Sabril - 50cpr Riv 500mg

Dettagli:
Nome:Sabril - 50cpr Riv 500mg
Codice Ministeriale:027443011
Principio attivo:Vigabatrin
Codice ATC:N03AG04
Fascia:A
Prezzo:35.11
Glutine:Senza glutine
Produttore:Sanofi Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

SABRIL 500 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

Formulazioni

Sabril - 50cpr Riv 500mg

Categoria farmacoterapeutica

Antiepilettici.

Principi attivi

Vigabatrin.

Eccipienti

>>Compresse rivestite con film. Nucleo: povidone K30 (E1201) cellulosamicrocristallina (E460) magnesio stearato; carbossimetilamido sodico (Tipo IA). Rivestimento: ipromellosa 15 mPa.s (E464) titanio biossido (E171) macrogol 8000.

Indicazioni

Trattamento in associazione con altri medicinali antiepilettici per pazienti con epilessia parziale resistente con o senza generalizzazione secondaria e cioe' in quei pazienti in cui tutte le altre associazionisiano risultate inadeguate o non siano state tollerate; monoterapia n el trattamento di spasmi infantili (Sindrome di West).

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al vigabatrin o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati.

Posologia

Il trattamento con il farmaco puo' essere iniziato solo da uno specialista in epilettologia, neurologia o neurologia infantile. Il follow-updeve essere organizzato sotto il controllo di uno specialista in epil ettologia, neurologia o neurologia infantile infantile. Il medicinale e' destinato alla somministrazione orale una o due volte al giorno e puo' essere assunto prima o dopo i pasti. Se il controllo dell'epilessia non e' migliorato in maniera clinicamente significativa dopo un periodo di trattamento adeguato, la somministrazione di vigabatrin non deve essere continuata. Vigabatrin deve essere gradualmente sospeso sottorigoroso controllo medico. Adulti: l'efficacia massima si manifesta g eneralmente in un intervallo di 2-3 g/die. Una dose iniziale di 1 g/die deve essere aggiunta al regime terapeutico attuale dei pazienti con medicinali antiepilettici. La dose giornaliera deve essere poi titolata con incrementi di 0,5 g ad intervalli settimanali, a seconda della risposta clinica e della tollerabilita' del farmaco. La dose massima raccomandata e' di 3 g/die. Non esiste alcuna correlazione diretta fra la concentrazione plasmatica e l'efficacia del farmaco. La durata dell'effetto del medicinale dipende dal tasso di resintesi della GABA-transaminasi anziche' dalla concentrazione plasmatica del farmaco. >>Popolazione pediatrica. Epilessia parziale resistente: la dose iniziale raccomandata nei neonati, bambini e adolescenti e' di 40 mg/kg/die. Le dosi di mantenimento raccomandate in rapporto al peso corporeo sono le seguenti. Peso 10-15 kg: 0,5-1 g/die; 15-30 kg: 1-1,5 g/die; 30-50 kg: 1,5-3 g/die; > 50 kg: 2-3 g/die. Non si deve superare la dose massima raccomandata in ciascuna delle categorie. Monoterapia per gli spasmi infantili (Sindrome di West): la dose iniziale raccomandata e' di 50 mg/kg/die che puo' essere titolata nel corso di una settimana, se necessario. Sono state usate con una buona tollerabilita' dosi fino a 150 mg/kg/die. Anziani e pazienti con compromissione renale: dato che vigabatrin viene eliminato attraverso il rene, si deve usare cautela quando si somministra il farmaco a persone anziane e, piu' in particolare, a pazienti con clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min. Si deve prendere in considerazione un aggiustamento della dose o della frequenza di somministrazione. Questi pazienti possono rispondere ad una dosedi mantenimento inferiore. I pazienti devono essere tenuti sotto cont rollo per accertare eventuali effetti indesiderati, come sedazione o confusione.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.

