Repaglinide Germ - 90cpr 0,5mg

Dettagli:
Nome:Repaglinide Germ - 90cpr 0,5mg
Codice Ministeriale:041133024
Principio attivo:Repaglinide
Codice ATC:A10BX02
Fascia:A
Prezzo:7.8
Rimborso:7.8
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Germed Pharma Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

REPAGLINIDE GERMED

Formulazioni

Repaglinide Germ - 90cpr 0,5mg
Repaglinide Germ - Fl90cpr 0,5mg
Repaglinide Germ - 90cpr 1mg
Repaglinide Germ - Fl90cpr 1mg
Repaglinide Germ - 90cpr 2mg
Repaglinide Germ - Fl90cpr 2mg

Categoria farmacoterapeutica

Ipoglicemizzanti, escluse le insuline.

Principi attivi

Repaglinide.

Eccipienti

Cellulosa microcristallina (E460); calcio idrogeno fosfato anidro; amido di mais; polacrilin potassio; povidone K-30; glicerolo 99.5%; magnesio stearato; polossamero 188; meglumina; ferro ossido giallo (E172) (solo compresse da 1 mg); ferro ossido rosso (E172) (solo compresse da 2 mg).

Indicazioni

La repaglinide e' indicata per pazienti con diabete di tipo 2 (DiabeteMellito Non Insulino Dipendente (NIDDM)), la cui iperglicemia non puo ' piu' essere controllata in modo soddisfacente dalla dieta, dalla riduzione di peso e dall'esercizio fisico. La repaglinide e' anche indicata in combinazione con metformina, per pazienti con diabete di tipo 2 che non sono controllati in modo soddisfacente dalla sola metformina. Il trattamento deve essere iniziato in aggiunta alla dieta e all'esercizio fisico, per ridurre i livelli di glicemia correlati ai pasti.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' accertata alla repaglinide o ad uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto; diabete di tipo 1 (Diabete Mellito Insulino Dipendente: IDDM), peptide C negativo; chetoacidosi diabetica, con o senza coma; gravi disfunzioni epatiche; assunzione concomitante di gemfibrozil.

