Tamoxifene Ratio - 20cpr 20mg

Dettagli:
Nome:Tamoxifene Ratio - 20cpr 20mg
Codice Ministeriale:033617022
Principio attivo:Tamoxifene Citrato
Codice ATC:L02BA01
Fascia:A
Prezzo:4.58
Rimborso:4.58
Doping:Proibito in e fuori gara
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Ratiopharm Italia Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi

Denominazione

TAMOXIFENE RATIOPHARM 20 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

Formulazioni

Tamoxifene Ratio - 20cpr 20mg

Categoria farmacoterapeutica

Antagonisti ormonali e sostanze correlate.

Principi attivi

Tamoxifene citrato 30,4 mg (pari a tamoxifene base 20 mg).

Eccipienti

Lattosio, amido di mais, gelatina, croscarmellosa sodica, magnesio stearato, ipromellosa, polietilenglicole (macrogol) 300, titanio biossido.

Indicazioni

Tamoxifene-ratiopharm e' indicato per il trattamento del carcinoma mammario.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; gravidanza e allattamento; pazienti pediatrici; alto rischio di cancro mammario; carcinoma duttale in sito in donne che richiedano una concomitante terapia anticoagulante o che presentino un'anamnesi di trombosi venosa profonda o embolia polmonare.

Posologia

Adulti e anziani: da 20 a 40 mg in una o due somministrazioni giornaliere. Normalmente la dose di 20 mg e' sufficientemente efficace. Le compresse devono essere interamente inghiottite, non masticate, e sommistrate con una quantita' adeguata di liquido durante i pasti. Il trattamento e' di solito di lunga durata. Nel trattamento adiuvante di cancromammario precoce positivo al recettore ormonale, una durata di tratta mento di almeno 5 anni e' raccomandata. La durata ottimale della terapia con tamoxifene e' ancora sotto investigazione. Il farmaco e' controindicato nei bambini.

Conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

Avvertenze

Il tamoxifene deve essere impiegato con cautela in pazienti con persistente leucopenia, ipercalcemia o trombocitopenia. Sono consigliabili periodici controlli della crasi ematica, inclusa funzionalita' epatica e calcemia. Si puo' verificare arresto del flusso mestruale in pazienti in pre-menopausa il che non pregiudica l'attivita' antitumorale del farmaco. Durante il trattamento con tamoxifene e' stata riportata un'aumentata incidenza di alterazioni dell'endometrio, comprendenti iperplasia, polipi e carcinoma. L'incidenza e il quadro di queste alterazioni suggeriscono un meccanismo di base correlato alle proprieta' estrogeniche del tamoxifene. E' consigliabile, quindi che le pazienti in corso di terapia vengano sottoposte ad adeguati controlli dell'apparato genitale, in particolare dell'endometrio . Inoltre le pazienti in trattamento con tamoxifene o che abbiano assunto il farmaco precedentemente e che presentino sanguinamento vaginale anomalo devono essere sottoposte a controlli immediati. In studi clinici con tamoxifene nel carcinoma mammario sono stati riportati secondi tumori primari a livello di siti diversi dall'endometrio e dalla mammella controlaterale; non e' stata stabilita alcuna relazione causale e il significato clinico di queste osservazioni non e' chiaro. Le pazienti in trattamento con tamoxifene devono essere istruite ad avvisare immediatamente il proprio medicoqualora avvertano uno qualsiasi dei seguenti sintomi: intorpidimento del volto o debolezza delle braccia o delle gambe e problemi della parola o della visione che potrebbero indicare uno ictus cerebri. Lo stesso in caso di dolore toracico o dispnea che potrebbero essere sintomi di embolia polmonare, o se si presenta dolore addominale o un sanguinamento vaginale anormale che potrebbero indicare un possibile cancro dell'utero. Anche in caso di tosse e dispnea che potrebbero essere sintomi di una polmonite interstiziale le pazienti dovranno essere istruitead avvisare il proprio medico. Deve essere richiesto alle pazienti se esse abbiano avuto una storia pregressa di ictus cerebrali, di eventi simili all'ictus, eventi tromboembolici o cancro dell'utero. In lette ratura e' stato dimostrato che i metabolizzatori lenti di CYP2D6 presentano un livello plasmatico piu' basso di endoxifene, uno dei piu' importanti metaboliti attivi del tamoxifene. La contestuale somministrazione di medicinali che inibiscono CYP2D6 puo' portare a concentrazioni ridotte del metabolita attivo endoxifene. Pertanto, durante il trattamento con il tamoxifene, si devono evitare il piu' possibile i potenti inibitori di CYP2D6. La decisione di iniziare la terapia con tamoxifene in pazienti con carcinoma duttale in situ deve essere discussa con le pazienti, valutando insieme a loro i potenziali rischi e benefici.