Avvertenze

Tranne che per il trattamento degli spasmi infantili, non iniziare il farmaco come monoterapia. Sono stati segnalati difetti del campo visivo con elevata prevalenza in pazienti trattati con vigabatrin. L'insorgenza generalmente si verifica dopo un periodo che varia da mesi ad anni di terapia con il vigabatrin. Il grado di restrizione del campo visivo puo' essere grave, il che puo' avere conseguenze pratiche per il paziente. La maggior parte dei pazienti con difetti confermati dalla misurazione del campo visivo (perimetria) era priva di sintomi. Quindi questo effetto indesiderato puo' essere riconosciuto in maniera attendibile solo mediante perimetria sistematica che di solito e' possibile solo in pazienti con eta' dello sviluppo di oltre 9 anni. L'elettroretinografia puo' essere utile, impiegarla solo in adulti che non siano in grado di collaborare con la perimetria o in soggetti molto giovani. I dati attualmente disponibili fanno ritenere che i difetti del campo visivo siano irreversibili anche dopo la sospensione di vigabatrin. Non puo' essere escluso un peggioramento dei DCV dopo la sospensione del trattamento. Non e' raccomandato l'uso del vigabatrin in pazienti con difetti del campo visivo preesistenti clinicamente significativi. Sottoporre i pazienti ad un esame di screening sistematico a intervalli regolari per diagnosticare difetti del campo visivo. Gli esami del campo visivo devono continuare a intervalli di 6 mesi per l'intera durata del trattamento. In base ai dati disponibili, l'andamento abituale e' costituito da una restrizione concentrica del campo visivo di entrambi gli occhi, che generalmente e' piu' marcata a livello nasale che a livello temporale. Nel campo visivo centrale (entro 30. di eccentricita'),si osserva spesso un difetto nasale anulare. Tuttavia i DCV segnalati in pazienti trattati con vigabatrin andavano da lievi a gravi. I casi gravi sono potenzialmente invalidanti. I dati disponibili fanno riten ere che il DCV sia irreversibile anche dopo sospensione di vigabatrin.Non puo' essere escluso un peggioramento dei DCV dopo la sospensione del trattamento. I dati riuniti in pool di studi di prevalenza fanno ritenere che non meno di un terzo dei pazienti trattati con vigabatrin presenti DCV. I pazienti di sesso maschile possono essere esposti a unrischio maggiore dei pazienti di sesso femminile. In questo studio e' stata evidenziata una possibile relazione tra il rischio di difetti d el campo visivo e l'esposizione prolungata al vigabatrin, sia in termini di dose giornaliera (da 1 g a piu' di 3 g), sia in termini di durata del trattamento (il massimo e' durante i primi tre anni). La perimetria statica e' il metodo preferito per riconoscere i difetti del campovisivo associati al vigabatrin. In base ai dati disponibili, il primo potenziale oscillatorio e le risposte di flicker a 30 Hz dell'elettro retinogramma sembrano correlate a un DCV associato a vigabatrin. Queste risposte sono ritardate e ridotte al di la' dei limiti normali. Queste modificazioni non sono state osservate in pazienti trattati con vigabatrin senza DCV. Se si osserva una restrizione del campo visivo durante il follow-up, occorre considerare una sospensione graduale del vigabatrin. Se si decide di continuare il trattamento, occorre considerare un follow-up piu' frequente (perimetria) per riconoscere la progressione del difetto o difetti che mettano in pericolo la vista del paziente. Non impiegare il vigabatrin in concomitanza con altri farmaci retinotossici. Popolazione pediatrica: la perimetria e' raramente possibile in bambini di eta' inferiore a 9 anni nell'eta' dello sviluppo. Attualmente non esiste alcun metodo affermato per diagnosticare o escludere difetti del campo visivo in bambini in cui non si possa eseguire unaperimetria standardizzata. Se il metodo rivela una risposta normale d el campo visivo centrale, ma una risposta periferica assente, il rapporto rischio/beneficio del vigabatrin deve essere passato in rassegna ebisogna considerare una sospensione graduale del farmaco. La presenza della visione periferica non esclude la possibilita' che si sviluppi un DCV. L'elettroretinografia puo' essere utile, ma impiegarla solo inbambini di eta' inferiore ai 3 anni. Si consiglia di tenere sotto str etta osservazione i pazienti trattati con il vigabatrin per accertare eventuali effetti avversi sulla funzione neurologica. Poco dopo l'inizio del trattamento sono stati descritti rari rapporti di sintomi encefalopatici. I fattori di rischio di sviluppo di queste reazioni comprendono una dose iniziale piu' elevata di quella raccomandata, un aumentodella dose piu' rapida di quella raccomandata e insufficienza renale. Questi eventi erano reversibili dopo una riduzione della dose o dopo la sospensione di vigabatrin. Sono stati segnalati casi di risonanza magnetica cerebrale anormale, in particolare nei bambini piccoli, trattati per spasmi infantili con alte dosi di vigabatrin. Allo stato attuale il significato clinico di questi risultati non e' noto. In pazientitrattati per spasmi infantili sono stati segnalati disordini del movi mento che comprendono distonia, discinesia e ipertonia. Se durante il trattamento si presentano nuovi disordini del movimento, considerare la riduzione della dose o una graduale interruzione del trattamento. Inalcuni pazienti si possono verificare un aumento della frequenza dell e convulsioni o la comparsa di nuovi tipi di convulsioni con il vigabatrin. Questi fenomeni possono essere anche la conseguenza di un sovradosaggio, di una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di un trattamento antiepilettico concomitante o di un effetto paradosso. Un'improvvisa sospensione puo' determinare convulsioni di rimbalzo. Nel casodi sospensione del trattamento, si consiglia una graduale riduzione d ella dose nel corso di un periodo di 2-4 settimane. Usare il vigabatrin con cautela in pazienti con anamnesi di psicosi, depressione o problemi comportamentali. Eventi psichiatrici sono stati riferiti durante il trattamento con il vigabatrin. Questi eventi si sono verificati in pazienti con e senza un'anamnesi psichiatrica e, di solito, erano reversibili quando le dosi di vigabatrin venivano ridotte o gradualmente sospese. Sono stati segnalati casi di idea e comportamento suicida. Datoche il vigabatrin viene eliminato per via renale, usare cautela in pa zienti con clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min e in pazienti anziani. Tenere questi pazienti sotto stretta sorveglianza per accertare eventuali effetti indesiderati, come sedazione e confusione.

