Tasmar - 30cpr Riv 200mg

Dettagli:
Nome:Tasmar - 30cpr Riv 200mg
Codice Ministeriale:033280064
Principio attivo:Tolcapone
Codice ATC:N04BX01
Fascia:C
Prezzo:87.8
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Meda Pharma Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:60 mesi

Denominazione

TASMAR 200 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

Formulazioni

Tasmar - 30cpr Riv 200mg

Categoria farmacoterapeutica

Farmaci antiparkinsoniani, agenti dopaminergici.

Principi attivi

Ogni compressa rivestita con film contiene 200 mg di tolcapone.

Eccipienti

Corpo della compressa: Calcio fosfato dibasico anidro, cellulosa microcristallina, polividone K30, sodio amido glicollato, lattosio, talco, magnesio stearato. Film di rivestimento: idrossipropilmetilcellulosa, talco, ossido di ferro giallo, etilcellulosa, titanio diossido, triacetina, sodio laurilsolfato.

Indicazioni

L'uso del medicinale e' indicato in associazione con levodopa/benserazide o levodopa/carbidopa nei pazienti con malattia di Parkinson idiopatica responsiva alla levodopa e con fluttuazioni motorie, che non abbiano risposto o che non tollerino altri catecolo-O-metiltransferasi inibitori delle COMT. A causa del rischio di lesioni epatiche acute, potenzialmente fatali, il prodotto non deve essere considerato un trattamento di prima linea in aggiunta a levodopa/benserazide o a levodopa/carbidopa. Poiche' si deve utilizzare solo in associazione a levodopa/benserazide e levodopa/carbidopa, le informazioni relative alla prescrizione di queste preparazioni contenenti levodopa sono valide anche quando sono utilizzate insieme al farmaco.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' a tolcapone o a uno qualsiasi degli eccipienti. Segnidi epatopatia o innalzamento degli enzimi epatici. Discinesia grave. Anamnesi positiva per il complesso sintomatico della sindrome neurolettica maligna (SNM) e/o per la rabdomiolisi non traumatica o l'ipertermia. Feocromocitoma. Trattamento con inibitori non selettivi della monoammina ossidasi (MAO)

