Rocefin - Perfus 1fl 2g

Dettagli:
Nome:Rocefin - Perfus 1fl 2g
Codice Ministeriale:025202108
Principio attivo:Ceftriaxone Disodico
Codice ATC:J01DD04
Fascia:H
Prezzo:19.94
Produttore:Roche Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Polvere per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:36 mesi

Denominazione

ROCEFIN

Formulazioni

Rocefin - Im 1fl 250mg+1f 2ml
Rocefin - Im 1fl 500mg+1f 2ml
Rocefin - Im 1fl 1g+f 3,5ml
Rocefin - Ev 1fl 1g+f 10ml
Rocefin - Perfus 1fl 2g

Categoria farmacoterapeutica

Antibatterici betalattamici per uso sistemico.

Principi attivi

Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare da250 mg/2 ml: ceftriaxone bisodico 3,5 H 2 O 298,2 mg pari a ceftriaxo ne 250 mg. Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare da 500 mg/2 ml: ceftriaxone bisodico 3,5 H 2 O 596,5 mg pari a ceftriaxone 500 mg. Polvere e solvente per soluzione iniettabile peruso intramuscolare da 1 g/3,5 ml: ceftriaxone bisodico 3,5 H 2 O 1,19 3 g pari a ceftriaxone 1 g. Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso da 1 g/10 ml: ceftriaxone bisodico 3,5 H 2 O 1,193 g pari a ceftriaxone 1 g. Polvere per soluzione per infusione da 2 g: ceftriaxone bisodico 3,5 H 2 O 2,386 g pari a ceftriaxone 2 g.

Eccipienti

Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare: la fiala solvente contiene soluzione acquosa di lidocaina all'1%. Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso: la fiala solvente contiene acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertatao presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, in pazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.

Controindicazioni / effetti secondari

Controindicato nei pazienti con ipersensibilita' nota agli antibioticibetalattamici. Ipersensibilita' alle cefalosporine o ad uno qualsiasi degli eccipienti. In caso di ipersensibilita' alle penicilline, si de ve tener presente la possibile insorgenza di allergia crociata. Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita' e sotto il diretto controllo del medico. I neonati iperbilirubinemici e i prematuri non devono essere trattati con ceftriaxone. Studi in vitro hanno dimostrato che ceftriaxone puo' spostare la bilirubina dai suoi siti di legame all'albumina plasmatica ed e' possibile che in questi pazienti si sviluppi un'encefalopatia da bilirubina. Trattamento con calcio, a causa del rischio di formazione di precipitazione di sali di calcio-ceftriaxone nei nati a termine. Il ceftriaxone e' inoltre controindicato nei: neonati prematuri fino ad una eta' corretta di 41 settimane (settimane di gestazione + settimane di vita); neonati a termine (fino a 28 giorni di eta'): con ittero o presenza di ipoalbuminemia o acidosi dato che queste sono condizioni nelle quali la bilirubina potrebbe essere alterata; se dovessero richiedere (o si pensa che possano richiedere) un trattamento e.v. con calcio o con infusioni che contengono calcio a causa del rischio di precipitazione del ceftriaxone con il calcio. Quando siutilizza la lidocaina come solvente, se ne devono escludere le contro indicazioni prima di somministrare l'iniezione intramuscolare di ceftriaxone.

