Rebif - Sc 12pen 6000000ui 22mcg

Dettagli:
Nome:Rebif - Sc 12pen 6000000ui 22mcg
Codice Ministeriale:034091138
Principio attivo:Interferone Beta 1a
Codice ATC:L03AB07
Fascia:A
Prezzo:1138.5
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Merck Serono Spa
SSN:Concedibile extra farmacia
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Siringa
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:18 mesi

Denominazione

REBIF 22 mcg SOLUZIONE INIETTABILE IN PENNA PRERIEMPITA

Formulazioni

Rebif - Sc 12pen 6000000ui 22mcg

Categoria farmacoterapeutica

Immunostimolanti, interferoni.

Principi attivi

Ogni penna preriempita contiene interferone beta-1a.

Eccipienti

Mannitolo, polossamero 188, L-metionina, alcool benzilico, sodio acetato, acido acetico per regolazione del pH, sodio idrossido per regolazione del pH, acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Trattamento della sclerosi multipla con recidive. Negli studi clinici,cio' veniva caratterizzato da due o piu' esacerbazioni nei due anni p recedenti. Non e' stata dimostrata l'efficacia nei pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva in assenza di esacerbazioni.

Controindicazioni / effetti secondari

Inizio del trattamento in gravidanza; ipersensibilita' all'interferonebeta naturale o ricombinante o ad uno qualsiasi degli eccipienti; dep ressione grave e/o ideazioni suicide.

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato sotto la supervisione di un medicoesperto nel trattamento della malattia. Per i pazienti che iniziano i l trattamento, e' disponibile una confezione contenente la formulazione da 8,8 mcg e da 22 mcg, che corrisponde alle necessita' del pazientedurante il primo mese di terapia. La posologia consigliata e' di 44 m cg tre volte a settimana per iniezione sottocutanea. Una dose inferiore, di 22 mcg, anch'essa tre volte a settimana per iniezione sottocutanea, e' consigliabile per i pazienti che non tollerano il dosaggio piu'elevato, secondo il parere del medico. Quando si inizia per la prima volta il trattamento con il prodotto, la dose va aumentata gradualmente, per permettere lo sviluppo della tachifilassi e quindi una riduzione delle reazioni avverse. La confezione di inizio trattamento corrisponde alla dose necessaria al paziente per il primo mese di trattamento.Popolazione pediatrica: non sono stati condotti studi clinici formali o studi di farmacocinetica nei bambini e negli adolescenti. Tuttavia, in uno studio di coorte retrospettivo in ambito pediatrico, sono stat i raccolti, dalla documentazione clinica, dati di sicurezza relativi al farmaco in bambini (n=52) e adolescenti (n=255). I risultati di questo studio suggeriscono che il profilo di sicurezza nei bambini (da 2 a11 anni) e negli adolescenti (da 12 a 17 anni) trattati con la formul azione 22 mcg o 44 mcg per via sottocutanea tre volte alla settimana e' simile a quello osservato negli adulti. La sicurezza e l'efficacia nei bambini di eta' inferiore ai 2 anni non sono state ancora stabilite. Il farmaco non deve essere usato in questa fascia di eta'. Viene somministrato tramite iniezione sottocutanea. Prima di effettuare l'iniezione e 24 ore dopo ogni iniezione si consiglia di somministrare un analgesico antipiretico per attenuare i sintomi simil-influenzali associati alla somministrazione del prodotto. Al momento non e' noto per quanto tempo i pazienti devono essere trattati. La sicurezza e l'efficaciadel farmaco non sono state dimostrate oltre 4 anni di trattamento. Si raccomanda di monitorare i pazienti almeno ogni 2 anni nei primi 4 an ni di trattamento con il farmaco, e la decisione di proseguire con unaterapia a lungo termine deve essere presa dal medico in base alla sit uazione di ogni singolo paziente.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C. - 8 gradi C.) lontano dalla griglia refrigerante. Non congelare. Conservare nella confezione originaleper proteggere il medicinale dalla luce. Il paziente puo' conservare la confezione in uso fuori dal frigorifero ad una temperatura non superiore ai 25 gradi C. per una sola volta per un periodo della durata massima di 14 giorni. Successivamente deve essere riposto nuovamente nelfrigorifero ed utilizzato prima della data di scadenza.

