Rimstar - 60cpr Riv

Dettagli:
Nome:Rimstar - 60cpr Riv
Codice Ministeriale:036928024
Principio attivo:Rifampicina/Isoniazide/Pirazinamide/Etambutolo Cloridrato
Codice ATC:J04AM06
Fascia:A
Prezzo:29.1
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30 gradi, luogo asciutto
Scadenza:24 mesi

Formulazioni

Rimstar - 60cpr Riv

Categoria farmacoterapeutica

Agente antitubercolare.

Indicazioni

Trattamento iniziale della tubercolosi.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' nota o sospetta alla rifampicina, all'isoniazide, alla pirazinamide, all'etambutolo cloridrato e/o a uno qualsiasi degli eccipienti. Anamnesi di epatite indotta da farmaco e patologie epatiche acute, indipendentemente dall'origine. Porfiria. Artrite gottosa acuta. Insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min). Uso concomitante con voriconazolo e inibitori delle proteasi, eccetto ritonavir, se somministrato al dosaggio pieno o 600 mg due volte al giorno.

Posologia

Deve essere somministrato sotto il controllo di un medico esperto nel trattamento della tubercolosi. La dose raccomandata e gli schemi di dosaggio per Rimstar sono basati sulle linee guida dell'OMS. Compresse in associazione a dosi fisse per il trattamento della tubercolosi: OMS/CDS/CPC/TB/99.267, 1999. Il razionale per la prescrizione di compresse in associazione a dosi fisse per il trattamento della tubercolosi: Bollettino dell'Organizzazione mondiale della Sanita' 2001, 79: 61-68. Consultazione informale sull'associazione a dosi fisse di 4 farmaci: Ginevra 2001. Trattamento della tubercolosi: Guideline for national programmes (Linee guida per programmi nazionali): WHO/CDS/TB/2003.313, 2003. Queste dosi e schemi di dosaggio possono differire dalle raccomandazioni sull'uso di agenti antitubercolari presenti in altre linee guida ufficiali. E' un prodotto costituito da una associazione a dosi fisse destinata all'uso nella fase iniziale intensiva del trattamento antitubercolare. Deve essere somministrato giornalmente per tutti i 2 mesi della fase iniziale del trattamento. Quando indicato, nella fase iniziale del trattamento possono essere associati altri farmaci antitubercolari, quali streptomicina. E' costituito da una associazione a dosi fisse che deve essere utilizzato solo quando il rapporto fisso di rifampicina 150 mg, isoniazide 75 mg, pirazinamide 400 mg ed etambutolo cloridrato 275 mg consente il trattamento di un singolo paziente, in linea con le raccomandazioni ufficiali e la pratica clinica. Le compresse devono essere somministrate per via orale in dose singola a digiuno, almeno 1 ora prima dei pasti ed il loro numero dipende dal peso corporeo del paziente. Farmaci antitubercolari essenziali raccomandati dall'OMS. Isoniazide (H): 5 mg/kg die, (intervallo di dosi 4-6). Rifampicina (R): 10 mg/kg die, (intervallo di dosi 8-12). Pirazinamide (Z): 25 mg/kg die, (intervallo di dosi 20-30). Streptomicina (S): 15 mg/kg die, (intervallo di dosi 12-18). Etambutolo (E): 15 mg/kg die, (intervallo di dosi 15-20). Regimi terapeutici raccomandati dall'OMS espressi come numero di compresse con combinazioni a dosi fisse di farmaci antitubercolari in pazienti adulti. Non ha un dosaggio adatto al trattamento di pazienti con peso corporeo inferiore a 30 kg. Non va somministrato ai bambini di eta' inferiore a 8 anni, a causa del rischio di aspirazione e delle possibili difficolta' nella valutazione delle variazioni dell'acuita' visiva. Anziani: non e' necessario un regime terapeutico speciale, ma vanno tenute in considerazione la eventuale concomitanza di insufficienza epatica e/o renale; potrebbe essere utile una integrazione a base di piridossina (vitamina B6). Deve essere utilizzato con cautela e sotto stretto controllo medico nei casi di funzionalita' epatica compromessa. Non va somministrato in pazienti con anamnesi di epatite indotta da farmaco e in pazienti con patologie epatiche acute. Deve essere usato con cautela in pazienti con insufficienza renale moderata e non va somministrato in pazienti con compromissione grave. Se il trattamento iniziale intensivo viene interrotto per qualsiasi motivo, inclusa la mancata compliance, un prodotto costituito da una associazione a dosi fisse di farmaci come questo e' controindicato per la ripresa del trattamento. Rifampicina, isoniazide, pirazinamide ed etambutolo cloridrato devono essere somministrati separatamente per la ripresa del trattamento, poiche' la rifampicina deve essere reintrodotta a un dosaggio inferiore.