Interazioni

Dato che vigabatrin non viene metabolizzato ne' si lega alle proteine e non e' un induttore di enzimi del citocromo P450 che metabolizzano ifarmaci, sono improbabili interazioni con altri medicinali. Tuttavia, durante studi clinici controllati, e' stata osservata una graduale ri duzione del 16-33% delle concentrazioni plasmatiche di fenitoina. La natura esatta di questa interazione non e' attualmente chiara, ma, nella maggior parte dei casi, e' improbabile che abbia un significato terapeutico. Le concentrazioni plasmatiche di carbamazepina, fenobarbital e valproato di sodio sono state anch'esse monitorate durante studi clinici controllati e non e' stata riconosciuta alcuna interazione clinicamente significativa. Vigabatrin puo' determinare una diminuzione dell'attivita' plasmatica misurata dell'alanin-aminotransferasi (ALT) e, in misura minore, dell'aspartato-aminotransferasi (AST). E' stato riferito che l'entita' della soppressione dell'ALT variava fra il 30 ed il 100%. Pertanto questi test epatici possono essere inaffidabili dal punto di vista quantitativo in pazienti che assumevano vigabatrin. Vigabatrin puo' aumentare la quantita' di aminoacidi nell'urina probabilmente determinando un test falso-positivo per certi disturbi metabolici genetici rari (ad es. la presenza nell'urina di acido alfa-amino-adipico).

