Ramipril Id Ge - Fl14cpr 5+25mg

Dettagli:
Nome:Ramipril Id Ge - Fl14cpr 5+25mg
Codice Ministeriale:038170294
Principio attivo:Ramipril/Idroclorotiazide
Codice ATC:C09BA05
Fascia:A
Prezzo:5.99
Doping:Proibito in e fuori gara
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Germed Pharma Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non conservare al di sopra di +30 gradi centigradi
Scadenza:18 mesi

Denominazione

RAMIPRIL IDROCLOROTIAZIDE GERMED

Formulazioni

Ramipril Id Ge - 14cpr2,5+12,5mg
Ramipril Id Ge - Fl14cpr2,5+12,5
Ramipril Id Ge - 14cpr 5+25mg
Ramipril Id Ge - Fl14cpr 5+25mg

Categoria farmacoterapeutica

ACE inibitori e diuretici.

Principi attivi

Ramipril e idroclorotiazide

Eccipienti

Amido di mais pregelatinizzato, sodio stearil fumarato, sodio bicarbonato, lattosio monoidrato, sodio croscarmellosa.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione essenziale. L'associazione a dose fissa di ramipril e idroclorotiazide e' indicata in pazienti la cui pressione sanguigna non e' controllata in modo adeguato dal ramipril da solo odall'idroclorotiazide da sola.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al ramipril, ad altri ACE inibitori, alle tiazidi o ad altri derivati sulfonamidici o a uno qualsiasi degli eccipienti. Anamnesi di edema angioneurotico relativo ad un precedente trattamento con un ACE inibitore. Edema angioneurotico ereditario/idiopatico. Funzionalita' renale gravemente compromessa (clearance della creatinina 30ml/min /1,73 m^2 di superficie corporea) o anuria. Funzionalita' epaticagravemente compromessa e/o colestasi sia durante il secondo o il terz o trimestre di gravidanza, sia durante l'allattamento.

Posologia

L'associazione a dose fissa non e' adatta per la terapia iniziale. Devono essere corretti deficit elettrolitici e/o di fluidi. >>Adulti: la somministrazione dell'associazione a dose fissa di ramipril e idroclorotiazide e' raccomandata solo dopo una titolazione individuale della dose dei singoli componenti. La dose puo' essere aumentata con intervalli di almeno 3 settimane. La dose iniziale abituale e' 2,5 mg di ramipril e 12,5 mg di idroclorotiazide una volta al giorno. La dose di mantenimento abituale e' 2,5 mg di ramipril e 12,5 mg di idroclorotiazide o 5 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide. La dose massima raccomandata e' 5 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide. Pazienti anziani e pazienti con funzionalita' renale compromessa: si raccomanda di determinare la funzionalita' renale all'inizio del trattamento. Il potassio e la creatinina devono essere monitorati periodicamente in questipazienti, per esempio ogni due mesi quando il trattamento e' stato st abilizzato. Nei pazienti anziani e nei pazienti con clearance della creatinina tra 30 e 60 ml/min, i singoli componenti individuali di ramipril e idroclorotiazide vengono titolati individualmente con particolare attenzione. Nel caso in cui il paziente abbia avuto benefici da un precedente trattamento con un diuretico, puo' insorgere ipotensione sintomatica dopo la dose iniziale del prodotto, specialmente in pazienti con deplezione di sali (iponatriemia) e/o ipovolemia, causata da un trattamento diuretico precedente. Il diuretico deve essere interrotto 2 o 3 giorni prima dell'inizio del trattamento; in pazienti in cui la sospensione del diuretico e' impossibile, il trattamento deve iniziare con ramipril alla dose di 2,5 mg. La dose del farmaco deve essere mantenuta il piu' bassa possibile. La dose massima giornaliera e' 5 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide. Il trattamento e' controindicato in pazienti con funzionalita' renale gravemente compromessa (clearancedella creatinina < 30 ml/min/1,73 mq di superficie corporea)). Funzio nalita' epatica compromessa: in pazienti con compromissione della funzionalita' epatica da media a moderata, la dose di ramipril deve esseretitolata prima di passare al trattamento con questo farmaco; non deve essere utilizzato in pazienti con funzionalita' epatica gravemente co mpromessa e/o colestasi. >>Bambini e adolescenti (<18 anni di eta'): il farmaco non e' raccomandato per l'uso in bambini e adolescenti al disotto dei 18 anni a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e su ll'efficacia. Somministrazione: il farmaco deve essere assunto come dose singola la mattina con una sufficiente quantita' di liquido. Le compresse possono essere assunte con o senza cibo. I pazienti ad alto rischio di ipotensione acuta grave devono essere monitorati dal punto di vista medico preferibilmente in ospedale, fino a quando si attende il massimo effetto dopo la somministrazione della prima dose e ogni qual volta la dose di ACE inibitore e diuretico viene aumentata. Questo si applica anche a pazienti con angina pectoris o malattia cerebrovascolare, nei quali un'eccessiva ipotensione puo' portare ad infarto del miocardio o accidente cerebrovascolare. In pazienti con ipertensione maligna o insufficienza cardiaca grave l'inizio della terapia e gli aggiustamenti della dose devono essere effettuati in ospedale.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 30 gradi C.

