Rebif - Sc 12pen 12000000ui44mcg

Dettagli:
Nome:Rebif - Sc 12pen 12000000ui44mcg
Codice Ministeriale:034091165
Principio attivo:Interferone Beta 1a
Codice ATC:L03AB07
Fascia:A
Prezzo:1530.83
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Merck Serono Spa
SSN:Concedibile extra farmacia
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Siringa
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:18 mesi

Denominazione

REBIF 44 mcg SOLUZIONE INIETTABILE IN PENNA PRERIEMPITA

Formulazioni

Rebif - Sc 12pen 12000000ui44mcg

Categoria farmacoterapeutica

Immunostimolanti, interferoni.

Principi attivi

Ogni penna preriempita contiene interferone beta-1a.

Eccipienti

Mannitolo, polossamero 188, L-metionina, alcool benzilico, sodio acetato, acido acetico per regolazione del pH, sodio idrossido per regolazione del pH, acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Trattamento di pazienti che hanno manifestato un singolo evento demielinizzante con processo infiammatorio attivo, se altre diagnosi sono state escluse e se sono considerati ad alto rischio per lo sviluppo di una sclerosi multipla clinicamente definita; trattamento di pazienti affetti da sclerosi multipla con recidive. Negli studi clinici, cio' veniva caratterizzato da due o piu' esacerbazioni nei due anni precedenti. Non e' stata dimostrata l'efficacia nei pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva in assenza di esacerbazioni.

Controindicazioni / effetti secondari

Inizio del trattamento in gravidanza; ipersensibilita' all'interferonebeta naturale o ricombinante o ad uno qualsiasi degli eccipienti; dep ressione grave e/o ideazioni suicide.

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato sotto la supervisione di un medicoesperto nel trattamento della malattia. Per i pazienti che iniziano i l trattamento, e' disponibile una confezione da 8,8 mcg 22 mcg, che corrisponde alle necessita' del paziente durante il primo mese di terapia. Quando si inizia per la prima volta il trattamento, per permettere lo sviluppo della tachifilassi e quindi una riduzione delle reazioni avverse, si raccomanda di iniziare con la dose di 8,8 mcg per via sottocutanea e di aumentare il dosaggio nell'arco di 4 settimane fino a raggiungere la dose finale, secondo lo schema seguente. Settimane 1-2, titolazione raccomandata: 20% della dose finale; dose di titolazione: 8,8 mcg tre volte alla settimana; settimane 3-4, titolazione raccomandata: 50% della dose finale; dose di titolazione: 22 mcg tre volte alla settimana; settimane 5+, titolazione raccomandata: 100% della dose finale; dose di titolazione: 44 mcg tre volte alla settimana. Primo eventodemielinizzante: la posologia per i pazienti che hanno manifestato un primo evento demielinizzante e' di 44 mcg somministrati tre volte a s ettimana tramite iniezione sottocutanea. Sclerosi multipla recidivante: la posologia consigliata e' di 44 mcg tre volte a settimana per iniezione sottocutanea. Una dose inferiore, di 22 mcg, anch'essa tre voltea settimana per iniezione sottocutanea, e' consigliabile per i pazien ti che non tollerano il dosaggio piu' elevato, secondo il parere del medico. Popolazione pediatrica: non sono stati condotti studi clinici formali o studi di farmacocinetica nei bambini e negli adolescenti. Tuttavia, in uno studio di coorte retrospettivo in ambito pediatrico, sono stati raccolti, dalla documentazione clinica, dati di sicurezza relativi al farmaco in bambini (n=52) e adolescenti (n=255). I risultati di questo studio suggeriscono che il profilo di sicurezza nei bambini (da 2 a 11 anni) e negli adolescenti (da 12 a 17 anni) trattati con le formulazioni da 22 mcg o 44 mcg per via sottocutanea tre volte alla settimana e' simile a quello osservato negli adulti. La sicurezza e l'efficacia nei bambini di eta' inferiore ai 2 anni non sono state ancora stabilite. Non deve essere usato in questa fascia di eta'. Modo di somministrazione: viene somministrato tramite iniezione sottocutanea. Prima di effettuare l'iniezione e 24 ore dopo ogni iniezione si consigliadi somministrare un analgesico antipiretico per attenuare i sintomi s imil-influenzali associati alla somministrazione. Al momento non e' noto per quanto tempo i pazienti devono essere trattati. La sicurezza e l'efficacia non sono state dimostrate oltre 4 anni di trattamento. Si raccomanda di monitorare i pazienti almeno ogni 2 anni nei primi 4 anni di trattamento, e la decisione di proseguire con una terapia a lungotermine deve essere presa dal medico in base alla situazione di ogni singolo paziente.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C. - 8 gradi C.) lontano dalla griglia refrigerante. Non congelare. Conservare nella confezione originaleper proteggere il medicinale dalla luce. Il paziente puo' conservare la confezione in uso fuori dal frigorifero ad una temperatura non superiore ai 25 gradi C. per una sola volta per un periodo della durata massima di 14 giorni. Successivamentel prodotto deve essere riposto nuovamente nel frigorifero ed utilizzato prima della data di scadenza.

