Ramipril Id Doc - 14cpr 2,5+12,5

Dettagli:
Nome:Ramipril Id Doc - 14cpr 2,5+12,5
Codice Ministeriale:037626037
Principio attivo:Ramipril/Idroclorotiazide
Codice ATC:C09BA05
Fascia:A
Prezzo:1.74
Rimborso:1.74
Doping:Proibito in e fuori gara
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Doc Generici Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse divisibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:36 mesi

Denominazione

RAMIPRIL E IDROCLOROTIAZIDE DOC GENERICI COMPRESSE

Formulazioni

Ramipril Id Doc - 14cpr 2,5+12,5
Ramipril Id Doc - 14cpr 5+25mg

Categoria farmacoterapeutica

Ramipril e diuretici.

Principi attivi

Ramipril e idroclorotiazide.

Eccipienti

Lattosio monoidrato, ipromellosa (E 464), crospovidone (E 1202), cellulosa microcristallina, sodio stearil fumarato.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione. Questa associazione a dose fissa e' indicata nei pazienti la cui pressione arteriosa non e' adeguatamente controllata con ramipril da solo o idroclorotiazide da sola.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo, ad altri ACE inibitori (inibitori dell'Enzima di Conversione dell'Angiotensina), a idroclorotiazide, ad altri diuretici tiazidici, alle sulfonamidi o ad uno qualsiasi deglieccipienti. Riscontro anamnestico di angioedema (ereditario, idiopati co o pregresso angioedema con ACE inibitori o AIIRA). Trattamenti extracorporei che portano il sangue a contatto con superfici caricate negativamente. Stenosi bilaterale significativa dell'arteria renale o stenosi unilaterale in pazienti con rene unico funzionante. Secondo e terzo trimestre di gravidanza. Allattamento. Grave insufficienza renale con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min in pazienti non in trattamento dialitico. Alterazioni degli elettroliti clinicamente rilevanti che potrebbero peggiorare in seguito al trattamento con il farmaco. Grave insufficienza epatica, encefalopatia epatica.

Posologia

Uso orale. Si raccomanda che il farmaco venga assunto una volta al giorno alla stessa ora, solitamente al mattino. Puo' essere assunto prima, durante o dopo i pasti, perche' l'assunzione di cibo non modifica lasua biodisponibilita'. Deglutire con un liquido e senza masticare o s briciolare. >>Adulti. La dose deve essere individualizzata in accordo con il profilo del paziente ed il controllo della pressione arteriosa.La somministrazione dell'associazione fissa di ramipril e idrocloroti azide e' solitamente raccomandata dopo titolazione del dosaggio con uno dei componenti singoli. Iniziare al piu' basso dosaggio disponibile.Se necessario, la dose puo' essere aumentata progressivamente per rag giungere il valore di pressione arteriosa richiesto; le dosi massime consentite sono 10 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide al giorno. >>Pazienti trattati con diuretici. Si raccomanda cautela nei pazienti gia' in trattamento con diuretici, poiche' si puo' verificare ipotensione dopo l'inizio del trattamento. Si deve prendere in considerazione la riduzione della dose o la sospensione del diuretico prima di iniziare il trattamento con il farmaco. >>Pazienti con funzionalita' renale compromessa. Il prodotto e' controindicato in pazienti con grave insufficienza renale a causa della presenza di idroclorotiazide (clearance della creatinina < 30ml/min). Pazienti con insufficienza renale possono richiedere dosi ridotte del prodotto. Pazienti con clearance dellacreatinina fra 30 e 60 ml/min devono essere trattati solo con la dose piu' bassa della associazione fissa di ramipril e idroclorotiazide do po somministrazione di ramipril da solo. Le dosi massime consentite sono 5 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide al giorno. >>Pazienti con ridotta funzionalita' epatica. Nei pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, il trattamento deve essere iniziato solo sotto stretto controllo medico e le dosi giornaliere massime consentite sono 2,5 mg di ramipril e 12,5 mg di idroclorotiazide. Il prodotto e' controindicato nei pazienti con grave insufficienza epatica. >>Pazienti anziani. La dose iniziale deve essere la piu' bassa e la successiva titolazione deve essere piu' graduale a causa della maggiore probabilita' di effetti indesiderati in particolare in pazienti molto anziani o debilitati. >>Pazienti pediatrici. La sicurezza e l'efficacia del ramipril non sono ancora state stabilite nei bambini. Non puo' essere fattanessuna specifica raccomandazione sulla posologia.