Avvertenze

I pazienti con acetilazione estremamente veloce o estremamente lenta devono assumere i quattro principi attivi separatamente, al fine di facilitare l'aggiustamento della dose di isoniazide. Deve essere sospeso immediatamente se si verificano reazioni di ipersensibilita' acuta grave, quali trombocitopenia, porpora, anemia emolitica, dispnea e attacchi di tipo asmatico, shock o insufficienza renale, in quanto questi sono effetti collaterali che la rifampicina puo' provocare in casi eccezionali e i pazienti che sviluppano tali reazioni non devono essere mai piu' trattati con rifampicina. Deve essere sospeso se compaiono altri segni di ipersensibilita' quali febbre o reazioni cutanee e, per ragioni di sicurezza, il trattamento non deve essere continuato o ripreso. Deve essere utilizzato con cautela in pazienti con difetti della vista. Bisogna raccomandare l'esecuzione di esami oculari, inclusa acutezza visiva, discriminazione dei colori e campo visivo, prima di iniziare il trattamento e periodicamente durante il trattamento, soprattutto se si impiegano dosaggi elevati. Non va somministrato ai bambini di eta' inferiore a 8 anni, per via del rischio di aspirazione e per la presenza di etambutolo cloridrato. Non ha un dosaggio adatto al trattamento di pazienti con peso corporeo inferiore a 30 kg. Ai pazienti va fornita l'inforamzione di evitare l'interruzione del trattamento. Rifampicina, isoniazide, pirazinamide ed etambutolo sono metabolizzati nel fegato e livelli di transaminasi elevati, sopra il limite superiore alla norma (ULN), si riscontrano comunemente. La disfunzione epatica che puo' evidenziarsi nelle prime settimane di trattamento ritorna solitamente entro i valori normali spontaneamente, senza interruzione e di solito entro il terzo mese. Ittero clinico o evidenze di epatite sono rari sebbene si verifichino comunemente lievi aumenti degli enzimi epatici. I pazienti con insufficienza epatica devono essere trattati con cautela e occorre effettuare un attento controllo della funzionalita', soprattutto della transaminasi glutammico-piruvica (SGPT/ALAT) e della transaminasi glutammico-ossalacetica sieriche (SGOT/ASAT), prima della terapia, ripetendo tale controllo a intervalli settimanali o quindicinali anche durante il trattamento. Deve essere sospeso se compaiono segnali di danno epatocellulare. Si raccomanda l'interruzione del trattamento con isoniazide in presenza di ittero clinico o di transaminasi superiori a 3 volte il limite ULN (limite superiore della norma), e il farmaco deve essere sostituito da formulazioni contenenti i componenti singoli di rifampicina, isoniazide, pirazinamide ed etambutolo cloridrato, al fine di facilitare il trattamento di queste condizioni cliniche. E' raccomandata l'interruzione se la funzionalita' epatica non ritorna normale o se le transaminasi superano di 5 volte il limite superiore della norma (ULN). L'uso di isoniazide nei pazienti affetti da patologie croniche del fegato deve essere attentamente monitorato, in quanto possono insorgere gravi epatiti, talvolta letali, anche dopo molti mesi di trattamento. Epatotossicita' associata alla terapia con isoniazide (che si ritiene dovuta al metabolita diacetilidrazina) e' rara nei pazienti fino a 20 anni di eta', ma diventa piu' comune con l'aumentare. L'incidenza di epatotossicita' grave puo' essere minimizzata attraverso un attento monitoraggio della funzionalita' epatica, in relazione alla comparsa di sintomi prodromici quali senso di affaticamento, debolezza, malessere, anoressia, nausea o vomito. Alla comprasa di tali sintomi il trattamento deve essere immediatamente interrotto. Nei pazienti con patologia epatica cronica, cosi' come negli alcolisti cronici e nei pazienti denutriti, i benefici terapeutici del trattamento con questo medicinale devono essere valutati rispetto ai possibili rischi. Qualora si consideri necessario puo' risultare importante modificare il dosaggio dei principi attivi che pero' devono assolutamente essere somministrati separatamente. Per pazienti denutriti o anziani, puo' essere utile un'integrazione di piridossina (vitamina B6). Deve essere usato con cautela in pazienti con insufficienza renale moderata (CLcr 30-60 ml/min). Pirazinamide ed etambutolo devono essere utilizzati con cautela in pazienti con anamnesi di Gotta; deve essere effettuato il controllo regolare dell'acido urico nel siero e, in caso di artrite gottosa, il trattamento deve essere sospeso. La rifampicina deve essere definitivamente interrotta se si evidenziano trombocitopenia o porpora e la possibilita' che la pirazinamide abbia un effetto indesiderato sul tempo di coagulazione del sangue o sull'integrita' vascolare deve essere tenuta in considerazione nei pazienti con emottisi. E' stata evidenziata una maggiore difficolta' nel controllo del diabete mellito quando a questi pazienti si somministrata isoniazide. I pazienti affetti da disturbi convulsivi devono essere tenuti sotto stretta osservazione per via degli effetti neurotossici dell'isoniazide e dell'etambutolo cloridrato. Occorre osservare cautela nei soggetti affetti da con nevrite periferica o ottica. L'uso di piridossina (vitamina B6) puo' prevenire o ridurre la neuropatia dovuta al trattamento con isoniazide, soprattutto negli anziani e in pazienti denutriti. Devono essere utilizzati mezzi contraccettivi supplementari non ormonali, per impedire la possibilita' di una gravidanza durante il trattamento. I pazienti devono astenersi dal consumo di alcool. La rifampicina e' un potente induttore del sistema del citocromo P450 e puo' aumentare il metabolismo dei farmaci somministrati contemporaneamente, con conseguenti livelli plasmatici subterapeutici e mancanza di efficacia. I farmaci eliminati attraverso il metabolismo epatico devono essere utilizzati contemporaneamente a questo solo se i livelli plasmatici o la risposta clinica/effetti indesiderati possono essere monitorati e il dosaggio puo' essere adeguatamente. Deve essere evitata la contemporanea somministrazione con: nevirapina, simvastatina, contraccettivi orali e ritonavir.