Avvertenze

I pazienti devono essere informati sulle piu' frequenti reazioni avverse associate alla somministrazione di interferone beta, inclusi i sintomi della sindrome simil- influenzale. Microangiopatia trombotica (TMA): si manifesta come porpora trombotica trombocitopenica o sindrome emolitica uremica compresi casi fatali con prodotti a base di interferone-beta. Se si osservano le caratteristiche cliniche della TMA, si raccomanda l'effettuazione di ulteriori esami dei livelli delle piastrine nel sangue, della LDH nel siero, degli strisci ematici e della funzione renale. Nel caso di diagnosi di TMA, e' necessario il trattamento tempestivo (considerando lo scambio plasmatico) ed e' raccomandata l'interruzione immediata. Somministrare con cautela ai pazienti con disturbi depressivi pregressi o in corso ed in particolare ai pazienti con precedenti ideazioni suicide. E' noto che depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella popolazione dei malati di sclerosi multipla ed in associazione con l'uso dell'interferone. I pazienti in trattamento devono essere avvisati di riferire immediatamenteal medico l'eventuale comparsa di sintomi depressivi o ideazioni suic ide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia e trattati in modo appropriato. La sospensione della terapia deve essere presa in considerazione. Somministrare con cautela ai pazienti con una storia di crisi epilettiche, a quelli in trattamento con farmaci anti-epilettici ed in particolare se la loro epilessia non e' adeguatamente controllata dagli anti-epilettici. I pazienti con malattia cardiaca, quale angina, scompenso cardiaco congestizio o aritmie, devono essere tenuti sotto stretto controllo per osservare eventuali peggioramenti delle loro condizioni cliniche durante l'inizio della terapia con interferone beta-1a. I sintomi della sindrome simil-influenzale associati alla terapia con interferone beta-1a possono essere fonte di stress nei pazienti con problemi cardiaci. Sono stati descritti casi di necrosi al sito di iniezione. Per ridurre al minimo il rischio di necrosi al sito di iniezione i pazienti devono essere informati di usare tecniche di iniezione asettiche, divariare il sito di iniezione ad ogni dose. Le procedure per l'auto-so mministrazione devono essere periodicamente riesaminate soprattutto sesi sono verificate reazioni al sito di iniezione. Se il paziente pres enta un qualsiasi tipo di lesione cutanea, accompagnata da edema o essudazione dal sito di iniezione, avvisare il paziente di consultare il medico prima di continuare le iniezioni. Se i pazienti presentano lesioni multiple, interrompere il farmaco fino alla completa cicatrizzazione delle lesioni. I pazienti con lesioni singole possono continuare laterapia se la necrosi non e' troppo estesa. Aumenti asintomatici dei livelli delle transaminasi epatiche (in particolare ALT) sono stati frequenti e una percentuale pari al 1-3% dei pazienti ha sviluppato incrementi delle transaminasi epatiche oltre 5 volte il limite superiore della norma. In assenza di sintomi clinici, i livelli sierici di ALT devono essere monitorati prima dell'inizio della terapia e a 1, 3 e 6 mesi dall'inizio della terapia, e in seguito, controllati periodicamente. Considerare una riduzione della dose nel caso i livelli di ALT sianoalti piu' di 5 volte il limite superiore della norma e la dose deve e ssere gradualmente riaumentata quando i livelli enzimatici si normalizzano. Somministrare con cautela nei pazienti con anamnesi di patologieepatiche significative o evidenza clinica di patologia epatica in for ma attiva o abuso di alcool o incremento dei livelli di ALT. Interrompere il trattamento in caso di comparsa di ittero o altri sintomi clinici di disfunzione epatica. Puo' causare danni epatici gravi, tra cui