Posologia

La repaglinide va somministrata prima dei pasti e va dosata individualmente al fine di ottimizzare il controllo della glicemia. Controllare periodicamente la glicemia per stabilire la dose minima efficace per il singolo paziente, in aggiunta al normale automonitoraggio domiciliare della glicemia e/o della glicosuria effettuato dal paziente stesso. Per controllare la risposta terapeutica possono essere utilizzati anche i livelli di emoglobina glicosilata. E' necessario effettuare il controllo periodico della glicemia per individuare i casi nei quali non sia stata raggiunta una adeguata riduzione dei livelli glicemici nonostante la somministrazione di dosi massimali di farmaco (fallimento primario) e per individuare i casi nei quali si ha una perdita della capacita' di controllare adeguatamente la glicemia dopo un primo periodo incui il farmaco e' stato efficace (fallimento secondario). La somminis trazione di repaglinide per un breve periodo puo' essere sufficiente in caso di perdita transitoria del controllo della glicemia nei pazienti con diabete tipo 2 normalmente ben compensati con la sola dieta. La repaglinide deve essere assunta subito prima dei pasti principali (cioe' somministrazione preprandiale). Le dosi di solito sono assunte circa 15 minuti prima del pasto, ma il tempo puo' variare in un intervalloche va da immediatamente prima del pasto fino a 30 minuti precedenti il pasto (cioe' somministrazione preprandiale per 2, 3 o 4 pasti al giorno). I pazienti che saltano un pasto (o che aggiungono un pasto extra), devono essere istruiti a saltare (o aggiungere) una dose in relazione a quel pasto. Dose iniziale: determinare il dosaggio in base al fabbisogno del paziente. La dose iniziale raccomandata e' di 0,5 mg. Trale fasi di aggiustamento della dose devono trascorrere da una a due s ettimane circa (in base alla risposta glicemica). Se i pazienti sono trasferiti da un altro ipoglicemizzante orale, la dose iniziale consigliata e' 1 mg. Mantenimento: la massima dose singola consigliata e' di 4 mg, assunta ai pasti principali. La massima dose giornaliera totale non deve superare i 16 mg. La repaglinide e' escreta principalmente per via biliare e quindi non e' sensibile alle malattie renali. Solo l'8% di una dose di repaglinide e' escreta attraverso i reni e la clearance plasmatica del prodotto e' ridotta nei pazienti con insufficienza renale. Poiche' la sensibilita' all'insulina e' piu' elevata nei diabetici con insufficienza renale, e' opportuno porre attenzione nell'aggiustare la dose in questi pazienti. Non sono stati effettuati studi clinici in pazienti con piu' di 75 anni o in soggetti con insufficienza epatica. L'uso della repaglinide non e' raccomandato per bambini al di sotto dei 18 anni a causa della mancanza di dati relativi alla sicurezza e/o all'efficacia. Nei pazienti debilitati o malnutriti, la dose iniziale e quella di mantenimento devono essere conservative ed e' richiesto un attento aggiustamento della dose allo scopo di evitare reazioniipoglicemiche. Pazienti trattati con altri ipoglicemizzanti orali (OH A): i pazienti possono passare direttamente dal trattamento con altri ipoglicemizzanti orali al trattamento con repaglinide. Tuttavia, non esiste un'esatta relazione di dosaggio tra repaglinide e gli altri ipoglicemizzanti orali. La massima dose iniziale consigliata per i pazienti che passano al trattamento con la repaglinide e' di 1 mg da assumeresubito prima dei pasti principali. La repaglinide puo' essere sommini strata in associazione con la metformina, quando la glicemia non e' sufficientemente controllata con la sola metformina. In questo caso, il dosaggio della metformina va lasciato invariato mentre contemporaneamente si somministra la repaglinide. La dose iniziale della repaglinide e' di 0,5 mg prima dei pasti principali; l'aggiustamento della posologia deve essere stabilito sulla base della risposta glicemica come per la monoterapia.

Conservazione

Questo prodotto non richiede particolari condizioni di conservazione.

Avvertenze

Repaglinide deve essere prescritta solo nel caso in cui, nonostante adeguati tentativi di dieta, attivita' fisica e riduzione di peso, persistano un controllo glicemico insufficiente e sintomi di diabete. La repaglinide, come gli altri secretagoghi dell'insulina, puo' causare ipoglicemia. Con il passare del tempo, in molti pazienti, la capacita' diridurre la glicemia da parte di un ipoglicemizzante orale diminuisce. Questo evento puo' dipendere da un aggravamento del diabete o da una ridotta capacita' di risposta al farmaco. Questo fenomeno e' conosciuto come fallimento secondario per distinguerlo dal fallimento primario,nel quale il farmaco e' inefficace sin dall'inizio nel paziente tratt ato. Prima di classificare un paziente come soggetto in fallimento secondario bisogna aggiustare la dose e valutare l'aderenza alla dieta e all'esercizio fisico. La repaglinide agisce attraverso uno specifico sito di legame con un'azione breve sulle cellule beta. Non sono stati effettuati studi clinici sull'uso della repaglinide in caso di fallimento secondario ai secretagoghi dell'insulina. Non sono stati effettuatistudi clinici sulla combinazione con altri secretagoghi dell'insulina e con l'acarbosio. Sono stati effettuati studi sulla terapia combinat a con insulina Protamina Neutra di Hagedorn (NPH) o con tiazolidindioni. Tuttavia, rimane ancora da definire il profilo beneficio/rischio inconfronto con altre terapie combinate. Il trattamento combinato con l a metformina e' associato ad un aumentato rischio di ipoglicemia. Quando un paziente stabilizzato con un qualsiasi ipoglicemizzante orale vaincontro a stress quali febbre, traumi, infezioni o interventi chirur gici, si puo' verificare una perdita del controllo glicemico. In tali casi, puo' essere necessario sospendere la repaglinide e trattare transitoriamente il paziente con insulina. L'uso di repaglinide puo' essere associato ad un aumento di incidenza di sindrome coronarica acuta, ad esempio infarto del miocardio. Uso concomitante: la repaglinide deveessere usata con cautela o evitata in pazienti che assumono farmaci c he influenzano il metabolismo della repaglinide. Se e' necessario l'uso concomitante, la glicemia deve essere controllata accuratamente cosi' come deve essere eseguito un attento monitoraggio clinico. Non sono stati effettuati studi clinici in pazienti con alterata funzione epatica. Non sono stati effettuati studi clinici in bambini e in adolescenti con meno di 18 anni o in soggetti con piu' di 75 anni. Pertanto, il trattamento non e' raccomandato in questi gruppi di pazienti. Si raccomanda un'attenta titolazione della dose nei pazienti debilitati o malnutriti. La dose iniziale e quella di mantenimento devono essere conservative.