Interazioni

Gli antiacidi riducono la biodisponibilita' di rifampicina, isoniazide ed etambutolo e per evitare questa interazione deve essere assunto almeno 1 ora prima degli antiacidi. I corticosteroidi possono ridurre i livelli plasmatici di isoniazide, aumentando la relativa eliminazione (clearance) metabolica e/o renale. La rifampicina e' il piu' potente induttore del sistema del citocromo P450 (CYP450), particolare delle due sottofamiglie CYP3A e CYP2C, che rappresentano piu' dell'80% degli isoenzimi del CYP450. Pertanto puo' aumentare il metabolismo di numerosi medicinali somministrati contemporaneamente, che vengono metabolizzati, parzialmente o totalmente, da queste due sottofamiglie di CYP450. Inoltre induce anche UDP-glucoroniltransferasi, un altro enzima coinvolto nel metabolismo di diversi medicinali. Cio' puo' produrre livelli plasmatici subterapeutici dei medicinali somministrati contemporaneamente, con conseguente effetto ridotto o addirittura una perdita dell'effetto. L'isoniazide inibisce il metabolismo di alcuni medicinali, provocando un aumento delle concentrazioni plasmatiche. Alcuni medicinali sono influenzati in maniera opposta dalla rifampicina e dall'isoniazide, ad es. fenitoina, warfarina e teofillina e l'effetto netto non puo' essere previsto e puo' modificarsi nel corso del tempo. I farmaci che vengono eliminati attraverso il metabolismo epatico devono essere somministrati contemporaneamente a questo solo se le concentrazioni plasmatiche o la risposta clinica/effetti indesiderati possono essere monitorati e il dosaggio puo' essere adeguatamente regolato. Gli effetti della induzione enzimatica della rifampicina raggiungono un picco entro 10 giorni, e diminuiscono gradualmente nell'arco di 2 o piu' settimane dopo l'interruzione del trattamento e questi elementi devono essere tenuti inconsiderazione se si aumenta il dosaggio di altri medicinali. RIFAMPICINA. Deve essere evitata la contemporanea somministrazione con: voriconazolo e inibitori della proteasi, eccetto ritonavir se somministrato a dosaggio intero o 600 mg due volte al giorno; nevirapina, simvastatina, contraccettivi orali e ritonavir (se somministrato a bassi dosaggi come "rinforzo", potrebbe verificarsi una marcata riduzione della concentrazione plasmatica). Opportune precauzioni d'impiego, quali il monitoraggio di specifici parametri o una accurata sorveglianza clinica, devono essere intraprese in caso di co-somministrazione con calcio-antagonisti, antiaritmici di classe I (chinidina, disopiramide), anticoagulanti orali, antifungini azolici (eccetto voriconazolo), buspirone, carvedilolo (per via del suo impiego nell'insufficienza cardiaca e del suo basso indice terapeutico per questa indicazione), agenti immunosoppressori (quali ciclosporina, tacrolimus, sirolimus), clozapina, corticosteroidi, gestrinone, estrogeni e progestinici somministrati come terapia ormonale sostitutiva, aloperidolo, ormoni tiroidei, metadone, morfina, efavirenz, propafenone, terbinafina, tiagabina, zidovudina, zolpidem, zaleplon, carbamazepina, fenitoina, teofillina, benzodiazepine, digitalici, dapsone, atovaquone, repaglinide o antidiabetici orali della classe delle sulfaniluree, antagonisti beta-recettoriali (se metabolizzati per via epatica, come metoprololo, propranololo), cloramfenicolo, claritromicina, telitromicina, antidepressivi triciclici, acido p-aminosalicilico, cimetidina, mexiletina, nevirapina, fluvastatina, eterocoxib, rofecoxib, imidapril, tropisetron. ISONIAZIDE. Opportune precauzioni d'impiego, quali il monitoraggio di specifici parametri o una accurata sorveglianza clinica, devono essere intraprese in caso di co-somministrazione con anestetici volatili alogenati volatili, glucocorticoidi, ketoconazolo, fenitoina, pirazinamide, stavudina, carbamazepina, benzodiazepine, etosuccimide, teofillina. PIRAZINAMIDE. Opportune precauzioni d'impiego, quali il monitoraggio di specifici parametri o una accurata sorveglianza clinica, devono essere intraprese in caso di contemporanea somministrazione con probenecid, sulfinpirazone. La rifampicina puo' ridurre l'efficacia dei contraccettivi orali percio' le pazienti devono utilizzare un metodo di contraccezione non ormonale. Il vaccino antitifico orale puo' essere inattivato dalla contemporanea somministrazione di antibiotici. Devono essere evitati i cibi con alto contenuto di tiramina o di istamina, in quanto possono provocare mal di testa, palpitazioni, arrossamenti, ecc. L'isoniazide puo' inibire le monoammino-ossidasi e le diammino-ossidasi. La rifampicina puo' ritardare l'escrezione biliare dei mezzi di contrasto durante un esame radiografico alla cistifellea. I tests microbiologici utilizzati per determinare le concentrazioni plasmatiche di acido folico e cianocobalamina (vitamina B12) non possono essere utilizzati durante il trattamento con rifampicina, in quanto compete con la bilirubina e la BSF e per evitare reazioni falsamente positive deve essere effettuato al mattino prima della somministrazione.