Posologia

Non devono essere utilizzati diluenti contenenti calcio (ad esempio soluzione di Ringer o di Hartmann) per ricostituire i flaconcini di ceftriaxone o per diluire ulteriormente i flaconcini ricostituiti per la somministrazione e.v., dato che puo' formarsi un precipitato. La precipitazione del ceftriaxone con il calcio puo' anche avvenire quando il ceftriaxone e' mescolato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione e.v. Pertanto, il ceftriaxone e le soluzioni contenenti calcio non devono essere mescolate insieme o somministrate contemporaneamente. Schema posologico generale. Adulti e bambini oltre12 anni: la dose consigliata e' di 1 g una volta al giorno (ogni 24 o re). Nei casi piu' gravi o in infezioni causate da microrganismi moderatamente sensibili, la dose puo' raggiungere i 4 g somministrati in un'unica soluzione. Neonati (fino a 2 settimane): la dose giornaliera e'di 20-50 mg/kg di peso corporeo in monosomministrazione; a causa dell a immaturita' dei loro sistemi enzimatici non bisognerebbe superare i 50 mg/kg. Bambini (da 3 settimane a 12 anni): la dose giornaliera puo'variare tra 20 e 80 mg/kg. Per dosi endovenose pari o superiori a 50 mg/kg si consiglia di utilizzare una perfusione della durata di almeno30 minuti. Per i bambini di peso superiore a 50 kg andra' usato il do saggio proprio degli adulti. Anziani: lo schema posologico degli adulti non richiede modificazioni nel caso di pazienti anziani. La durata della terapia e' in funzione del decorso dell'infezione. Come tutte le terapie a base di antibiotici, in generale la somministrazione va protratta per un minimo di 48-72 ore dopo lo sfebbramento o dopo la dimostrazione di completa eradicazione batterica. Profilassi delle infezionichirurgiche: per la prevenzione delle infezioni post-operatorie verra nno somministrati, in relazione a tipo e rischio di contaminazione dell'intervento, 1 g i.m. o 1-2 g e.v. in dose singola, un'ora prima dell'intervento. Insufficienza renale: in soggetti con clearance della creatinina maggiore di 10 ml/min la posologia resta inalterata. In caso di clearance della creatinina uguale o minore di 10 ml/min si puo' somministrare fino ad un massimo di 2 g una volta al giorno. Insufficienzaepatica: posologia normale. Insufficienza renale ed epatica associate : controllare le concentrazioni plasmatiche del ceftriaxone. Prematuri: dose massima 50 mg/kg una volta al giorno. Le soluzioni ricostituiteconservano le proprie caratteristiche fisico-chimiche per 6 ore a tem peratura ambiente (o per 24 ore a +5 gradi C). Come regola generale comunque, le soluzioni andrebbero usate immediatamente dopo la preparazione. Possono variare nella colorazione da giallo pallido ad ambra in funzione della concentrazione e del periodo di conservazione; tale caratteristica non ha influenza sull'efficacia o sulla tollerabilita' del farmaco. Soluzione per uso intramuscolare: per praticare l'iniezione intramuscolare, sciogliere la soluzione i.m. con l'apposito solvente (soluzione di lidocaina 1%) che e' di 2 ml per la formualzione da 250 mge 500 mg, e di 3,5 ml per la formulazione da 1 g: iniettare profondam ente la soluzione estemporanea cosi' ottenuta nel gluteo, alternando iglutei nelle successive iniezioni. La soluzione di lidocaina non deve essere somministrata endovena. Soluzione per uso endovenoso: per prat icare l'iniezione e.v., sciogliere il medicinale con l'apposito solvente (acqua per preparazioni iniettabili) che e' di 10 ml, e iniettare direttamente in vena nel tempo di 2-4 minuti. Soluzione per infusione: per praticare la perfusione endovenosa sciogliere il medicinale in ragione di 2 g in 40 ml di liquido di perfusione privo di ioni di calcio (soluzione fisiologica, soluzione glucosata al 5% o al 10%, soluzione di levulosio al 5%, soluzione glucosata di destrano al 6%, soluzioni di NaCl 0,45% + glucosio 2,5%). La perfusione avra' una durata di almeno 30 minuti. Le soluzioni del prodotto non dovrebbero essere mescolatein soluzioni contenenti altri farmaci antimicrobici o con soluzioni d iluenti diverse da quelle elencate per possibile incompatibilita'.

Conservazione

Conservare a temperatura non superiore a 30 gradi C. Tenere il flaconcino nel contenitore originale.