Avvertenze

Informare i pazienti sulle piu' frequenti reazioni avverse associate alla somministrazione di interferone beta, inclusi i sintomi della sindrome simil-influenzale. Microangiopatia trombotica (TMA): si manifestacome porpora trombotica trombocitopenica o sindrome emolitica uremica , compresi casi fatali con prodotti a base di interferone-beta. Gli eventi sono stati segnalati in tempi diversi nel corso del trattamento epossono manifestarsi da diverse settimane a diversi anni dopo l'inizi o del trattamento con interferone-beta. Se si osservano le caratteristiche cliniche della TMA, si raccomanda l'effettuazione di ulteriori esami dei livelli delle piastrine nel sangue, della LDH nel siero, deglistrisci ematici e della funzione renale. Nel caso di diagnosi di TMA, e' necessario il trattamento tempestivo (considerando lo scambio plas matico) ed e' raccomandata l'interruzione immediata del farmaco. Somministrare con cautela ai pazienti con disturbi depressivi pregressi o in corso ed in particolare ai pazienti con precedenti ideazioni suicide. Depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella popolazione dei malati di sclerosi multipla ed in associazione con l'uso dell'interferone. Avvisare i pazienti di riferire immediatamente al medico l'eventuale comparsa di sintomi depressivi o ideazioni suicide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia e trattati in modo appropriato. La sospensione della terapia deve essere presa in considerazione.Somministrare con cautela ai pazienti con una storia di crisi epilett iche, a quelli in trattamento con farmaci anti-epilettici ed in particolare se la loro epilessia non e' adeguatamente controllata dagli anti-epilettici. I pazienti con malattia cardiaca devono essere tenuti sotto stretto controllo per osservare eventuali peggioramenti delle loro condizioni cliniche durante l'inizio della terapia con interferone beta-1a. I sintomi della sindrome simil-influenzale associati alla terapia con interferone beta-1a possono essere fonte di stress nei pazienti con problemi cardiaci. Sono stati descritti casi di necrosi al sito diiniezione (NSI). Per ridurre al minimo il rischio di NSI informare i pazienti di usare tecniche di iniezione asettiche, di variare il sito di iniezione ad ogni dose. Riesaminare periodicamente le procedure perl'auto-somministrazione. Se il paziente presenta un qualsiasi tipo di lesione cutanea, accompagnata da edema o essudazione dal sito di inie zione, deve essere avvisato di consultare il medico prima di continuare le iniezioni. In caso di lesioni multiple, interrompere il farmaco fino alla completa cicatrizzazione delle lesioni. I pazienti con lesioni singole possono continuare la terapia se la necrosi non e' troppo estesa. Con il prodotto aumenti asintomatici dei livelli delle transaminasi epatiche sono stati frequenti e una percentuale pari al 1-3% dei pazienti ha sviluppato incrementi delle transaminasi epatiche oltre 5 volte il limite superiore della norma. In assenza di sintomi clinici, monitorare i livelli sierici di ALT prima dell'inizio della terapia e a1, 3 e 6 mesi dall'inizio della terapia, e in seguito, controllati pe riodicamente. Considerare una riduzione della dose nel caso i livelli di ALT siano alti piu' di 5 volte il limite superiore della norma e riaumentare gradualmente la dose quando i livelli enzimatici si normalizzano. Somministrare con cautela nei pazienti con anamnesi di patologieepatiche significative o evidenza clinica di patologia epatica in for ma attiva o abuso di alcool o incremento dei livelli di ALT. Interrompere il trattamento in caso di comparsa di ittero o altri sintomi clinici di disfunzione epatica. Puo' causare danni epatici gravi, tra cui l'insufficienza epatica acuta. Non e' noto il meccanismo d'azione dei rari