mammario: in combinazione con doxorubicina (50 mg/m^2), deve essere somministrato 24 ore dopo doxorubicina. La dose raccomandata di Paclitaxel e' 220 mg/m^2 somministrata per via endovenosa nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. In combinazione con trastuzumab, la dose raccomandata e' 175 mg/m^2 somministrata per via endovenosa nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. L'infusione puo' essere iniziata il giorno seguente la prima dose di trastuzumab o immediatamente dopo le dosi successive di trastuzumab se la dose precedente di trastuzumab e' stata ben tollerata. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma mammario: 175 mg/m^2 somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento di CPNPC in stadio avanzato: 175 mg/m^2 somministrata nell'arco di 3 ore, seguita dalla somministrazione di cisplatino 80 mg/m^2, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento di SK correlato ad AIDS: 100 mg/m^2 somministrata per infusione endovenosa di 3 ore ogni due settimane. Le dosi successive, devono essere somministrate in base alla tollerabilita' del singolo paziente. Non deve essere nuovamente somministrato finche' la conta dei neutrofili non sia >=1.500/mm^3 (>=1.000/mm^3 per pazienti affetti da SK) e la conta piastrinica non sia >=100.000/mm^3 (>=75.000/mm^3 per i pazienti affetti da SK). I pazienti che manifestano neutropenia grave (conta dei neutrofili <500/mm^3 per >=7 giorni) o grave neuropatia periferica devono ricevere una dose ridotta del 20% per i cicli successivi (25% per i pazienti affetti da SK). I dati disponibili sono inadeguati per raccomandare modifiche della dose in pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata. I pazienti con grave compromissione epatica non devono essere trattati.

Avvertenze

Deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico specialista con esperienza nell'uso di farmaci chemioterapici antitumorali. Poiche' si possono verificare reazioni di ipersensibilita' significative, deve essere disponibile un'appropriata attrezzatura di supporto. I pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H2 antagonisti. Deve essere somministrato prima di cisplatino quando sono usati in combinazione. Reazioni di ipersensibilita' significative caratterizzate da dispnea e ipotensione che richiedono trattamento, angioedema e orticaria generalizzata si sono verificate in <1% dei pazienti che hanno ricevuto Paclitaxel dopo adeguato pretrattamento; queste reazioni sono probabilmente istamina-mediate. In caso di gravi reazioni di ipersensibilita', l'infusione deve essere interrotta immediatamente, deve essere istituita la terapia sintomatica e il paziente non deve essere nuovamente sottoposto a trattamento con il farmaco. Soppressione di midollo osseo (principalmente neutropenia) e' l'effetto tossico dose limitante. Deve essere istituito un frequente monitoraggio della conta ematica. I pazienti non devono essere nuovamente sottoposti a trattamento fino a ricostituzione del livello dei neutrofili >=1.500/mm^3 (>=1.000/mm^3 per pazienti affetti da SK) e ricostituzione del livello delle piastrine a >=100.000/mm^3 (>=75.000/mm^3 per i pazienti affetti da SK). Gravi anomalie nella conduzione cardiaca sono state segnalate raramente con il prodotto somministrato in monoterapia. Se i pazienti sviluppano anomalie significative, deve essere istituita una terapia appropriata e deve essere effettuato un monitoraggio cardiaco continuo durante la successiva terapia con Paclitaxel. Sono state osservate ipotensione, ipertensione e bradicardia durante la somministrazione; i pazienti sono solitamente asintomatici e generalmente non richiedono trattamento, si raccomanda il monitoraggio frequente dei parametri vitali, in particolare durante la prima ora. Gravi eventi cardiovascolari sono stati osservati piu' frequentemente in pazienti con CPNPC che in pazienti con carcinoma mammario o ovarico. In combinazione con doxorubicina o trastuzumab per il trattamento iniziale del carcinoma mammario metastatico, si deve prestare attenzione al monitoraggio della funzionalita' cardiaca. Quando i pazienti sono candidati al trattamento con Paclitaxel in queste combinazioni devono sottoporsi ad accertamenti cardiaci di base, inclusa anamnesi, esame obiettivo, ECG, ecocardiogramma, e/o angio cardioscintigrafia (scansione MUGA). La funzionalita' cardiaca deve essere ulteriormente monitorata durante il trattamento (per es. ogni tre mesi). Il monitoraggio puo' aiutare a identificare i pazienti che sviluppano disfunzioni cardiache e il medico curante deve valutare attentamente la dose cumulativa (mg/m^2) di antraciclina somministrata nell'ambito delle decisioni relative alla frequenza degli accertamenti sulla funzionalita' ventricolare. Quando i test indicano un deterioramento della funzionalita' cardiaca, anche asintomatico, e' necessario valutare con attenzione i benefici clinici di un ulteriore trattamento rispetto alla potenziale insorgenza di danni a carico del cuore, compreso potenziale danno irreversibile. Sebbene l'insorgenza di neuropatia periferica sia frequente, lo sviluppo di sintomi gravi e' raro. Nei casi gravi, si raccomanda una riduzione della dose del 20% (25% per i pazienti affetti da SK) per tutti i cicli successivi di Paclitaxel. Nei pazienti con CPNPC e nelle pazienti con carcinoma ovarico trattati con terapia di prima linea, la somministrazione mediante infusione di tre ore in combinazione con cisplatino, ha dato luogo a maggiore incidenza di neurotossicita' grave rispetto sia a Paclitaxel in monoterapia sia a ciclofosfamide seguita da cisplatino. I pazienti con compromissione epatica possono essere maggiormente esposti a rischio di effetti tossici, in particolare mielosoppressione di III-IV grado. Non vi sono prove che la tossicita' di Paclitaxel aumenti quando viene somministrato per infusione di 3 ore a pazienti con funzionalita' epatica lievemente alterata. Quando viene somministrato per infusione piu' prolungata, si puo' osservare un aumento della mielosoppressione in pazienti con compromissione epatica da moderata a grave. Si raccomandandano modifiche della dose in pazienti affetti con compromissione epatica da lieve a moderata. Non sono disponibili dati riguardo a pazienti con colestasi basale grave. I pazienti con grave compromissione epatica non devono essere trattati con Paclitaxel. Poiche' il medicinale contiene etanolo (396 mg/ml), e' importante tenere in considerazione possibili effetti sul sistema nervoso centrale e altri effetti. Contiene, inoltre, macrogolglicerolo ricinoleato che puo' provocare gravi reazioni allergiche. E' necessario prestare particolare attenzione per evitare l'applicazione intra-arteriosa del prodotto, poiche' negli studi sugli animali per la tollerabilita' locale sono state osservate gravi reazioni tissutali in seguito ad applicazione intra-arteriosa. Colite pseudomembranosa e' stata segnalata in rari casi inclusi casi di pazienti non trattati in concomitanza con antibiotici. Usato in combinazione con terapia radiante del polmone e indipendentemente dall'ordine cronologico, il farmaco puo' contribuire allo sviluppo di polmonite interstiziale. Nei pazienti affetti da SK, la mucosite grave e' rara. Se si verificano reazioni gravi, la dose di deve essere ridotta del 25%.