Posologia

La somministrazione e' consentita solo su prescrizione di medici esperti nel trattamento della malattia di Parkinson in fase avanzata e sotto la loro supervisione. La prima dose giornaliera deve essere assunta insieme alla prima dose giornaliera della preparazione contenente levodopa e le dosi successive devono essere somministrate a distanza di circa 6 e 12 ore dalla prima dose. Il farmaco puo' essere assunto durante o lontano dai pasti. La dose raccomandata e' 100 mg tre volte al giorno, sempre in aggiunta alla terapia con levodopa/benserazide o levodopa/carbidopa. Solo in circostanze eccezionali, quando l`incremento delbeneficio clinico incrementale previsto giustifica il maggior rischio di reazioni epatiche, si deve aumentare la dose a 200 mg tre volte al giorno. Sospendere se, indipendentemente dalla dose, non si manifesta no considerevoli miglioramenti clinici entro 3 settimane dall'inizio del trattamento. Non deve essere superata la massima dose terapeutica di 200 mg tre volte al giorno dal momento che non ci sono prove di una maggiore efficacia per dosi superiori. Si deve controllare la funzioneepatica prima dell'inizio del trattamento e poi eseguire un monitorag gio ogni 2 settimane per il primo anno di terapia, ogni 4 settimane nei 6 mesi successivi e in seguito ogni 8 settimane. Se si aumenta la dose a 200 mg x 3/die, gli enzimi epatici devono essere controllati prima di aumentare la dose e poi ricominciare seguendo la stessa sequenza temporale dei controlli indicata. Il trattamento con il prodotto deve essere interrotto qualora l'ALT (alanina aminotransferasi) e/o l'AST (aspartato aminotransferasi) dovessero superare il limite superiore delvalore normale o si sviluppassero sintomi o segni che suggeriscono l' insorgenza di blocco epatico. >>Aggiustamenti della dose di levodopa durante il trattamento con il prodotto. Poiche' il farmaco riduce la degradazione della levodopa nell'organismo, all'inizio del trattamento possono verificarsi effetti indesiderati dovuti all'aumento di concentrazione della levodopa. Negli studi clinici e' stato necessario ridurrela dose giornaliera di levodopa in oltre il 70% dei pazienti che assu mevano piu' di 600 mg di levodopa o che presentavano discinesie moderate o gravi prima dell'inizio del trattamento. La riduzione media delladose giornaliera di levodopa, nei pazienti che necessitavano di una r iduzione della dose, e' stata del 30% circa. All'inizio del trattamento con il farmaco si devono informare tutti i pazienti dei sintomi dovuti a una dose eccessiva di levodopa e dei provvedimenti da prendere nel caso in cui cio' accada. >>Aggiustamenti della dose di levodopa quando si interrompe il farmaco. I consigli che seguono si basano su considerazioni di tipo farmacologico e non sono stati valutati in studi clinici. Quando si interrompe la terapia con il farmaco a causa degli effetti indesiderati connessi all'eccesso di levodopa non si deve ridurrela dose della levodopa. Tuttavia quando si interrompe la terapia per motivi diversi dall'eccesso di levodopa, si deve aumentare la dose della levodopa a livelli uguali o superiori a quelli assunti prima di iniziare la terapia con il prodotto, soprattutto se il paziente aveva ridotto considerevolmente la levodopa all'inizio dell'assunzione. In tutti i casi si devono istruire i pazienti sui sintomi dovuti a una dose inferiore di levodopa e su cosa fare nel caso in cui cio' si verifichi.E' piu' probabile che le correzioni della dose della levodopa si rend ano necessarie entro 1 o 2 giorni dalla sospensione di Tasmar. >>Popolazioni particolari. Non e' raccomandata alcuna correzione della dose nei pazienti con insufficienza lieve o moderata della funzionalita' renale (clearance della creatinina >=30 ml/min). I pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina <30ml/min) devono esseretrattati con cautela. Non sono disponibili informazioni relative alla tollerabilita' di tolcapone in queste popolazioni di pazienti. Il pro dotto e' controindicato nei pazienti con epatopatia o con innalzamentodegli enzimi epatici. Non e' raccomandata alcuna correzione della dos e nei pazienti anziani. L'uso non e' raccomandato in bambini al di sotto di 18 anni di eta', a causa dell'insufficienza di dati su sicurezzaed efficacia. Non sono disponibili indicazioni rilevanti per l'uso ne i bambini e negli adolescenti. >>Modo di somministrazione. Il prodottoviene somministrato per via orale tre volte al giorno. Puo' essere as sunto con o senza cibo. Le compresse sono rivestite con film e devono essere inghiottite intere perche' il tolcapone ha un sapore amaro. Si puo' associare il farmaco a qualunque formulazione farmaceutica di levodopa/benserazide e di levodopa/carbidopa.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.