Conservazione

Non conservare sopra i 25 gradi C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'.

Avvertenze

Non iniziare la terapia con ACE inibitori (ramipril) o Antagonisti delRecettore dell'Angiotensina II (AIIRA) durante la gravidanza. In pazi enti che stanno pianificando una gravidanza ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, a meno che non sia essenziale il proseguimento dell'ACE inibitore/AIIRA. In caso di gravidanza, interrompere immediatamente gli inibitori/AIIRA e, se appropriato, iniziare una terapiaalternativa. I pazienti con iperattivazione del sistema renina-angiot ensina-aldosterone possono incorrere in un notevole calo acuto della pressione arteriosa e nel deterioramento della funzione renale dovuto all'ACE inibizione. Prevedere un'attivazione rilevante del sistema renina-angiotensina-aldosterone ed eseguire una supervisione medica che includa il monitoraggio della pressione per esempio in pazienti con ipertensione grave, insufficienza cardiaca congestizia scompensata, ostacolo emodinamicamente rilevante all'afflusso o al deflusso ventricolare sinistro, stenosi unilaterale dell'arteria renale con secondo rene funzionante, pazienti in cui vi e' o si puo' sviluppare deplezione di fluidi o di sali, cirrosi epatica e/o ascite, durante interventi chirurgici importanti o durante anestesia con farmaci che causano ipotensione.In genere occorre correggere la disidratazione, l'ipovolemia o la dep lezione di sali prima di iniziare il trattamento (tuttavia nei pazienti con insufficienza cardiaca valutare tale azione correttiva contro ilrischio di un sovraccarico). Se possibile, interrompere gli ACE-inibi tori un giorno prima dell'intervento chirurgico. Nei pazienti a rischio di ischemia cardiaca o cerebrale in caso di ipotensione acuta supervisionare attentamente la fase iniziale del trattamento. L'associazioneramipril e idroclorotiazide non rappresenta un trattamento di scelta dell'iperaldosteronismo primario. Se l'associazione viene usata in un paziente con iperaldosteronismo primario, monitorare attentamente i livelli plasmatici di potassio. Le alterazioni degli elettroliti dovute ai diuretici possono causare encefalopatia epatica in pazienti con patologia epatica. Valutare la funzione renale prima e durante il trattamento e aggiustare la dose in particolare nelle prime settimane. In pazienti con insufficienza renale monitorare attentamente. C'e' il rischio di un danneggiamento della funzione renale. In pazienti con patologia renale, le tiazidi possono precipitare l'uremia. In pazienti con funzionalita' renale compromessa si possono sviluppare effetti cumulatividel principio attivo. In caso di progressiva compromissione della fun zionalita' renale rivalutare attentamente la terapia e considerare la sospensione dei diuretici. Monitorare periodicamente gli elettroliti sierici ad intervalli appropriati. Le tiazidi possono causare sbilanciamento dei fluidi o degli elettroliti. Benche' con l'uso dei diuretici tiazidici si possa sviluppare ipokaliemia, la terapia concomitante conramipril puo' ridurre l'ipokaliemia indotta da diuretici. Il rischio di ipokaliemia e' maggiore in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti con diuresi rapida, in pazienti che ricevono un inadeguato supplemento di elettroliti e in pazienti in terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH. Effettuare la prima valutazione dei livelli di potassio plasmatico nella prima settimana dopo l'inizio del trattamento. Se vengono evidenziati