l'insufficienza epatica acuta. La maggior parte dei casi di grave dannoepatico si e' manifestata nei primi sei mesi di trattamento. Non e' n oto il meccanismo d'azione dei rari casi di disfunzione epatica sintomatica. Non sono stati identificati specifici fattori di rischio. Sono stati segnalati casi di sindrome nefrosica con diverse nefropatie sottostanti, tra cui la glomerulosclerosi focale segmentaria collassante, la malattia a lesioni minime, la glomerulonefrite membrano-proliferativa e la glomerulopatia membranosa. Si raccomanda il monitoraggio periodico dei segni o sintomi precoci, quali ad esempio edema, proteinuria e compromissione della funzione renale, in particolare nei pazienti a maggiore rischio di malattia renale. La sindrome nefrosica deve esseretrattata tempestivamente e deve essere presa in considerazione l'even tuale l'interruzione del trattamento. All'impiego di interferoni sono associate alterazioni degli esami di laboratorio. Oltre ai test di laboratorio normalmente richiesti per monitorare i pazienti con sclerosi multipla, si raccomanda di eseguire il monitoraggio degli enzimi epatici, e la conta leucocitaria con formula e la conta delle piastrine ad intervalli regolari dopo l'inizio della terapia e in seguito periodicamente anche in assenza di sintomi clinici. I pazienti in trattamento possono occasionalmente sviluppare alterazioni della tiroide o peggioramento di alterazioni preesistenti. Un test di funzionalita' tiroidea deve essere effettuato al basale e, se alterato, ripetuto ogni 6-12 mesi dall'inizio del trattamento. Se i valori al basale sono normali, none' necessario un esame di controllo che deve invece essere effettuato qualora si manifesti una sintomatologia clinica di disfunzione tiroid ea. Usare cautela e stretta sorveglianza nella somministrazione dell'interferone beta-1a a pazienti con grave insufficienza renale ed epatica e a pazienti con grave mielosoppressione. Possono svilupparsi anticorpi neutralizzanti anti-interferone beta-1a. Lo sviluppo di anticorpi neutralizzanti si associa ad una riduzione dell'efficacia su parametriclinici e di risonanza magnetica. Qualora un paziente dimostri una sc arsa risposta alla terapia ed abbia sviluppato anticorpi neutralizzanti, il medico deve rivalutare il rapporto beneficio/rischio per proseguire o meno il trattamento. L'uso di vari metodi per la determinazione degli anticorpi sierici e le diverse definizioni di positivita' degli anticorpi limitano la possibilita' di confrontare l'antigenicita' tra prodotti differenti. Solo scarsi dati di sicurezza ed efficacia sono disponibili nei pazienti, non in grado di deambulare, affetti da sclerosi multipla. Non e' stato studiato in pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva e non deve essere usato in questi pazienti. Questo medicinale contiene 2,5 mg di alcool benzilico per ogni dose. Non deve essere somministrato a prematuri o neonati. Puo' causare reazioni tossiche e anafilattoidi nei lattanti e nei bambini di eta' inferiore a 3 anni.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi d'interazione con interferone beta-1a nell'uomo. E' noto che gli interferoni riducono l'attivita' degli enzimi dipendenti dal citocromo epatico P450 nell'uomo e negli animali. Occorre prestare attenzione quando si somministra in associazione ad altri farmaci con stretto indice terapeutico e in larga misura dipendentiper la loro eliminazione dal sistema epatico del citocromo P450, qual i antiepilettici ed alcune classi di antidepressivi. Non e' stata studiata in maniera sistematica l'interazione con corticosteroidi o con ormone adrenocorticotropico (ACTH). Studi clinici indicano che i pazienti con sclerosi multipla possono essere trattati in associazione con corticosteroidi o ACTH durante le riacutizzazioni.