Avvertenze

In pazienti ipertesi che assumono ramipril, ipotensione si verifica piu' frequentemente in pazienti ipovolemici o che soffrono di ipertensione renina-dipendente. Questo si verifica con piu' probabilita' in pazienti con gradi piu' gravi di insufficienza cardiaca. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca che hanno una pressione sanguigna nella norma o bassa, si puo' verificare una diminuzione ulteriore della pressione sanguigna sistolica. Il farmaco deve essere somministrato con cautela in pazienti con stenosi della valvola mitrale e ostruzione del flusso in uscita del ventricolo sinistro, come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. In pazienti con insufficienza cardiaca, l'ipotensione a seguito dell'inizio della terapia con ACE inibitori puo' portare a un'ulteriore riduzione della funzionalita' renale. In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o con una stenosi dell'arteria di un solo rene, che sono stati trattati con ACE inibitori, sisono verificati aumenti dell'urea e della creatinina sierica nel sang ue. Sono stati segnalati raramente angioedema del viso, delle estremita', delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe in pazienti trattati con ACE inibitori. Anche nel caso in cui sia gonfia solo la lingua puo' essere richiesta una prolungata osservazione del paziente poiche' il trattamento con antiistaminici e corticosteroidi puo'essere insufficiente. Edema che coinvolge la lingua, la glottide o la laringe, probabilmente e' causa di ostruzione delle vie aeree, in par ticolar modo in pazienti con storia di interventi alle vie aeree. I pazienti con un'anamnesi di angioedema non correlata alla terapia con ACE inibitori possono essere esposti a rischio maggiore di angioedema mentre assumono un ACE inibitore. Sono state segnalate reazioni anafilattoidi in pazienti dializzati con membrane ad alto flusso e trattati contemporaneamente con un ACE inibitore. Pazienti che assumevano ACE inibitori durante il trattamento di desensibilizzazione hanno avuto reazioni anafilattoidi. In casi molto rari gli ACE inibitori sono stati associati a una sindrome che inizia con ittero colestatico o epatite e porta a necrosi fulminante e (a volte) morte. In pazienti che assumono ACE inibitori che sviluppano ittero o aumenti significativi degli enzimi epatici, il ramipril deve essere interrotto e deve essere stabilito un follow-up medico. Sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia in pazienti che assumevano ACE inibitori. La neutropenia e l'agranulocitosi sono reversibili a seguito dell'interruzione dell'ACE inibitore. Il ramipril deve essere utilizzato con estrema cautela in pazienti con malattia vascolare del collagene, in terapia immunosoppressiva, in trattamento con allopurinolo o procainamide, in particolar modo se e' presente una funzionalita' renale compromessa preesistente. Gli ACE inibitori possono causare una frequenza piu' alta di angioedema nei pazienti neri che in pazienti non neri. Come per gli altri ACE inibitori, il ramipril puo' essere meno efficace nell'abbassare la pressione sanguigna nei pazienti neri rispetto a quelli non neri. E' stata segnalata tosse tipicamente non