bassi livelli di potassio, ne e' richiesta la correzione. Si puo' verificare iponatremia da diluizione. La riduzione dei livelli di sodio inizialmente puo' essere asintomatica; monitorare regolarmente. Il monitoraggio deve essere piu' frequente in pazienti anziani e cirrotici. Le tiazidi aumentano l'escrezione urinaria di magnesio,che puo' determinare ipomagnesemia. Iperkaliemia e' stata osservata i n alcuni pazienti trattati. I pazienti a rischio di sviluppare iperkaliemia includono i soggetti con insufficienza renale, di eta' > 70 anni, con diabete mellito non controllato o quelli che utilizzano sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o altri principi attivi che fanno aumentare il livello plasmatico del potassio o condizioni quali disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica. Se l'uso di una delle sopraccitate sostanze e' ritenuto necessario, monitorare regolarmente il potassio sierico. In pazienti con patologie epatiche, alterazioni degli elettroliti dovuti a terapia con diuretici inclusa idroclorotiazide possono causare encefalopatia epatica. In caso diencefalopatia epatica, interrompere immediatamente il trattamento. Id roclorotiazide stimola il riassorbimento renale del calcio e puo' causare ipercalcemia. Puo' interferire con i test per la funzionalita' paratiroidea. Sono stati segnalati casi di angioedema. In caso di angioedema, interrompere il trattamento, istituire prontamente un trattamentodi emergenza e tenere sotto osservazione per almeno 12-24 ore. Dimett ere solo dopo la completa risoluzione della sintomatologia. Alcuni pazienti hanno riportato angioedema intestinale. Questi pazienti hanno presentato dolore addominale. La probabilita' e la gravita' di reazioni anafilattiche o anafilattoidi in seguito a contatto con veleno di insetti o altri allergeni sono aumentate durante terapia con ACE inibitori. Considerare la sospensione prima della desensibilizzazione. Sono state osservate raramente neutropenia/agranulocitosi, ed e' stata inoltreriportata depressione del midollo osseo. Monitorare il numero dei glo buli bianchi per individuare una possibile leucopenia. Si consiglia unmonitoraggio piu' frequente nella fase iniziale del trattamento e in pazienti con compromessa funzionalita' renale, nei pazienti con concomitanti patologie del collagene e in quelli trattati con farmaci che possono causare alterazioni del quadro ematico. Gli ACE inibitori causano una maggiore incidenza di angioedema nei pazienti neri. Il ramipril puo' essere meno efficace nell'abbassare la pressione nelle popolazioni nere, probabilmente per una maggiore prevalenza nelle popolazioni nere di ipertensione con basso livello di renina. Idroclorotiazide puo' determinare positivita' ai test anti-doping. La terapia con tiazidi puo' compromettere la tolleranza al glucosio. In pazienti diabetici puo'essere richiesto un aggiustamento del dosaggio di insulina o dei farm aci ipoglicemizzanti orali. Un diabete mellito latente puo' divenire manifesto durante la terapia con tiazidi. Aumenti dei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati ai diuretici tiazidici. In alcuni pazienti in terapia con tiazidi si puo' verificare iperuricemia o si puo' manifestare una gotta conclamata. Con gli ACE inibitori e' stata riportata tosse. Si possono verificare reazioni di sensibilizzazione in pazienti con o senza pregressa allergia o asma bronchiale. E' stata segnalata la possibilita' di esacerbazione del lupus eritematoso sistemico. Contiene lattosio monoidrato.