Avvertenze

La terapia con il prodotto deve essere iniziata solo da medici espertinella gestione della malattia di Parkinson in fase avanzata, per gara ntire una valutazione appropriata del rapporto rischio-beneficio. Non si deve prescrivere il prodotto prima che con il paziente sia stato informato sui rischi. Sospendere se, indipendentemente dalla dose, non si manifestano considerevoli miglioramenti clinici entro 3 settimane dall'inizio del trattamento. A causa del rischio di lesioni epatiche acute, rare ma potenzialmente fatali, l'uso e' indicato solo nei pazienticon malattia di Parkinson idiopatica responsiva alla levodopa e con f luttuazioni motorie, che non abbiano risposto o che non tollerino altri inibitori delle COMT. Il controllo periodico degli enzimi epatici non e' in grado di far prevedere in modo affidabile l'insorgenza di un'epatite fulminante. Tuttavia in genere si ritiene che l'individuazione precoce della lesione epatica farmaco-indotta, accompagnata dalla sospensione immediata del farmaco sospetto, aumenti le probabilita' di guarigione. Il periodo di massima insorgenza delle lesioni epatiche e' risultato essere compreso tra 1 e 6 mesi dall'inizio del trattamento. Inoltre, sono stati segnalati raramente casi di epatite ad esordio tardivo, dopo circa 18 mesi di trattamento. Il rischio di lesioni epatiche puo` essere piu' elevato tra le pazienti di sesso femminile. In presenza di esami della funzionalita' epatica alterati o di segni di insufficienza della funzionalita' epatica, non prescrivere il farmaco. Qualora lo si prescrivesse, informare il paziente circa i segni e i sintomi che possono indicare una lesione epatica, e avvertire di contattare immediatamente il medico. Durante il trattamento, la funzione epatica deve essere controllata ogni 2 settimane per il primo anno di terapia, ogni 4 settimane nei 6 mesi successivi e in seguito ogni 8 settimane. Se si aumenta la dose a 200 mg x 3/die, controllare gli enzimi epatici prima di aumentare la dose e poi ricominciare seguendo la stessa sequenza temporale dei controlli indicata sopra. Interrompere immediatamente il trattamento qualora l'ALT e/o l'AST dovessero superare il limite superiore del valore normale o si sviluppassero sintomi o segni indicanti l'insorgenza di insufficienza epatica (nausea persistente, stanchezza, letargia, anoressia, ittero, urine scure, prurito, dolorabilita' al quadrante superiore destro). I pazienti che mostrano comprovate lesioni epatiche acute durante il trattamento e che interrompono l'assunzione del medicinale possono correre un maggior rischio di lesioni epatiche nel caso di una nuova assunzione. Percio' non prendere in considerazione la ripresa del trattamento in tali pazienti. Nei pazienti con la malattia di Parkinson la SNM (sindrome neurolettica maligna) tende a manifestarsi nel momento in cui si sospendono o si interrompono i farmaci che incrementano l'attivita' dopaminergica. Quindi se i sintomi compaiono dopo aver sospeso il farmaco, considerare l'ipotesi di aumentare la dose della levodopa dei pazienti. Al trattamento sono stati associati casi isolati di sintomatologia compatibile con la SNM. In genere i sintomi sono comparsi durante il trattamento o poco dopo la sua sospensione. La SNM e' caratterizzata da sintomi motori (rigidita', mioclono e tremore), alterazioni delle condizioni mentali (agitazione, confusione, stupore e coma), temperatura elevata, disfunzione del sistema autonomo (pressione arteriosa labile, tachicardia) e livelli elevatidi creatinfosfochinasi (CPK) sierica, che puo' essere una conseguenza della miolisi. La diagnosi di SNM va presa in considerazione anche qu ando non tutti gli elementi riportati sono presenti. In caso di tale diagnosi si deve sospendere immediatamente il farmaco e seguire attentamente il paziente. Per ridurre il rischio di SNM non si deve prescrivere il farmaco ai pazienti con discinesia grave o con anamnesi positivaper la SNM, comprendente la rabdomiolisi o l'ipertermia. I pazienti c he assumono piu' farmaci con effetti su diverse vie del sistema nervoso centrale (SNC) (es. antidepressivi, neurolettici, anticolinergici) possono essere piu' a rischio di sviluppare la SNM. I pazienti trattatiper la malattia di Parkinson con farmaci che aumentano il tono dopami nergico centrale, soprattutto a dosi elevate, hanno riportato un aumento della libido, ipersessualita' e gioco d'azzardo patologico, generalmente reversibili dopo riduzione della dose o l'interruzione del trattamento. I pazienti possono subire un aumento delle reazioni avverse legate alla levodopa (come discinesia, nausea o altre). Spesso le reazioni avverse possono essere mitigate riducendo la dose della levodopa. Negli studi clinici la diarrea si e' verificata nel 16% e nel 18% dei pazienti che assumevano rispettivamente 100 mg x 3/die e 200 mg x 3/diedel farmaco, rispetto all'8% dei pazienti che assumevano il placebo. La diarrea di solito si e' presentata tra 2 e 4 mesi dopo l'inizio della terapia. La diarrea ha portato al ritiro, rispettivamente, del 5% edel 6% dei pazienti che assumevano 100 mg x 3/die e 200 mg x 3/die, r ispetto all'1% dei pazienti che assumevano il placebo. A causa dell'interazione tra alte dosi di benserazide e tolcapone (che provoca un aumento dei livelli di benserazide), chi prescrive questi farmaci deve porre attenzione alle reazioni avverse correlate alla dose, fintanto chenon sia stata accumulata una piu' vasta esperienza. Non si deve sommi nistrare il prodotto in associazione agli inibitori della monoamminossidasi (MAO) non selettivi (es. fenelzina e tranilcipromina). L'associazione di inibitori MAO-A e MAO-B equivale all'inibizione non selettivadelle MAO e quindi non devono essere somministrati entrambi in concom itanza con il farmaco e con le preparazioni a base di levodopa. Quandosomministrati contemporaneamente al farmaco, gli inibitori selettivi delle MAO-B non devono essere usati a dosi piu' alte di quelle raccomandate (es. 10 mg/die di selegilina). Dal momento che i dati clinici relativi all'associazione tra warfarin e tolcapone sono limitati, quandosi somministrano entrambi questi farmaci contemporaneamente si devono tenere sotto controllo i parametri della coagulazione. Si deve eserci tare cautela nel trattare pazienti con grave insufficienza della funzionalita' renale (clearance della creatinina <30 ml/min). Non sono disponibili dati sulla tollerabilita' del tolcapone in questi pazienti. Contiene lattosio. Pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo farmaco.