Effetti indesiderati

La piu' alta incidenza di reazioni avverse associate al trattamento e'correlata alla sindrome simil-influenzale. Frequenze reazioni avverse : molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia, linfopenia, leucopenia, trombocitopenia, anemia; raro: microangiopatia trombotica, comprendente porpora trombotica trombocitopenica/sindrome uremico-emolitica, pancitopenia. Patologie endocrine. Non comune: disfunzione tiroidea che si manifesta piu' frequentemente come ipotiroidismo o ipertiroidismo. Disturbi del sistema immunitario. Raro: reazioni anafilattiche. Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento asintomatico delle transaminasi; comune: rialzo delle transaminasi di grado severo; non comune: epatite con o senza ittero; raro: insufficienza epatica, epatite autoimmune. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione,insonnia; raro: tentativo di suicidio. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea; non comune: crisi epilettiche; frequenza non n ota: sintomi neurologici transitori (ad esempio ipoestesia, spasmo muscolare, parestesia, difficolta' nel camminare, rigidita' muscoloscheletrica) che possono mimare una esacerbazione da sclerosi multipla. Patologie dell'occhio. Non comune: disordini vascolari retinici (ad esempio retinopatia, macchia a fiocco di cotone, ostruzione dell'arteria o vena retinica). Patologie vascolari. Non comune: eventi tromboembolici.Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: dispne a; frequenza non nota: ipertensione arteriosa polmonare (definizione per classe farmacologica per i medicinali contenenti interferone). Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, vomito, nausea. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito, rash, rash eritematoso, rash maculo-papulare, alopecia; non comune: orticaria; raro: edema di Quincke (angioedema), eritema multiforme, reazioni cutanee simil- eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mialgia, artralgia; raro: lupus eritematoso iatrogeno. Patologie renali e urinarie. Raro: sindrome nefrosica, glomerulosclerosi. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: infiammazione al sito di iniezione, reazione al sito di iniezione, sindromesimil-influenzale; comune: dolore al sito di iniezione, astenia, briv idi, febbre; non comune: necrosi al sito di iniezione, nodulo al sito di iniezione, ascesso al sito di iniezione, infezione al sito di iniezione, aumento della sudorazione; raro: cellulite al sito di iniezione.Popolazione pediatrica: non sono stati condotti studi clinici formali o studi di farmacocinetica nei bambini e negli adolescenti. Limitati dati di sicurezza suggeriscono che il profilo di sicurezza nei bambinie negli adolescenti (da 2 a 17 anni) trattati con le formulazioni da 22 mcg o 44 mcg tre volte alla settimana e' simile a quello osservato negli adulti. Effetti correlati alla classe farmacologica: la somministrazione di interferoni e' stata associata alla comparsa di anoressia,capogiri, ansia, aritmie, vasodilatazione e palpitazioni, menorragia e metrorragia. Un'aumentata produzione di autoanticorpi puo' svilupparsi durante il trattamento con interferone beta. Ipertensione arteriosapolmonare: casi di ipertensione arteriosa polmonare (IAP) sono stati segnalati con i medicinali contenenti interferone beta. Gli eventi sono stati segnalati in diversi punti di rilevazione temporale, anche diversi anni dopo l'inizio del trattamento con interferone beta. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l'Agenzia Italiana del Farmaco.

Gravidanza e allattamento

Le donne in eta' fertile devono adottare opportune misure contraccettive. Le pazienti in trattamento che iniziano una gravidanza o che stanno pianificando una gravidanza devono essere informate sui rischi potenziali e la possibilita' di interrompere il trattamento deve essere presa in considerazione. Nelle pazienti che, prima dell'inizio del trattamento, presentano un elevato tasso di ricadute, deve essere valutata, in caso di gravidanza, la decisione di interrompere il trattamento, rischiando una grave ricaduta o di proseguire il trattamento, aumentandoil rischio di aborto spontaneo. Sull'uso in gravidanza, sono disponib ili informazioni limitate. I dati disponibili indicano che si potrebbeverificare un aumento del rischio di aborto spontaneo. Pertanto l'ini zio del trattamento in gravidanza e' controindicato. Non e' noto se ilprodotto venga escreto nel latte materno. Tenuto conto del potenziale rischio di gravi effetti indesiderati nei lattanti, e' necessario dec idere se interrompere l'allattamento o la terapia. Gli effetti sulla fertilita' non sono stati studiati.