Velbe - Ev 1fl 10mg

Dettagli:
Nome:Velbe - Ev 1fl 10mg
Codice Ministeriale:020430029
Principio attivo:Vinblastina Solfato
Codice ATC:L01CA01
Fascia:H
Prezzo:17.9
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Crinos Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Polvere per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:36 mesi

Formulazioni

Velbe - Ev 1fl 10mg

Categoria farmacoterapeutica

Alcaloide derivato da piante ed altri prodotti naturali.

Indicazioni

M. di Hodgkin generalizzato (Stadio III-IV della modificazione Ann Arbor del Rye staging system). Linfoma linfocitico (nodulare, diffuso, scarsamente differenziato, ben differenziato). Linfoma istiocitico. Mycosis fungoides (stadi avanzati). Carcinoma del testicolo (fase avanzata). Sarcoma di Kaposi. Morbo di Letterer-Siwe (Istiocitosi X). Coriocarcinoma resistente ad altri agenti chemioterapici. Carcinoma della mammella, resistente ad altre misure terapeutiche. Viene generalmente somministrato in combinazioni con altri agenti anti-neoplastici. In caso di morbo di Hodgkin recidivante dopo regime MOPP o precedentemente trattato, e' disponibile un protocollo che prevede la ciclofosfamide invece della mostarda azotata e il prodotto invece di Vincristina. Somministrato da 6 a 8 ore prima della bleomicina puo' significativamente potenziare l'azione di quest'ultima.

Controindicazioni / effetti secondari

Stati leucopenici - Presenza di infezioni batteriche.

Posologia

La risposta leucopenica puo' variare di intensita' in seguito a terapia con il prodotto. Per questa ragione si raccomanda che il farmaco sia somministrato con una frequenza non superiore a una volta ogni sette giorni. Si ritiene prudente iniziare la terapia negli adulti con la somministrazione di una singola dose endovenosa di 3,7 mg/m2 di superficie corporea; la dose iniziale per bambini deve corrispondere a 2,5 mg/m2 di superficie corporea. Dopo di che si deve eseguire una conta leucocitaria per determinare la sensibilita' del paziente al prodotto. Si consiglia una riduzione del 50% della dose in pazienti che presentano un valore di bilirubinemia diretta superiore a 3 mg/100 ml. Dato che il metabolismo e l'escrezione avvengono prevalentemente per via epatica, non si consigliano modificazioni della dose nei pazienti con funzione renale compromessa. Un modo semplice per incrementare la dose a intervalli settimanali puo' corrispondere al seguente schema: Adulti Bambini. Prima dose 3,7 mg/m2 superficie corporea 2,5 mg/m2 superficie corporea; seconda dose 5,5 mg/m2 superficie corporea 3,75 superficie corporea; terza dose 7,4 superficie corporea 5,0 superficie corporea; quarta dose 9,25 superficie corporea 6,25 superficie corporea; quinta dose 11,1 superficie corporea 7,5 superficie corporea. Gli incrementi sopra riportati si possono utilizzare fino a raggiungere la dose massima (non superiore a 18,5 mg/m2 di superficie corporea negli adulti e 12,5 mg/m2 di superficie corporea nei bambini). Il dosaggio non deve essere aumentato oltre quella dose che abbia ridotto la conta leucocitaria a circa 3000 cellule/mm3. In alcuni adulti 3,7 mg/m2 possono indurre tale livello di leucopenia, mentre altri adulti possono richiedere piu' di 11,1 mg/m2 e, in casi rarissimi, anche 18,5 mg/m2 di superficie corporea. Per la maggior parte dei pazienti adulti, il dosaggio settimanale e' compreso tra 5,5 e 7,4 mg/m2 di superficie corporea. Stabilita la dose capace di indurre il suddetto grado di leucopenia, si deve somministrare una dose di mantenimento di un incremento inferiore a questa. In tal modo il paziente ricevera' la dose massima che non induce leucopenia. Si deve sottolineare il fatto che, anche se sono trascorsi 7 giorni, la dose successiva non deve essere somministrata fino a quando la conta leucocitaria non sia ritornata ad almeno 4000 cellule/mm3. In alcuni casi l'attivita' oncolitica puo' manifestarsi prima dell'effetto leucopenico. Quando cio' avviene non c'e' bisogno di aumentare il volume della dose successiva. La durata della terapia di mantenimento varia a seconda della malattia in trattamento e della combinazione con altri agenti antineoplastici in uso.