Interazioni

In quanto inibitore delle COMT, si sa che il prodotto aumenta la biodisponibilita' della levodopa somministrata in contemporanea. L'aumento della stimolazione dopaminergica che ne consegue puo' portare a reazioni avverse di tipo dopaminergico che si osservano dopo il trattamento con gli inibitori delle COMT. Tra questi, i piu' comuni sono un aumento della discinesia, nausea, vomito, dolore addominale, sincope, disturbi relativi all'ortostatismo, stipsi, disturbi del sonno, sonnolenza, allucinazione. La levodopa e' stata correlata con la sonnolenza e con attacchi di sonno improvviso. Molto raramente sono stati segnalati improvvisi attacchi di sonno durante le attivita' quotidiane, a volte inconsapevoli o in assenza di segni di avvertimento. Di cio' devono essere informarti i pazienti e si deve raccomandare loro cautela nella guida o nell'utilizzo di macchinari durante il trattamento con levodopa. Ipazienti che hanno avuto sonnolenza e/o un attacco di sonno improvvis o devono evitare di guidare o di utilizzare macchinari. Oltre a cio' si puo' prendere in considerazione una riduzione della dose della levodopa o la conclusione del trattamento. Riguardo alle catecolamine e altri farmaci metabolizzati dalle catecol-O-metiltransferasi (COMT), si riporta che il tolcapone puo' influenzare la farmacocinetica dei farmaci metabolizzati dalle COMT. Non sono stati osservati effetti sulla farmacocinetica del substrato delle COMT carbidopa. E`stata osservata un'interazione con la benserazide, che puo' portare a un aumento dei livelli della benserazide e del suo metabolita attivo. L'entita' dell'effetto dipende dalla dose della benserazide. Le concentrazioni plasmatiche di benserazide osservate dopo la somministrazione concomitante di tolcapone e benserazide-25 mg/levodopa sono risultate ancora nel range di valori che si osserva con la levodopa/benserazide da sola. D'altra parte, dopo somministrazione di tolcapone e benserazide-50 mg/levodopa le concentrazioni plasmatiche di benserazide sono state a volte al di sopra dei livelli solitamente osservati con la levodopa/benserazide dasola. Gli effetti del tolcapone sulla farmacocinetica di altri farmac i metabolizzati dalle COMT, come l'alfa-metildopa, la dobutamina, l'apomorfina, l'adrenalina e l'isoprenalina non sono stati studiati. Chi prescrive il farmaco deve fare attenzione alle reazioni avverse provocati da livelli plasmatici ipoteticamente aumentati di questi farmaci, quando associati al prodotto. A causa della sua affinita' in vitro per il citocromo CYP2C9 , il tolcapone puo' interferire con farmaci la cuiclearance sia dipendente da questa via metabolica, come la tolbutamid e e il warfarin. In uno studio sulle interazioni, il tolcapone non ha modificato la farmacocinetica della tolbutamide, per cui interazioni di rilevanza clinica che interessino il citocromo CYP2C9 sembrano improbabili. Dal momento che i dati clinici relativi all'associazione tra warfarin e tolcapone sono limitati, quando si somministrano entrambi questi farmaci contemporaneamente e' necessario tenere sotto controllo iparametri della coagulazione. Poiche' il tolcapone interferisce con i l metabolismo delle catecolamine, sono teoricamente possibili interazioni con altri farmaci che influenzino i livelli delle catecolamine. Quando il prodotto e' stato somministrato insieme alla levodopa/carbidopa e alla desipramina, non sono state osservate variazioni significative della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e delle concentrazioni plasmatiche della desipramina. C'e' stato un lieve aumento della frequenza complessiva delle reazioni avverse. Si e' trattato di reazioni avverse prevedibili sulla base delle reazioni avverse note nei confronti di ognuno dei tre farmaci presi singolarmente. Dunque si deve agire con cautela quando a pazienti affetti dalla malattia di Parkinson in trattamento con il medicinale e con preparazioni a base di levodopa si somministrano potenti inibitori dell'uptake della noradrenalina come la desipramina, la maprotilina o la venlafaxina. Negli studi clinici, i pazienti che assumevano il prodotto e preparazioni a base di levodopa hanno riportato un profilo di reazioni avverse simile, indipendentemente dal fatto che allo stesso tempo fosse loro somministrata o meno la selegilina (un inibitore delle MAO-B).