Effetti indesiderati

Stime della frequenza: comune (>1/100), non comune (>=1/1.000 <1/100), raro (>=1/10.000 <1/1.000), molto raro (<1/10.000). RIFAMPICINA. Alterazioni del sangue e sistema linfatico. Raro: leucopenia transitoria, eosinofilia, emolisi, anemia emolitica; trombocitopenia e porpora trombocitopenica si evidenziano piu' frequentemente con la terapia intermittente che non con il trattamento quotidiano continuo, durante il quale si verificano solo in casi molto rari. Quando la somministrazione di rifampicina e' proseguita dopo la comparsa di porpora, sono stati riportati casi di emorragia cerebrale e letali. Alterazioni del sistema endocrino. Raro: disturbi mestruali (in casi estremi amenorrea), induzione di crisi in pazienti affetti da morbo di Addison. Disturbi psichiatrici. Raro: confusione mentale. Alterazioni del sistema nervoso. Comune: stanchezza, sonnolenza, mal di testa, sensazione di testa vuota, capogiri; raro: atassia, debolezza muscolare. Disturbi oculari. Comune: arrossamento degli occhi, alterazione permanente del colore delle lenti a contatto morbide; raro: disturbi visivi, segnali e sintomi gravi quali congiuntivite essudativa. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Comune: anoressia, nausea, dolori addominali, gonfiore; raro: vomito o diarrea, episodi isolati di gastrite erosiva e colite pseudomembranosa. Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: vampate, prurito con o senza rash cutaneo, orticaria; raro: reazioni cutanee gravi, quali reazioni di ipersensibilita' generalizzata, ad es. dermatite esfoliativa, sindrome di Lyell e reazioni pemfigoidi. Alterazioni del sistema epatobiliare. Comune: aumento asintomatico degli enzimi epatici; raro: epatite o ittero, induzione di porfiria. Alterazioni renali e delle vie urinarie. Raro: aumenti dell'azoto ureico nel sangue (BUN) e dell'acido urico nel siero, insufficienza renale acuta dovuta a emoglobinuria, ematuria, nefrite interstiziale, glomerulonefrite e necrosi tubulare. Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione. Comune: colorazione rossastra dei liquidi e delle secrezioni corporee, quali urina, espettorato, liquido lacrimale, feci, saliva e sudore; raro: collasso, shock, edema. Nei pazienti che assumono rifampicina con schemi di dosaggio diversi da quelli giornalieri o in pazienti che riprendono il trattamento dopo un'interruzione temporanea, si puo' sviluppare una sindrome simile a quella influenzale, molto probabilmente di origine immunopatologica, caratterizzata da febbre, brividi e, spesso, mal di testa, vertigini e dolori muscolo-scheletrici. In rari casi questa "sindrome simil-influenzale" puo' essere seguita da trombocitopenia, porpora, dispnea, attacchi di tipo asmatico, anemia emolitica, shock e insufficienza renale acuta che possono, comunque, presentarsi improvvisamente, in particolare alla ripresa del trattamento dopo interruzione temporanea o quando la rifampicina e' somministrata una volta alla settimana ad alte dosi (>=25 mg/kg). ISONIAZIDE. Alterazioni del sangue e sistema linfatico. Raro: eosinofilia, trombocitopenia, anemia (emolitica, sideroblastica); molto raro: agranulocitosi. Alterazioni del sistema endocrino. Raro: puo' interferire con il metabolismo epatico di diversi ormoni, cosa che puo' portare a disturbi mestruali, ginecomastia, sindrome di Cushing, puberta' precoce, iperglicemia