Avvertenze

Generalita'. La tossicita' puo' aumentare in presenza di insufficienza epatica. Se si verifica leucopenia con meno di 2.000 globuli bianchi per mm3 in seguito ad una dose di V., il paziente deve essere sorvegliato con particolare attenzione per possibili manifestazioni infettive, fino a quando la conta leucocitaria non sia ritornata ad un livello di sicurezza. In presenza di cachessia o aree di ulcerazione della superficie cutanea, ci si puo' trovare di fronte a una piu' intensa risposta leucopenica al farmaco; pertanto, il suo uso deve essere evitato nelle persone anziane sofferenti di una delle due suddette manifestazioni. Nei pazienti con infiltrazione delle cellule maligne nel midollo osseo si e' talvolta osservata una precipitosa caduta della conta leucocitaria e della conta piastrinica dopo moderate dosi di V.. Si sconsiglia l'ulteriore uso del farmaco in questi pazienti. Dopo somministrazione di alcaloidi della vinca sono stati riportati casi di dispnea acuta e grave broncospasmo. Tali reazioni sono state riscontrate piu' frequentemente quando l'alcaloide della vinca e' stato usato in combinazione con mitomicina-C. Queste reazioni possono verificarsi da pochi minuti ad alcune ore dopo la somministrazione di V. e fino a 2 settimane dopo quella della mitomicina-C. Puo' anche verificarsi dispnea progressiva richiedente terapia cronica. In tali casi V. non dovrebbe essere risomministrato. Non si consiglia l'uso di piccole quantita' giornaliere di V. per lunghi periodi, anche se il risultante dosaggio settimanale totale puo' essere simile a quello raccomandato. Con questa posologia gli effetti terapeutici si sono dimostrati di poco o niente affatto accresciuti. E' molto importante la rigorosa osservanza delle raccomandazioni di dosaggio. Quando si sono somministrate quantita' corrispondenti a parecchie volte il dosaggio settimanale, in 7 quote giornaliere per lunghi periodi, si e' osservata la comparsa di convulsioni, lesioni gravi e permanenti a carico del sistema nervoso centrale e perfino morte. Si dovra' fare attenzione ad evitare contaminazione dell'occhio con le concentrazioni di V. usate clinicamente. In caso di contaminazione accidentale, puo' risultarne irritazione grave (oppure, se il farmaco e' stato erogato sotto pressione, anche ulcerazione della cornea). L'occhio dovra' essere immediatamente e accuratamente lavato con acqua. Non e' necessario usare solventi contenenti conservanti se le porzioni inutilizzate delle restanti soluzioni vengono immediatamente scartate. Le soluzioni inutilizzate contenenti conservanti devono essere riposte in frigorifero per futura utilizzazione. Nell'uomo sono stati riferiti casi di aspermia. Gli studi sugli animali dimostrano l'arresto in metafase e modificazioni degenerative nelle cellule germinali. La leucopenia (granulocitopenia) puo' raggiungere livelli pericolosamente bassi in seguito a somministrazione delle dosi piu' alte raccomandate. Percio' e' importante seguire la tecnica di dosaggio consigliata alla voce Posologia e modo di somministrazione. La stomatite e la tossicita' neurologica non sono frequenti ne' permanenti, ma possono essere inabilitanti. Informazioni per i pazienti. Il paziente deve essere avvertito di riferire immediatamente l'insorgenza di