produttiva, persistentee si risolve dopo l'interruzione della terapia. Il ramipril puo' caus are ipotensione o shock ipotensivo in pazienti sottoposti a chirurgia maggiore o che sono sotto anestesia. Il trattamento con un'associazione fissa di ramipril e idroclorotiazide deve, se possibile, essere interrotto prima dell'intervento chirurgico. Sono stati osservati aumenti del potassio sierico in alcuni pazienti trattati con ACE inibitori, incluso ramipril. I pazienti a rischio per lo sviluppo di iperkaliemia includono quelli con insufficienza renale, diabete mellito, o quelli che usano contemporaneamente diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, o quei pazienti che assumono altri farmaci associati a un aumento del potassio sierico. Nei pazienti diabetici trattati con altri agenti antidiabeticiorali o insulina, durante il primo mese di trattamento con un ACE ini bitore il controllo glicemico deve essere strettamente monitorato. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperkaliemia includono insufficienza renale, diabete mellito e uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio. Proteinuria: si puo' verificare in particolar modo in pazienti con una compromissione esistente della funzionalita' renale o sudosi relativamente alte di ACE inibitori. In pazienti con ridotta fun zionalita' renale, le tiazidi possono precipitare l'azotemia. Se si sviluppa insufficienza renale progressiva, e' necessaria un'attenta valutazione della terapia, e deve essere tenuta in considerazione l'interruzione della terapia diuretica. Le tiazidi devono essere utilizzate con cautela in pazienti con funzionalita' renale compromessa o disturbi progressivi della funzionalita' epatica. In alcuni pazienti trattati con diuretici tiazidici si puo' verificare iperuricemia, o si puo' sviluppare gotta evidente. Deve essere eseguita una determinazione periodica degli elettroliti sierici a intervalli appropriati, per ogni paziente trattato con diuretici. Le tiazidi, inclusa l'idroclorotiazide, possono causare squilibrio di liquidi ed elettroliti. Il rischio di ipokaliemia e' piu' probabile nei pazienti con cirrosi epatica, in pazientiche soffrono di diuresi rapida, in pazienti che hanno un'assunzione o rale di elettroliti inadeguata e in pazienti trattati contemporaneamente con corticosteroidi o ACTH. L'uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio o altri medicinali che possono aumentare il potassio sierico possono causare un aumento dei livelli di potassio sierico. In pazienti con lungo intervallo QT idiopatico o causata da un medicinale, sia ipokaliemia e bradicardia sono fattori di rischio che possono causare torsioni di punta. Le tiazidi devono essere interrotte prima che vengano effettuati i test della funzionalita' paratiroidea. La dose fissa di combinazione di ramipril e idroclorotiazide deve essere interrotta se si scopre o si sospetta neutropenia. L'idroclorotiazide contenuta in questo medicinale puo' determinare positivita' ai test anti-doping. Sono state segnalate possibilita' di un peggioramento o di un'attivazione del lupus eritematoso sistemico. Questo medicinale contiene lattosio monoidrato. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