Interazioni

E' noto che numerosi farmaci influenzano il metabolismo della repaglinide, percio' occorre tener conto di possibili interazioni. La repaglinide viene metabolizzata prevalentemente dal CYP2C8, ma anche dal CYP3A4. Dati clinici da volontari sani confermano che CYP2C8 e' il piu' importante enzima coinvolto nel metabolismo della repaglinide mentre CYP3A4 gioca un ruolo minore, ma il suo contributo relativo puo' essere aumentato se CYP2C8 e' inibito. Di conseguenza il metabolismo, e con questo la clearance della repaglinide, puo' essere alterato da farmaci che influenzano questi enzimi del citocromo P-450 sia per via inibitoriache induttiva. Un'attenzione speciale va prestata quando entrambi gli inibitori del CYP2C8 e del 3A4 sono cosomministrati con la repaglinid e. Sulla base di dati ottenuti da studi in vitro, la repaglinide sembra essere un substrato per l'assorbimento epatico attivo (proteina OATP1B1 trasportatore di anioni organici). I farmaci inibitori dell'OATP1B1 potrebbero aumentare le concentrazioni plasmatiche di repaglinide, come e' stato mostrato per la ciclosporina. L'effetto ipoglicemizzante della repaglinide puo' essere aumentato e/o prolungato dalle seguenti sostanze: gemfibrozil, claritromicina, itraconazolo, ketoconazolo, trimetoprim, ciclosporina, altri farmaci antidiabetici, gli inibitori delle monoamino ossidasi, i beta- bloccanti non selettivi, gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE- inibitori), i salicilati, i FANS, l'octeotride, l'alcool e gli steroidi anabolizzanti. Lacosomministrazione di gemfibrozil (600 mg due volte al giorno), e di repaglinide (una dose singola di 0,25 mg), ha aumentato di 8,1 volte l'area sotto la curva (AUC) della repaglinide e di 2,4 volte la Cmax involontari sani. L'emivita e' stata prolungata da 1,3 a 3,7 ore con il risultato di un possibile aumento e prolungamento dell'effetto ipogli cemizzante della repaglinide e la concentrazione plasmatica della repaglinide a 7 ore e' aumentata di 28,6 volte dall'assunzione di gemfibrozil. L'assunzione concomitante di gemfibrozil e repaglinide e' controindicata. La cosomministrazione di trimetoprim (160 mg due volte al giorno), e di repaglinide (una dose singola di 0,25 mg), aumenta l'AUC, la Cmax e t mezzo della repaglinide (1,6 volte, 1,4 volte ed 1,2 volte rispettivamente) senza effetti statisticamente significativi sulla glicemia. Tale mancanza di effetto farmacodinamico e' stata osservata conuna dose di repaglinide inferiore alla dose terapeutica. Poiche' il p rofilo di sicurezza di questa combinazione non e' stato stabilito con dosaggi superiori a 0,25 mg per la repaglinide e 320 mg per il trimetoprim, evitare l'uso concomitante del trimetoprim con la repaglinide. Se si rende necessario l'uso concomitante, la glicemia deve essere controllata accuratamente cosi' come deve essere eseguito un attento monitoraggio clinico. La rifampicina, agisce sia come un induttore che comeinibitore nel metabolismo della repaglinide. Un pre-trattamento di se tte giorni con rifampicina (600 mg), seguito da cosomministrazione di repaglinide (una dose singola di 4 mg) al settimo giorno diminuisce del 50% la AUC (effetto induttivo e inibente combinati). Quando la repaglinide e' stata data 24 ore dopo l'ultima dose di rifampicina, e' stata osservata una riduzione dell'AUC della repaglinide del 80% (effetto solo induttivo). L'uso concomitante di rifampicina e repaglinide puo' pertanto rendere necessario un aggiustamento posologico della repaglinide da definirsi tramite monitoraggio accurato della glicemia sia all'inizio del trattamento con rifampicina (inibizione acuta), sia alle dosi successive (insieme di inibizione e induzione) sia alla sospensionedel trattamento (solo induzione) sino approssimativamente due settima ne dopo la sospensione della rifampicina quando l'effetto induttivo della rifampicina non e' piu' presente. Non si puo' escludere che altri induttori ad es. la fenitoina, carbamazepina, fenobarbital e l'erba diSan Giovanni possano avere un effetto simile. L'effetto del ketoconaz olo, sulla farmacocinetica della repaglinide e' stato studiato in soggetti sani. La cosomministrazione di 200 mg di ketoconazolo aumenta l'AUC e la Cmax della repaglinide di 1,2 volte con i profili glicemici alterati di meno dell'8% quando somministrato in modo concomitante (una dose singola di 4 mg di repaglinide). La cosomministrazione di 100 mg di itraconazolo, e' stata anche studiata in volontari sani ed ha evidenziato un aumento dell'AUC di 1,4 volte. Non si e' osservato alcun effetto significativo sui livelli di glucosio su volontari sani. In uno studio sulla interazione tra farmaci condotto in volontari sani, la cosomministrazione di 250 mg di claritromicina, a livello del meccanismo d'azione, aumenta lievemente l'AUC della repaglinide di 1,4 volte e laCmax di 1,7 volte ed aumenta l'incremento medio dell'AUC dell'insulin a serica di 1,5 volte e la concentrazione massima di 1,6 volte. Non e'ancora chiaro l'esatto meccanismo di tale interazione. In uno studio condotto su volontari sani, la cosomministrazione di repaglinide (una dose singola da 0,25 mg) e di ciclosporina (dosi ripetute da 100 mg) ha aumentato l'AUC e la C max rispettivamente di circa 2,5 volte e 1,8 volte. Non essendo stata stabilita l'interazione con dosaggi di repaglinide piu' alti di 0,25 mg, evitare l'uso concomitante di ciclosporinacon repaglinide. Se tale associazione e' ritenuta necessaria, si deve effettuare un attento monitoraggio clinico e della glicemia. Gli agen ti beta-bloccanti possono mascherare i sintomi dell'ipoglicemia. La cosomministrazione di cimetidina, nifedipina, estrogeni o simvastatina con la repaglinide, non ha alterato significativamente i parametri farmacocinetici della repaglinide. La repaglinide non ha determinato effetti clinici di rilievo sulle proprieta' farmacocinetiche della digossina, della teofillina o del warfarin allo stadio stazionario, quando somministrata a volontari sani. Quindi in caso di cosomministrazione della repaglinide con questi farmaci, non e' necessario eseguire aggiustamenti del dosaggio. L'effetto ipoglicemizzante della repaglinide puo' essere ridotto dalle seguenti sostanze: contraccettivi orali, rifampicina, barbiturici, carbamazepina, tiazidi, corticosteroidi, danazolo, ormoni tiroidei e simpaticomimetici. Quando questi farmaci sono aggiuntio eliminati dalla terapia di un paziente trattato con la repaglinide e' necessario controllare attentamente il paziente per verificare eventuali modifiche del controllo glicemico. Considerare una potenziale interazione quando la repaglinide e' usata con altri farmaci anch'essi secreti soprattutto attraverso la bile.

Effetti indesiderati

Sulla base dell'esperienza con la repaglinide e con altri ipoglicemizzanti, sono stati osservati gli eventi avversi elencati di seguito. La frequenza e' definita come: comune (da >=1/100 a < 1/10); non comune (da >=1/1.000 a < 1/100); rara (da >= 1/10.000 a < 1/1.000); molto rara(< 1/10.000); non nota. Disturbi del sistema immunitario. Molto rara: allergia. Reazioni di ipersensibilita' generalizzata (ad es. reazioni anafilattiche), o reazioni immunologiche come la vasculite. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: ipoglicemia; non nota: coma ipoglicemico e perdita di coscienza per ipoglicemia. Come con gli altri ipoglicemizzanti, dopo la somministrazione con la repaglinide sonostate rilevate reazioni ipoglicemiche. Queste reazioni sono per la ma ggior parte lievi e facilmente trattabili con carboidrati. Nei casi piu' gravi, con necessita' di assistenza, puo' essere necessario somministrare glucosio per infusione. L'insorgenza di queste reazioni dipende, come in ogni terapia per il diabete, da fattori individuali come le abitudini alimentari, il dosaggio del farmaco, l'attivita' fisica e situazioni di stress. L'interazione con altri medicinali puo' aumentare il rischio di ipoglicemia. Durante l'esperienza di post-marketing sonostati riportati casi di ipoglicemia in pazienti trattati con terapie combinate contenenti metformina o tiazolidindione. Patologie dell'occhio. Molto rara: disturbi della vista. Si e' osservato che le variazioni dei livelli di glicemia possono provocare disturbi transitori della vista, specialmente all'inizio del trattamento. Questi disturbi sono stati riportati solo in rarissimi casi dopo l'inizio del trattamento con la repaglinide. Nessuno di questi casi ha mai richiesto interruzionedel trattamento col farmaco durante le sperimentazioni cliniche. Pato logie cardiache. Rara: malattie cardiovascolari. Il diabete tipo 2 e' associato ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari. In uno studio epidemiologico, nel gruppo trattato con repaglinide, e' stata riportata una incidenza piu' alta di sindrome coronarica acuta. Tuttavia, la correlazione causale rimane incerta. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale e diarrea; molto rara: vomito e stitichezza; non nota: nausea. Durante le sperimentazioni cliniche sono stati riportati disturbi gastrointestinali come dolore addominale, diarrea, nausea, vomito e stitichezza. L'entita' e la gravita' di questi sintomi non e' stata diversa da quella rilevata con gli altri secretagoghi orali dell'insulina. Patologie epatobiliari. Molto rara: funzione epaticaanormale. In casi molto rari, e' stata riportata una grave disfunzion e epatica. Tuttavia, non e' stata stabilita una relazione causale con repaglinide. Molto rara: aumento degli enzimi epatici. Durante il trattamento con la repaglinide sono stati riportati casi isolati di aumento degli enzimi epatici. La maggior parte dei casi erano lievi e transitori e solo pochissimi pazienti sono stati costretti ad interrompere la terapia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota: ipersensibilita'. Possono verificarsi reazioni di ipersensibilita' cutanea come eritema, prurito, rash cutanei e orticaria. Non c'e' tuttavia motivo di sospettare un'allergia crociata con le sulfaniluree a causa della diversita' della struttura chimica.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono studi riguardanti l'uso della repaglinide in donne in gravidanza o che allattano. Pertanto non puo' essere definita la sicurezzain gravidanza. Fino ad oggi la repaglinide non ha mostrato effetti te ratogeni sugli animali da esperimento. In ratti esposti ad alte dosi durante l'ultimo periodo della gravidanza e durante l'allattamento e' stata osservata embriotossicita', anomalo sviluppo degli arti nei feti e nei piccoli in allattamento. La repaglinide e' stata rilevata nel latte degli animali da esperimento. Per tale ragione la repaglinide deveessere evitata durante la gravidanza e non deve essere usata durante l'allattamento.