Repaglinide Teva - 90cpr 1mg

Dettagli:
Nome:Repaglinide Teva - 90cpr 1mg
Codice Ministeriale:039394073
Principio attivo:Repaglinide
Codice ATC:A10BX02
Fascia:A
Prezzo:7.8
Rimborso:7.8
Produttore:Teva Italia Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Al riparo dalla luce
Scadenza:24 mesi

Denominazione

REPAGLINIDE TEVA 1 MG COMPRESSE

Formulazioni

Repaglinide Teva - 90cpr 1mg

Categoria farmacoterapeutica

Farmaci usati nel diabete, ipoglicemizzanti, escluse le insuline.

Principi attivi

Ogni compressa contiene 1 mg di repaglinide.

Eccipienti

Cellulosa microcristallina (E460); meglumina; polossamero 188; povidone K-30; calcio idrogeno fosfato, anidro; silicio biossido colloidale, anidro; potassio polacrilin; amido di mais; magnesio stearato; ferro ossido giallo (E172).

Indicazioni

La repaglinide e' indicata per gli adulti con diabete tipo 2 la cui iperglicemia non puo' essere controllata in maniera soddisfacente tramite dieta ed esercizio fisico. La repaglinide e' indicata anche in combinazione con metformina negli adulti con diabete mellito tipo 2 che nonsono controllati in maniera soddisfacente con la sola metformina. Il trattamento deve essere iniziato in aggiunta alla dieta e all'esercizio fisico per ridurre i livelli di glicemia correlati ai pasti.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' accertata alla repaglinide o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati. Diabete mellito tipo 1 (diabete mellito insulinodipendente), peptide C negativo. Chetoacidosi diabetica, con o senza coma. Gravi disfunzioni epatiche. Assunzione concomitante di gemfibrozil.

Posologia

La repaglinide va somministrata prima dei pasti e va dosata individualmente al fine di ottimizzare il controllo della glicemia. Il medico curante deve controllare periodicamente la glicemia per stabilire la dose minima efficace per il singolo paziente, in aggiunta al normale automonitoraggio domiciliare della glicemia e/o della glicosuria effettuato dal paziente stesso. Per controllare la risposta terapeutica possonoessere utilizzati anche i livelli di emoglobina glicosilata. E' neces sario effettuare il controllo periodico della glicemia per individuarei casi nei quali non sia stata raggiunta una adeguata riduzione dei l ivelli glicemici nonostante la somministrazione di dosi massimali di farmaco (fallimento primario) e per individuare i casi nei quali si ha una perdita della capacita' di controllare adeguatamente la glicemia dopo un primo periodo in cui il farmaco e' stato efficace (fallimento secondario). La somministrazione di repaglinide per un breve periodo puo' essere sufficiente in caso di perdita transitoria del controllo della glicemia nei pazienti con diabete tipo 2 normalmente ben compensaticon la sola dieta. Dose iniziale: il dosaggio deve essere determinato dal medico in base al fabbisogno del paziente. La dose iniziale racco mandata e' di 0,5 mg. Tra le fasi di aggiustamento della dose devono trascorrere da una a due settimane circa (in base alla risposta glicemica). Se i pazienti sono trasferiti da un altro ipoglicemizzante orale,la dose iniziale consigliata e' 1 mg. Mantenimento: la massima dose s ingola consigliata e' di 4 mg, assunta ai pasti principali. La massimadose giornaliera totale non deve superare i 16 mg. Pazienti anziani: non sono stati effettuati studi clinici in pazienti con piu' di 75 anni. Insufficienza renale: la repaglinide e' escreta principalmente per via biliare e quindi l'escrezione non e' influenzata dalle malattie renali. L'8% di una dose di repaglinide e' escreta attraverso i reni e la clearance plasmatica del principio attivo e' ridotta nei pazienti con insufficienza renale. Poiche' la sensibilita' all'insulina e' piu' elevata nei diabetici con insufficienza renale, e' opportuno porre attenzione nell'aggiustare la dose in questi pazienti. Insufficienza epatica: non sono stati effettuati studi clinici in pazienti con insufficienza epatica. Pazienti debilitati o malnutriti: nei pazienti debilitatio malnutriti, la dose iniziale e quella di mantenimento devono essere conservative ed e' richiesto un attento aggiustamento della dose allo scopo di evitare reazioni ipoglicemiche. Pazienti trattati con altri ipoglicemizzanti orali: i pazienti trattati con altri ipoglicemizzantiorali possono passare direttamente al trattamento con la repaglinide, sebbene non esista un'esatta relazione di dosaggio tra repaglinide e gli altri ipoglicemizzanti orali. La massima dose iniziale consigliataper i pazienti che passano al trattamento con la repaglinide e' di 1 mg da assumere subito prima dei pasti principali. La repaglinide puo' essere somministrata in associazione con la metformina, quando la glicemia non e' sufficientemente controllata con la sola metformina. In questo caso, il dosaggio della metformina va lasciato invariato mentre contemporaneamente si somministra la repaglinide. La dose iniziale della repaglinide e' di 0,5 mg prima dei pasti principali; l'aggiustamentodella posologia deve essere stabilito sulla base della risposta glice mica come per la monoterapia. Popolazione pediatrica: l'uso di repaglinide non e' raccomandato in bambini e adolescenti al di sotto di 18 anni a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e/o sull'efficacia. Modo di somministrazione: la repaglinide deve essere assunta subito prima dei pasti principali (cioe' somministrazione preprandiale). Le dosi di solito sono assunte circa 15 minuti prima del pasto ma il tempo puo' variare in un intervallo che va da immediatamente prima a 30 minuti precedenti il pasto (prima di 2, 3 o 4 pasti al giorno). I pazienti che saltano un pasto (o fanno un pasto in piu') devono essere istruitia saltare (o aggiungere) una dose in relazione a quel pasto.

Conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

Avvertenze

La repaglinide deve essere prescritta solo nel caso in cui, nonostanteadeguati tentativi di dieta, attivita' fisica e riduzione di peso, pe rsistano un controllo glicemico insufficiente e sintomi di diabete. Ipoglicemia: la repaglinide, come gli altri secretagoghi dell'insulina, puo' causare ipoglicemia. Combinazione con secretagoghi dell'insulina:con il passare del tempo, in molti pazienti, la capacita' di ridurre la glicemia da parte di un ipoglicemizzante orale diminuisce. Questo evento puo' dipendere da un aggravamento del diabete o da una ridotta capacita' di risposta al medicinale. Questa situazione, conosciuta comefallimento secondario, va distinta dal fallimento primario nel quale il medicinale e' inefficace sin dall'inizio. Prima di classificare un paziente come soggetto in fallimento secondario bisogna aggiustare la dose e valutare l'aderenza alla dieta e all'esercizio fisico. La repaglinide agisce attraverso uno specifico sito di legame con un'azione breve sulle cellule beta. Non sono stati effettuati studi clinici sull'uso della repaglinide in caso di fallimento secondario ai secretagoghi dell'insulina. Non sono stati effettuati studi clinici sulla combinazione con altri secretagoghi dell'insulina. Combinazione con insulina Protamina Neutra di Hagerdon (NPH) o con tiazolidindioni: sono stati effettuati studi sulla terapia combinata con insulina NPH o con tiazolidindioni. Tuttavia, rimane ancora da definire il profilo beneficio/rischio in confronto con altre terapie combinate. Combinazione con metformina: il trattamento combinato con la metformina e' associato ad un aumentato rischio di ipoglicemia. Quando un paziente stabilizzato con un qualsiasi ipoglicemizzante orale va incontro a stress quali febbre, traumi, infezioni o interventi chirurgici, si puo' verificare una perditadel controllo glicemico. In tali casi, puo' essere necessario sospend ere la repaglinide e trattare transitoriamente il paziente con insulina. Sindrome coronarica acuta: l'uso di repaglinide potrebbe essere associato ad un aumento di incidenza di sindrome coronarica acuta, ad esempio infarto del miocardio. Uso concomitante La repaglinide deve essere usata con cautela o evitata in pazienti che assumono medicinali che influenzano il metabolismo della repaglinide. Se e' necessario l'uso concomitante, la glicemia deve essere controllata accuratamente cosi' come deve essere eseguito un attento monitoraggio clinico.