Sono state segnalate le seguenti interazioni tra ramipril/idroclorotiazide compresse, altri ACE inibitori o prodotti che contengono idroclorotiazide. Quando viene aggiunto un diuretico alla terapia di un paziente che assume ramipril, l'effetto antiipertensivo e' di solito additivo. I pazienti che gia' assumono diuretici e in particolar modo quelli nei quali la terapia con diuretici e' stata istituita recentemente, possono occasionalmente soffrire di una eccessiva riduzione della pressione sanguigna quando viene aggiunto ramipril. La possibilita' di ipotensione sintomatica con ramipril puo' essere minimizzata interrompendo il diuretico prima dell'inizio del trattamento. La somministrazione cronica di FANS puo' ridurre l'effetto antiipertensivo di un ACE inibitore. I FANS e gli ACE inibitori esercitano un effetto additivo sull'aumento del potassio sierico e possono portare a deterioramento della funzionalita' renale. Questi effetti sono solitamente reversibili. Raramente, si puo' verificare insufficienza renale acuta, in particolar modoin pazienti con funzionalita' renale compromessa come negli anziani o nelle persone disidratate. L'uso concomitante di questi medicinali pu o' aumentare l'effetto ipotensivo di ramipril. L'uso concomitante di trinitroglicerina e altri nitrati, o altri vasodilatatori, puo' ridurreulteriormente la pressione sanguigna. L'uso concomitante di alcuni me dicinali anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici con ACEinibitori puo' portare a ulteriore riduzione della pressione sanguign a. I simpaticomimetici possono ridurre l'effetto ipotensivo degli ACE inibitori; i pazienti devono essere monitorati attentamente. Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE inibitori e medicinali antidiabetici puo' causare un aumento dell'effetto di diminuzione del glucosio nel sangue con rischio di ipoglicemia. Questo fenomeno sembrava verificarsi con piu' probabilita' durante le prime settimane di trattamento combinato in pazienti con compromissione renale. La somministrazione concomitante di ACE inibitori e allopurinolo aumenta il rischio di insufficienza renale e puo' portare a unaumento del rischio di leucopenia. La somministrazione concomitante d i ACE inibitori e ciclosporina aumenta il rischio di insufficienza renale e iperkaliemia. La somministrazione concomitante di ACE inibitori e lovastatina aumenta il rischio di iperkaliemia. La somministrazione concomitante con ACE inibitori puo' portare ad un rischio aumentato dileucopenia. Il farmaco non e' indicato in pazienti che richiedono dia lisi poiche' e' stata segnalata un'alta incidenza di reazioni anafilattoidi in pazienti dializzati con membrane ad alto flusso e trattati contemporaneamente con ACE inibitori. L'idroclorotiazide puo' causare squilibri elettrolitici, specialmente ipokaliemia. Si puo' verificare unaumento dei livelli di calcio sierico come risultato di una diminuita escrezione se somministrati contemporaneamente a diuretici tiazidici. Un aumentato rischio di intossicazione da digitatici insieme a tiazid i induce ipokaliemia. Gli effetti e gli effetti indesiderati (potenziamento di effetti cardiotossici) di glicosidi digitalici e agenti antiaritmici puo' essere potenziato se c'e' una preesistente carenza di potassio e/o carenza di magnesio. Queste possono ridurre o rallentare l'assorbimento di idroclorotiazide. Quindi i diuretici sulfonamidici devono essere assunti almeno un'ora prima o da quattro a sei ore dopo questi farmaci. Rilassanti muscolari non depolarizzanti: l'effetto di questi medicinali puo' essere aumentato dall'idroclorotiazide. A causa delrischio di ipokaliemia, deve essere prestata attenzione se viene somm inistrata idroclorotiazide contemporaneamente a medicinali associati atorsione di punta. L'ipokaliemia indotta da tiazidi puo' aumentare il rischio di aritmie indotte da sotalolo. Anche se i livelli di potassi o rimanevano di solito entro i limiti normali negli studi clinici con ACE inibitori, alcuni pazienti hanno avuto episodi di iperkaliemia. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperkaliemia includono insufficienza renale, diabete mellito e uso contemporaneo di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio. In particolar modo in pazienti con ridotta funzionalita' renale gli integratori di potassio, i diuretici risparmiatori di potassio, i sostituti del sale contenenti potassio possono portare ad aumenti significativi di potassio sierico. Il ramipril somministrato contemporaneamente a diuretici risparmiatori di potassio, puo' portare a un miglioramento dell'ipokaliemia indotta da diuretici. Sono stati segnalati aumenti reversibili delle concentrazioni di litio sierico e tossicita', durante la somministrazione concomitante di litio e ACE inibitori. L'uso concomitante di diuretici tiazidici puo' aumentare il rischio di tossicita' da litio e incrementare la gia' aumentata tossicita' da litio con ACE inibitori. L'uso di ramipril con il litio non e' raccomandato, ma se si rende necessaria l'associazione, deve essere effettuato un attento monitoraggio dei livelli di litio sierico. La somministrazione concomitante di ACE inibitori e tiazidi con trimetoprim aumentano il rischio di iperkaliemia. L'idroclorotiazide puo' potenziare l'effetto tossico sul SNC dei salicilati. L'associazione fissa di ramipril e idroclorotiazide puo' potenziare l'effetto dell'alcool. La concomitante assunzione di alcool puo' peggiorare l'ipotensione ortostatica.La liquirizia puo' portare a perdita di potassio e di magnesio. E' st ata descritta emolisi dovuta alla formazione di anticorpi contro il componente efficace idroclorotiazide. Aumentato rischio di insufficienzarenale acuta, in particolar modo con alte dosi di mezzi di contrasto contenenti iodio.

Effetti indesiderati

I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati in associazione alla terapia con ACE inibitori, ramipril o idroclorotiazide. Sintomi quali vertigini, debolezza generale, visione offuscata si sono verificati raramente con disturbi dello stato di coscienza (sincope). Si e' verificata ipotensione grave dopo l'inizio o l'aumento della terapia. Questo si verifica in particolar modo in alcuni gruppi a rischio. Sono stati segnalati casi isolati di tachicardia, palpitazioni, aritmie, angina pectoris, infarto del miocardio, grave ipotensione con shock, attacchi ischemici transitori e emorragia cerebrale, e infarto cerebrale ischemico, per gli ACE inibitori in associazione a ipotensione. >>Patologie cardiache. Molto raro: angina pectoris, infarto del miocardio, aritmia, palpitazioni, tachicardia. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: diminuzione dell'emoglobina, ematocrito, leucopenia, trombocitopenia. Molto raro: agranulocitosi, pancitopenia, eosinofilia, anemia emolitica in pazienti con G-6-PDH. >>Patologie del sistema nervoso.Comune: vertigini, fatica, mal di testa, debolezza. Non comune: sonno lenza. Raro: irrequietezza, disordini dell'olfatto, disturbi dell'equilibrio, parestesia. >>Patologie dell'occhio. Non comune: congiuntivite/blefarite. Raro: miopia transitoria, visione offuscata. >>Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse, bronchite. Rari: dispnea, sinusite, rinite, faringite, glossite, broncospasmo, polmonite interstiziale allerica. Molto raro: edema angioneurotico con ostruzione fatale delle vie respiratorie, edema polmonare causato ad ipersensibilita' all'idroclorotiazide. >>Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, dolore addominale, vomito, indigestione. Non comune: crampi epigastrici, sete, costipazione, diarrea, perdita di appetito. Raro: secchezza delle fauci, vomito, disturbi del gusto, infiammazione delle membrane mucose della bocca e della lingua, sialadenite, glossite. Molto raro: insufficienza renale (acuta), nefrosi, nefrite interstiziale,oliguria. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: reazioni allergiche come eruzione cutanea. Non comune: fotosensibilita', prurito, orticaria. Raro: vampate, diaforesi, edema angionerotico. Molto raro: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisiepidermica tossica, reazioni cutanee psoriasiformi o pemfigoidi, lupu s eritematoso, alopecia, peggioramento della psoriasi, onicolisi. >>Patologie del sistema muscoloscheletrico. Rari: crampi muscolari, mialgia, artralgia, debolezza muscolare, artrite. Molto raro: paresi. >>Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: ipokaliemia, iperuricemia con aumento dell'urea e della creatinina, iperglicemia, gotta. Non comune: iperkaliemia, iponatriemia, ipomagnesiemia, ipercloremia, ipercalcemia. Raro: disturbi dell'equilibrio dei liquidi ed elettrolitico (in particolar modo in pazienti con malattia renale preesistente), ipocloremia, alcalosi metabolica. Molto raro: trigliceridi elevati, ipercolesterolemia, aumento dell'emilasi, peggioramento del diabete. >>Patologie vascolari. Comune: ipotensione. Raro: malattia tromboembolica,sincope. Molto raro: attacchi ischemici transitori, ictus, peggiorame nto della sindrome di Raynaud, dosirdini alle vene, infiammazione venose, trombosi, emboli. >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Raro: tinnito. Molto raro: reazioni anafilattiche, edema angioneurotico. >>Patologie epatobiliari. Raro: aumentodegli enzimi epatici e/o della bilirubina. Molto raro: ittero colesta tico/ittero, epatite, colecistite (in caso di preesistente calcolosi biliare), necrosi epatica. >>Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: libido diminuita. Raro: impotenza. >>Disturbipsichiatrici. Non comune: apatia, nervosismo. Raro: ansia, confusione , depressione, disturbi del sonno. Incidenza aumentata di edema angioneurotico in persone nere, gli ACE inibitori sono stati associati all'insorgenza di edema angioneurotico compresi viso e tessuto orofaringeo in un gruppo minore di pazienti. Il monitoraggio medico del paziente e' richiesto quando si verificano ittero o enzimi epatici elevati. E' stato segnalato un insieme di sintomi associato a uno o piu' dei seguenti sintomi: febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, test ANA per gli anticorpi antinucleo positivo, aumentata sedimentazione dei globuli rossi (ESR), eosinofilia e leucocitosi, eruzione cutanea, fotosensibilita' o altre manifestazioni dermatologiche.