casi di disfunzione epatica sintomatica. Non sono stati identificati specifici fattori di rischio. Patologie renali e urinarie. Sindromenefrosica. Sono stati segnalati casi di sindrome nefrosica con divers e nefropatie sottostanti, tra cui la glomerulosclerosi focale segmentaria collassante, la malattia a lesioni minime, la glomerulonefrite membrano-proliferativa e la glomerulopatia membranosa. Gli eventi sono stati segnalati in tempi diversi nel corso del trattamento e possono manifestarsi dopo diversi anni di trattamento con interferone beta. Si raccomanda il monitoraggio periodico dei segni o sintomi precoci. La sindrome nefrosica deve essere trattata tempestivamente e deve essere presa in considerazione l'eventuale l'interruzione del trattamento. Oltreai test di laboratorio normalmente richiesti per monitorare i pazient i con sclerosi multipla, eseguire il monitoraggio degli enzimi epatici, e la conta leucocitaria con formula e la conta delle piastrine, ad intervalli regolari dopo l'inizio della terapia e in seguito periodicamente anche in assenza di sintomi clinici. I pazienti possono occasionalmente sviluppare alterazioni della tiroide o peggioramento di alterazioni preesistenti. Un test di funzionalita' tiroidea deve essere effettuato al basale e, se alterato, ripetuto ogni 6-12 mesi dall'inizio del trattamento. Se i valori al basale sono normali, non e' necessario un esame di controllo che deve invece essere effettuato qualora si manifesti una sintomatologia clinica di disfunzione tiroidea. Cautela e stretta sorveglianza devono essere adottate nella somministrazione dell'interferone beta-1a a pazienti con grave insufficienza renale ed epatica e a pazienti con grave mielosoppressione. Possono svilupparsi anticorpi neutralizzanti anti- interferone beta-1a. La presenza di anticorpi attenua la risposta farmacodinamica all'interferone beta-1a (beta-2 microglobulina e neopterina). Sebbene l'importanza clinica della comparsa degli anticorpi non sia stata completamente chiarita, lo sviluppo di anticorpi neutralizzanti si associa ad una riduzione dell'efficaciasu parametri clinici e di risonanza magnetica. Qualora un paziente di mostri una scarsa risposta alla terapia ed abbia sviluppato anticorpi neutralizzanti, rivalutare il rapporto beneficio/rischio. L'uso di vari metodi per la determinazione degli anticorpi sierici e le diverse definizioni di positivita' degli anticorpi limitano la possibilita' di confrontare l'antigenicita' tra prodotti differenti. Altre forme di sclerosi multipla: solo scarsi dati di sicurezza ed efficacia sono disponibili nei pazienti, non in grado di deambulare, affetti da sclerosi multipla. Non e' stato studiato in pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva e non deve essere usato in questi pazienti. Questomedicinale contiene 2,5 mg di alcool benzilico per ogni dose. Non dev e essere somministrato a prematuri o neonati. Puo' causare reazioni tossiche e anafilattoidi nei lattanti e nei bambini di eta' inferiore a 3 anni.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi d'interazione con interferone beta-1a nell'uomo. E' noto che gli interferoni riducono l'attivita' degli enzimi dipendenti dal citocromo epatico P450 nell'uomo e negli animali. Occorre prestare attenzione quando si somministra il prodotto in associazione ad altri farmaci con stretto indice terapeutico e in larga misura dipendenti per la loro eliminazione dal sistema epatico del citocromo P450, quali antiepilettici ed alcune classi di antidepressivi. Non e' stata studiata in maniera sistematica l'interazione con corticosteroidi o con ormone adrenocorticotropico (ACTH). Studi clinici indicano che i pazienti con sclerosi multipla possono essere trattati con in associazione con corticosteroidi o ACTH durante le riacutizzazioni.