mal di gola, febbre, brividi, disturbi del cavo orale. Si deve avvertire di evitare la stitichezza e il paziente deve essere consapevole che potrebbe manifestarsi alopecia e che dolori mascellari e dolore agli organi contenenti tessuto tumorale, potrebbero verificarsi. Questi ultimi si ritengono causati da rigonfiamenti del tessuto tumorale durante la risposta al trattamento. Si avra' la ricrescita dei capelli fino al ritorno a condizioni anteriori al trattamento anche continuando la terapia con V.. Possono apparire nausea e vomito, anche se non frequentemente. Qualsiasi altro evento clinicamente importante deve essere riferito al medico. Esami di laboratorio. Dato che la tossicita' clinica dose-limitante e' il risultato della depressione della conta leucocitaria, e' indispensabile che questo parametro sia rilevato proprio prima della dose prevista di V.. In seguito alla somministrazione di V. puo' verificarsi una caduta del numero di globuli bianchi. Il nadir di questa caduta si osserva da 5 a 10 giorni dopo la dose. Il ritorno ai livelli pre-trattamento si osserva di solito da 7 a 14 giorni dopo la terapia. Questi effetti saranno accentuati se e' preesistente una lesione midollare, oppure usando le dosi piu' alte raccomandate (vedi Posologia e modo di somministrazione). Non risulta che la presenza di questo farmaco o dei suoi metaboliti nel sangue o nei tessuti dell'organismo interferisca con gli esami clinici di laboratorio. Uso pediatrico. La posologia da praticare nei bambini e' indicata sotto la voce Posologia e modo di somministrazione. Si raccomanda di seguire con cura le istruzioni per il dosaggio. Questo prodotto e' destinato al solo uso endovenoso e deve essere somministrato da persone esperte nella modalita' di somministrazione del V.. La somministrazione intratecale di solfato di vinblastina e' fatale. Il seguente trattamento ha efficacemente arrestato una paralisi progressiva in un paziente al quale era stata somministrata erroneamente per via intratecale la vincristina solfato. Tale trattamento e' raccomandato anche in caso di somministrazione erronea intratecale di V. e dovrebbe essere iniziato subito dopo l'iniezione intratecale. 1. Rimozione della maggiore quantita' possibile di liquido spinale attraverso l'accesso lombare. 2. Posizionamento di un catetere in un ventricolo cerebrale laterale per lavare lo spazio subaracnoideo in senso cranio-spinale prima con soluzione Ringer Lattato alla velocita' di 150 ml/h, poi con plasma fresco congelato, quanto prima possibile. Infondere 25 ml di plasma fresco congelato diluito in 1 litro di soluzione Ringer Lattato alla velocita' di 75 ml/h. La velocita' di infusione dovrebbe essere aggiustata in modo da mantenere una concentrazione proteica nel liquido spinale pari a 150 mg/dl. La rimozione delle soluzioni di lavaggio viene effettuata attraverso l'accesso lombare. 3. Somministrare 10 g di acido glutammico endovena nell'arco delle 24 ore e, successivamente, 500 mg tre volte al giorno per via orale per 1 mese, o fino a stabilizzazione del quadro neurologico. Il ruolo dell'acido glutammico in questo trattamento non e' certo e puo' non essere essenziale. L'uso di questo trattamento non e' stato riportato a seguito dell'iniezione intratecale di vinblastina solfato.

Interazioni

Non deve essere diluito con solventi che aumentano o diminuiscono il pH della soluzione risultante dai valori compresi tra 3,5 e 5. Le soluzioni si devono preparare con soluzione fisiologica oppure con glucosio al 5% in acqua (in ambedue i casi con o senza conservante) e nello stesso recipiente non devono essere combinate con qualsiasi altra sostanza chimica. E' stato riportato che la contemporanea somministrazione orale o endovenosa di fenitoina e di polichemioterapia antineoplastica comprendente vinblastina riducono i livelli plasmatici dell'anticonvulsivante e aumentano l'attivita' epilettica. L'aggiustamento del dosaggio di fenitoina dovrebbe essere basato sul monitoraggio dei livelli plasmatici. L'interazione puo' essere spiegata da un ridotto assorbimento e da un aumentato metabolismo ed eliminazione di fenitoina. Il prodotto, come del resto la maggior parte dei farmaci antitumorali ed immunosoppressori, ha dimostrato proprieta' cancerogene negli animali in particolari condizioni sperimentali.

Effetti indesiderati

Gli effetti collaterali neurologici non sono frequenti, ma quando appaiono, spesso durano per piu' di 24 ore. La leucopenia (pi comune), e' di solito il fattore dose-limitante. In ordine decrescente di frequenza: effetti ematologici: clinicamente la leucopenia rappresenta un effetto previsto e la conta leucocitaria e guida importante per la terapia. Maggiore e' la dose impiegata, piu' intensa e durevole sara' la leucopenia. Il meccanismo di produz. dei globuli bianchi non viene compromesso in modo permanente quando la conta ritorna a livelli normali dopo la leucopenia indotta dal farmaco. Di solito la conta leucocitaria ritorna a valori normali anche dopo la virtuale scomparsa dei globuli bianchi dal sangue periferico. In seguito alla terapia, il nadir della conta leucocitaria puo essere previsto tra il V e il X giorno a partire dall'ultimo giorno di trattamento. Dopo, la normalizzaz. della conta leucoc. e piuttosto rapida e completa entro il VII ed il XIV giorno. Con dosi minori per la terapia di mantenimento, la leucopenia puo' non rappresentare un problema. Anche se la conta piastrinica in genere non e' significativamente ridotta dalla terapia i pazienti con recenti compromissioni midollari dovute a precedenti terapie con radiazioni o altri farmaci oncolitici, possono manifestare trombocitopenia (piastrine <200.000/mm3). Se in precedenza non si sono eseguiti altri trattamenti con chemioterapici o radioterapici, livelli piastrinici <200.000/mm3 sono molto rari, anche quando puo' causare una leucopenia significativa. La rapida normalizzazione dei livelli piastrinici dopo pochi giorni e' la regola. L'effetto sulla conta eritrocitaria e sull'emoglobina e' di solito insignificante, in assenza di altre complicanze indotte da altre terapie. Occorre tenere presente che nei pazienti con affezioni maligne e' possibile osservare anemia anche in assenza di qualsiasi terapia. Effetti dermatologici: alopecia frequente. Singolo caso di sensibilita' alla luce. Effetti gastrointestinali: stitichezza, anoressia, nausea, vomito, dolore addominale, ileo, vescicolazione orale, faringite, diarrea, enterocolite emorragica, emorragia da vecchia ulcera peptica, emorragie rettali. Effetti neurologici: intorpidimento delle dita (parestesia), perdita dei riflessi tendinei profondi, neuriti periferiche, depressione mentale, cefalea, convulsioni. Effetti cardiovascolari: ipertensione, casi di imprevisto infarto miocardico e di accidenti cerebrovascolari in pazienti sottoposti a chemioterapia di combinazione con vinblastina, bleomicina e cisplatino. Segnalata anche comparsa del fenomeno di Raynaud. Vari: malessere, dolori ossei, debolezza, dolori ai tessuti contenenti tumori, vertigini, dolori mascellari, vescicolazione cutanea, ipertensione, fenomeno di Raynaud, quando i pazienti sono trattati in combinazione con bleomicina e cisplatino per la terapia del tumore del testicolo. Sindrome della secrezione inappropriata di ormone antidiuretico manifestata con dosaggi piu' alti di quelli raccomandati. Nausea e vomito possono facilmente controllare con sostanze anti-emetiche. La perdita di capelli, in genere, non e' totale e in alcuni casi si ha ricrescita continuando la terapia di mantenimento. Il versamento extravascolare durante l'iniezione intravenosa puo' comportare infiammazione del tessuto cellulare e flebite. Se e' cospicuo, si puo' avere formazione di necrosi.

Gravidanza e allattamento

Durante la gravidanza e' necessario usare prudenza nella somministrazione di tutti i farmaci oncolitici. Le informazioni sull'uso del V. durante la gravidanza sono molto limitate. Studi con V. sugli animali indicano che possono verificarsi effetti teratogeni. La vinblastina solfato puo' causare lesioni fetali quando e' somministrata in donne gravide. Gli animali di laboratorio trattati con questo farmaco nelle fasi iniziali della gravidanza presentano riassorbimento del prodotto del concepimento; i feti sopravvissuti dimostrano deformita' macroscopiche. Non esistono studi adeguati e ben controllati su donne gravide. Se questo farmaco viene usato durante la gravidanza o se la paziente diviene gravida nel corso della terapia con questo prodotto, la paziente stessa dovra' essere informata sui rischi potenziali per il feto. Alle donne in eta' feconda si dovra' consigliare di evitare una possibile gravidanza. Non e' noto se questo farmaco viene escreto con il latte umano. Dato che molti farmaci passano nel latte umano e data la possibilita' di gravi reazioni indesiderate da V. nei bambini allattati al seno, si deve stabilire se sia il caso di sospendere l'allattamento oppure il farmaco, prendendo in considerazione l'importanza che il farmaco ha per la madre.