Avvertenze

Sono state segnalate reazioni anafilattiche con esito fatale. Contienesodio. E' stata osservata anemia emolitica immunomediata. Sono stati segnalati casi gravi di anemia emolitica, inclusi casi fatali. Se si sviluppa anemia durante il trattamento, la diagnosi di anemia associataa cefalosporina deve essere considerata e il trattamento interrotto f ino a che non sia determinata l'eziologia. Sono stati segnalati casi di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD), la cui gravita' puo' variare da diarrea lieve a colite fatale. Il trattamento con antibatterici altera la normale flora del colon e porta a una crescita eccessiva di C. difficile. Il C. difficile produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della CDAD. I ceppi di C. difficile che producono tossine in eccesso causano un aumento dei tassi di morbilita' e mortalita' poiche' queste infezioni possono essere refrattarie alla terapia antimicrobica e possono richiedere una colectomia. E' necessariaun'attenta anamnesi poiche' i casi di CDAD sono stati segnalati anche oltre due mesi dopo la somministrazione di antibatterici. In caso di CDAD sospetta o conclamata, potrebbe essere necessaria la sospensione del trattamento antibiotico in atto, non mirato al C. difficile. Se clinicamente indicato, istituire misure appropriate di gestione dei fluidi e degli elettroliti, di integrazione proteica e di trattamento antibiotico del C. difficile; effettuare inoltre una valutazione chirurgica. Possono verificarsi superinfezioni con microrganismi non sensibili.Nelle ecografie biliari sono state osservate ombre, spesso confuse co n calcoli biliari. Tali ombre sono precipitati di calcio-ceftriaxone che scompaiono al termine o con la sospensione della terapia. Raramente, questi reperti erano associati a sintomi. Nei casi sintomatici, si raccomanda una gestione conservativa non chirurgica; la sospensione deltrattamento deve essere a discrezione del medico. Il farmaco viene el iminato per il 56% circa attraverso le urine e per il restante 44% attraverso la bile in forma microbiologicamente attiva. In caso di ridotta funzionalita' renale e' eliminato in quota piu' elevata per via biliare; nella maggior parte dei casi non e' necessario ridurre la posologia, a condizione che la funzionalita' epatica sia normale. Solo in caso di una gravissima insufficienza renale la dose di mantenimento ogni 24 ore dovra' essere ridotta alla meta' rispetto alla dose abituale. Il ceftriaxone puo' parzialmente interferire con i siti di legame dellabilirubina con l'albumina plasmatica. Le cefalosporine di terza gener azione possono indurre resistenza microbica e tale evenienza e' maggiore verso organismi opportunisti, in soggetti immunodepressi e probabilmente, associando tra loro piu' betalattamine. In caso di trattamenti prolungati si dovranno effettuare regolari controlli della crasi ematica. In casi estremamente rari, in pazienti trattati con dosi elevate, l'ultrasonografia della cistifellea ha messo in evidenza reperti interpretabili come inspessimento della bile. Tale condizione e' prontamente regredita all'interruzione o al termine della terapia. Anche se questi riscontri dovessero essere sintomatici, si raccomanda un trattamento puramente conservativo. Sono state segnalate in corso di trattamentocon cefalosporine, positivita' dei test di Coombs (talora false). Pri ma di iniziare la terapia, dovrebbe essere svolta un'indagine accurataper stabilire se