Interazioni

>>Associazioni controindicate. Trattamenti extracorporei che portano acontatto il sangue con superfici con carica negativa quali dialisi od emofiltrazione con membrane ad alto flusso (ad esempio membrane polia crilonitriliche) oppure aferesi delle lipoproteine a bassa densita' per mezzo di destrano solfato sono controindicati a causa dell'aumento del rischio di gravi reazioni anafilattoidi. Se e' richiesto questo tipo di trattamento, deve essere considerato l'uso di membrane per dialisi differenti o una classe di antipertensivi differente. >>Precauzioni per l'uso. Sali di potassio, eparina, diuretici risparmiatori di potassio e altri principi attivi che aumentano i livelli del potassio nel sangue (inclusi gli antagonisti dell'Angiotensina II, trimetoprim, tacrolimus, ciclosporina): puo' verificarsi iperkaliemia, quindi e' richiesto un monitoraggio attento dei livelli sierici del potassio. Farmaci antipertensivi (ad es. diuretici) ed altri farmaci a potenziale effetto antipertensivo (ad es. nitrati, antidepressivi triciclici, anestetici, assunzione di alcool, baclofene, alfuzosina, doxazosina, prazosina,tamsulosina, terazosina): si deve prevedere un possibile potenziament o del rischio di ipotensione. Vasopressori simpaticomimetici ed altre sostanze (adrenalina) che possono ridurre l'effetto antipertensivo di ramipril: si raccomanda il monitoraggio della pressione arteriosa. Allopurinolo, immunosoppressori, corticosteroidi, procainamide, citostatici e altri farmaci che possono alterare il quadro ematico: aumentato rischio di reazioni ematologiche. Sali di litio: l'escrezione di litio puo' essere ridotta dagli ACE inibitori e quindi la tossicita' del litio puo' essere aumentata. I livelli sierici di litio devono essere controllati. L'uso concomitante di diuretici tiazidici puo' aumentare il rischio di tossicita' del litio e potenziare il rischio gia' incrementato della tossicita' del litio con gli ACE inibitori. L'associazione di ramipril e idroclorotiazide con il litio non e' pertanto raccomandata. Antidiabetici inclusa insulina: possono verificarsi reazioni ipoglicemiche. L'idroclorotiazide puo' attenuare gli effetti dei medicinali antidiabetici. Pertanto nella fase iniziale della co-somministrazione si raccomanda un controllo della glicemia particolarmente stretto. Farmaci antinfiammatori non steroidei ed acido acetilsalicilico: deve essere prevista una possibile riduzione dell'effetto antipertensivo del farmaco. Inoltre, una terapia concomitante con ACE inibitori e FANS puo' portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzionalita'renale e ad un aumento della kaliemia. Anticoagulanti orali: l'effett o degli anticoagulanti orali puo' essere diminuito dall'uso concomitante di idroclorotiazide. Corticosteroidi, ACTH, amfotericina B, carbenoxolone, elevate quantita' di liquerizia, lassativi (in caso di uso prolungato) e altre sostanze con effetto kaliuretico o che diminuiscono il potassio plasmatico: aumentato rischio di ipokaliemia. Preparati a base di digitale, sostanze attive note per prolungare l'intervallo QT eantiaritmici: la loro tossicita' proaritmica puo' essere aumentata o i loro effetti antiaritmici diminuiti in presenza di alterazioni deglielettroliti (es. ipokaliemia, ipomagnesemia). Metildopa: possibile em olisi. Colestiramina e altri scambiatori ionici somministrati per via enterica: ridotto assorbimento di idroclorotiazide. I diuretici sulfonamidici devono essere presi almeno 1 ora prima o 4-6 ore dopo questi medicinali. Miorilassanti di tipo curarico: possibile intensificazione e prolungamento degli effetti rilassanti muscolari. Sali di calcio e prodotti medicinali che aumentano i livelli plasmatici di calcio: si puo' prevedere un aumento della concentrazione sierica di calcio in casodi somministrazione concomitante di idroclorotiazide; pertanto si ric hiede uno stretto monitoraggio del calcio sierico. Carbamazepina: rischio di iponatremia dovuto agli effetti additivi con idroclorotiazide. Mezzi di contrasto iodati: in caso di disidratazione indotta da diuretici inclusa idroclorotiazide, vi e' il rischio di insufficienza renaleacuta, in particolare con l'uso di dosi importanti di mezzi di contra sto iodati. Penicillina: idroclorotiazide e' escreta nel tubulo distale, e riduce l'escrezione di penicillina. Chinino: idroclorotiazide riduce l'escrezione di chinino.