Effetti indesiderati

La piu' alta incidenza di reazioni avverse associate al trattamento e'correlata alla sindrome simil-influenzale. I sintomi simil-influenzal i tendono a diminuire di frequenza con il proseguimento del trattamento. Nel 30% circa dei pazienti si osservano anche reazioni al sito di iniezione, quali lievi infiammazioni o eritema. Sono frequenti aumenti asintomatici dei parametri di funzionalita' epatica e riduzioni della conta leucocitaria. Nel caso di effetti indesiderati gravi o persistenti, a discrezione del medico, la dose puo' essere temporaneamente ridotta o sospesa. Le seguenti definizioni si riferiscono alla classificazione della frequenza utilizzata d'ora in avanti: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia, linfopenia, leucopenia, trombocitopenia, anemia; raro: microangiopatia trombotica, comprendente porpora trombotica trombocitopenica/sindrome uremico-emolitica, pancitopenia. Patologie endocrine. Non comune: disfunzione tiroidea chesi manifesta piu' frequentemente come ipotiroidismo o ipertiroidismo. Disturbi del sistema immunitario. Raro: reazioni anafilattiche. Patol ogie epatobiliari. Molto comune: aumento asintomatico delle transaminasi. Comune: rialzo delle transaminasi di grado severo; non comune: epatite con o senza ittero; raro: insufficienza epatica, epatite autoimmune. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione, insonnia; raro: tentativo di suicidio. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea;non comune: crisi epilettiche; frequenza non nota: sintomi neurologic i transitori (ad esempio ipoestesia, spasmo muscolare, parestesia, difficolta' nel camminare, rigidita' muscoloscheletrica) che possono mimare una esacerbazione da sclerosi multipla. Patologie dell'occhio. Non comune: disordini vascolari retinici. Patologie vascolari. Non comune:eventi tromboembolici. Patologie respiratorie, toraciche e mediastini che. Non comune: dispnea; frequenza non nota: ipertensione arteriosa polmonare. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, vomito, nausea. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito, rash, rash eritematoso, rash maculo-papulare, alopecia; non comune: orticaria; raro: edema di Quincke (angioedema), eritema multiforme, reazioni cutanee simil- eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mialgia, artralgia; raro: lupus eritematoso iatrogeno. Patologie renali e urinarie. Raro: sindrome nefrosica, glomerulosclerosi. Patologiesistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: infiammazione al sito di iniezione, reazione al sito di iniez ione, sindrome simil-influenzale; comune: dolore al sito di iniezione,astenia, brividi, febbre; non comune: necrosi al sito di iniezione, n odulo al sito di iniezione, ascesso al sito di iniezione, infezione alsito di iniezione, aumento della sudorazione; raro: cellulite al sito di iniezione. Popolazione pediatrica: non sono stati condotti studi c linici formali o studi di farmacocinetica nei bambini e negli adolescenti. Limitati dati di sicurezza suggeriscono che il profilo di sicurezza nei bambini e negli adolescenti (da 2 a 17 anni) trattati con la formulazione da 22 mcg o 44 mcg tre volte alla settimana e' simile a quello osservato negli adulti. Effetti correlati alla classe farmacologica La somministrazione di interferoni e' stata associata alla comparsa di anoressia, capogiri, ansia, aritmie, vasodilatazione e palpitazioni, menorragia e metrorragia. Un'aumentata produzione di autoanticorpi puo' svilupparsi durante il trattamento con interferone beta. Ipertensione arteriosa polmonare: casi di ipertensione arteriosa polmonare (IAP) sono stati segnalati con i medicinali contenenti interferone beta. Gli eventi sono stati segnalati in diversi punti di rilevazione temporale, anche diversi anni dopo l'inizio del trattamento con interferone beta. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l'Agenzia Italiana del Farmaco.

Gravidanza e allattamento

Le donne in eta' fertile devono adottare opportune misure contraccettive. Le pazienti in trattamento che iniziano una gravidanza o che stanno pianificando una gravidanza devono essere informate sui rischi potenziali e la possibilita' di interrompere il trattamento deve essere presa in considerazione. Nelle pazienti che, prima dell'inizio del trattamento, presentano un elevato tasso di ricadute, deve essere valutata, in caso di gravidanza, la decisione di interrompere il trattamento, rischiando una grave ricaduta o di proseguire il trattamento, aumentandoil rischio di aborto spontaneo. Sull'uso in gravidanza, sono disponib ili informazioni limitate. I dati disponibili indicano che si potrebbeverificare un aumento del rischio di aborto spontaneo. Pertanto l'ini zio del trattamento in gravidanza e' controindicato. Non e' noto se ilfarmaco venga escreto nel latte materno. Tenuto conto del potenziale rischio di gravi effetti indesiderati nei lattanti, e' necessario decidere se interrompere l'allattamento o la terapia. Gli effetti sulla fertilita' non sono stati studiati.