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse associate all'uso, di osservazione piu' comune, che si sono verificati con frequenza maggiore rispetto ai pazienti trattati con placebo, sono elencati di seguito. Tuttavia, in quanto inibitore delle COMT, si sa che il prodotto aumenta la biodisponibilita' della levodopa somministrata in contemporanea. L'aumento della stimolazione dopaminergica che ne consegue puo' indurre gli effetti indesiderati di tipo dopaminergico che si osservano dopo il trattamento con gli inibitori delle COMT. Tra questi, i piu' comuni sono un aumento della discinesia, nausea, vomito, dolore addominale, sincope, disturbi relativiall'ortostatismo, stipsi, disturbi del sonno, sonnolenza, allucinazio ni. L'unica reazione avversa che spesso ha portato alla sospensione del medicinale negli studi clinici e' stata la diarrea. Sono di seguito riportate le reazioni ottenute dall'esperienza del medicinale ottenutanegli studi clinici randomizzati, a gruppi paralleli, controllati ver so placebo in pazienti con malattia di Parkinson. Le reazioni sono classificate secondo il seguente schema: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1000, <1/10), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Infezioni e infestazioni. Comune: infezioni delle alte vie respiratorie. Disturbi psichiatrici. Molto comune: disturbi del sonno, eccessiva attivita' onirica, sonnolenza, confusione, allucinazioni. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: discinesia, distonia, cefalea, capogiri; comune: ipocinesia. Patologie vascolari. Molto comune: disturbi ortostatici; comune: sincope. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: influenza. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, anoressia, diarrea; comune: vomito, costipazione, xerostomia, dolore addominale, dispepsia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: aumento della sudorazione. Patologie renali e urinarie. Comune: discromia delle urine. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: dolore toracico. Incrementi di oltre tre volte il limite superiore del valore normale (ULN) dell'alanina aminotransferasi (ALT) si sono verificati nell'1% dei pazienti che assumevano 100 mg difarmaco tre volte al giorno e nel 3% dei pazienti che assumevano 200 mg tre volte al giorno. Gli incrementi hanno avuto una frequenza circadoppia nelle donne e in genere sono comparsi tra 6 e 12 settimane dop o l'inizio del trattamento, in assenza di segni o sintomi clinici. Nella meta' dei casi circa, i livelli di transaminasi sono tornati spontaneamente ai valori basali mentre i pazienti proseguivano il trattamento con il farmaco. Negli altri casi, sospendendo il trattamento i livelli di transaminasi sono tornati ai valori pre-trattamento. Durante l'uso del farmaco in commercio sono stati segnalati rari casi di gravi lesioni epatocellulari rivelatisi mortali. In seguito alla riduzione o alla sospensione del farmaco e in seguito all'introduzione del farmaco quando questa si e' accompagnata a una significativa riduzione degli altri farmaci dopaminergici concomitanti, sono stati segnalati casi isolati di pazienti con sintomi che rilevano il del complesso sintomaticodella sindrome neurolettica maligna. Inoltre e' stata osservata rabdo miolisi, secondaria alla SNM o alla discinesia grave. Colorazione delle urine: il tolcapone e i suoi metaboliti sono gialli e possono provocare una innocua intensificazione del colore delle urine del paziente.

Gravidanza e allattamento

Nei ratti e nei conigli e' stata osservata tossicita' embrio-fetale dopo somministrazione di tolcapone. Il rischio potenziale per gli esseriumani non e' noto. Non vi sono dati adeguati provenienti dall'uso del tolcapone in donne in gravidanza, per cui in gravidanza il prodotto d eve essere utilizzato solo se il potenziale vantaggio giustifica il rischio potenziale per il feto. Negli studi sugli animali il tolcapone e' stato escreto nel latte materno. La sicurezza del tolcapone nei neonati non e' nota, per cui le donne non devono allattare durante il trattamento.