Effetti indesiderati

Il profilo di sicurezza dell'associazione ramipril e idroclorotiazide include reazioni avverse che si verificano nel contesto dell'ipotensione e/o deplezione di fluidi dovuta alla diuresi aumentata. Il principio attivo ramipril puo' indurre tosse secca persistente, mentre il principio attivo idroclorotiazide puo' portare ad un peggioramento del metabolismo di glucosio, lipidi e acido urico. I due principi attivi hanno effetti opposti sul potassio plasmatico. Reazioni avverse gravi comprendono angioedema o reazioni anafilattiche, danno epatico o renale, pancreatiti, reazioni cutanee gravi e neutropenia/agranulocitosi. La frequenza degli effetti indesiderati e' definita utilizzando la seguenteconvenzione: molto comuni (>= 1/10), comuni (>= 1/100, < 1/10), non c omuni (>= 1/1.000, < 1/100), rari (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto rari(< 1/10.000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla b ase dei dati disponibili). All'interno dei gruppi di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravita'. Patologie cardiache. Non comuni: ischemia miocardica quale angina pectoris, tachicardia, aritmia, palpitazioni, edema periferico; non nota: infarto del miocardio. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comuni: diminuzione del numero di globuli bianchi, diminuzione del numero di globuli rossi, diminuzione della concentrazione di emoglobina, anemia emolitica, diminuzione del numero delle piastrine; non nota: depressione del midollo osseo, neutropenia con agranulocitosi, pancitopenia, eosinofilia, emoconcentrazione nel contesto della deplezione di fluidi. Patologie del sistema nervoso. Comuni: cefalea, capogiri; non comuni: vertigini, parestesia, tremore, disordini dell'equilibrio, sensazione di bruciore, disgeusia ageusia; non nota: ischemia cerebrale quale ictus ischemico e attacco ischemico transitorio, alterazioni delle capacita' psicomotorie, parosmia. Patologie dell'occhio. Non comuni: disturbi della vista inclusa visione offuscata, congiuntivite; non nota: xantopsia, lacrimazione diminuita dovuta a idroclorotiazide. Patologie dell'orecchio e labirinto. Non comuni: tinnito; non nota: danni all'udito. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comuni: tosse secca non produttiva, bronchite; non comuni: sinusite, dispnea, congestione nasale; non nota: broncospasmo con aggravamento dell'asma, alveolite allergica, edema polmonare non cardiogeno dovuto a idroclorotiazide. Patologie gastrointestinali. Non comune: infiammazione gastrointestinale, disturbi della digestione, disturbi addominali, dispepsia, gastrite, nausea, stipsi, gengivite dovuta a idroclorotiazide; molto rari:vomito, stomatite aftosa, glossite, diarrea, dolore nella parte alta dell'addome, secchezza delle fauci; non nota: pancreatite (con gli ACEinibitori sono stati riportati molto eccezionalmente casi ad esito fa tale), aumento degli enzimi pancreatici, epatici, angioedema del piccolo intestino, scialoadenite dovuta a idroclorotiazide. Patologie renali e urinarie. Non comuni: danno renale quale insufficienza renale acuta, aumento della produzione di urine, aumento dell'azotemia, aumento della creatinine mia; non nota: peggioramento di proteinuria preesistente, nefrite interstiziale dovuta a idroclorotiazide. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comuni: angioedema (in casi veramente eccezionali, l'ostruzione delle vie aeree dovuta all'angioedema puo' avere esito fatale), dermatite psoriasiforme, iperidrosi, eruzione cutanea, in particolare maculo-papulare, prurito, alopecia; non nota: necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, pemfigo, aggravamento della psoriasi, dermatite esfoliativa, reazioni di fotosensibilizzazione, onicolisi, esantema o enantema pemfigoide o lichenoide, orticaria, lupus eritematoso sistemico dovuto a idroclorotiazide. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comuni: mialgia; non nota: artralgia, spasmi muscolari, debolezza muscolare, rigidita' muscoloscheletrica, tetania dovuta a idroclorotiazide. Alterazioni del metabolismo e della nutrizione. Comuni: inadeguato controllo del diabete mellito, diminuita tolleranza al glucosio, aumento della glicemia, aumento dell'uricemia, aggravamento della gotta, aumento del colesterolo e/o dei trigliceridi nel sanguedovuti a idroclorotiazide; non comuni: anoressia, diminuzione dell'ap petito, diminuzione della kaliemia e sete dovuti a idroclorotiazide; molto rari: aumento della kaliemia dovuta a ramipril; non nota: diminuzione della sodiemia, glicosuria, alcalosi metabolica, ipocloremia, ipomagnesemia, ipercalcemia, disidratazione dovuta a idroclorotiazide. Patologie vascolari. Non comuni: ipotensione, ipotensione ortostatica, sincope, vampate; non nota: trombosi nel contesto di una grave deplezione di fluidi, stenosi vascolare, ipoperfusione, fenomeno di Raynaud, vasculite. Patologie sistemiche e alterazioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: affaticamento, astenia; non comuni: dolore al petto, piressia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazioni anafilattiche o anafilattoidi a ramipril oppure reazioni anafilattiche a idroclorotiazide, aumento degli anticorpi antinucleo. Patologie epatobiliari. Non comuni: epatite colestatica o citolitica (l'esito fatalee' stato molto eccezionale), aumento degli enzimi epatici e/o della b ilirubina coniugata, calcoli della colecisti dovuti a idroclorotiazide. Non nota: insufficienza epatica acuta, ittero colestatico, danno epatocellulare. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comuni: impotenza erettile transitoria; non nota: diminuzione della libido, ginecomastia. Disturbi psichiatrici. Non comuni: umore depresso, apatia, ansieta', nervosismo, disturbi del sonno inclusa sonnolenza; non nota: stato confusionale, irrequietezza, disturbi dell'attenzione. >>Pazienti pediatrici. Sebbene la natura e la gravita' degli effetti indesiderati siano simili a quelle osservate negli adulti, la frequenza dei seguenti effetti indesiderati e' stata maggiore nei bambini. Comuni: tachicardia, congestione nasale e rinite. Non comuni: tremore eorticaria. Il profilo di sicurezza complessivo per il ramipril nei pa zienti pediatrici non e' significativamente diverso dal profilo di sicurezza negli adulti.