il paziente ha manifestato in passato fenomeni di ip ersensibilita' alle cefalosporine, penicilline ed altri farmaci. Somministrare con cautela in pazienti allergici alla penicillina poiche' sono descritti casi di ipersensibilita' crociata fra penicilline e cefalosporine. A causa dell'immaturita' delle funzioni organiche, i prematuri non dovrebbero essere trattati con dosi superiori a 50 mg/kg/die. L'impiego protratto puo' favorire lo sviluppo di batteri resistenti ed in caso di superinfezione occorre adottare le misure piu' appropriate.Reazioni acute di ipersensibilita' possono richiedere l'uso di adrena lina ed altre misure di emergenza. Non somministrare le preparazioni contenenti lidocaina per via endovenosa ed a pazienti allergici a questo anestetico locale. Se si evidenziano segni di infezione, il microrganismo responsabile dovrebbe essere isolato ed una opportuna terapia, basata sui test di sensibilita', dovrebbe venire adottata. Analisi su campioni raccolti prima dell'inizio della terapia dovrebbero venire effettuate per determinare la sensibilita' a ceftriaxone del microrganismo responsabile. La terapia puo' essere comunque iniziata in attesa deirisultati di queste analisi; ed il trattamento dovrebbe comunque esse re, se il caso, successivamente modificato secondo i risultati delle analisi. Controllare la funzionalita' renale. Sono state riportate coliti pseudomembranose. Sono stati descritti casi di reazione fatale dovuti alla presenza di precipitati di calcio a livello polmonare e renalein neonati prematuri e a termine di eta' inferiore ad 1 mese. Non mes colare o somministrare il ceftriaxone simultaneamente con soluzioni contenenti calcio per somministrazione e.v. in pazienti di qualsivoglia eta'. Comunque, nei pazienti di eta' maggiore di 28 giorni, il ceftriaxone e le soluzioni contenenti calcio possono essere somministrati sequenzialmente uno dopo l'altro se si utilizzano linee di infusione in siti differenti o se le linee di infusione sono sostituite o se sono accuratamente lavate con soluzione fisiologica salina tra le due infusioni per evitare la precipitazione. Nei pazienti che necessitano infusione continua di soluzioni TNP di sali di calcio, gli operatori sanitaripotrebbero dover considerare l'uso di un antibatterico alternativo ch e sia privo di questo rischio di precipitazione. Se l'uso di ceftriaxone e' considerato necessario nei pazienti che necessitano nutrizione continua, la soluzione TNP e il ceftriaxone possono essere somministrati simultaneamente, sebbene attraverso linee di infusione differenti insiti differenti. In alternativa, l'infusione delle soluzioni TNP dovr ebbe essere interrotta durante l'infusione di ceftriaxone, prendendo in considerazione il consiglio di lavare le linee di infusione tra la somministrazione delle due soluzioni. Sono stati segnalati raramente casi di pancreatite, potenzialmente secondaria a ostruzione biliare. Neicasi di grave insufficienza renale ed epatica e' necessario ridurre i l dosaggio secondo le raccomandazioni stabilite. Ceftriaxone puo' spostare la bilirubina dai suoi siti di legame all'albumina sierica. Non somministrare ai neonati a rischio di sviluppare encefalopatia da bilirubina. Durante il trattamento prolungato la conta completa delle cellule del sangue deve essere eseguita ad intervalli regolari. In caso la lidocaina sia usato come solvente, soluzioni di Ceftriaxone devono essere utilizzate solo per iniezione intramuscolare.

Interazioni

La contemporanea somministrazione di alte dosi del prodotto con diuretici ad elevata attivita' (es. furosemide) a forti dosaggi non ha sinora evidenziato disturbi della funzionalita' renale. Non c'e' alcuna evidenza che aumenti la tossicita' renale degli aminoglicosidi. L'ingestione di alcool successiva alla somministrazione del medicinale non da' effetti simili a quelli del disulfiram; il ceftriaxone, infatti, non contiene il gruppo N-metiltiotetrazolico ritenuto responsabile sia della possibile intolleranza all'alcool sia delle manifestazioni emorragiche verificatesi con altre cefalosporine. L'eliminazione non e' modificata dal probenecid. In uno studio in vitro gli effetti antagonisti sono stati osservati con la combinazione di cloramfenicolo e ceftriaxone.E' stato dimostrato in condizioni sperimentali sinergismo d'azione tr a il prodotto e aminoglicosidi nei confronti di molti germi Gram-negativi. Il potenziamento di attivita' di tali associazioni, sebbene non sempre predicibile, dovra' essere tenuto in considerazione in tutte quelle infezioni gravi, resistenti ad altri trattamenti, dovute ad organismi quali Pseudomonas aeruginosa. A causa di incompatibilita' fisiche i due farmaci vanno somministrati separatamente alle dosi raccomandate. Il medicinale non deve essere aggiunto a soluzioni che contengono calcio, quali le soluzioni Hartmann e Ringer. Non devono essere utilizzati diluenti contenenti calcio, ad esempio soluzione di Ringer o di Hartmann, per ricostituire i flaconcini del prodotto o per diluire ulteriormente i flaconcini ricostituiti per la somministrazione e.v., dato che puo' formarsi un precipitato. La precipitazione del ceftriaxone-calcio puo' anche avvenire quando il farmaco e' mescolato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione e.v. il prodotto non deve essere somministrato contemporaneamente a soluzioni e.v. contenenti calcio, comprese le infusioni continue contenenti calcio, quali quelle per nutrizione parenterale somministrate mediante un sistema con un tratto finale in comune (connettore a Y). Tuttavia, in pazienti non neonatali, il medicinale e le soluzioni contenenti calcio possono essere somministrati in sequenza, purche' tra un'infusione e l'altra le linee di infusione vengano accuratamente lavate con un liquido compatibile. Studi in vitro condotti su plasma di pazienti adulti e neonatali, derivato dal sangue del cordone ombelicale, hanno dimostrato che i neonati presentano un rischio maggiore di precipitazione di ceftriaxone-calcio. Sulla base dei dati di letteratura, il ceftriaxone non e' compatibile con l'amsacrina, la vancomicina, il fluconazolo e gli aminoglicosidi. Raramente il test di Coombs puo' dare risultati falso-positivi nei pazienti trattati con il farmaco. Il prodotto, come altri antibiotici, puo' portare a risultati falso-positivi dei test di determinazione della galattosemia. Analogamente, metodi non enzimatici per la determinazione della glicosuria possono dare risultati falso-positivi. Per tale ragione, la determinazione del glucosio nelle urine in corso di terapia con il farmaco deve essere eseguita con metodi enzimatici. Il ceftriaxone puo' contrastare l'efficacia dei contraccettivi ormonali orali. Di conseguenza, e' consigliabile adottare misure contraccettive aggiuntive non ormonali durante il trattamento e nel mese successivo.

Effetti indesiderati

Effetti indesiderati a livello sistemico. Disturbi gastrointestinali: feci non formate, diarrea, nausea, vomito, stomatite, glossite, raramente ispessimento della bile. Modificazioni ematologiche: eosinofilia, leucopenia, granulocitopenia, anemia emolitica, trombocitopenia. Frequenza non nota: casi di agranulocitosi (< 500/mm^3) sono stati segnalati, la maggior parte dopo 10 giorni di trattamento e dopo dosi totali di 20 grammi o superiori. Reazioni cutanee: esantema, dermatite allergica, prurito, orticaria ed edema. Frequenza non nota: sono stati segnalati casi di reazioni avverse cutanee gravi (eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson o sindrome di Lyell/necrolisi epidermica tossica). Altri effetti indesiderati rari: cefalea, vertigini, precipitazionedi sali di ceftriaxone-calcio nella colecisti, aumento delle transami nasi, glicosuria, ematuria, oliguria, aumento dei valori sierici dellacreatinina, micosi del tratto genitale, brividi, febbre e reazioni an afilattiche o anafilattoidi, per esempio broncospasmo. La comparsa di shock anafilattico e' estremamente rara e richiede immediate contromisure quali la somministrazione endovena di adrenalina seguita da un glucocorticoide. Rari casi di enterocolite pseudomembranosa e modifiche dei parametri emocoagulativi sono stati riportati in seguito all'uso dicefalosporine. Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in segui to a trattamento con cefalosporine. Il medicinale non deve essere miscelato o somministrato in contemporanea con soluzioni o prodotti contenenti calcio, anche se infusi separatamente. Sono state riportate reazioni avverse rare, gravi, e in alcuni casi fatali nei neonati pretermine e a termine (eta' <28 giorni) che sono stati trattati con ceftriaxone e calcio e.v.. E' stata inoltre verificata post-mortem la presenza di precipitati di ceftriaxone e sali calcio nel polmone e nel rene. L'alto rischio di precipitazione nei neonati e' dovuto al loro basso volume ematico e alla lunga emivita del ceftriaxone, se confrontata con gli adulti. Possono svilupparsi superinfezioni causate da microrganismi non sensibili al ceftriaxone (candida, funghi o altri microrganismi resistenti). La colite pseudomembranosa e' un effetto indesiderato raro causato dall'infezione da Clostridium difficile durante il trattamentocon il farmaco. Pertanto, deve essere tenuta in considerazione la pos sibilita' della malattia nei pazienti che presentano diarrea a seguitodi trattamento antibatterico. Sono stati segnalati casi molto rari di precipitazione renale, prevalentemente in bambini di eta' superiore a 3 anni, trattati con dosi giornaliere elevate (ad esempio, >= 80 mg/k g/giorno) o con dosi totali superiori a 10 grammi e che presentavano altri fattori di rischio (ad esempio, limitato apporto di liquidi, allettamento, ecc.). Il rischio di formazione di precipitato e' maggiore nei pazienti immobilizzati o disidratati. Questo evento puo' essere sintomatico o asintomatico, puo' indurre insufficienza renale e anuria ede' reversibile dopo l'interruzione del trattamento con il farmaco. Si e' osservata precipitazione di sali di ceftriaxone-calcio nella colec isti, prevalentemente in pazienti trattati con dosi superiori a quellestandard raccomandate. Nei bambini, studi prospettici hanno mostrato un'incidenza variabile di precipitazione con la somministrazione endovenosa, in alcuni studi superiore al 30%. L'incidenza sembra essere inferiore con l'infusione lenta (20-30 minuti). Questo effetto e' in genere asintomatico, tuttavia in rari casi le precipitazioni sono state accompagnate da sintomi clinici quali dolore, nausea e vomito. In questicasi, si raccomanda il trattamento sintomatico. La precipitazione e' in genere reversibile dopo l'interruzione del trattamento con il ceftriaxone. Sono stati segnalati casi isolati di pancreatite. Sono stati segnalati disturbi della coagulazione come effetti indesiderati molto rari. Effetti indesiderati a livello locale: in rari casi sono comparsereazioni flebitiche dopo somministrazione e.v.; tali reazioni possono comunque essere evitate mediante iniezione lenta (2-4 minuti) del far maco. L'iniezione intramuscolare senza lidocaina e' dolorosa. In soggetti predisposti possono manifestarsi reazioni di ipersensibilita'. Influenza sui test diagnostici: raramente, il test di Coombs puo' dare risultati falso-positivi nei pazienti trattati con il farmaco. Il medicinale puo' portare a risultati falso-positivi dei test di determinazione della galattosemia. Analogamente, metodi non enzimatici di determinazione della glicosuria possono dare risultati falso-positivi. Per taleragione, la determinazione del glucosio nelle urine in corso di terap ia deve essere eseguita con metodi enzimatici.

Gravidanza e allattamento

Il ceftriaxone attraversa la barriera placentare. La sicurezza nell'uomo durante la gravidanza non e' stata stabilita. Gli studi sulla riproduzione negli animali non hanno mostrato alcuna evidenza di embriotossicita', fetotossicita', teratogenicita' o effetti avversi sulla fertilita' maschile o femminile, di nascita o perinatale e sviluppo post-natale. Nei primati non e' stata osservata embriotossicita' o teratogenicita'. Il ceftriaxone viene escreto a basse concentrazioni nel latte materno. Prestare attenzione nel prescrivere il prodotto a donne che allattano al seno. Nelle donne in stato di gravidanza, durante l'allattamento e nella primissima infanzia, il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita' e sotto il diretto controllo del medico.