e diabete difficilmente controllabile e acidosi metabolica. Disturbi psichiatrici. Raro: psicosi, iperattivita', euforia, insonnia. Alterazioni del sistema nervoso. Comune: neuropatia periferica (dipendente dalla dose e piu' comune in pazienti denutriti, alcolisti, acetilatori lenti e diabetici), di solito preceduta da parestesia ai piedi e alle mani; raro: danno al nervo ottico, convulsioni, capogiri, stordimento, mal di testa, encefalopatia tossica, inoltre, a dosaggi elevati, puo' aumentare la frequenza delle crisi nei soggetti epilettici. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Comune: nausea, vomito, sofferenza epigastrica. Alterazioni del sistema epatobiliare. Comune: disturbi della funzionalita' epatica (di solito aumento lieve e transitorio delle transaminasi sieriche) e i sintomi prodromici piu' comuni sono anoressia, nausea, vomito, affaticamento, malessere e debolezza; raro: epatite, epatite grave. Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione. Comune: reazioni allergiche e altre reazioni, quali esantema da farmaco e febbre; raro: reazioni allergiche e altre reazioni, quali secchezza delle fauci, pirosi gastrica, disturbi della minzione, sindrome reumatica, segni e sintomi simili a lupus eritematoso, pellagra, vascolite, linfoadenopatia, acne. PIRAZINAMIDE. Alterazioni del sangue e sistema linfatico. Raro: trombocitopenia, anemia sideroblastica, effetti indesiderati sul meccanismo di coagulazione del sangue, splenomagalia. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Comune: nausea, vomito, anoressia, dolori addominali. Alterazioni del sitema epatobiliare. Comune: aumenti moderati e transitori del livello di transaminasi sierica durante la prima fase di trattamento, porfiria; raro: epatotossicita' grave sembra essere legata alla dose, epatomegalia, ittero. Alterazioni renali e delle vie urinarie. Comune: iperuricemia (spesso asintomatica), gotta che richiede trattamento; raro: nefrite interstiziale, disuria. Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione. Comune: reazioni allergiche e altre reazioni, quali lieve artralgia e mialgia; raro: reazioni allergiche e altre reazioni, quali rash cutaneo, fotosensibilita', orticaria, prurito, febbre, acne. ETAMBUTOLO. Alterazioni del sangue e sistema linfatico. Raro: trombocitopenia, leucopenia. Disturbi psichiatrici. Non comune: allucinazioni. Alterazioni del sistema nervoso. Non comune: capogiri, disorientamento, confusione, mal di testa, malessere; raro: nevrite periferica (torpore, formicolio, dolore urente o debolezza alle mani o ai piedi). Disturbi oculari. Raro: nevrite ottica retrobulbare dose-dipendente (offuscamento della visione, dolore oculare, daltonismo, perdita della visione). Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Non comune: dolori addominali, perdita di appetito, nausea e vomito, anoressia. Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: prurito, orticaria, rash. Alterazioni renali e delle vie urinarie. Non comune: iperuricemia che puo' evolvere in artrite gottosa acuta (brividi; dolore e gonfiore alle articolazioni, soprattutto dell'alluce, della caviglia o del ginocchio; pelle tirata e calda a livello delle articolazioni interessate). Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione. Raro: ipersensibilita' (rash cutaneo, febbre, dolore articolare), reazioni anafilattiche.