Interazioni

Non e' influenzata dal pretrattamento con cimetidina. Quando e' somministrato prima di cisplatino, il suo profilo di sicurezza corrisponde a quello riportato per l'impiego in monoterapia. Quando e' stato somministrato dopo cisplatino, le pazienti hanno manifestato una mielosoppressione piu' profonda e una diminuzione di circa il 20% della clearance di Paclitaxel; tali pazienti possono essere maggiormente esposte al rischio di insufficienza renale rispetto a quelle trattate con il solo cisplatino nei tumori ginecologici. Poiche' l'eliminazione di doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi puo' essere ridotta quando Paclitaxel e doxorubicina sono somministrati a distanza ravvicinata nel tempo, il prodotto per il trattamento iniziale del carcinoma mammario metastatico deve essere somministrato 24 ore dopo doxorubicina. Il metabolismo di Paclitaxel e' catalizzato, in parte, dagli isoenzimi CYP2C8 e CYP3A4 del citocromo P450. La somministrazione concomitante di ketoconazolo, un noto potente inibitore di CYP3A4, non inibisce l'eliminazione di Paclitaxel nei pazienti; pertanto, entrambi i medicinali possono essere somministrati contemporaneamente senza necessita' di aggiustare la dose. Si deve usare cautela nella somministrazione in concomitanza con medicinali che notoriamente inibiscono (per es. eritromicina, fluoxetina, gemfibrozil) o inducono (per es. rifampicina, carbamazepina, fenitoina, fenobarbitale, favirenz, nevirapina) sia CYP2C8 che CYP3A4. Studi condotti su pazienti affetti da SK, che stavano assumendo in concomitanza altri farmaci, suggeriscono che la clearance sistemica di Paclitaxel era significativamente inferiore in presenza di nelfinavir e ritonavir, ma non di indinavir. Deve essere somministrato con cautela in pazienti che ricevono inibitori di proteasi come terapia concomitante.