Effetti indesiderati

Sono stati segnalati frequentemente difetti del campo visivo da lievi a gravi in pazienti trattati con il vigabatrin. I casi gravi sono potenzialmente invalidanti. La comparsa avviene di solito dopo mesi o annidi terapia con il vigabatrin. I dati riuniti in pool di studi di prev alenza fanno ritenere che non meno di un terzo dei pazienti trattati con il vigabatrin sviluppi difetti del campo visivo. Circa il 50% dei pazienti in studi clinici controllati ha avuto effetti indesiderati durante il trattamento con vigabatrin. Negli adulti, essi erano per la maggior parte a carico del sistema nervoso centrale, ad esempio: sedazione, stordimento, stanchezza e diminuita capacita' di concentrazione. Tuttavia, nei bambini e' frequente l'eccitazione o l'agitazione. L'incidenza di questi effetti indesiderati e' generalmente piu' elevata all'inizio del trattamento e diminuisce con l'andar del tempo. Come avviene con altri antiepilettici, alcuni pazienti possono avere un aumento della frequenza di convulsioni, compreso lo " status epilepticus " (stato epilettico), con vigabatrin. I pazienti con convulsioni mioclonichepossono essere particolarmente soggetti a questo effetto. In casi rar i possono verificarsi mioclono di nuova insorgenza ed esacerbazione del mioclono esistente. Di seguito vengono elencati gli effetti indesiderati classificati secondo la loro frequenza, usando la seguente convenzione: molto comune: (>=1/10); comune (da >=1/100 a <1/10); non comune(da >=1/1000 a <1/100); raro (da >=1/10.000 a <1/1000); molto raro (< 1/10.000); non nota. Patologie del sistema emolinfopoietico Comune: anemia. Disturbi psichiatrici. Comune: agitazione, aggressivita', nervosismo, depressione, reazioni paranoidi; non comune: ipomania, mania, disturbi psicotici; raro: tentato suicidio; molto raro: allucinazioni. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: sonnolenza; comune: disordini del linguaggio, cefalea, capogiri, parestesia, disturbi dell'attenzione e compromissione della memoria, compromissione mentale (disturbidel pensiero), tremori; non comune: coordinazione anormale (atassia); raro: encefalopatia; molto raro: neurite ottica; non nota: sono stati segnalati casi di risonanza magnetica cerebrale anormale. Sono stati segnalati disturbi del movimento che comprendono distonia, discinesia e ipertonia, sia da soli che associati a risonanza magnetica anormale.Patologie dell'occhio. Molto comune: difetti del campo visivo; comune : visione offuscata, diplopia, nistagmo; raro: patologie retiniche (come atrofia periferica della retina); molto raro: atrofia ottica. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, vomito, dolore addominale. Patologie epatobiliari. Molto raro: epatite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: rash; raro: angioedema, orticaria. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Moltocomune: artralgia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla se de di somministrazione. Molto comune: fatica; comune: edema, irritabilita'. Esami diagnostici. Comune: aumento di peso. Sono state segnalatereazioni psichiatriche durante la terapia con il vigabatrin. Queste r eazioni si sono manifestate in pazienti con o senza anamnesi psichiatrica e sono risultate, di solito, reversibili con la riduzione o la sospensione graduale del vigabatrin. La depressione e' risultata una reazione psichiatrica comune negli studi clinici ma raramente ha richiestol'interruzione del vigabatrin. Nelle prime fasi del trattamento con i l vigabatrin, sono stati descritti rari casi di sintomi encefalopaticicome sedazione marcata, stupore e confusione associati a un'attivita' aspecifica a onde lente nell'elettroencefalogramma. Tali reazioni si sono dimostrate completamente reversibili dopo la riduzione della doseo la sospensione del vigabatrin. Dati di laboratorio indicano che il trattamento con il vigabatrin non conduce a tossicita' renale. Sono state osservate diminuzioni nei valori di ALT e AST, tali diminuzioni sono considerate essere il risultato dell'inibizione di queste aminotransferasi da parte del vigabatrin. >>Popolazione pediatrica. Disturbi psichiatrici. Molto comune: eccitazione, agitazione. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Rischio correlato all'epilessia e ai medicinali antiepilettici in generale: nella prole di donne trattate con antiepilettici la prevalenza di malformazioni e' due o tre volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Quelle riportate piu' frequentemente sono labioschisi, malformazioni cardiovascolari e difetti del tubo neurale. La politerapia puo' essere associata ad un maggiore rischio di malformazioni congenite rispetto alla monoterapia, pertanto e' importante praticare la monoterapia ogni volta che sia possibile. Deve essere fornito un consiglio specialistico a tutte le pazienti che potrebbero iniziare una gravidanzao che sono in eta' fertile. Deve essere rivalutata la necessita' di u n trattamento antiepilettico quando una paziente pianifica una gravidanza. Non si deve interrompere improvvisamente una terapia antiepilettica efficace quando una paziente entra in gravidanza, poiche' il peggioramento della malattia puo' essere dannoso sia per la madre che per ilfeto. Rischio correlato al vigabatrin: sulla base dei dati ottenuti d a gravidanze esposte al vigabatrin, disponibili da segnalazioni spontanee, sono stati segnalati risultati anormali (anomalie congenite o aborto spontaneo) nella prole delle madri che hanno assunto il vigabatrin. Non si puo' trarre alcuna conclusione definitiva per stabilire se vigabatrin determini un maggior rischio di malformazioni se assunto durante la gravidanza a causa dei dati limitati e della presenza di concomitanti medicinali antiepilettici. Studi negli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva. Il medicinale non deve essere usato durante lagravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano u n trattamento con vigabatrin. Esiste una quantita' limitata di informazioni sulla possibile comparsa di difetti del campo visivo in bambini che siano stati esposti a vigabatrin in utero. Vigabatrin viene escreto nel latte materno umano. Non ci sono informazioni sufficienti sugli effetti di vigabatrin nei neonati/infanti. Si deve decidere se interrompere l'allattamento o interrompere/astenersi dalla terapia con il farmaco considerando il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Studi sulla fertilita' nei ratti non hanno mostrato nessun effetto sulla fertilita' maschile e femminile.