Interazioni

Durante il trattamento con tamoxifene non devono essere co-somministrati medicinali a base ormonale, in particolare estrogeni, poiche' possono indurre un'attenuazione dell'effetto del farmaco. Non devono essereco-somministrati inibitori dell'aggregazione piastrinica, al fine di non aumentare il rischio emorragico durante la fase trombocitopenica. L'impiego del tamoxifene in pazienti sottoposte a terapia con anticoagulanti tipo dicumarolico puo' aumentare l'attivita' anticoagulante; e'consigliabile in questo caso uno stretto monitoraggio degli indici di coagulazione. La somministrazione concomitante dei due farmaci richie de pertanto stretto monitoraggio dello stato coagulativo (in particolare all'inizio del trattamento). L'uso concomitante di tamoxifene e letrozolo, un inibitore dell'aromatasi, ha portato ad una riduzione delleconcentrazioni plasmatiche di letrozolo del 37%. Quando il tamoxifene e' somministrato in associazione con farmaci citotossici, si puo' ver ificare un maggior rischio di episodi tromboembolici. Tamoxifene ed i suoi metaboliti principali sono potenti inibitori dell'ossidasi del sistema del citocromo P450. L'effetto del tamoxifene sul metabolismo e l'eliminazione di altri agenti citotossici che sono attivati da tali enzimi, come la ciclofosfamide, e' ignoto. L'uso del tamoxifene in associazione con un inibitore dell'aromatasi come terapia adiuvante non ha mostrato un'efficacia migliore rispetto a tamoxifene da solo. La conosciuta e principale via del metabolismo di tamoxifene nell'uomo e' la demetilazione, catalizzata da enzimi CYP3A4. E' stato riportato in letteratura che l'interazione farmacocinetica con la rifampicina, agente che induce il CYP3A4, comporta una riduzione dei livelli plasmatici di tamoxifene. Non e' nota la rilevanza clinica di questa interazione. Inletteratura e' stata riportata l'interazione farmacocinetica con gli inibitori di CYP2D6, mostrando una riduzione del 65-75% dei livelli plasmatici di una delle forme piu' attive del farmaco, ovvero dell'endoxifene. In alcuni studi e' stata riportata una riduzione dell'efficaciadel tamoxifene somministrato in associazione con alcuni antidepressiv i inibitori selettivi del reuptake della serotonina. Dato che non si puo' escludere una riduzione dell'effetto del tamoxifene, si deve evitare quanto piu' possibile la contestuale somministrazione di potenti inibitori di CYP2D6.