Gravidanza e allattamento

Il trattamento deve essere considerato caso per caso e potrebbe essere somministrato solo se il potenziale beneficio per la madre supera il potenziale rischio per il feto. Rifampicina: non e' stato evidenziato alcun aumento nel tasso di malformazioni fetali. Attraversa la placenta. Durante le ultime settimane di gravidanza puo' causare emorragia postnatale nella madre e nel neonato. Tossicita' riproduttiva a dosaggi >=150 mg/kg. Isoniazide: non e' stata osservata una maggiore frequenza delle malformazioni congenite rispetto alla frequenza prevista in una popolazione normale. Attraversa la placenta e puo' esercitare effetti neurotossici sul bambino. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva. Pirazinamide: non stati condotti studi di tossicita' riproduttiva sugli animali. Non e' noto se possa causare danni fetali se somministrata a donne in gravidanza. Etambutolo: attraversa la placenta e nel plasma fetale puo' raggiungere concentrazioni di circa il 30% delle concentrazioni plasmatiche materne. I limitati dati clinici riguardanti l'esposizione in gravidanza non evidenziano nell'uomo un aumento del tasso di malformazioni fetali. Gli studi sugli animali hanno mostrato una potenziale teratogenicita'. In caso di esposizione durante il terzo trimestre, si raccomanda la somministrazione orale alla madre di fitomenadione (vitamina K), durante l'ultimo mese di gravidanza e la somministrazione neonatale immediatamente dopo il parto, perche' la rifampicina puo' provocare emorragia materna o neonatale. E' raccomandata durante la gravidanza una integrazione di piridossina (vitamina B6), poiche' l'isoniazide potrebbe esercitare effetti neurotossici sul bambino. Rifampicina, isoniazide, pirazinamide ed etambutolo passano nel latte materno, ma non sono stati osservati effetti avversi sui lattanti. L'allattamento al seno, comunque, deve essere evitato, data la possibilita' teorica di effetti neurotossici dovuti a isoniazide ed etambutolo.