Ranitidina Aur - 10cpr Riv 300mg

Dettagli:
Nome:Ranitidina Aur - 10cpr Riv 300mg
Codice Ministeriale:036605069
Principio attivo:Ranitidina Cloridrato
Codice ATC:A02BA02
Fascia:A
Prezzo:7.5
Produttore:Aurobindo Pharma Italia Srl
SSN:Concedibile esente per patologia
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:36 mesi

Formulazioni

Ranitidina Aur - 10cpr Riv 300mg

Categoria farmacoterapeutica

Farmaco per il trattamento dell'ulcera peptica, antogonista recettore H2.

Indicazioni

Ulcera duodenale. Ulcera gastrica benigna. Esofagite da reflusso. Sindrome di Zollinger-Ellison. Malattia sintomatica da reflusso gastro-esofageo. Profilassi dell'ulcera duodenale cronica recidivante.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Pazienti con anamnesi di porfiria acuta.

Posologia

Adulti. Ulcera duodenale, ulcera gastrica benigna: 300 mg/24 ore, pari a 300 mg la sera o 150 mg al mattino e alla sera. La durata del trattamento e' generalmente di 4 settimane. Nei pazienti la cui ulcera non sia guarita completamente dopo le 4 settimane di trattamento, questo va continuato per altre 4 settimane; se necessario, la dose puo' essere aumentata fino a 300 mg mattina e sera per 4 settimane. Profilassi dell'ulcera duodenale cronica recidivante: 150 mg la sera. Esofagite da reflusso: 150 mg al mattino e alla sera, oppure 300 mg alla sera per 4-8 settimane; tuttavia, il dosaggio e la durata del trattamento devono essere individualizzati in base alla gravita' della patologia. In casi gravi, il dosaggio nell'arco delle 24 ore puo' essere aumentato a 600 mg, in dosi suddivise, fino a un massimo di 12 settimane. La dose di mantenimento raccomandata e' di 150 mg al mattino e alla sera. Malattia sintomatica da reflusso gastroesofageo: 150 mg al mattino e alla sera per 2-4 settimane. Sindrome di Zollinger-Ellison: 150 mg 3 volte al giorno; la dose puo' essere aumentata al bisogno. Sono state somministrate dosi giornaliere fino a 6 g di ranitidina. La dose deve essere ridotta in presenza di compromissione della funzione epatica e/o renale e nei pazienti anziani. Nei bambini, l'esperienza con la ranitidina e' limitata. Qualora fosse giudicato opportuno ridurre la secrezione dei succhi gastrici, e' possibile somministrare 5 mg/kg di peso corporeo due volte al giorno fino ad un massimo di 300 mg/24 ore di ranitidina. Pazienti con insufficienza renale: l'emivita plasmatica e' piu' lunga e le concentrazioni nel plasma sono piu' alte; di conseguenza, laddove vi sia una marcata compromissione della funzione renale, la dose deve essere almeno dimezzata, in base alla tabella che segue, nel qual caso la dose orale appropriata dovrebbe essere di 150 mg la sera. Clearance della creatinina > 50 (ml/min), creatinina sierica < 200 (micromol/l): 150 mg x 2 dose orale nelle 24 ore; clearance della creatinina 5-50 (ml/min), creatinina sierica 200-900 (micromol/l): 150 mg x 1 dose orale nelle 24 ore. Poiche' viene eliminata dall'organismo attraverso l'emodialisi, ai pazienti dializzati la ranitidina va somministrata alla fine di ogni dialisi. Poiche' gli alimenti non influiscono sull'assorbimento del farmaco, le compresse possono essere assunte sia durante il pasto che tra un pasto e l'altro; possono essere ingerite intere, spezzate o frantumate.

Avvertenze

La sospetta presenza di patologie ulcerative va oggettivamente verificata in fase iniziale mediante radiografia o endoscopia, allo scopo di evitare una terapia inadeguata. Nel trattamento dell'ulcera gastrica, la presenza di un tumore maligno deve essere esclusa poiche' il trattamento stesso puo' mascherare sintomi di carcinoma gastrico. La somministrazione di dosi piu' basse deve essere praticata nei pazienti con compromissione della funzione renale e/o epatica e negli anziani. Non va somministrata ai pazienti con anamnesi di porfiria acuta. Durante il trattamento concomitante di ranitidina e teofillina, deve essere monitorata la concentrazione plasmatica della teofillina e, se del caso, regolarne la dose.

Interazioni

La ranitidina puo' aumentare le concentrazioni plasmatiche di teofillina, glipizide, midazolam, triazolam, fenitoina e metoprololo; puo' essere necessario il monitoraggio e/o l'aggiustamento delle dosi nella somministrazione di tali farmaci. La combinazione con il ketokonazolo, e con altri farmaci il cui assorbimento dipende dal valore del pH gastrico, deve essere evitato poiche' l'assorbimento di tali farmaci puo' essere alterato. Alte dosi del farmaco possono ridurre l'eliminazione di procainamide e N-acetilprocainamide, a causa dell'inibizione della secrezione tubulare. Poiche' l'uso concomitante di antiacidi o di sucralfato ad alto dosaggio (2 g) puo' ridurne l'assorbimento nel tratto gastrointestinale, questo medicinale deve essere somministrato circa due ore prima dell'assunzione di questi prodotti. L'effetto dell'alcol puo' aumentare in seguito alla somministrazione.

Effetti indesiderati

Quelli osservati piu' comunemente sono cefalea (2%) ed eruzioni cutanee (2%). Comuni (> 1/100). Generali: cefalea, vertigini e stanchezza. Gastrointestinali: diarrea. Cute: reazioni cutanee aspecifiche. Fegato: modifiche transitorie nei valori dei test di funzionalita' epatica. Meno comuni. Sangue: leucopenia, trombocitopenia. Rari (< 1/1.000). Generali: reazioni ipersensibilita' quali orticaria, edema angioneurotico o broncospasmo; ed epatite da ipersensibilita' al farmaco. Febbre, shock anafilattico, disfunzione erettile. Sistema muscoloscheletrico: artralgia; mialgia. Sangue: agranulocitosi, pancitopenia, comprendente anche ipoplasia del midollo osseo, anemia emolitica. Circolazione: bradicardia, ipotensione, blocco atrioventricolare. Sistema nervoso centrale: stato confusionale reversibile, depressione ed allucinazioni, in modo particolare negli anziani e nei pazienti ammalati gravi. Movimenti involontari. Endocrini: ginecomastia. Gastrointestinali: pancreatite. Cute: eritema multiforme, alopecia. Fegato: epatite, a volte associata ad ittero. E' stata riportata insufficienza epatica, a volte fatale. Pancreatite. Occhi: disturbi dell'accomodazione. Reni: aumento della creatinina del sangue. Molto rari (< 1/10.000). Reni: nefrite acuta interstiziale.

Gravidanza e allattamento

L'esperienza clinica e' limitata; i dati ottenuti da sperimentazioni su animali non indicano un aumentato rischio di danni fetali. La quantita' di ranitidina che entra nel latte materno e' tale che sussiste il rischio di effetti sul neonato, anche alle dosi terapeutiche.