Effetti indesiderati

Patologie del sistema emolinfopoietico. Possono verificarsi cambiamenti nella conta ematica; comune: anemia transitoria; non comune: leucocitopenia, neutropenia e trombocitopenia transitoria con valori usuali di 80.000-90.000/mcl e raramente inferiori; molto raro: neutropenia severa e pancitopenia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: ritenzione di liquidi, aumento dei trigliceridi sierici, molto raramente ipertrigliceridemia severa a volte accompagnata da pancreatite; non comune: ipercalcemia in pazienti con metastasi ossee, particolarmente all'inizio del trattamento. Patologie del sistema nervoso. Comune:sensazione di testa leggera, cefalea. Patologie dell'occhio. Comune: disturbi visivi (cataratta, retinopatia e/o modifiche corneali) solo parzialmente reversibili. Il rischio di cataratta aumenta con il prolungarsi del trattamento con tamoxifene; raro: neuropatia ottica, neuriteottica. Patologie vascolari. Comune: eventi ischemici cerebrovascolar i, crampi ai polpacci; non comune: infarto. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto raro: polmonite interstiziale. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea; non comune: vomito. Patologie epatobiliari. Non comune: modifiche dei valori degli enzimi epatici; raro: sviluppo di steatosi epatica, colestasi, epatite e ittero; non nota:agranulocitosi con necrosi epatocellulare. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, alopecia; non comune: reazioni di ipersensibilita', incluso edema angioneurotico; molto rar o: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, pemfigo bolliforme. Patologie del sistema riproduttivo e della mammella. Molto comune: perdite vaginali, modificazioni del ciclo mestruale, a volte inclusa lascomparsa del ciclo in pazienti in pre-menopausa; comune: prurito vul vare, sanguinamento vaginale, crescita di mioma uterino, modifiche endometriali proliferative sotto forma di neoplasia endometriale, iperplasia endometriale, polipi endometriali; non comune: carcinoma endometriale (secondo i dati attualmente disponibili, il rischio aumenta di 2-4volte durante il trattamento, in confronto a donne non in trattamento con tamoxifene); raro: sarcoma uterino, cisti ovariche. Patologie gen erali. Molto comune: vampate di calore, dovute parzialmente all'effetto antiestrogenico di tamoxifene; comune: dolore osseo e dolore nella zona tissutale affetta che accompagna la risposta iniziale al trattamento. Dai risultati dello studio clinico NSABP P-1, un vasto studio della durata di 5 anni che ha coinvolto circa 13.000 donne ad alto rischioper insorgenza di cancro del seno che hanno assunto tamoxifene o plac ebo, e' emerso nelle donne trattate con il tamoxifene un aumento dell'incidenza delle seguenti reazioni avverse rispetto al gruppo di controllo: cancro dell'utero, adenocarcinoma endometriale (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 2,20 nel gruppo delle donne trattate contro 0,71 nel gruppo di controllo), sarcoma uterino, incluso il sarcoma misto di tipo mulleriano (tasso di incidenza per 1000 anni/ donna paria 0,17 nel gruppo delle donne trattate contro 0,00 nel gruppo di cont rollo); stroke (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 1,43 nelgruppo delle donne trattate contro 1.00 nel gruppo di controllo); emb olia polmonare (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 0,75 nelgruppo delle donne trattate contro 0.25 nel gruppo di controllo). Alc uni casi di tumori maligni uterini, di ictus e di embolia polmonare hanno avuto esito fatale. Nello stesso studio e' stato rilevato anche unaumento dell'incidenza di trombosi venosa profonda, formazione di cat aratta, operazioni chirurgiche per cataratta. Sono stati segnalati fibromi uterini, endometriosi ed altre alterazioni endometriali inclusi iperplasia e polipi. Molto raramente sono stati riportati casi di polmonite interstiziale.

Gravidanza e allattamento

Il medicinale e' controindicato in gravidanza. Sebbene non sia stata stabilita alcuna relazione causale con il farmaco, sono stati segnalatipochi casi di aborti spontanei, anomalie congenite e morti fetali in pazienti che avevano assunto tamoxifene. Negli studi di tossicita' sulciclo riproduttivo nel ratto, coniglio e scimmia il farmaco non ha mo strato potenziale teratogeno. Nei modelli sperimentali di sviluppo deltratto riproduttivo fetale del roditore, il farmaco e' stato associat o a modificazioni simili a quelle causate da estradiolo, etinilestradiolo, clomifene e dietilstilbestrolo (DES). Sebbene la rilevanza clinica di tali modificazioni non sia nota, alcune di queste, specialmente l'adenosi vaginale, sono simili a quelle osservate nelle donne giovani che, nella vita intrauterina, avevano subito l'esposizione a DES e chepresentano un rischio di 1:1000 di sviluppare un carcinoma a cellule chiare della vagina o della cervice. Solo un piccolo numero di pazienti e' stato esposto a tamoxifene in corso di gravidanza. Non e' stato riportato che tale esposizione abbia causato una successiva adenosi vaginale o carcinoma a cellule chiare della vagina o della cervice nelle donne giovani che avevano subito l'esposizione a tamoxifene nella vitaintrauterina. Le pazienti devono essere informate della necessita' di evitare una gravidanza durante il trattamento con tamoxifene e, se se ssualmente attive, devono usare contraccettivi di barriera o altri metodi contraccettivi non ormonali. Le pazienti in pre-menopausa, prima di iniziare il trattamento, devono essere sottoposte ad attenti controlli per escludere la possibilita' di una gravidanza in atto. Le pazienti devono essere informate dei rischi potenziali per il feto qualora siinstaurasse una gravidanza durante il trattamento con tamoxifene o ne i due mesi successivi all'interruzione della terapia. Nell'uomo, alla dose di 20 mg/die, tamoxifene inibisce la produzione di latte. Dopo interruzione del trattamento la produzione di latte non riprende. Studi sull'animale hanno mostrato tossicita' riproduttiva. Inoltre non e' noto se tamoxifene sia escreto nel latte materno.