Interazioni

Repaglinide viene metabolizzata prevalentemente dal CYP2C8, ma anche dal CYP3A4. CYP2C8 e' il piu' importante enzima coinvolto nel metabolismo della repaglinide mentre CYP3A4 gioca un ruolo minore, ma il suo contributo relativo puo' essere aumentato se CYP2C8 e' inibito. Di conseguenza il metabolismo, e con questo la clearance della repaglinide, puo' essere alterato da medicinali che influenzano questi enzimi del citocromo P-450 sia per via inibitoria che induttiva. Prestare particolare attenzione quando entrambi gli inibitori del CYP2C8 e del 3A4 sono co-somministrati con la repaglinide. La repaglinide sembra essere un substrato per l'assorbimento epatico attivo (proteina OATP1B1 trasportatore di anioni organici). Le sostanze inibitrici dell'OATP1B1 potrebbero aumentare le concentrazioni plasmatiche di repaglinide, come e' stato mostrato per la ciclosporina. L'effetto ipoglicemizzante della repaglinide puo' essere aumentato e/o prolungato dalle seguenti sostanze: gemfibrozil, claritromicina, itraconazolo, ketoconazolo, trimetoprim, ciclosporina, altre sostanze antidiabetiche, gli inibitori delle monoamino ossidasi, i beta-bloccanti non selettivi, gli ACE-inibitori, i salicilati, i FANS, l'octeotride, l'alcool e gli steroidi anabolizzanti. La co-somministrazione di gemfibrozil (600 mg due volte al giorno) e di repaglinide (una dose singola di 0,25 mg), ha aumentato di 8,1 voltel'AUC della repaglinide e di 2,4 volte la concentrazione massima di f armaco nel plasma (Cmax) in volontari sani. L'emivita e' stata prolungata da 1,3 a 3,7 ore con il risultato di un possibile aumento e prolungamento dell'effetto ipoglicemizzante della repaglinide e la concentrazione plasmatica della repaglinide a 7 ore e' aumentata di 28,6 volte dall'assunzione di gemfibrozil. L'assunzione concomitante di gemfibrozil e repaglinide e' controindicata. La co-somministrazione di trimetoprim (160 mg due volte al giorno) e di repaglinide (una dose singola di0,25 mg), aumenta l'AUC, la Cmax e l'emivita (t1/2) della repaglinide senza effetti statisticamente significativi sulla glicemia. Tale manc anza di effetto farmacodinamico e' stata osservata con una dose di repaglinide inferiore alla dose terapeutica. Poiche' il profilo di sicurezza di questa combinazione non e' stato stabilito con dosaggi superiori a 0,25 mg per la repaglinide e 320 mg per il trimetoprim, evitare l'uso concomitante del trimetoprim con la repaglinide. Se si rende necessario l'uso concomitante, controllare accuratamente la glicemia cosi' come deve essere eseguito un attento monitoraggio clinico. La rifampicina agisce sia come un induttore che come inibitore nel metabolismo della repaglinide. Un pre-trattamento di sette giorni con rifampicina (600 mg), seguito da co-somministrazione di repaglinide (una dose singola di 4 mg) al settimo giorno diminuisce del 50% la AUC (effetto induttivo e inibente combinati). Quando la repaglinide e' stata data 24 ore dopo l'ultima dose di rifampicina, e' stata osservata una riduzione dell'AUC della repaglinide del 80% (effetto solo induttivo). L'uso concomitante di rifampicina e repaglinide potrebbe pertanto rendere necessario un aggiustamento posologico della repaglinide da definirsi tramitemonitoraggio accurato della glicemia sia all'inizio del trattamento c on rifampicina (inibizione acuta), sia alle dosi successive (insieme di inibizione e induzione) sia alla sospensione del trattamento (solo induzione) sino approssimativamente due settimane dopo la sospensione della rifampicina quando l'effetto induttivo della rifampicina non e' piu' presente. Non si puo' escludere che altri induttori ad es. fenitoina, carbamazepina, fenobarbital e l'erba di San Giovanni possano avereun effetto simile. La co-somministrazione di 200 mg di ketoconazolo a umenta l'AUC e la Cmax della repaglinide di 1,2 volte con i profili glicemici alterati di meno dell'8% quando co-somministrato (una dose singola di 4 mg di repaglinide). La co- somministrazione di 100 mg di itraconazolo ha evidenziato un aumento dell'AUC di 1,4 volte. Non si e' osservato alcun effetto significativo sui livelli di glucosio in volontari sani. La co-somministrazione di 250 mg di claritromicina aumenta lievemente l'AUC della repaglinide di 1,4 volte e la Cmax di 1,7 volte,ed aumenta l'incremento medio dell'AUC dell'insulina serica di 1,5 vo lte e la concentrazione massima di 1,6 volte. Non e' ancora chiaro l'esatto meccanismo di tale interazione. La co-somministrazione di repaglinide (una dose singola da 0,25 mg) e di ciclosporina (dosi ripetute da 100 mg) ha aumentato l'AUC e la Cmax rispettivamente di circa 2,5 volte e 1,8 volte. Non essendo stata stabilita l'interazione con dosaggidi repaglinide piu' alti di 0,25 mg, evitare l'uso concomitante di ci closporina con