Gravidanza e allattamento

Il farmaco non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. Quando si programma o viene confermata una gravidanza, deve essere iniziato un trattamento alternativo prima possibile. Non sono stati condotti studi controllati con ACE inibitori sugli uomini, ma un numero di casi limitati di esposizione nel primo trimestre di gravidanza non ha evidenziato malformazioni. Il farmaco puo' causare, quando somministrato a donne in gravidanza, morbilita' fetale e neonatale. Alcune dozzine di casi sono stati segnalati nella letteratura mondiale. L'esposizione prolungata durante il secondo e il terzo trimestre puo' indurre tossicita' nei feti (diminuita funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e nei neonati (insufficienza renale neonatale, ipotensione e iperkaliemia). In piu', l'uso di ACE inibitori e' stato associato ad un potenziale aumento del rischio di difetti della nascita. Quando la gravidanza e' certa, gli ACE inibitori devono essere interrotti il prima possibile e deve essere condotto regolarmente un monitoraggio dello sviluppo fetale. Nelle donne che stanno programmando una gravidanza, gli ACE inibitori non devono essere utilizzati. Donne in eta' fertile devono essere rese consapevoli dei potenziali rischi e gli ACE inibitori devono essere somministrati solo dopo un attento consiglio e dopo la considerazione dei rischi e dei beneficiindividuali. L'idroclorotiazide in caso di prolungata esposizione dur ante il terzo trimestre di gravidanza puo' causare ischemia feto-placentare e rischio di ritardo della crescita. In piu', sono stati segnalati casi rari di ipoglicemia, ittero e trombocitopenia nei neonati in caso di esposizione vicino al termine. Altri effetti indesiderati vistinegli adulti possono anche verificarsi nei neonati. L'idroclorotiazid e puo' ridurre sia il volume di plasma, sia il flusso sanguigno uteroplacentare. Il farmaco e' controindicato nel periodo di allattamento. Sia il ramipril, sia l'idroclorotiazide, sono escreti nel latte umano. Nelle madri che allattano, le tiazidi sono state associate a diminuzione o anche a soppressione dell'allattamento. Si possono verificare ipersensibilita' ai derivati sulfonamidici, ipokaliemia e ittero nucleare. A causa della potenziali gravi reazioni avverse nei lattanti da parte di entrambi i farmaci, si deve decidere se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia tenendo conto dell'importanza di questa terapia per la madre.