Effetti indesiderati

L'effetto indesiderato significativo piu' frequente era la mielosoppressione. E' stata segnalata trombocitopenia nell'11% dei pazienti. Neuropatia periferica si puo' verificare dopo il primo ciclo e puo' peggiorare con l'aumento dell'esposizione al prodotto. Una reazione di ipersensibilita' significativa con possibile esito fatale (definito come ipotensione che necessiti di terapia, angioedema, stress respiratorio che necessiti di trattamento con broncodilatatori o orticaria generalizzata) si e' manifestata in due (<1%) pazienti. Artralgia o mialgia si sono manifestate nel 60% dei pazienti e sono state gravi nel 13% dei pazienti. Reazioni al sito di iniezione durante la somministrazione endovenosa possono condurre a edema localizzato, dolore, eritema e indurimento; occasionalmente lo stravaso puo' causare cellulite. E' stata segnalata abrasione e/o desquamazione cutanea a volte correlata a stravaso. Puo' anche verificarsi una depigmentazione della cute. Molto comune (>=1/10), comune (>=1/100 <1/10), non comune (>=1/1.000 <1/100), raro (>=1/10.000 <1/1.000) e molto raro (<1/10.000). Infezioni e infestazioni. Molto comune: infezione (principalmente infezioni del tratto urinario e delle alte vie respiratorie) con casi riportati ad esito fatale. Non comune: shock settico. Raro: polmonite, peritonite, sepsi. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: mielosoppressione, neutropenia, anemia, trombocitopenia, leucopenia, sanguinamento. Raro: neutropenia febbrile. Molto raro: leucemia mieloide acuta, sindrome mielodisplasica. Disturbi del sistema immunitario. Molto comune: reazioni di ipersensibilita' minori (principalmente vampate ed eruzioni cutanee). Non comune: reazioni di ipersensibilita' significative che richiedono trattamento (per es. ipotensione, edema angioneurotico, stress respiratorio, orticaria generalizzata brividi, mal di schiena, dolore toracico, tachicardia, dolore addominale, dolore alle estremita', diaforesi ed ipertensione). Raro: reazioni anafilattiche. Molto raro: shock anafilattico. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: anoressia. Disturbi psichiatrici. Molto raro: stato confusionale. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: neurotossicita' (principalmente: neuropatia periferica). Raro: neuropatia motoria (con risultante debolezza distale minore). Molto raro: neuropatia autonoma (che determina ileo paralitico e ipotensione ortostatica), grande male, convulsioni, encefalopatia, vertigini, cefalea, atassia. Patologie dell'occhio. Molto raro: disturbi del nervo ottico e/o disturbi visivi (scotomi scintillanti), in particolare in pazienti che hanno ricevuto dosi piu' elevate rispetto a quelle raccomandate. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Molto raro: ototossicita', perdita dell'udito, tinnito, vertigini. Patologie cardiache. Comune: bradicardia. Non comune: cardiomiopatia, tachicardia ventricolare asintomatica, tachicardia con bigeminismo, blocco AV e sincope, infarto miocardico. Molto raro: fibrillazione atriale, tachicardia sopraventricolare. Patologie vascolari. Molto comune: ipotensione. Non comune: ipertensione, trombosi, tromboflebite. Molto raro: shock. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Raro: dispnea, versamento pleurico, polmonite interstiziale, fibrosi polmonare, embolia polmonare, insufficienza respiratoria. Molto raro: tosse. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, vomito, diarrea, infiammazione delle mucose. Raro: occlusione intestinale, perforazione intestinale, colite ischemica, pancreatite. Molto raro: trombosi mesenterica, colite pseudomembranosa, esofagite, costipazione, ascite, colite neutropenica. Patologie epatobiliari. Molto raro: necrosi epatica, encefalopatia epatica (entrambi con casi riportati ad esito fatale). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: alopecia. Comune: alterazioni transitorie e lievi a livello della cute e delle unghie. Raro: prurito, rash, eritema. Molto raro: Sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi (i pazienti in terapia devono proteggere dal sole mani e piedi). Patologie dell'apparato muscoloscheletrico e tessuto connettivo:. Molto comune: artralgia, mialgia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: reazione al sito di iniezione (incluso edema localizzato, dolore, eritema, indurimento, talvolta la fuoriuscita del farmaco dal vaso puo' causare cellulite, fibrosi e necrosi della cute). Raro: astenia, piressia, disidratazione, edema, malessere. Esami diagnostici. Comune: grave incremento di AST (SGOT), grave incremento di fosfatasi alcalina. Non comune: grave incremento di bilirubina. Raro: aumento della creatinina ematica. Nella somministrazione di doxorubicina in combinazione con Paclitaxel in carcinoma mammario metastatico, sono stati osservati: anomalie nella contrazione cardiaca, insufficienza cardiaca congestizia, polmonite da radiazione.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono dati disponibili sull'uso durante la gravidanza. Puo' provocare danno fetale ed e' pertanto controindicato. Non e' noto se Paclitaxel venga escreto nel latte materno; l'allattamento al seno deve essere sospeso per tutta la durata del trattamento.