repaglinide. Se tale associazione e' ritenuta necessaria, effettuare un attento monitoraggio clinico e della glicemia. La co-somministrazione di deferasirox (30 mg/kg/giorno, 4 giorni) e di repaglinide (dose singola, 0,5 mg) ha determinato un aumento dell'esposizione sistemica alla repaglinide (AUC) fino a 2,3 volte il controllo, (90% CI [2.03-2,63]), un aumento di 1,6 volte (90% CI [1.42-1.84]) della Cmax e un aumento esiguo, ma significativo, dei valori glicemici. Poiche' non e' stata stabilita l'interazione con dosaggi piu' alti di 0,5 mg di repaglinide, l'uso concomitante di deferasirox e repaglinide deve essere evitato. Se e' necessario l'uso combinato, deve essere effettuato un attento monitoraggio clinico e dei livelli glicemici. I farmaci beta-bloccanti possono mascherare i sintomi dell'ipoglicemia. La co-somministrazione di cimetidina, nifedipina, estrogeni o simvastatina con la repaglinide, tutti substrati del CYP3A4, non ha alterato significativamente i parametri farmacocinetici della repaglinide. La repaglinide non ha determinato effetti clinici di rilievo sulle proprieta' farmacocinetiche della digossina, della teofillina o del warfarin allo stadio stazionario, quando somministrata a volontari sani. Quindi in caso di co-somministrazione della repaglinide con questi farmaci, non e' necessario eseguire aggiustamenti del dosaggio. L'effetto ipoglicemizzante della repaglinide puo' essere ridotto dalle seguenti sostanze: contraccettivi orali, rifampicina, barbiturici, carbamazepina, tiazidi, corticosteroidi, danazolo, ormoni tiroidei e simpaticomimetici. Quandoquesti medicinali sono aggiunti o eliminati dalla terapia di un pazie nte trattato con la repaglinide e' necessario controllare attentamenteil paziente per verificare eventuali modifiche del controllo glicemic o. Deve essere presa in considerazione una potenziale interazione quando la repaglinide e' usata con altri medicinali anch'essi secreti soprattutto attraverso la bile. Non sono stati effettuati studi di interazione nei bambini e negli adolescenti.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse piu' frequentemente riportate sono variazioni dei livelli di glucosio nel sangue, ad esempio ipoglicemia. Il verificarsidi queste reazioni dipende da fattori individuali, quali abitudini al imentari, il dosaggio, l'esercizio fisico e lo stress. Frequenze reazioni avverse: comune (>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1.000, <1/100); raro (>= 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000) e non nota. Disturbi del sistema immunitario. Molto rara: reazioni allergiche. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: ipoglicemia; non nota: coma ipoglicemico e incoscienza ipoglicemica. Disturbi della vista. Molto rara: disturbo della rifrazione. Patologie cardiache. Rara: malattia cardiovascolare. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale, diarrea; molto rara: vomito, stipsi; non nota: nausea. Alterazioni del sistema epatobiliare. Molto rara: funzionalita' epatica anormale, aumento degli enzimi epatici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota: ipersensiblita'. Descrizione di reazioni avverseselezionate. Reazioni allergiche: reazioni di ipersensibilita' genera lizzata (ad es. reazioni anafilattiche) o reazioni immunologiche come la vasculite. Disturbo della rifrazione: si e' osservato che le variazioni dei livelli di glicemia possono provocare disturbi transitori della vista, specialmente all'inizio del trattamento. Questi disturbi sono stati riportati solo in rarissimi casi dopo l'inizio del trattamentocon la repaglinide e in corso di sperimentazioni cliniche non hanno m ai richiesto interruzione del trattamento con repaglinide. Funzione epatica anormale, aumento degli enzimi epatici: durante il trattamento con la repaglinide sono stati riportati casi isolati di aumento degli enzimi epatici. La maggior parte dei casi erano lievi e transitori e solo pochissimi pazienti sono stati costretti ad interrompere la terapia. In casi molto rari, e' stata riportata una grave disfuzione epatica.Ipersensibilita': possono verificarsi reazioni di ipersensibilita' cu tanea come eritema, prurito, eruzioni cutanee e orticaria. Non c'e' tuttavia motivo di sospettare un'allergia crociata con le sulfaniluree acausa della diversita' della struttura chimica. Segnalare qualsiasi r eazione avversa sospetta tramite Agenzia Italiana del Farmaco.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono studi riguardanti l'uso della repaglinide in donne in gravidanza. La repaglinide deve essere evitata durante la gravidanza. Non vi sono studi riguardanti l'uso della repaglinide in donne che allattano. La repaglinide non deve essere usata durante l'allattamento. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva.