Xarelto - 100x1cpr Riv 20mg

Dettagli:
Nome:Xarelto - 100x1cpr Riv 20mg
Codice Ministeriale:038744215
Principio attivo:Rivaroxaban
Codice ATC:B01AF01
Fascia:A
Prezzo:363.76
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Bayer Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

XARELTO 20 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale).

Formulazioni

Xarelto - 14cpr Riv 20mg
Xarelto - 28cpr Riv 20mg
Xarelto - 10x1cpr Riv 20mg
Xarelto - 100x1cpr Riv 20mg

Categoria farmacoterapeutica

Antitrombotici.

Principi attivi

Rivaroxaban.

Eccipienti

Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina; croscarmellosa sodica; lattosio monoidrato; ipromellosa; sodio laurilsolfato; magnesio stearato. Pellicola di rivestimento: macrogol 3350; ipromellosa; titanio diossido (E 171); ossido di ferro rosso (E 172).

Indicazioni

Prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica nei pazienti adulti affetti da fibrillazione atriale non valvolare con uno o piu' fattori dirischio, come insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione, eta' >= 75 anni, diabete mellito, pregresso ictus o attacco ischemico transitorio; trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e dell'embolia polmonare (EP) e prevenzione delle recidive di TVP ed EP nell'adulto.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati; emorragie clinicamente significative in atto; lesioni o condizioni tali da costituire un rischio significativo di sanguinamentomaggiore; queste possono includere ulcerazione gastrica recente o in corso, presenza di neoplasie maligne ad alto rischio di sanguinamento,recente traumatismo cerebrale o spinale, intervento chirurgico cerebr ale, spinale od oftalmico, recente emorragia intracranica, varici esofagee accertate o sospette, malformazioni arteri-venose, aneurismi vascolari o disfunzioni vascolari maggiori a livello intraspinale od intracerebrale; trattamento concomitante con altri anticoagulanti, come le eparine non frazionate, le eparine a basso peso molecolare (enoxaparina, dalteparina, ecc.), i derivati dell'eparina (fondaparinux, ecc.), gli anticoagulanti orali (warfarin, dabigatran etexilato, apixaban, ecc.), tranne nel caso specifico di cambiamento di terapia anticoagulanteo quando le eparine non frazionate siano somministrate a dosi necessa rie per mantenere in efficienza un catetere centrale aperto, venoso o arterioso; patologie epatiche associate a coagulopatia e rischio emorragico clinicamente significativo, compresi i pazienti cirrotici con Child Pugh B e C; gravidanza e allattamento.

Posologia

Prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica: 20 mg una volta al giorno e corrisponde alla dose massima raccomandata. Proseguire la terapia a lungo termine, a condizione che il beneficio legato alla prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica superi il rischio emorragico. In caso di dimenticanza di una dose, assumere il farmaco immediatamente e proseguire il giorno successivo con l'assunzione monogiornaliera raccomandata. Non assumere una dose doppia in uno stesso giorno per compensare la dimenticanza della dose. Trattamento della TVP, trattamentodell'EP e prevenzione delle recidive di TVP ed EP: 15 mg due volte al giorno nelle prime tre settimane, seguita da una dose di 20 mg una vo lta al giorno per la prosecuzione del trattamento e la prevenzione delle recidive di TVP ed EP, come riportato di seguito. Giorno 1 - 21: 15mg due volte al giorno; 30 mg come dose massima giornaliera. Giorno 2 2 e successivi: 20 mg una volta al giorno; 20 mg come dose massima giornaliera. Personalizzare la durata della terapia dopo un'attenta valutazione del beneficio del trattamento in rapporto al rischio emorragico. La durata breve della terapia (almeno 3 mesi) dev'essere basata su fattori di rischio transitori, mentre una durata piu' lunga dev'essere basata su fattori di rischio permanenti o TVP idiopatica o EP. In casodi dimenticanza di una dose nella fase di trattamento con 15 mg due v olte al giorno (giorno 1 - 21), assumere il farmaco immediatamente, per garantire l'assunzione giornaliera di 30 mg. In questo caso possono essere assunte contemporaneamente due compresse da 15 mg. Il giorno successivo, proseguire con l'assunzione abituale raccomandata di 15 mg due volte al giorno. In caso di dimenticanza di una dose nella fase di trattamento con assunzione monogiornaliera (giorno 22 e successivi), assumere il farmaco immediatamente e proseguire il giorno successivo con l'assunzione monogiornaliera raccomandata. Non assumere una dose doppia in uno stesso giorno. Passaggio dagli antagonisti della vitamina K(AVK) al farmaco: nei pazienti sottoposti a trattamento per la preven zione dell'ictus e dell'embolia sistemica, interrompere il trattamentocon AVK e iniziare la terapia con il farmaco quando l'INR e' <= 3,0. Nei pazienti sottoposti a trattamento per la TVP, l'EP e la prevenzione delle recidive, interrompere il trattamento con AVK e iniziare la terapia con il farmaco quando l'INR e' <= 2,5. Nei pazienti che passano dagli AVK al farmaco, dopo l'assunzione del farmaco i valori dell'INR saranno falsamente elevati. L'INR non e' indicato per misurare l'attivita' anticoagulante del farmaco e quindi non utilizzare. Passaggio dalfarmaco agli antagonisti della vitamina K (AVK): esiste la possibilit a' di un effetto anticoagulante inadeguato. Ogni qualvolta si passi adun altro anticoagulante assicurare un livello di anticoagulazione ade guato e continuo. Si noti che il farmaco puo' contribuire a innalzare l'INR. Somministrare gli AVK in associazione fino a che l'INR sia >= 2,0. Nei primi due giorni della fase di transizione, la posologia degliAVK deve essere quella iniziale standard mentre, successivamente, sar a' basata sull'INR. Nella fase di trattamento concomitante con il farmaco e AVK, determinare l'INR non prima che siano trascorse 24 ore dalla dose precedente, ma prima della dose successiva. Dopo l'interruzionedel farmaco, l'INR puo' essere determinato in modo affidabile dopo ch e siano trascorse almeno 24 ore dall'ultima dose. Passaggio dagli anticoagulanti parenterali al farmaco: interrompere il trattamento con l'anticoagulante parenterale e iniziare la terapia con il farmaco da 0 a 2 ore prima del momento in cui sarebbe dovuta avvenire la successiva somministrazione del medicinale parenterale o al momento dell'interruzione di un medicinale parenterale a somministrazione continua. Passaggio dal medicinale agli anticoagulanti parenterali: somministrare la prima dose dell'anticoagulante parenterale quando la dose successiva avrebbe dovuto essere somministrata. Compromissione renale: le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban aumentano in misura significativa. Pertanto usare il farmaco con cautela in questi pazienti. Si sconsiglia l'uso in pazienti con clearance della creatinina < 15 ml/min. Nei pazienti con compromissione renale moderata o grave si applicano le seguentiraccomandazioni posologiche: per la prevenzione dell'ictus e dell'emb olia sistemica nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare, si raccomandata 15 mg una volta al giorno; per il trattamento della TVP, il trattamento dell'EP e la prevenzione delle recidive di TVP ed EP:trattare i pazienti con 15 mg due volte al giorno nelle prime 3 setti mane. Successivamente la dose raccomandata e' 20 mg una volta al giorno. Una riduzione della dose da 20 mg una volta al giorno a 15 mg una volta al giorno considerare solo se la valutazione del rischio di sanguinamenti per il paziente e' maggiore del rischio di recidive di TVP edEP. La raccomandazione per l'uso di 15 mg e' basata su modelli farmac ocinetici e non e' stata studiata in ambito clinico. Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con lieve compromissione renale. Compromissione epatica: il farmaco e' controindicato nei pazienti con patologie epatiche associate a coagulopatia e rischio emorragico clinicamente significativo, compresi i pazienti con cirrosi e Child PughB e C. Popolazione anziana: nessun aggiustamento della dose. Peso cor poreo: nessun aggiustamento della dose. Sesso: nessun aggiustamento della dose. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia del prodotto nei bambini di eta' compresa tra 0 e 18 anni non sono state verificate. Pazienti sottoposti a cardioversione: il trattamento puo' essereiniziato o continuato nei pazienti che necessitino di cardioversione. Per cardioversione guidata da Ecografia Trans-esofagea (TEE) in pazie nti non precedentemente trattati con anticoagulanti, iniziare il trattamento almeno 4 ore prima della cardioversione per garantire un'adeguata anticoagulazione. Per tutti i pazienti, prima d'iniziare la cardioversione e' necessario avere conferma che il farmaco sia stato assunto come prescritto. Modo di somministrazione: per uso orale. Assumere le compresse con del cibo. Per i pazienti incapaci di deglutire le compresse intere, la compressa puo' essere frantumata e mescolata con un po'd'acqua; la dose deve essere seguita immediatamente dall'assunzione d i cibo. Una volta frantumata, la compressa puo' anche essere somministrata tramite sonda gastrica, previa conferma del corretto posizionamento della sonda. Somministrare la compressa frantumata con una piccola quantita' d'acqua tramite sonda gastrica, che successivamente deve essere risciacquata con acqua. Dopo la somministrazione delle compresse rivestite con film frantumate da 15 mg o 20 mg, la dose deve essere seguita immediatamente dalla nutrizione enterale.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

Avvertenze

Monitorare i pazienti che assumono il farmaco in riferimento ai segni di sanguinamento. Si raccomanda di usarlo con cautela nelle condizionidi aumentato rischio di emorragia. Sospendere la somministrazione in caso di grave emorragia. Negli studi clinici i sanguinamenti della mucosa e l'anemia sono stati segnalati piu' frequentemente, in confronto al trattamento con AVK, durante il trattamento a lungo termine con rivaroxaban. Percio', effettuare dei controlli di laboratorio su emoglobina/ematocrito per rilevare dei sanguinamenti occulti. Diverse sottopopolazioni di pazienti, hanno un rischio emorragico aumentato. Una riduzione dell'emoglobina o della pressione arteriosa di origine sconosciuta deve indurre a ricercare un focolaio emorragico. Anche se il trattamento con rivaroxaban non richiede il monitoraggio continuo dell'esposizione, la misurazione dei livelli di rivaroxaban con un dosaggio quantitativo calibrato anti-fattore Xa puo' essere utile in situazioni eccezionali, quando la conoscenza dell'esposizione a rivaroxaban puo' essere d'aiuto nel prendere una decisione clinica, come nei casi di sovradosaggio e nella chirurgia d'emergenza. Nei pazienti con grave compromissione renale, i livelli plasmatici di rivaroxaban possono aumentare in misura significativa (in media 1,6 volte), e questo puo' aumentare il rischio emorragico. Usare il farmaco con cautela nei pazienti con clearance della creatinina compresa fra 15 e 29 ml/min. Si sconsiglia l'uso nei pazienti con clearance della creatinina < 15 ml/min. Usare il medicinale con cautela anche nei pazienti con compromissione renale che stanno assumendo altri medicinali che aumentano le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban. L'uso del medicinale e' sconsigliato nei pazienti in trattamento concomitante con antimicotici azolici per via sistemica o inibitori delle proteasi del HIV. Questi principi attivi sonopotenti inibitori del CYP3A4 e della P-gp e possono pertanto aumentar e le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban in misura clinicamente rilevante (in media 2,6 volte): cio' puo' essere causa di un aumento del rischio emorragico. Usare cautela se i pazienti sono trattati congiuntamente con medicinali che influiscono sull'emostasi, come i medicinali anti-infiammatori non steroidei (FANS), l'acido acetilsalicilico egli antiaggreganti piastrinici. Per i pazienti a rischio di ulcera pe ptica puo' essere preso in considerazione un idoneo trattamento profilattico. Rivaroxaban non e' raccomandato nei pazienti ad aumentato rischio emorragico, come in caso di: disturbi emorragici congeniti o acquisiti; ipertensione arteriosa grave non controllata; altra malattia gastrointestinale senza ulcerazione attiva che puo' potenzialmente portare a complicanze emorragiche retinopatia vascolare - bronchiectasia o anamnesi di emorragia polmonare. La sicurezza e l'efficacia del farmaconon sono state studiate nei pazienti con protesi valvolari cardiache; pertanto, non vi sono dati a sostegno di un'azione anticoagulante ade guata da parte del medicinale 20 mg (15 mg nei pazienti con compromissione renale moderata o grave) in questa popolazione di pazienti. Il trattamento non e' consigliato in questi pazienti. Il farmaco non e' raccomandato come alternativa all'eparina non frazionata in pazienti con embolia polmonare che sono emodinamicamente instabili o che possono essere sottoposto a trombolisi od embolectomia polmonare, in quanto la sicurezza e l'efficacia del farmaco non sono state valutate in queste condizioni cliniche. In caso di anestesia neurassiale (anestesia spinale/epidurale) o puntura spinale/epidurale, i pazienti trattati con agenti antitrombotici per la prevenzione delle complicanze tromboembolichesono esposti al rischio di ematoma epidurale o spinale, che puo' caus are una paralisi prolungata o permanente. Questo rischio puo' aumentare in caso di uso post-operatorio di cateteri epidurali a permanenza o di uso congiunto di medicinali che alterano l'emostasi. Il rischio puo' aumentare anche in caso di puntura epidurale o spinale traumatica o ripetuta. Controllare i pazienti frequentemente riguardo a segni e sintomi di alterazioni neurologiche. In presenza di compromissione neurologica sono necessari una diagnosi e un trattamento immediati. Non vi e' alcuna esperienza clinica riguardo l'uso di rivaroxaban 20 mg in queste situazioni. Al fine di ridurre il potenziale rischio di sanguinamento associato all'uso concomitante di rivaroxaban ed anestesia neurassiale (epidurale/spinale) o puntura spinale, considerare il profilo farmacocinetico di rivaroxaban. E' preferibile posizionare o rimuovere uncatetere epidurale o eseguire una puntura lombare quando si stima che l'effetto anticoagulante di rivaroxaban sia basso. Tuttavia, non e' n oto il tempo esatto per raggiungere, in ciascun paziente, un effetto anticoagulante sufficientemente basso. Per la rimozione di un catetere epidurale tenuto conto delle caratteristiche PK generali deve trascorrere almeno il doppio dell'emivita, ovvero almeno 18 ore nei pazienti giovani e 26 ore nei pazienti anziani, dopo l'ultima somministrazione di rivaroxaban. In seguito a rimozione del catetere, devono trascorrerealmeno 6 ore prima che venga somministrata la dose successiva di riva roxaban. In caso di puntura traumatica, la somministrazione di rivaroxaban deve essere rimandata di 24 ore. Qualora siano necessari una procedura invasiva o un intervento chirurgico, interrompere il trattamento, se possibile, almeno 24 ore prima dell'intervento. Se la procedura non puo' essere rimandata, l'aumentato rischio emorragico deve essere valutato in rapporto all'urgenza dell'intervento. Riprendere il trattamento al piu' presto dopo la procedura invasiva o l'intervento chirurgico, non appena la situazione clinica lo consenta e sia stata raggiuntaun'emostasi adeguata, in base alla valutazione del medico. L'eta' ava nzata puo' causare un aumento del rischio emorragico. Il farmaco contiene lattosio.

Interazioni

Inibitori del CYP3A4 e della P-gp: la cosomministrazione di rivaroxaban e ketoconazolo (400 mg una volta al giorno) o ritonavir (600 mg due volte al giorno) ha indotto un aumento di 2,6/2,5 volte dell'AUC mediadi rivaroxaban e un aumento di 1,7/1,6 volte della Cmax media di riva roxaban, con aumento significativo degli effetti farmacodinamici: cio'puo' essere causa di un aumento del rischio emorragico. Pertanto, l'u so del farmaco e' sconsigliato nei pazienti in trattamento concomitante per via sistemica con antimicotici azolici, quali ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo e posaconazolo, o con inibitori delle proteasi del HIV. Questi principi attivi sono inibitori potenti del CYP3A4 e della P-gp. Si ritiene che i principi attivi che inibiscono in misura significativa solo una delle vie metaboliche di rivaroxaban, il CYP3A4 oppure la P-gp, aumentino le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban in misura minore. La claritromicina (500 mg due volte al giorno), ad esempio, considerata un inibitore potente del CYP3A4 e un inibitore da debole a moderato della P-gp, ha indotto un aumento di 1,5 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,4 volte della Cmax. Tale aumento non e' considerato clinicamente rilevante. L'eritromicina (500 mg tre volte al giorno), che inibisce il CYP3A4 e la P-gp in misura moderata, ha indotto un aumento di 1,3 volte dell'AUC media e della C maxmedia di rivaroxaban. Questo aumento non e' considerato clinicamente rilevante. Nei soggetti con compromissione renale lieve, l'eritromicina (500 mg tre volte al giorno) ha indotto un aumento medio di 1,8 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,6 volte di C max in confronto ai soggetti con funzione renale normale. Nei soggetti con compromissione renale moderata, l'eritromicina ha indotto un aumento medio di 2,0 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,6 volte di C max in confronto ai soggetti con funzione renale normale. L'effetto dell'eritromicina e' additivo a quello dell'insufficienza renale.Il fluconazolo (400 mg una volta al giorno), considerato un inibitore moderato del CYP3A4, ha aumentato di 1,4 volte l'AUC media di rivarox aban e di 1,3 volte la C max media. Tale aumento non e' considerato clinicamente rilevante. A causa dei limitati dati clinici disponibili con il dronedarone, la sua somministrazione in concomitanza con rivaroxaban deve essere evitata. Anticoagulanti: dopo somministrazione congiunta di enoxaparina (40 mg dose singola) e rivaroxaban (10 mg dose singola) e' stato osservato un effetto additivo sull'attivita' anti-fattoreXa in assenza di altri effetti sui test della coagulazione (PT, aPTT) . L'enoxaparina non ha modificato la farmacocinetica di rivaroxaban. Acausa del rischio emorragico aumentato, occorre usare cautela in caso di trattamento concomitante con qualsiasi altro anticoagulante. FANS/ antiaggreganti piastrinici: dopo cosomministrazione di rivaroxaban (15mg) e di naproxene (500 mg) non sono stati osservati aumenti clinicam ente rilevanti del tempo di emorragia. Tuttavia, alcuni soggetti possono presentare una risposta farmacodinamica piu' pronunciata. Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche clinicamente significative in caso di co-somministrazione di rivaroxaban e 500 mg di acido acetilsalicilico. Il clopidogrel (dose di carico di 300mg, seguita da una dose di mantenimento di 75 mg) non ha mostrato alc una interazione farmacocinetica con rivaroxaban (15 mg), ma in una sottopopolazione di pazienti e' stato osservato un aumento rilevante del tempo di emorragia, non correlato al grado di aggregazione piastrinicao ai livelli di P-selectina o del recettore GPIIb/IIIa. Usare cautela se i pazienti sono trattati congiuntamente con FANS (compreso l'acido acetilsalicilico) e antiaggreganti piastrinici, perche' questi medici nali aumentano tipicamente il rischio emorragico. Warfarin: la transizione dall'antagonista della vitamina K warfarin (INR compreso tra 2,0 e 3,0) a rivaroxaban (20 mg) o da rivaroxaban (20 mg) a warfarin (INR compreso tra 2,0 e 3,0) ha indotto un aumento del tempo di protrombina/INR (Neoplastin) piu' che additivo (possono essere osservati valori singoli di INR fino a 12), mentre gli effetti su aPTT, inibizione dell'attivita' del fattore Xa e potenziale endogeno di trombina (ETP) sono risultati additivi. Se si desidera verificare gli effetti farmacodinamici di rivaroxaban durante il periodo di transizione, possono essere utilizzati i test per l'attivita' anti-fattore Xa, PiCT e Heptest, perche' non sono influenzati da warfarin. Il quarto giorno dopo l'ultima dose di warfarin, tutti i test (compresi PT, aPTT, inibizione dell'attivita' del fattore Xa ed ETP) rispecchiano esclusivamente l'effetto di rivaroxaban. Se si desidera verificare gli effetti farmacodinamici di warfarin durante il periodo di transizione, si puo' usare l'INR in corrispondenza della concentrazione minima (C valle) di rivaroxaban (24 ore dopo l'assunzione precedente di rivaroxaban) perche', in quel momento, tale test e' influenzato in misura minima da rivaroxaban. Non sonostate osservate interazioni farmacocinetiche tra warfarin e rivaroxab an. Induttori del CYP3A4: la cosomministrazione di rivaroxaban e del potente induttore del CYP3A4 rifampicina ha determinato una riduzione di circa il 50% dell'AUC media di rivaroxaban, con parallela riduzione dei suoi effetti farmacodinamici. Anche l'uso concomitante di rivaroxaban e altri induttori potenti del CYP3A4 (ad es. fenitoina, carbamazepina, fenobarbital o erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum)) puo' ridurre le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban. Pertanto, la somministrazione di induttori potenti del CYP3A4 deve essere evitata, a meno che il paziente non venga controllato con attenzione in merito ai segni e sintomi di trombosi. Altre terapie concomitanti: non sono stateosservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche clinicament e significative in caso di somministrazione concomitante di rivaroxaban e midazolam (substrato del CYP3A4), digossina (substrato della P-gp), atorvastatina (substrato del CYP3A4 e della P-gp) od omeprazolo (inibitore della pompa protonica). Rivaroxaban non inibisce ne' induce alcuna delle isoforme principali del CYP, come il CYP3A4. Parametri di laboratorio I parametri della coagulazione (ad es. PT, aPTT, HepTest) sono alterati come prevedibile per via del meccanismo d'azione di rivaroxaban.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse segnalate piu' comunemente nei pazienti trattati con rivaroxaban sono stati i sanguinamenti. I sanguinamenti segnalati piu' comunemente sono stati epistassi ed emorragia del tratto gastrointestinale. Le reazioni avverse osservate sono riportate di seguito, classificate per sistemi e organi (secondo MedDRA) e per frequenza. Le frequenze sono definite come segue: molto comune (>= 1/10) comune (>= 1/100, < 1/10) non comune (>= 1/1.000, < 1/100) rara (>= 1/10.000, < 1/1.000) molto rara (< 1/10.000) non nota. >>Tutte le reazioni avverse insorte durante il trattamento segnalate nei pazienti negli studi di fase III. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia (incl. irispettivi parametri di laboratorio); non comune: trombocitemia (incl . aumento della conta piastrinica). Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazione allergica, dermatite allergica. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiro, cefalea; non comune: emorragia cerebrale e intracranica, sincope. Patologie dell'occhio. Comune: emorragia oculare (incl. emorragia congiuntivale). Patologie cardiache. Non comune: tachicardia. Patologie vascolari. Comune: ipotensione, ematoma. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: epistassi, emottisi. Patologie gastrointestinali. Comune: sanguinamento gengivale, emorragie del tratto gastrointestinale (incl. emorragia rettale), dolore gastrointestinale e addominale, dispepsia, nausea, costipazione, diarrea, vomito; non comune: bocca asciutta. Patologie epatobiliari. Non comune: disfunzione epatica; raro: ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito (incl. casi non comuni di prurito generalizzato), eruzione cutanea, ecchimosi, emorragia cutanea e sottocutanea; non comune: orticaria. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore alle estremita'; non comune: emartrosi; rara: emorragia muscolare; non nota: sindrome compartimentale secondaria all'emorragia. Patologie renali e urinarie. Comune:Emorragie del tratto urogenitale (incl. ematuria e menorragia), compr omissione renale (incl. aumento della creatininemia, aumento dell'azotemia); non nota: Compromissione renale/compromissione renale acuta secondaria a un'emorragia in grado di causare ipoperfusione. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: febbre, edema periferico, riduzione delle forze e dell'energia (incl. affaticamento e astenia); non comune: sensazione di indisposizione (incl. malessere); rara: edema localizzato. Esami diagnostici. Comune: Aumento delle transaminasi; non comune: Aumento della bilirubina, della fosfatasi alcalina, della LDH, della lipasi, dell'amilasi, della GGT; rara: aumento della bilirubina coniugata (con o senza contemporaneo aumento della ALT). Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: emorragia postprocedurale (incl. anemia postoperatoria edemorragia dalla ferita), contusione, secrezione dalla ferita; rara: p seudoaneurisma vascolare. A causa del suo meccanismo d'azione farmacologico, l'uso del medicinale puo' essere associato a un aumento del rischio di emorragie occulte o conclamate in qualsiasi tessuto od organo,che possono indurre anemia post-emorragica. Segni, sintomi e gravita' (compreso l'esito fatale) variano a seconda della sede e del grado o dell'entita' dell'emorragia e/o dell'anemia. Negli studi clinici i sanguinamenti della mucosa e l'anemia sono stati segnalati piu' frequentemente, in confronto al trattamento con AVK, durante il trattamento a lungo termine con rivaroxaban. Percio', oltre ad un'adeguata sorveglianza clinica, puo' essere importante, se del caso, effettuare dei controlli di laboratorio su emoglobina/ematocrito per rilevare dei sanguinamenti occulti. Il rischio emorragico puo' essere aumentato in determinate categorie di pazienti, ad es. nei pazienti con grave ipertensione arteriosa non controllata e/o sottoposti a trattamenti concomitanti coneffetti sull'emostasi. Le mestruazioni possono essere di intensita' e /o durata maggiore. Le complicanze emorragiche possono manifestarsi come debolezza, astenia, pallore, capogiro, cefalea o gonfiori di origine sconosciuta, dispnea e shock di origine non nota. In alcuni casi, come conseguenza dell'anemia, sono stati osservati sintomi di ischemia cardiaca come dolore toracico o angina pectoris. Con il medicinale sonostate segnalate le note complicanze delle emorragie gravi, come la si ndrome compartimentale e la compromissione renale dovuta a ipoperfusione. Pertanto, nella valutazione delle condizioni dei pazienti in terapia anticoagulante occorre considerare l'eventualita' di un'emorragia. >>Osservazioni post-marketing (frequenza non nota). Disturbi del sistema immunitario: angioedema ed edema allergico. (Negli studi raggruppati di fase III, questi eventi sono stati non comuni (>= 1/1.000, < 1/100)). Patologie epatobiliari: colestasi, epatite (incluso danno epatocellulare). (Negli studi raggruppati di fase III, questi eventi sono stati rari (>= 1/10.000, < 1/1.000)). Patologie del sistema emolinfopoietico: trombocitopenia (negli studi raggruppati di fase III, questi eventi sono stati non comuni (>= 1/1.000, < 1/100)). La segnalazione dellereazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

La sicurezza e l'efficacia del medicinale nelle donne in gravidanza non sono state stabilite. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva. Per la potenziale tossicita' riproduttiva, il rischio emorragico intrinseco e l'evidenza che rivaroxaban attraversa laplacenta, il farmaco e' controindicato durante la gravidanza. Le donn e in eta' fertile devono evitare di iniziare una gravidanza durante iltrattamento con rivaroxaban. La sicurezza e l'efficacia del farmaco n elle donne che allattano non sono state stabilite. I dati ricavati dagli animali indicano che rivaroxaban e' escreto nel latte materno. Pertanto, il farmaco e' controindicato durante l'allattamento. Si deve decidere se interrompere l'allattamento o interrompere/rinunciare alla terapia. Non sono stati condotti studi specifici con rivaroxaban per determinarne gli effetti sulla fertilita' in uomini e donne. In uno studio di fertilita' maschile e femminile condotto nel ratto non sono statiosservati effetti.