Gravidanza e allattamento

L'uso del medicinale non e' raccomandato durante il primo trimestre digravidanza ed e' controindicato durante il secondo ed il terzo trimes tre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non puo' essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapiaalternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad ACE inibitori/A ntagonisti del Recettore dell'Angiotensina II (AIIRA) durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicita' fetale (ridotta funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente osservati per quanto riguarda ipotensione, oliguria e iperkaliemia. Idroclorotiazide, in caso diesposizione prolungata durante il terzo trimestre di gravidanza, puo' causare ischemia feto-placentare e il rischio di un ritardo della cre scita. Inoltre, in caso di esposizione vicino al termine sono stati riportati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia nei neonati. Idroclorotiazide puo' ridurre il volume plasmatico e il flusso sanguigno uteroplacentare. Il prodotto e' controindicato durante l'allattamento. Ramipril e idroclorotiazide sono escreti nel latte materno in quantita' tali che gli effetti sul bambino allattato sono probabili se dosi terapeutiche di ramipril e idroclorotiazide vengono somministrate a donne che allattano. Sono disponibili informazioni insufficienti riguardantil'uso del ramipril durante l'allattamento, ed e' da preferire un trat tamento alternativo con comprovato profilo di sicurezza per l'allattamento, specialmente del neonato o del prematuro. Idroclorotiazide e' escreta nel latte umano. L'assunzione di tiazidi durante l'allattamento in madri che allattano e' stata associata con una diminuzione o anche soppressione della lattazione. Si possono verificare ipersensibilita' alle sostanze attive derivate della sulfonamide, ipokaliemia e ittero nucleare. A causa della possibilita' di reazioni serie da entrambe le sostanze attive in bambini allattati, si deve decidere se interromperel'allattamento o interrompere la terapia, considerando l'importanza d ella terapia per la madre.